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Autore: StillAnotherBrokenDream    01/12/2010    2 recensioni
(Spoiler!) Cass è in crisi d'astinenza, nemmeno la morfina riesce a calmarlo. Solo lei può, semplicemente con la sua voce....
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
- Questa storia fa parte della serie 'Castiel and Allison'
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Disclaimer: Questa one shot non è mia, ma è un "what if" della mia socia Robigna88 ispirato alla mia storia "My brother", precisamente al capitolo 9 "Hallucinations". Spero vi piaccia come piace a me, perchè io lo adoro *.*!!

 


 

A voice from the past


 


 

L'uomo tossì di nuovo, sputando altro sangue.

“Oh mio Dio!” esclamò lei “ma questo...non ha senso... perchè sputa sangue?” chiese più a sé stessa che ai presenti.

Dean la guardò. “Beh mettiamola così” iniziò “quando un essere di trecento metri rinchiuso in un uomo di un metro e ottanta ha una crisi d'astinenza, per l'uomo di un metro e ottanta sono guai!”

Eileen spostò lo sguardo su Castiel: trecento metri? Allora tutte quelle storie erano vere!

“Lo ucciderà” disse alzandosi di scatto “così morirà!”

Senza aspettare replica, la donna uscì di corsa, dirigendosi verso l'infermeria.

Entrò spalancando la porta e corse all'armadietto di ferro che conteneva i medicinali, ma lo trovò chiuso.

“Ehi ragazza, che fai?” disse una voce alle spalle.

Eileen si voltò. “Dammi le chiavi” ordinò all'infermiera o pseudo tale appena giunta.

La donna corrugò la fronte e scosse il capo. “Esci da qui, quelle medicine...”

“Dammi quelle cazzo di chiavi, ora!” gridò brutale, avvicinandosi minacciosa.

L'altra restò ferma dov'era, senza accennare ad obbedire.

“Okay, allora lo butto a terra e lo apro a modo mio!” minacciò tornando indietro e afferrando l'armadietto per buttarlo davvero giù.

“No aspetta, maledizione! Romperai tutte le fiale!” la fermò correndole accanto.

“E allora aprilo tu.”

L'infermiera ubbidì a denti stretti. “Se cerchi anticoncezionali, non ne abbiamo!” la provocò mentre infilava la chiave nel lucchetto.

Eileen serrò i pugni ma tacque, quando l'armadietto fu aperto, prese un paio di fiale di morfina, una siringa e qualche ago di ricambio.

“Ma che diavolo pensi di fare con quella roba?” le chiese l'altra, guardandola con un ghigno cattivo.

La giovane la guardò e le sferrò un pugno sul naso.

“Cazzi miei, grazie!”

Mentre la donna si piegava su sé stessa col naso sanguinante, Eileen se ne andò, correndo.

Tornò in casa di Castiel e si precipitò accanto a lui, ancora sofferente.

Ma non urlava più, né invocava Dio come prima.

Ora si lamentava sottovoce, preda di un dolore che forse c'era davvero o forse era solo nella sua testa, ma che lo stava facendo impazzire.

“Cosa fai?” le chiese Dean, guardandola mentre infilava l'ago della siringa in una fiala.

“Metto fine alle sue sofferenze con la morfina” rispose tirando il liquido all'interno della siringa.

“Scopritegli il braccio e tenetelo fermo per favore” chiese agli uomini facendo uscire qualche goccia di liquido dall'ago.

Chuck gli sollevò la manica della camicia e gli girò un po' il braccio per mettere in evidenza le vene nell'incavo.

Punse la vena al centro, facendovi entrare l'ago più delicatamente che poteva, poi gli iniettò la morfina sperando che facesse effetto immediatamente.

“Non è un po' troppa?” domandò Chuck, perplesso per la dose di morfina che gli stava iniettando.

La giovane donna scosse il capo. “Ad occhio e croce non devo basarmi sull'uomo che vedo, ma sull'essere che c'è dentro...e anche così non ho la minima idea di quanta ce ne vorrebbe...” rispose togliendo l'ago dal suo braccio.

Al contrario di quello che la giovane si aspettava però, il corpo dell'ex angelo non smise di tremare.

Anzi, iniziò a tremare più forte e ora, oltre al sangue perso tossendo, Castiel perdeva sangue anche dal naso, dimenandosi come mai prima.

“Che facciamo ora?” chiese Eileen.

Dean sembrò rifletterci un attimo e poi alzò gli occhi su di lei.

“Vai a chiamare Allison.” le disse.

“Cosa?” chiese lei “Non capisco come la tua ex ragazza che vive da eremita in una casa, in un angolo sperduto del campo possa aiutarci.”

“Ho detto di andare a chiamarla!” urlò ancora Dean.

“Sono qui!” esclamò una voce fredda e decisa.

Gli occhi di tutti i presenti si spostarono sulla soglia della porta, dove Allison se ne stava ferma a fissare la scena, con l'espressione di chi vuole capirci di più prima di fare qualunque cosa.

“Ho sentito il trambusto dalla mia casa da eremita nell'angolo più sperduto del campo..” continuò ancora la donna guardando Eileen.

Poi, senza esitazione, raggiunse Castiel, si inginocchiò a terra, fece spostare Dean e gli prese il viso tra le mani.

“Cass..” gli sussurrò “Calmati.. Va tutto bene. Nessuno vuole farti del male.”

Il corpo di Castiel si irrigidì, il tremore diminuì e la sua mano si alzò lenta fino a sfiorare il viso di Allison.

“Allison..” gemette con gli occhi chiusi “Loro vogliono uccidermi.. i miei fratelli.. vogliono..”

Ma il tremore riprese violento, interrompendo il flusso delle sue parole.

Intuito il “problema”, Allison sospirò e poggiò il suo indice sulla fronte di Cass.

Con la punta, iniziò a disegnare un simbolo che solo Dean e Chuck riconobbero e poi, prese con l'altra mano, una delle mani di Cass tra le sue.

“Guardati intorno Cass..” gli disse dolcemente “Ho disegnato un sigillo sul muro.. E ora lo attiverò, così non potranno più farti male.”

Poggiò il palmo della sua mano al centro della sua fronte e chiuse gli occhi.

Cass si inarcò urlando un po' e poi si calmò, aprì gli occhi per un attimo e poi li richiuse.

Ci fu un generale sospiro di sollievo, accompagnato da un leggero parlottare perplesso.

Allison si alzò e guardò due degli uomini lì vicino.

“Mettetelo sul letto per favore.” chiese loro.

Ma gli uomini rimasero immobili, fissando Dean per capire cosa fare.

“Avete sentito quello che ha detto!” esclamò quest'ultimo “Mettetelo sul letto e poi uscite tutti quanti. Tu rimani..” disse indicando Eileen.

Gli uomini fecero quello che il loro leader aveva ordinato, e quando furono usciti, a casa di Cass rimasero dolo Dean, Allison ed Eileen.

“Complimenti!” sbottò Dean non appena furono soli “Togliergli tutto quello che prendeva, di colpo. E' stata una mossa geniale.” aggiunse guardando Eileen.

“Scusami,” si difese la ragazza alzando un po' il tono “se ho preferito bruciare la sua scorta di droghe, invece di lasciare che continuasse a mangiarne come fossero caramelle.”

“Ma tu non potevi sapere cosa..”

“Basta!” urlò Allison “Eileen ha ragione Dean.. Ha fatto bene a bruciare tutto. Un po' meno intelligente è stato il suo non aspettarsi una reazione così, ma nemmeno tu l'hai fatto quindi non dare la colpa a lei. Piuttosto dimmi, come diavolo ha fatto Castiel a ridursi così? Tu che facevi mentre lui si drogava friggendosi il cervello?”

“Ho provato ad aiutarlo.”

“Evidentemente non ci hai provato abbastanza.” lo rimproverò Allison.

Poi prese una pezza, la bagnò sotto l'acqua fredda e tamponò la fronte di Cass per pulire via il sudore.

“Ora uscite,” disse agli altri due “mi occupo io di lui finchè non si sveglia.”

Dean ed Eileen la osservarono per un po', e poi – forse per non fare storie e turbare il risveglio del povero Cass – uscirono e la lasciarono sola.

Da sola con uno degli uomini che faceva parte del suo passato, Allison si ritrovò a sorridere appena.

Gli accarezzò la fronte, e poi aspettò pazientemente che si svegliasse.


 

******


 

Quando aprì gli occhi, Cass faticò a mettere subito a fuoco il viso che aveva di fronte.

Un po' per l'incredulità che vederlo gli comportava, un po' perchè faticava a capire se era lucido o no, si ritrovò a sbattere le palpebre e a strofinare gli occhi fin quando non si rese conto di essere sveglio davvero.

“Buongiorno pigrone..” disse Allison “E si, sono proprio io.”

“Allison?” chiese Cass “Cosa, cosa ci fai qui?”

“Ti ho salvato la pelle... Astinenza da droghe? Davvero Cass? Proprio tu?”

Castiel fece un grosso respiro mettendosi seduto e poi fece spallucce “Molte cose sono diverse dall'ultima volta che ci siamo visti.”

“Si..” sussurrò Allison tristemente “L'ho notato.”

Entrambi rimasero in silenzio per lunghi minuti e poi Allison parlò.

“Lo sai che mi considerano una specie di eremita qui? Mi guardano tutti con.. odio.” disse.

“Non è odio,” rispose Cass “è timore.. la gente ha timore di ciò che non conosce e loro non ti conoscono.”

“Probabilmente hai ragione.. Comunque, ora che sono qui e che mi sembri star meglio, ti va di fare quattro chiacchiere?”

Castiel alzò un sopracciglio perplesso, ma poi sorrise e le scompigliò i capelli con una mano annuendo.

Parlarono per ore ed ore, di tutto fuorché di loro due.. e infine, quando fu notte, Allison decise che era il momento di andare.

“E' meglio che vada ora,” disse “dopotutto sono un'eremita, e gli eremiti non stanno mai tanto tempo fuori casa.. o forse non ci stanno affatto fuori casa.”

“Si..” farfugliò Cass alzandosi “si è fatto tardi.”

Allison Morgan, annuì distrattamente e poi si avvicinò a lui e poggiò la bocca sulla sua coinvolgendolo in un bacio che lasciò entrambi senza respiro.

Quando si allontanarono, le loro bocche non erano sazie l'uno dell'altra, ma il loro buon senso, gli impose di smetterla.

“Dovresti venire più spesso a trovarmi..” scherzò Castiel guardandola allontanarsi.

Lei rise e raggiunse la porta. Si fermò e lo guardò “Sto per lasciare il campo.” gli annunciò.

“Partirò alle prime luci dell'alba...” aggiunse ancora.

Castiel deglutì a vuoto e si avvicinò a lei di qualche passo.

“Perchè?” le chiese “Là fuori è pericoloso.”

“Si lo so.. voglio provare a salvare quello che rimane del mondo.. e poi.. questo non è il mio posto.”

Cass annuì appena e si mise le mani in tasca celando il suo disappunto per quella scelta.

Allison era adulta, e lui aveva ripromesso di smettere di preoccuparsi di più per lei che per se stesso.

“Vieni con me..” gli propose lei.

L'uomo sorrise e scosse il capo.. “Il mio posto è qui oramai, e poi.. il nostro tempo è finito Allison. Ti ho amata e forse ti amerò per sempre.. Ma.. il nostro momento è andato, e non tornerà.”

Allison si schiarì la voce e abbozzò un leggero sorriso. “Mi aspetto che tu venga a salutarmi..” gli disse.

Gli fece l'occhiolino e poi se ne andò.


 

******
 


 

All'alba tutto era pronto per la partenza e Dean e Cass se ne stavano lì a guardarla mentre sistemava le sue ultime cose in auto.

“Si farà ammazzare..” mormorò Dean.

“O forse ci salverà tutti.. Sai, mi stupisce che abbia preso un'auto.. Mi aspettavo che andasse a piedi.”

“Si... visto il carattere che si ritrova stupisce anche me.”

“Allora...” esordì Allison guardandoli “Avete finito si sparlare di me?”

“Non stavamo sparlando.” si difese Dean “Avanzavamo solo delle ipotesi..”

Allison rise e allungò la mano verso Dean per stringere la sua, e poi verso Cass.

Quest'ultimo però, la afferrò delicatamente e la tirò verso di sé stringendola in un abbraccio.

“Sta' attenta.” gli sussurrò.

“Anche tu..” guardò Eileen poco distante e sospirò “Ti amerà Cass.. amala e lasciati amare.”

“Di che parli?” le chiese Cass staccandosi da lei.

“Lo scoprirai da solo..”

Sorrise di nuovo a Dean, dandogli un bacio sulla guancia e poi salì in auto e ingranò la marcia diretta verso il pericolo.

“Quella è matta.. andare lì fuori..” sussurrò un uomo appena sopraggiunto.

“Lei ha più fegato di tutti noi messi insieme!” gli urlò Dean.

“Si!” confermò Cass “Probabilmente ci salverà tutti.”

Salutò Dean e si voltò per tornare a casa.

Il suo sguardo incrociò quello di Eileen e per un attimo, riuscì a vedere le cose da una prospettiva mai considerata prima.


 

 

 

   
 
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