Capitolo I :
Severus Piton, non era mai
stato un professore a cui piaceva la compagnia altrui o di persone simili a
piattole.
Ma da una settimana a quella
parte, ce n’era una davvero incallita.
Una ragazzina, a dire il
vero.
Una del sesto anno.
Piton la ricordava bene
poiché la suddetta era una Serpeverde, dai buoni voti.
A pochi metri da lui, si
avvicinava coraggiosamente facendo svolazzare la sua lunga, lunghissima, chioma
scura.
Portava il suo mantello nero
aperto sul davanti con lo stemma della casa Serpeverde. Ad ogni passo si poteva
vedere la fodera verde del mantello e l’uniforme che indossava.
Il professore di pozioni,
fece per andarsene sperando che la giovane desistesse dal suo intento di
riprovarci.
-Professore!-Lo chiamò la
mora, accelerando il passo.
Piton cercò di ignorarla
percorrendo il lungo e deserto corridoio, a quell’ora di sera.
Ma
Ci mancava solo che iniziasse
a strillare attirando l’attenzione di qualcuno.
-Signorina Blaze, le regole
stabiliscono che tutti gli studenti, devono essere nei propri dormitori entro
le dieci! E sono già le undici meno un quarto! La smetta di andare a zonzo per
il castello! Torni subito nella sua camera!-Si decise a parlare lui senza
fermarsi e continuando a tenere un passo lievemente svelto, evitando così anche
il suo sguardo.
-Ma Signore, io non sto
andando a zonzo per il castello! La sto inseguendo!-Esclamò lei cercando di
affiancarsi all’uomo che continuava ad avere quasi un metro di vantaggio su di
lei.
A quel punto, Severus fu
attraversato dal pensiero di fermarsi e guardarla in faccia per capire quanto
fosse seria quella ragazzina quando affermava di star inseguendo “Severus
Piton”.
Anche se aveva già una vaga
idea dell’espressione sarcastica della Blaze.
Era una giovane esuberante,
scostante d’umore, sarcastica e molto, molto contraddittoria.
Passava da attimi di
esaltazione intensa a momenti in cui, accasciata su un banco si allunava, o
dormiva tranquillamente.
Intanto aveva ripreso a
chiamarlo con dei sussurri mal fatti.
Quando Piton intravide una
biforcazione, pensò di aver trovato la sua salvezza.
Ma improvvisamente le luci
del corridoio si spensero come di consueto, e nessuno dei due riuscì a vedere
ad un palmo dal proprio naso.
Per Piton non fu affatto un
problema, conosceva il castello come le sue tasche. Era fatta.
Ma pensò troppo in fretta di
essersi liberato della Blaze,
-AAAAh!!! Oh dio! Per
Le urla della mora risuonarono lungo il corridoio.
-Mio dio, mio dio, dove ho
messo la bacchetta! Non c’è l’ho! Non c’e l’hoo! Oh Merlino! Professore!
Professore la preegoo!-Diceva cercando di darsi un contegno col tono di voce
stridulo.
Poi iniziò a piagnucolare.
-Oh per tutti i
gufi...professore... ho paura del buio...sigh...-Un singhiozzo scosse la
ragazza immobilizzata in un punto del corridoio.
Per quanto Piton fosse sadico
nel suo modo di essere con gli altri, non se la sentì di abbandonare una
ragazza frignante al buio nei sotterranei di Hogwarts.
Le si avvicinò a grandi
falcate, e tirò fuori la bacchetta, certo di esserle di fronte.
-Lumos...-Sussurrò Severus con un tono beffardo e infastidito.
In modo sorprendente si
ritrovò in due grandi occhi blu scintillante, che lo fissavano in modo
birichino.
E non sembravano affatto
terrorizzati.
Anzi, sul suo viso c’era una
gran bel sorriso malandrino.
-Scherzetto! Ta-dan!-Esclamò
mostrando al cupo professore la sua bacchetta.
Piton la fulminò con lo
sguardo, decisamente poco divertito dalla situazione.
-Evelyn Blaze, questo scherzetto, ti costerà 5 punti in meno
per il Serpeverde!-La informò con tono fin troppo calmo e lento.
-Eh!? Ma Signore, io davvero
credevo di non avere la bacchetta con me! E ho davvero-davvero paura del buio!-
Piton la guardò spazientito e
inclinò il capo prima di voltarsi in modo plateale col mantello nero
svolazzante.
-Professore, non mi lasci
indietro!!-Evelyn non mancò di seguirlo.
-Signore da che parte sono i
dormitori?-Domandò affiancandosi al mago.
Piton si limitò a non darle
corda, facendo semplicemente strada.
Incredibilmente
-Grazie, Professore!-Asserì
E poi aveva sorriso,
guardandolo negli occhi.
Come qualche sera prima.
S’era voltata, guardandosi
gli indici picchiettare l’uno contro l’altro, appostata davanti la porta della
sua stanza.
Piton era rimasto poco
distante, di fronte a lei.
In un misto di curiosità e
preoccupazione.
Ecco quel Presentimento.
-Signore, io non mentivo, quando le ho detto che mi
sono innamorata di lei...-
Piton non ebbe neppure il
tempo di aprir bocca, che i lunghi capelli della ragazza gli erano volati
davanti, e nell’istante in cui li aveva visti aveva quasi avuto il desiderio di
afferrarli come se fossero preziosi fili di seta, ma durò soltanto il tempo di
elaborare il pensiero che lei era già svanita dietro la porta del dormitorio.
L’Ex-mangiamorte dell’Oscuro
Signore, scosse la testa ridestandosi e prese a camminare con passo svelto.
Questa era proprio nuova.
Ci mancavano solo
Non bastavano Potter, Silente
e Il Signore Oscuro.
Fine I capitolo.