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Autore: purepura    30/11/2010    0 recensioni
Forse lo brucerai.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il pensiero

    Il rumore della pioggia nei tombini.
    Il rumore della pioggia.
    Il rumore.

    Le mie dita che ti sfiorano la guancia.
    Le mie dita che ti sfiorano.
    Le tue mani.

    Il mio regalo di Natale.

    Una busta rossa, della carta bianca con una striscia blu.

    Il mio regalo di Natale.
    Mentre lo imbusto, ricordo come una volta, ubriaca, mi chiamasti alle quattro del mattino.
    Io dormivo.
    Tu piangevi.
    Ci misi un po’ a capire che cosa stesse succedendo, o che quel suono fosse quello del mio cellulare.
    Nessuno in vita mia mi aveva mai chiamata alle quattro del mattino.
    E, appena vidi sul display il tuo nome, pensai a un sogno.
    Poi risposi, piano, lentamente, con la voce impastata e il buio intorno.
    Ti sentii gemere forte, un singhiozzo e poi subito un altro.
    Non puoi essere morta se ora stai piangendo al telefono.
    Fu un pensiero assurdo, ma che mi attraversò la mente con la stessa velocità con cui zampettò via, il cuore che rumoroso martellava.
    «Lanì?»
    Sussurrai il tuo nome, e tu non mi risposi. Tirasti solo su col naso.
    «Stai bene?»
    Non parlasti granché quella sera, fatta com’eri, ma capii, dal tuo tono e dalle tue risa isteriche, che eri partita. Ma eri sotto la pioggia.
    Sentivo l’acqua scrosciare.

    Ma ora finisco di imbustare il foglio.

    Buon Natale C’è scritto sulla copertina.
    T’amerò in eterno, e senza alcun indugio sarò disposta a riderne, piangerne. Ti baciai quando tu eri totalmente ubriaca. Ti ascoltai sotto lo sciabordio delle onde salate e delle gocce gelate.
    Cercavo un bel regalo da farti. Ma tu sei Tu, impossibile racchiudere in un oggetto cosa sei.
    Così, meglio sulla carta. Sulla carta dove ho pianto e riso.
    Dove ti ho rivelato che so piangere.
    Ti rivelo anche che ti voglio bene. Che ci sarò. Che ci sono.
    Per l’eternità.


    Questo non è poco, perché te lo darò.
    E la carta con la striscia blu, attraverso la busta, ora sembra bruciare.

    Mi alzo, infilando la busta nella borsa.
    So che la troverai subito, nello zaino della scuola.
    So che la scruterai ma non capirai. Non hai mai capito niente.
    So che la leggerai.
    So che non l’apprezzerai.
    Che forse nemmeno mi ringrazierai.
    Perché a voce quelle parole renderebbero di più, come un bacio.
    Il bacio che tu non ricordi.

    Mi dissi, una volta, che tu l’alcol lo reggi. Ti ci vuole molto per partire. Tre pinte di birra e ancora ci sei.
    «E come fai a saperlo? Ti sei bevuta tre pinte di birra?»
    «Sì»
    «Perché?»
    «Non ho voglia di dirtelo. Sei prevedibile»

    Fu allora che mi chinai su di te e ti diedi quel bacio.
    Il secondo.

    Tu eri sobria e io anche.

    E quel regalo, non me lo ridarai. So che lo terrai. Forse lo brucerai.

___________________________________________________
Ogni fatto narrato corrisponde solo alla mia immaginazione, non alla realtà.
Salve.
E anche questa è andata.
È nato tutto da una mia grande difficoltà: fare i regali. Non li so scegliere, non li so fare. E poi, invece di studiare, mi sono divertita.
Una piccola flasch che davvero non è nulla. Piuttosto che fare Dante (il Purgatorio eh, perché nell’Inferno presi dieci!), TUTTO!
Vi saluto. ^^

  
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