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Autore: Main_Rouge    26/11/2010    1 recensioni
La battaglia dei sessi di Sanji.
Alcuni di voi forse avranno già letto questa storia che un'altro autore, Sanji94, aveva qualche tempo fa postato per me.
Visto che però sto scrivendo altre Fictions, ho pensato fosse meglio iniziare a farlo di persona.
Nel regno di Kamabakka, nella rotta orientale, Sanji è alle prese con la sfida di Ivankov; lui contro il tempio del New-kama Kempo.
In dirittura d'arrivo, il nostro eroe dovrà però affrontare il nemico peggiore: sè stesso.
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Sanji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kamabakka’s pink hell

“659° giorno, bosco di ciliegi. Ancora nessuna traccia del 99”.
-Chissà dove si è nascosto quel bastardo-.
In una appariscente isola lungo la rotta maggiore, un giovane con indosso quello che un tempo doveva essere un abito elegante vagava senza meta in un bosco totalmente in fiore.
I ciliegi intorno a lui creavano un atmosfera magica, quasi fiabesca; l’aria era tersa, la luce intensa.
Il ragazzo, lievemente ferito in qualche punto, portava con orgoglio una fluente criniera bionda, che ne copriva un lato del volto. I suoi lineamenti erano duri, virili, irrigiditi anche da un’espressione corrucciata.
Stringeva nervosamente tra i denti una sigaretta accesa da poco, dalla quale si alzava un sottile fumo bianco.
Il suo occhio destro, l’unico di cui la sua pettinatura permetteva la vista, fissava intensamente un’accurata mappa planimetrica. Con rapidi movimenti oculari, il giovane studiava quella cartina con attenzione, in cerca di un luogo che poteva aver scordato di controllare.
Senza smettere di camminate, piegò la mappa in quattro e se la infilò in tasca; sì riempì i polmoni del fumo della sua cicca e lo soffiò fuori lentamente.
-Di questo passo non  lo troverò mai- pensava un po’ abbattuto fissando le fronde degli alberi che lo sovrastavano.
Si sedette sotto una pianta particolarmente vecchia, alzò la testa e chiuse gli occhi.
Erano passati quasi ventidue mesi da quel disgraziato giorno.
Da allora, non aveva avuto un attimo di pace. La sfida di quel pazzo di Ivankov era davvero dura; ma questo, l’aveva capito fin dall’inizio.
Riaprì lentamente gli occhi, e fissò i suoi occhi semi-aperti su un ramo che si allontanava dagli altri, per la sua strada.
Dio, quanto gli mancavano i suoi compagni.
Si era ripromesso che non avrebbe fallito per tornare da loro, per ridere ancora di gusto con i suoi amici pirati.
Istintivamente, portò la mano destra verso la tasca posteriore dei suoi pantaloni e ne estrasse un semplice portafogli di pelle; frugò con calma con le dita tra le sue pieghe e ne estrasse due piccole fotografie.
Le fissò intensamente.
-Nami-san… Robin-swan… quanto vorrei potervi riabbracciare- Due visi di donna lo fissavano sorridenti da quelle foto. Rimase a contemplare tanta bellezza per qualche minuto, poi riuscì a rimetterle via e ad aspirare l’ultimo alito di fumo della sua sigaretta prima di spegnerla per terra.
Fece come per rialzarsi, ma non ci riuscì. Anche se ora era abbastanza forte da tenerli a bada, quei dannati travestiti erano una vera spina nel fianco. Per quanti ne buttasse giù, ce n’erano sempre di nuovi da affrontare. Inoltre, quel tale, Felicia, a cui aveva sottratto la novantottesima ricetta, era un vero duro. Lo scontro con lui l’aveva lasciato abbastanza malconcio.
Continuava a ripetersi che doveva rialzarsi, che doveva combattere, ma non ce la faceva. Alla fine si arrese: riposarsi li, in quel paradiso nell’inferno, avrebbe anche potuto giovargli.
In fondo, gli restavano due mesi di tempo per trovare l’ultimo okama da sconfiggere.
-Death…- un acuto grido si alzò dal folto del bosco -…Wink-.
Una potente sferzata di vento raggiunse il corpo del giovane, che venne allonatato dal tronco cui era appoggiato. Di riflesso, si rimise in piedi, la testa nella direzione dell’attacco, e cercò di localizzare il suo nemico.
-Eccolo!- pensò scattando in avanti. La sua velocità era eccezionale, in pochi balzi felini coprì il centinaio di metri che lo separava dal suo aggressore: Emporio Ivankov, il regino del regno di Kamabakka.
Portatosi sopra di lui, tento di tirargli un calcio al collo in diagonale, ma senza successo: il grosso okama che aveva davanti schivò con relativa facilità il colpo, gli afferrò la gamba e lo scaraventò verso un albero li vicino. Il giovane fece giusto in tempo a ripiegare le gambe per attutire il colpo e tornare a terra, in piedi ed illeso.
-HEEE HAAA… vedo che in questi mesi non sei cambiato affatto, sei sempve il solito vagazzo affascinante ed avventato, Sanji-boy- -Dannato travestito, smettila di prendermi in giro. Immagino tu non sia qui per congratularti con me per i miei progressi, vero?- -Mmmm, vicciolino-boy, sei davvevo un tipo sveglio. In effetti no, sono qui per punivti: quando ho lanciato la sfida, non avevi il divitto di vubare quella cavtina dal mio palazzo. Sei stato un po’ scovvetto, Sanji-boy; ma complimenti pev avev battuto Felicia, è una delle fanciulle più fovti dell’isola- -Non mi servono i tuoi complimenti: dimmi piuttosto dove si trova il novantanovesimo maestro del Tempio, così potrò sconfiggerlo ed andarmene da questo inferno-.
Gli occhi di Ivankov brillarono di fronte alla risolutezza del biondo.
-Ma come- disse lui impiantandosi dei picoli aghi della mano destra nel fianco –un vagazzo intelligente come te dovrebbe avevlo capito, no?-.
Mentre la sua voce si acutva sempre di più, il corpo del rivoluzionario inizio a cambiare.
Il suo petto scolpito iniziò a gonfiarsi, creando un abbondante e giovanile seno, mentre il suo addome e le sue gambe assumevano tratti più dolci e curvilinei.
Il volto rigido e squadrato, lentamente iniziava a assumere una forma più acuta, quasi a punta. I suoi occhi divertiti fissavano un timoroso Sanji, mentre dalle sue labbra carnose e piene uscivano le parole: -Il tuo ultimo avversavio, savò io-.
Sanji fissava impietrito quell’anarchico, le sue mani tremavano mentre abbassava lo sguardo.
Balbettò qualche sillaba sottovoce prima di gridare furente: -Mi prendi per il Culo?!-
-Ahahahah…- la risata argentea della ragazza risuonò tutt’intorno –in effetti, non mi dispiacevebbe…- -Sta zitto, dannato maniaco. Che razza di scherzo è? Perché sei diventato una donna? Sai benissimo che così non potrò mai batterti- -Cevto che lo so, l’ho fatto apposta. La mia sfida consisteva nel batteve il Tempio del Newkama Kempo. Come potvesti sconfiggeve il simbolo stesso dell’uguaglianza tva i sessi, se non riesci a colpive una donna neanche per salvavti la vita, o vipvendevla da dove l’avevi lasciata?- -Bastardo-.
Sanji era furente. Non poteva colpire Ivankov benchè sapesse che non era veramente una donna. Ma in realtà, pensava, lo era. Prendere a calci lui o lei che sia, avrebbe significato ignorare tutti i suoi principi di cavaliere. Quel maledetto l’aveva fregato.
-Beh, se non mi attacchi non potvai mai prenderti questo- disse estraendo da una borsa una pergamena arrotolata.
-Vicorda che se non ottevvai questa vicetta, non ti lascevò salpare. Scegli cosa sacvificare, la tua bigotta cavallevia o il tuo futuvo con Paglia-boy-.
A quelle parole, il pirata fece un passo in avanti, ma si arrestò di colpo.
-Aspetta, io non devo colpirti, devo solo ottenere quella pergamena- disse sorridendo con aria astuta- non sono costretto a combattere-.
Disse, e in un attimo si portò di fronte ad Ivankov; fu questione di attimi: con un calcio chirurgico, fece volare via la pergamena dalla mano femminile dell’okama, quindi saltò in aria per prenderla.
Stava per afferrarla, quando dietro di lui comparve la ragazza, che gli piantò gli stessi aghi che l’avevano trasformata nella schiena di Sanji. Quindi, con il braccio sinistro l’abbraccio, si spinse all’indietro e con una torsione del busto lo fece scaraventare per terra di testa.
Quindi, si allontanò con calma, aprendo la mano per ricevere al volo il cilindro contenente la ricetta.
-Ammetto che non mi aspettavo questo schevzetto, Sanji-kiun. Beh, ova non dovvesti più aveve tentazioni sulla fuga, HEEE HAAAA-.
Sanji si rialzò tossendo, tenendosi il cuore con la mano destra.
Con sua enorme sorpresa, il petto sotto il suo tocco iniziò a gonfiarsi, fino a diventare un seno sodo e prolifico, ben messo in risalto dalla camicia che indossava. Dopo lo stupore iniziale, si getto in ginocchio tenendosi la zona pubica tra le mani mentre sentiva che tutto stava venendo rovesciato. I suoi potenti muscoli di gambe e braccia divennero più affusolati, elastici. I suoi capelli si allungarono ulteriormente, mentre il suo pizzetto, il suo amato pizzetto scompariva.
Sentiva che dentro di lui ogni cosa non era al suo posto. Tentò di soffocare un grido, ma non riusci a trattenersi mentre l’operazione veniva ultimata.
L’acuto prodotto dalle sue corde vocali era incredibilmente diverso dalla voce cui era abituato, e risuonò potente tutt’intorno alle due ragazze.
Sanji, stremato, si teneva ancora il pube mentre giaceva a terra rannicchiata ed ansimante, oltre che rossa in volto.
-HEEE HAAA… un vevo capolavovo. Sei bellissima Sanji-chan-; -Come hai osato- disse la giovane piratessa rossa in volto –come hai osato farmi questo?- chiese rialzandosi.
Quindi fissò la sua avversaria, e con gli occhi iniettati di sangue e la sua nuova voce, gridò: -Riportami subito com’ero, bastardo! Giuro che ti faccio a pezzi-.
La regina degli okama, a quelle parole, scoppiò a ridere.
-Non cvedevai di potevmi batteve conciato così, vevo? Tu non hai idea di cosa voglia dive combatteve come una donna, mentre io potvei viveve in questo stato senza difficoltà. Non hai spevanze. HEE H…-
Non riuscì a finire la sua esclamazione, che un colpo dal nulla la buttò a terra.
Improvvisamente, Sanji scomparve dalla sua posizione per ricomparire sopra il travestito, una gamba chiusa sulla sua spalla, l’altra piantata con violenza a fianco della sua testa. Quindi la giovane piratessa esclamò: -Non ho speranze? Ma non farmi ridere. Sono così arrabbiato che potrei ucciderti qui e subito anche in questo stato. Non tentare la fortuna ragazza- -Uccidevmi? Ma fammi il favove. Non hai neanche il covaggio di colpivmi davvero, figuvati di uccidevmi. Finchè non avvai superato questa tua bavvieva, non mi sconfiggevai mai. Inoltve, devi impavave tutto del combattimento femminile, solo così potrai abbattere il muvo del sessismo. Ad esempio, dovvesti sapeve che le vagazze sono molto più sensibili degli uomini-.
Dicendo ciò, Ivankov allungo la mano libera a toccare il seno di Sanji. Bastò che lo sfiorasse, e questi scattò all’indietro come una molla, coprendosi il petto con le mani. Dopo qualche secondo, arrossì, con fare stizzito allontanò le mani dal suo corpo e digrignò i denti fissando il suo avversario, già in piedi, che scattava nella sua direzione.
Il travestito tentò qualche colpo, lasciando la guardia volutamente aperta, ma la biondina non ne approfittò. Alla fine, dopo un paio di finte, riuscì a tirare un violento schiaffo a Sanji, facendolo volare a terra.
Il pirata, a terra, tentava di rialzarsi. Sentiva un senso di impotenza incredibile, paragonabile solo a quello provato sull’arcipelago Sabaody. Lentamente, una lacrima gli scese dall’occhio scoperto e cadde a terra, bagnando il terriccio sul quale era carponi.
-Che ti prende Ricciolo-boy? Non dirmi che un omaccione come te sta piangen..- -STA ZITTO, BASTARDO!- gridò con forza la ragazza distesa.
-Perché mi fai questo? Perché mi vuoi rovinare? Io devo tornare dai miei compagni, non posso più aspettare..- quindì si girò di scatto, il volto rigato dalle lacrime, sempre rosso come il fuoco –NON POSSO PERDERE QUI! DEVO TORNARE DAI MIEI AMICI!- -Sanji-kiun, io ammivo il tuo avdore e la tua passione, ma non hai scelta: se vuoi battevmi, devi colpivmi. Ti inseguivò fino in capo al mondo se necessavio pur di favtelo capive-.
I suoi occhi non erano più canzonatori, ma ricchi di pena per un anima afflitta. Ad un certo punto, le si avvicinò, si inginocchio accanto a lei e le poggio una mano sulla spalla tremante.
-Vicciolino-boy, mi spieghi pevché tanta ostinazione? Pevché il tuo animo ti impedisce di colpive una donna anche solo pev salvavti?-
La bionda, in mezzo alle lacrime, sputò qualche risata convulsa: -Mi chiedi perché? Non è ovvio? Come potrei guardarmi allo specchio, o guardare negli occhi una donna sapendo di aver usato la mia forza per nuocere ad una fanciulla indifesa? Come potrei rivolgermi ancora alle splendida Nami, o alla dolce Robin, se osassi alzare le mani su chi non può difendersi? Ma nel mondo, sono migliaia i bruti che non si fanno scrupoli, che le maltrattano, le sfruttano senza ritegno. Per questo agisco, per questo non posso permettermi di transigere.
PERCHE’ CI SARA’ SEMPRE UNA RAGAZZA INDIFESA DA PROTEGGERE! e come potrei difenderle, se io stesso per primo non esito a colpirle?-.
Un sorriso compiaciuto apparve sul volto di Ivankov.
-Allova è così che stanno le cose. Davvevo ammivevole- disse alzandosi ed allontanandosi dal corpo rannicchiato della fanciulla –e stupido-.
Sanji alzò lentamente la testa, stupito.
-Stupido? Mi prendi in giro? Come può essere stupido il fondamento stesso del mio essere pirata e cavaliere?- -Semplice, Vicciolino-boy. Il guaio è che tu pensi che le donne abbiano bisogno a tutti i costi di esseve difese; ma non cvedi, ad esempio, che le vagazze che ammivi in quelle foto potvebbero offendevsi se tu, nonostante si siano allenate duvamente pev due anni, continuevai a trattavle come fossevo tvoppo deboli? O che a volte anche le giovani e belle fanciulle si compovtino in modo da mevitare una punizione?
Non cvedi, Sanji-boy, di sottovalutare un po’ tvoppo le donne?-.
Quelle parole colpirono come frecce infuocate il cuore del cavaliere.
Come sapeva quell’okama delle foto? E Come può pensare che sottovaluti le donne? O che le offenda con il mio comportamento?
Ma ancora più importante, Avrà davvero torto?
Tanti, troppi dubbi vorticavano così nella sua mente, era come se il fondamento della sua esistenza fosse sul punto di crollare. Sbagliava? Era nel giusto? Non lo sapeva, e questo lo spaventava.
Ma ancora di più, lo spaventava l’idea di scoprirlo.
Ivankov sapeva che era quello il momento di battere il ferro finchè era caldo, quindi, disse, avvicinandosi al suo avversario: -Non cvedi di dave tvoppa impovtanza all’esteviovità delle pevsone? Io sono la prova vivente di quanto i nostvi covpi siano solo gusci, che ciò che è dentvo di noi è l’unica cosa impovtante. Pensaci un’attimo, cosa cambia nel mio adorato Sanji-boy- disse arrivandole di fronte, ed aiutandola a rialzarsi –se faccio questo?- disse, e le impiantò per la seconda volta gli aghi, questa volta sul fianco.
In breve, Sanji sentì che stava tornando alla normalità. Questa volta però non emise un fiato mentre avveniva la trasformazione. Ivankov ammirava i tratti ingentiliti del cuoco farsi più duri e granitici, ma vedeva nel suo occhio una grande fragilità.
-Temo tu abbia ragione, dannato pervertito. Solo perché in un corpo di donna, non vuol dire che tu, o chiunque altro debba avere dei privilegi se non li merita.
Ma non illuderti.
Continuerò a vivere per amare le donne, continuerò a difenderle dagli oppressori. Ma se sarà una donna a minacciare le mia bellissima Robin e la mia solare Nami, non esiterò a darle una lezione.
Grazie, maledetto Iva. Ora potrò strapparti quella maledetta ricetta-.
Appena ebbe finito di parlare, un cilindro colorato volò nella sua direzione. La risata argentea di Ivankov racchiudeva una grande gioia.
-Hai supevato la pvova, hai sconfitto ciò che ti impediva di esseve il migliov te stesso. Sono molto soddisfatto: hai impavato a non sottovalutare le donne. Anche se, in vealtà, avvebbe potuto bastavti vedere quanto sono fovti le vagazze di quest’isola, non cvedi? HEEE HAAA!-
Immediatamente, la pergamena tornò, senza essere stata letta, tra le sue mani.
-Hai ragione, voi ragazze siete davvero in gamba.
Ecco perché non posso accettare questa ricetta.
Ho ancora due mesi, e per questo lasso di tempo, combatterò per conquistarmi il mio passaggio per l’arcipelago. Ma non qui- disse alzando gli occhi ai fiori di ciliegio -Non vorrei rovinare questo paradiso-.
Iva sorrise vistosamente.
-Paglia-boy, ce l’ho fatta. Il tuo amico è davvevo eccezionale-.


“680° giorno, nave per l’arcipelago Sabaody. In attesa dell’arrivo, previsto in tre giorni”
Sanji terminò questa frase con noncuranza. Ormai, quello di scrivere non era più solo un vizio; era quasi una necessità se non voleva perdere di vista i suoi obiettivi.
Lesse con noncuranza le ultime frasi scritte su quel taccuino.
Quindi, prese uno specchio, e si fissò l’occhio destro, quindi con un gesto spostò i suoi capelli da sinistra a destra, per scoprire l’altra metà del suo viso.
Armato di pettine, iniziò a sistemarsi quella capigliatura appena tagliata. Durante il suo allenamento, non aveva avuto troppo tempo per sistemarsi. Ma ora non poteva fare altrimenti.
Ormai, lui era cambiato, vedeva sé stesso e le donne, il suo essere pirata e cavaliere in modo diverso, l’essenza delle persone in modo diverso; vedeva il mondo sotto una nuova luce.
E proprio perché vedeva tutto questo così diversamente, proprio perché il suo punto di vista era cambiato, sentiva il bisogno di cambiare il suo aspetto, di mostrarsi, anche lui, lontano, ma allo stesso tempo accanto, al suo vecchio Io.
Tirò fuori dal suo portafoglio due piccole foto, le fissò intensamente e sorrise, arrossendo un po’.
-Allora ragazze? Vi piaccio con questo nuovo look?-
  
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