There's a Place for Us
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Per Giulia; grazie, di tutto.
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There's a place for us - Carrie Underwood
-Dov’è
quel coso con i capelli osceni che non s’è
nemmeno degnato di avvertire che stasera sarebbe stato qui!?-
Sorrido appena,
un fiocco di neve che si posa sulla
punta del mio naso.
Questa voce
è inconfondibile.
-Non picchiarlo,
siamo in pubblico!- sento ridacchiare
Ben, alle mie spalle, e mi volto appena in tempo per essere travolto da
un
tornado in miniatura dai riccioluti, per una volta ordinati, capelli
biondi.
Una miriade di
sensazioni mi travolge, quando quei
riccioli vanno ad oscurarmi la visuale, quando due braccia candide si
stringono
intorno al mio collo e una risata graffiante raggiunge le mie orecchie,
mentre
riconosco un particolare profumo un poco selvaggio che non potrei
dimenticare
nemmeno volendo.
-Stupido coso
biondo! Potevi dirmelo!- sento brontolare
nella mia spalla ma, per quanto mi stia tranquillamente insultando,
l’abbraccio
con cui m’è arrivata addosso è tutto,
fuorché arrabbiato.
Ridacchio,
passandole le braccia intorno alla vita e
stringendola un poco di più contro di me.
Ray.
-Ehi, voleva
essere una sorpresa, la sorpresa è
riuscita.- replico, pronto, sorridendo nei suoi capelli senza lasciarla
andare.
Non subito. Non
dopo mesi passati lontano da una delle
persone a cui tengo di più al mondo.
-Coglione.-
brontola, ma si stringe a me senza
protestare e sento un sorriso dipingersi sul suo volto.
-Mi sei mancata
anche tu.- sussurro, e quando scuote
appena la testa ho la certezza di saperla arrossita.
Dopotutto, la
mia sorellina è fatta così.
-Cretino.-
quanti gentili epiteti!
-Ragazzi, mi
dispiace interrompere, ma siete in mezzo
ai piedi!- no, non è vero che a Ben dispiace interrompere,
è sempre stato
incredibilmente geloso di Ray – anche di me, che proprio sono
l’ultimo al mondo
di cui dovrebbe esserlo.
È
proprio lei che, con una risata cristallina che tanto
bene si adatta alla neve che cade stasera, scioglie questo abbraccio e
veleggia
allegra come non mai a fianco del suo compagno.
Rivolgo un
sorriso a Ben, che in smoking passa un
braccio intorno alla vita esile di Ray e la trae a sé,
voltandosi verso i
fotografi. La sento ridere, e la guardo stringersi a lui e sorridere
verso gli
obiettivi, gli occhi blu illuminati dalla neve.
È
bella la mia sorellina, sono belli insieme loro due.
Ed è
bello, soprattutto, vederli così felici dopo tutto
quello che hanno passato.
-Nevica.- una
voce dolce, sognante, fa disegnare
istantaneamente un sorriso ben diverso sul mio volto.
Sento dita
sottili intrecciarsi alle mie, calde
nonostante l’aria fredda, soffici come velluto. Porto quella
piccola mano di fata
alle labbra, posandovi un bacio lieve, morbido, alzando gli occhi al
cielo
quando sento un corpo che ben conosco premersi sulla mia schiena.
-Nevica sempre
d’inverno, a Londra.- mormoro, guardando
con affetto i fiocchi bianchi che cadono pigri dal cielo.
Londra,
d’inverno, è sempre magnifica.
Tutto diventa
bianco, il cielo è rosato come ogni notte
innevata; i tetti si ricoprono pian piano di neve, l’aria
diventa fredda, il
respiro si condensa in volute vaporose. Il Big Ben pare appartenere ad
un altro
mondo, il London Eye illumina a giorno le sponde del Tamigi.
-Mi è
mancata questa città.- prendo fiato, inspirando
il profumo della mia città a fondo, prima di voltarmi verso
Angel.
Il mio angelo
è qui, accanto a me; la neve decora i
suoi lunghi capelli scuri di piccoli puntini candidi, le labbra carnose
sono
distese in un sorriso che intravedo limpido e felice prima di tutto nei
suoi
occhi scuri, color cioccolato.
Indossa un
morbido abito dal corpetto color panna,
gemme di bronzo che si rincorrono dal seno alla vita alta della gonna,
perdendosi nei ricami della gonna anch’essa bronzea, che si
adagia morbidamente
in volute di voìle sui
suoi fianchi e
sulle gambe tornite.
-Anche a me.-
risponde, e con un sorriso si stringe a
me, allacciando un braccio intorno alla mia vita, tanto piccola in
confronto a
me.
Manchiamo da
Londra da molti mesi, ormai.
L’incidente
di Ray è un ricordo lontano, un ricordo
distante che nessuno di noi vuole riportare a galla. È
passato tanto tempo da
quei giorni, anche se mai abbastanza; il mio sguardo si posa
un’altra volta su
Ray, che avvolta in un elegante vestito blu notte, senza spalline,
sorride
radiosa accanto a Ben.
È
passato troppo tempo, dall’ultima volta che li
abbiamo visti.
Sei mesi fa, mi
sono trovato davanti ad una scelta che
fu più ardua di quanto possa sembrare; c’erano
tante opportunità di trovare
finalmente un lavoro, ma non qui in Inghilterra. In America, a Los
Angeles.
Angie non si
è allontanata da me; Angie è venuta con
me, negli Stati Uniti, non mi ha mai lasciato. Se non…beh,
se non quando per
colpa di una mia stupida uscita non ho quasi rischiato di perderla.
È
stato grazie a Ray, quella volta, se si è risolto
tutto.
Ma è
stato comunque troppo
poco; ci siamo allontanati troppo a lungo, e per troppo tempo tanto io
quanto
Angel abbiamo sentito la mancanza di questa città e dei
nostri amici.
Mi sento un
po’ in colpa,
a ricomparire qua dopo mesi di lontananza; mi sento in colpa per non
esserci
stato troppe volte, mi sento in colpa per aver lasciato da sola la mia
sorellina.
E ho un
po’ paura, in
fondo; ho paura di capire che Ray se l’è cavata
benissimo anche senza di me.
Stringo con
appena un poco
più di forza Angel contro di me, accostando il viso ai suoi
capelli e posando
un bacio fra quei morbidi crini scuri, lasciando che il loro profumo
dolce e
fresco m’inebri, mi tranquillizzi.
-WILLIAM!-
Sobbalzo, quando
una voce
di donna, allegra e squillante, risuona entusiasta alle mie spalle.
-Ma
che…- mi volto, ma non
faccio in tempo a vedere nulla; per la seconda volta, mi ritrovo quasi
atterrato da una donzella in tacchi alti.
Solo che
stavolta, sono
rossicci i capelli che oscurano i miei occhi.
-Georgie!-
esclamo,
allibito, stringendo forte l’esile ragazza che una volta era
una piccola bimba
indifesa dagli occhioni dolci.
Occhioni che non
sono
minimamente cambiati, rifletto, quando la mia piccola Georgie alza il
viso e mi
rivolge uno di quei sorrisi che tanto mi sono mancati in questi mesi di
distanza anche da lei.
-Sei qui! Non ne
sapevo
niente, sei qui!- esulta, quasi saltellando sui tacchi, travolgendomi
di nuovo
in un abbraccio entusiasta e massacrante.
È
cresciuta, la mia
principessa.
È
diventata, da piccola e
paffuta com’era, una bellissima quindicenne alta e snella,
dai lunghi capelli
ramati e gli occhioni celesti che brillano più delle stelle
stesse.
Ma per me,
rimane la mia
piccola Gi.
Per me, rimane
la bimba
timida che incontrai per la prima volta tanti anni fa, con quelle
guance rosse
d’imbarazzo e timidezza, e due occhi pieni di speranza che
– se possibile –
sono diventati anche più gioiosi di quanto erano allora.
Sorrido, quando
mi lascia
andare per balzare addosso ad Angie, che la stringe forte ridendo,
più minuta
di Gi ma altrettanto felice di vederla, altrettanto entusiasta.
Le guardo
ridere,
ricordando l’amicizia che avevano stretto sul set di Prince
Caspian; mi sembra
passato così tanto tempo da allora, mi sembra sia passata
un’eternità.
Georgie e
Skandar li
abbiamo rivisti pochi mesi fa, quest’estate; prima delle
riprese in Australia,
hanno raggiunto gli studios della Fox dove io ed Anna abbiamo girato il
cammeo
con cui partecipiamo entrambi a questo film.
È
stato meraviglioso
ritrovarsi sul set tutti e quattro, come se non fosse passato un giorno
dall’ultima ripresa di Prince Caspian; ed è stato
ancora più bello vedere Angel
con loro, vederla stringersi forte a Skandar e a Georgie, vederla
andare
d’accordo persino con Anna, tornare al ricordo del visetto
imbarazzato della
mia Angie quando ci scontrammo per la prima volta.
-Anna! Sei
arrivata!-
spalanco gli occhi senza in realtà volerlo, quando vedo il
fulmine biondo che
porta la nomea della mia migliore amica fiondarsi addosso ad una
giovane donna
dalla pelle candida quanto la sua, i capelli scuri e gli occhi color
ghiaccio.
No, wait.
Ray che va
d’accordo con
Anna?!
-Non potevo non
esserci.-
ride, Anna, abbracciando la mia bionda come fosse un’amica di
vecchia data.
No, quelle due
non possono
andare d’accordo. Ne va della mia salute mentale.
-Ti aspettavo.
Guarda chi
c’è, a proposito.- con un ghigno davvero sleale,
Ray si volta e mi indica con
un plateale gesto della mano pallida.
Anna mi scruta
appena,
aggrottando le sopracciglia; è dimagrita tanto, ma gli occhi
celesti sono
sempre gli stessi, i capelli appena più lunghi di quanto
ricordassi.
-Will, quando
hai intenzione
di andare da un barbiere decente?-
…ecco,
io Anna e Ray
insieme non le reggo.
Sono
un’associazione a
delinquere, ai danni esclusivi del sottoscritto.
-In effetti
hanno anche
ragione, sai?- una pacca sulla spalla mi annuncia l’arrivo di
Ben alle mie
spalle, capelli corti come li ho visti raramente – ma il
sorriso da idiota è
sempre lo stesso, quello è sicuro.
-Zitto tu, che
sembri di
nuovo negli Hyrise!- ribatto, pronto; e vedere l’espressione
di Ben farsi
omicida e la sua mano rivolgermi un poco lusinghiero dito medio, non ha
prezzo.
-Skan!- un
qualcosa si
agita nervosamente nel mio stomaco, ma m’impongo di rimanere
affabile e
sorridente quando vedo la mia Angie
correre
incontro ad uno Skandar decisamente alto, dinoccolato e sorridente
più che mai.
Ho imparato ad
accettare
quest’amicizia che c’è fra loro, questo
legame speciale che sembra unirli molto
più di chiunque altro; ma non posso evitarmi la gelosia,
quel sordo crampo allo
stomaco che mi prende ogni volta che li vedo insieme.
Non riesco a non
essere
geloso.
Non riesco a non
provare l’impulso
di andare là e stringerla a me, forte, fortissimo, per paura
di vederla
allontanarsi da me.
Forse
però non sono così
bravo a mascherare le mie emozioni, perché una mano calda si
posa sulla mia
spalla.
-Stai buono,
Will.- non mi
sorprende sentire Ray che si rivolge a me, ironica e spigliata come
sempre.
-Chi, io? Sono
tranquillissimo.- replico, senza guardarla.
-A ah. Cerca di
non
uccidere Skan, intanto.- commenta, divertita, ma quando mi sto per
voltare a
guardarla sento che Ben la solleva di peso, offrendo ai fotografi un
bacio
spettacolare che farà strillare disperate tutte le fan che
muoiono ai suoi
piedi.
Esibizionisti!
-Su ragazzi, una
foto
tutti insieme, la famiglia al completo!- una voce dallo spiccato
accento che
ben conosco fa sobbalzare tutti quanti; nel voltarmi, non posso che
sorridere
entusiasta quando riconosco Andrew Adamson nello smilzo e altissimo
produttore
appena apparso sulla soglia dell’Odeon.
-Andrew!-
esclamiamo in
coro tutti e cinque, sorpresi; io, Ben, Skandar, Georgie e Anna. Tutti
e
cinque, noi; una famiglia un po’ bizzarra che si è
formata sul set di un film
che probabilmente porteremo tutti quanti, per sempre, nel cuore.
E Andrew ne fa
parte;
Andrew è stato colui che ci ha scelti, che ci ha guidati,
è stato il nostro
mentore e il nostro più grande amico.
Senza capire
bene come sia
successo, mi ritrovo fra Ben e Skandar, Anna e Georgie ai due lati di
Andrew.
-Bentornato a
casa! Ti sei
deciso a mostrare il tuo lato femminile al mondo intero?- ridacchia
Skan,
dandomi una pacca sulla schiena che per poco non mi lascia senza fiato.
Oh insomma, ma
perché ce l’hanno
tutti coi miei capelli!?
-Taci,
nanerottolo!- non è
poi così basso, adesso; anzi, è alto praticamente
quanto me… ma sono dettagli
insignificanti, questi.
-Bene,
stringetevi un po’…ecco,
la famiglia al completo!- il fotografo annuisce soddisfatto; ma per me,
c’è
qualcosa che non quadra.
-Solo un
attimo!- esclamo,
e sentire la voce di Ben che mi fa eco non è una sorpresa.
Ray ed Angel
sono là,
sorridenti, a braccetto; si sono tenute in disparte, capendo di non
appartenere
a questo momento, a questa “riunione di famiglia”.
Le guardo un
istante,
sorridendo appena fra me; sono agli antipodi.
Angel
è piccolina e
soffice, Ray è alta e prorompente.
Angie
è bruna e ha tanta
dolcezza negli occhi scuri – quella dolcezza che amo, di cui
non potrei mai fare
a meno; nei biondi capelli e negli occhi blu di Ray,
c’è la tempesta.
Ben non ci mette
tanto;
gli basta guardarla, e Ray dimentica persino come si chiama, davanti ai
suoi
occhi – figurarsi quanto poco ci vuole per convincerla ad
unirsi alla foto di
gruppo.
Ed è
con un gesto
semplice, naturale, che traggo a me il mio piccolo angelo e la stringo
al
petto, sentendola sussultare quando la trascino in mezzo a tutti gli
altri, fra
le mie braccia.
Le passo le
braccia
intorno alla vita, posando il viso sulla sua spalla quando mi guarda
interrogativa, imbarazzata.
-Ma io
non…- comincia, ma
la zittisco baciandola lievemente sulla spalla scoperta.
-Tu sei parte
della
famiglia. Tu sei parte di me.- affermo, semplicemente, vedendo i suoi
occhi
illuminarsi per la gioia.
E quando il
flash illumina
a giorno la notte londinese, immortalando quest’istante in
cui tutte le persone
che ho amato, che amo e che amerò sono qui, che mi rendo
conto di una cosa
importante.
Georgie,
Anna, Skandar.
Andrew.
Ben,
e Ray.
Angel.
Tutto
ciò che ha davvero
un valore, per me, è qui.
C’è
un posto anche me,
alla fine, in questo mondo. Quel posto che ho cercato tanto a lungo,
quel posto
che non mi sono mai accorto di essermi costruito pian piano, passo dopo
passo,
mattone dopo mattone.
Con
la mia famiglia.
My
Space:
Ave
popolo!
Lo
so che mi state odiando
per il ritardo delle mie fan fiction, lo so che non aggiorno niente da
troppo
tempo, lo so e ne sono davvero, davvero dispiaciuta. Perdonatemi;
è un periodo
un po’ di cacca, fra scuola, lavoro, casa, mia madre e tutto
il resto
ritagliarmi il tempo per scrivere sta diventando arduo.
La
prossima storia che
aggiornerò sarà Narnia’s Rebirth; ma
ahimé temo di non sapere proprio quando,
spero entro la fine di questa settimana.
Allora,
parlando di questa
shot; che roba è?
Beh,
considerato che il
30/11 c’è stata la premiere de: Il Viaggio del
Veliero, dove davvero si sono
ritrovati tutti quanti (Will, Anna, Georgie, Skandar e Ben),
considerato che
QUESTA
è la meravigliosa canzone che canto da tre giorni
ininterrottamente,
considerando che stasera hanno dato in tivvì il primo dei
film delle Cronache…beh,
eccomi qua.
Questo
è per dire grazie a
quei ragazzi.
Grazie,
perché senza di
loro non avrei vissuto le emozioni uniche che mi hanno dato, e che
spero
continueranno a darmi, quei film.
Grazie,
perché mi
permettono ancora di sognare; e non è facile, per me,
ammetterlo. Io ho paura
dei sogni; si rompono sempre.
Insomma, questo è per ringraziarli, per esprimere la contentezza di rivederli di nuovo tutti insieme.
Thanks,
guys.
B.
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PS: ecco i capelli orribili di William xD mamma quanto sei brutto!!!!!!!!!!!!!! DATEMI UN PAIO DI FORBICI!!!!!!!!