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Autore: Ilune Willowleaf    28/11/2005    7 recensioni
Una storia dolce dolce su Lina e Gourry... ma chi si sta interessando della rossa più esplosiva della penisola? e, sopratutto, perché?
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gourry Gabriev, Lina Inverse
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap VIII
Cap VIII: il Concilio
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WAAA!!!!! Dopo ben tre mesi, sono riuscita a terminare questo capitolo! Qui si capisce il perché del titolo della fanfic, entrano in gioco nuove macchinazioni, Lina e Gourry si danno una mossa e…. e leggete, no?
Ah, vi annuncio che, al matrimonio di cui avevo parlato nel precedente capitolo, ho preso il bouquet. Con conseguenze anche divertenti: i miei parenti si sono subito affrettati a dirmi che non è necessario avere fretta, ecc… Oh, beh, tanto in famiglia la prossima a sposarsi sarò io, dato che dopo di me c’è mia cugina di 7 anni…
Matrimoni a parte, l’aria di fiori d’arancio mi ha contagiata, quindi aspettatevi, a breve, scene diabeticogeniche…
Anche se la fine di questa fanfic è ben lungi!!!
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Alcuni passi sulle scale fecero staccare Lina e Gourry, con aria colpevole.
Lo spadaccino aprì la porta della loro stanza, spingendo dentro dolcemente Lina, che era arrossita fino alla punta delle orecchie, facendo un tutt’uno di colore faccia-capelli…
Ci furono alcuni istanti di imbarazzato silenzio, mentre Lina trovava ad un tratto interessantissima la trama dello yukata di Gourry, stretta tra le sue braccia, ma troppo in imbarazzo per alzare lo sguardo.
Sentì le labbra di Gourry posarsi ancora una volta sulla sua guancia, e poi sciogliere quell’abbraccio.
Lina rabbrividì, rimpiangendo per un istante quel calore rassicurante.
-Che fai?- chiese, notando che Gourry frugava nell’armadio in cerca di coperte.
-Beh, cerco qualche coperta, per stare un po’ più comodo…-
-Non avrai intenzione di dormire sul pavimento, spero!-
-Beh, dove dovrei dormire, nell’armadio?-
-Ma non fare lo stupido!
Il… il letto è grande abbastanza per tutti e due…-
Gourry guardò Lina, a metà tra lo stupito e il… piacevolmente sorpreso?
-A una condizione. - disse, poi, serio.
-Quale?-
-Se scalci troppo, non garantisco di non rispondere!- sorrise poi, alzando un dito.
Lina scoppiò a ridere, tirandogli un cuscino. -Scemo…-
-Ehi, guarda che non scherzo mica! Mi ricordo di come Amelia si lamentava del tuo sonno agitato!-
-Io mi agito nel sonno solo se ho fame… e stasera sono abbastanza sazia… a proposito, credi che ci apriranno le cucine per uno spuntino di mezzanotte?-
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Così, dopo aver tirato giù dal letto il cuoco a calci ed essersi fatti servire uno spuntino di mezzanotte (solo un bricco formato caserma di cioccolata calda e tre o quattro chili di pane con burro e miele, accompagnati da una crostata alla marmellata appena sfornata), i due tornarono nella stanza e, con un po’ di imbarazzo, dopo aver tanto rimandato, oramai con le pupille che si chiudevano per la stanchezza, si coricarono.
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Gourry si rigirò: non riusciva ad addormentarsi, malgrado la stanchezza.
Affianco a lui, Lina, sdraiata sul fianco destro e con un braccio penzoloni fuori del letto, era immobile e tranquilla già da diversi minuti.
Il biondino si fece coraggio, e passò un braccio attorno alla vita di Lina. Le rimise il braccio sotto le coperte leggere, glie le tirò su perché non prendesse freddo alle spalle, e poi rimase sdraiato anche lui sul fianco destro.
-Lina?- chiamò sottovoce la ragazza.
Un mugugnio fu la sola risposta di Lina. Un mugugnio sonnambulo, probabilmente.
-Lina… se ti chiedessi di sposarmi… cosa risponderesti?-
Niente. Lei dormiva, e anche di gusto, pensò Gourry, “E forse è meglio che mi sforzi di imitarla.” pensò, chiudendo gli occhi, e sprofondando, dopo pochi minuti, in un sonno profondo.
Lina, però, non era davvero addormentata. Era in quella fase tra il sonno e la veglia, in cui la mente vaga tra la realtà e il mondo onirico, e pare impossibile muovere anche un solo muscolo, ed già è un’impresa un “mmm…” a bocca chiusa.
Insomma, Lina aveva sentito tutto. Quando Gourry le aveva tirato su la coperta, quando le aveva messo un braccio attorno alla vita… e quando le aveva chiesto di sposarla.
Sprofondò nel sonno drogato della stanchezza, e al mattino, non riuscì a capire se si fosse trattato di un dolcissimo sogno, o della realtà.
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Certo, la visuale mattutina era tutto fuorché romantica…
Sia lei che Gourry erano riversi a quattro di bastoni, le lenzuola terremotate, le gambe intrecciate, la bocca spalancata che dopo un concertino notturno di russare era secca e assetata.
Lina si grattò la rossa zazzera, alzandosi ed esibendo con uno sbadiglio tutta la dentatura trita-tutto.
Sempre mezza addormentata, raggiunse la brocca e si sciacquò la faccia, poi raccolse i suoi abiti, ben piegati sulla sedia, e andò a cambiarsi dietro il leggero paravento verde che chiudeva un angolo della stanza.
Quando emerse, vestita, pettinata ma ancora un po’ intontita, Gourry ancora dormiva, anche se aveva cambiato posizione. Adesso era abbracciato a un cuscino, stile koala.
Lina lo guardò, sorridendo. Era così dolce, quando dormiva! Sembrava un bambino.
I lunghi capelli del ragazzo erano sparpagliati per tutto il letto. Lina sorrise furbetta, soppesò la spazzola che aveva in mano…
E iniziò a fargli una treccina… e un’altra… e un’altra…
Alla quindicesima, Gourry si svegliò, esibendosi anche lui in uno sbadiglio da guinnes dei primati.
-Uh? Già in piedi, Lina? Mattiniera…-
-Sono le otto e mezza, non è prestissimo…-
-Perché non mi hai svegliato, allora?-
Lina alzò le spalle -Dormivi così bene, che non ho voluto svegliarti.
Io scendo, sbrigati o non ti lascerò nulla per colazione!- annunciò la rossa, aprendo la porta della camera.
A quella atroce minaccia, Gourry si lavò, vestì e, dopo qualche difficoltà, pettinò in tempo record, e meno di un quarto d’ora dopo scendeva anche lui le scale, vestito e armato.
Appena in tempo: le cameriere stavano iniziando a portare la pantagruelica colazione al loro tavolo, e con Lina in giro, non c’è da sperare che aspetti un ritardatario a tavola…
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-Così, è questo il posto… sembra un po’ pacchiano…-
Lo spadaccino aveva espresso ad alta voce il pensiero di Lina.
Il palazzo destinato al Concilio era decorato con un gusto eccessivo, decisamente pacchiano.
Dall’ultima volta che c’erano stati, quando Daymia e Tarim litigavano per il posto vacante di capo della gilda locale, erano stato aggiunti numerosi orpelli in uno stile barocco-rococò, stuccature e compagnia bella.
Comunque, non era il caso di irritare i padroni di casa; un’occhiata di Lina bastò a zittire uno sconcertato Gourry.
Lina gli posò una mano sul braccio -So che hai ragione, ma è bene non indisporre nei nostri confronti i maghi della gilda locale. - disse a bassa voce. -Tu vai a farti un giro per i negozi d’armi, per vedere se trovi qualcosa di decente. Ci vediamo qui stasera, ok?-
-Ok, Lina. Divertiti!-
-Contaci!-
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Gourry gironzolò, curiosando per gli scaffali. Impugnò una spada, provando un affondo. Scuotendo la bionda zazzera, la rimise giù: sbilanciata sulla lama, non avevano appesantito a dovere l’impugnatura.
Il commesso lo raggiunse. -Posso aiutarla, signore?-
-Si. Cerco una spada bastarda ben equilibrata. -
-Uhm… sarà un po’ difficile, signore, siete molto alto…- notò il commesso, valutando ad occhio l’altezza del cliente e quindi di che tipo di spada necessitasse.
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Lina posò la testa sulla mano.
Noia.
Non avrebbe mai immaginato che un concilio fosse così… così… così.
Vecchi maghi che parlavano e parlavano, descrivendo in relazioni lunghissime e ricche di paroloni risultati di ricerche che potevano essere sintetizzati in due minuti. Maghi che vantavano le rispettive imprese, gonfiandole come un pescatore “gonfia” al raccontare le sue prede.
Uno strazio.
Lei era la più giovane. Dopo di lei, il più giovane avrebbe potuto essere suo padre.
Si ritrovò a invidiare Gourry, mentre gettava un’occhiata alla folla vociante e animata della strada, mentre un profumino allettante di ciambelle fritte le solleticava le nari.
Ponderò seriamente l’idea di abbandonare la grande sala ad anfiteatro per andare a farsi uno spuntino.
-Miss Lina Inverse?- le chiese un mago abbastanza giovane per gli standard della sala, (il che significa che era sulla cinquantina).
-Si? Sono io…-
-Lo avevo immaginato. Siete la più giovane di tutta la sala, quindi dovete per forza essere la maga-genio nota in tutta la penisola. Sono Martoman l’Arancione, e rappresento la gilda magica di Remia… conoscete il nostro istituto?-
-No, ma ho sentito parlare di Remia… è vicino ai confini nord del regno di Raltague, vicino a Dyls e a Lyzeille, o sbaglio?- Lina accolse con gioia il diversivo dalla noia della relazione corrente. E il fatto che il tipo l’avesse lusingata definendola “la maga genio” glie lo rendeva particolarmente gradito.
-Che ne dite se parliamo fuori di qui? La nostra assenza non sarà notata, anche perché mancano già diverse persone…-
Era vero: complice l’ora, molti si erano assentati dalla sala per una capatina al bagno o per una puntatina a uno dei bar appena fuori…
Lina si alzò, stiracchiandosi, e seguì l’uomo. Ne approfittò per studiarlo.
Indossava una tunica ricca di decorazioni e stemmi ricamati, che ne identificavano il grado all’interno della gerarchia della sua scuola. Il colore predominante era l’arancio scuro, con ricami in color mattone.
Era sulla cinquantina, portati abbastanza bene, con solo un po’ di sale nel pepe dei capelli tagliati corti. Le macchie di inchiostro sulle mani e sotto le unghie, assieme a vecchie cicatrici da bruciature da incantesimo, suggerivano fosse uno di quei maghi che sperimentano sempre nuovi incantesimi… a volte con esiti poco salutari!
Aveva detto di chiamarsi Martoman, ma non aveva specificato né cognome, né provenienza, salvo il suo colore e il nome dell’istituto rappresentato.
-Miss Lina…- si fermò a un certo punto, voltandosi -l’università che qui ora rappresento ha seguito con molto interesse le sue imprese. Vorremmo invitarla nella nostra sede per una serie di seminari in cui possa illustrarci i suoi incantesimi…-
Lina lo guardò perplessa.
-I miei… incantesimi? Ma… si possono trovare su qualsiasi buon libro di magia nera… Non capisco a cosa vi serva io…-
-Miss Lina, suvvia, non scherzi. Non sto parlando di banali dragon slave… ci è giunta voce che lei sia a conoscenza di incantesimi che traggono potere da un essere superiore!- le ultime parole furono pronunciate in un sussurro eccitato -Con tali incantesimi, potremmo portare l’ordine e la sicurezza, e costringere i vari regni a sottomettersi alla illuminata guida dei maghi che…-
Lina si sentì gelare il sangue… ma stava dicendo sul serio? Santo cielo… forse sarebbe stato meglio se fosse rimasta a sorbirsi la relazione, la in sala conferenze…
Poi la rossa recuperò la sua abituale faccia tosta.
Si girò, avviandosi verso la sala conferenze -Scordatelo. - fu la sua secca risposta…
La mascella di Martoman penzolava oltre i limiti concessi dall’anatomia. Era talmente scioccato da non riuscire neanche a replicare…
-Ma miss Lina, voi non capite… noi maghi dobbiamo rimanere uniti dinnanzi ai comuni uomini che…-
Era una fireball quella che era comparsa tra le mani di Lina?
Martoman preferì non appurarlo di persona, mentre la rossa lo fissava con aria di sfida.
-Ehm… ora che mi ricordo… ho un appuntamento con un collega… ^^;;; arrivederci!!!- si defilò, mentre Lina, con uno sbuffo, lasciò dissolvere la fireball, più debole del solito, a causa dell’avvicinarsi di quei suoi giorni. A dire il vero, non le erano ancora venuti. Strano. Ma aveva tutti i sintomi, che ogni ragazza sa riconoscere. In primis, l’indebolirsi della magia.
Comunque, pur se depotenziata così, una sua fireball poteva rivelarsi letale per un umano.
Andando verso l’atrio, Lina non notò la figura, dietro l’angolo, che la teneva d’occhio.
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Lina inspirò a pieni polmoni l’aria della strada, annusando l’odorino di ciambelle.
-Lina! Non pensavo avresti finito così presto!-
-Oh, Gourry! No, non hanno finito, ma ho preferito uscire un po’. C’erano persone… poco gradevoli…-
Il volto di Gourry si scurì -Vuoi che venga con te, la prossima volta?-
Lina parve pensarci un istante.
-Vedremo. Per il momento, me la cavo da sola, ma se dovessero farmi pressioni…- le ultime parole erano poco più che borbottii. -Piuttosto, tu hai trovato qualcosa di decente?-
-No. Fortuna che avevamo tenuto la spada che avevo prima che Tylya mi facesse l’altra. -
-E ciò mi ricorda che, finito qui, dobbiamo andare a dire due paroline a quell’elfa… - Lina scrocchiò le dita con aria molto, molto esplicita.
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-CHE COSA?! COME HANNO OSATO?! CONTAMINARE UNO DEI MIEI LAVORI!!!! IO… IO LI AMAZZOOOOO!!!!!!!!!-
-Ty, ti prego, calmati…-
-ZITTO, TU!!! TU, CHE HAI PORTATO NEL MI LABORATORIO QUELLA GEMMA MALEDETTA!!!-
Lemar stava facendo del suo meglio per trattenere Tylya dall’andare e disintegrare qualche drago di mare. Come avevano osato mentirle, e farle inserire con l’inganno quella gemma con la maledizione in una spada di acqua sacra?
Così, la sua bellissima opera era andata distrutta, e probabilmente Lina sarebbe tornata infuriata. E non le avrebbe potuto dare torto.
Afferrò Leman per la collottola. -Adesso tu mi porti da quelle cariatidi, così posso dire loro due piccole paroline…-
-Ma Tyl, tesoro, sai che non posso… in teoria non poteri nemmeno essere qui… se scoprono che te l’ho detto, ci finisco di mezzo io…-
-CODARDO DI UN DRAGO! Quei vecchiacci hanno vanificato il mio lavoro, causato un enorme spreco di Acqua Sacra, e ci hanno inimicato l’Inverse! E sarà un miracolo se non torna qui e non disintegra la foresta! Senza contare che se fosse morta, Luna mi avrebbe uccisa!!!!-
*gocciolina di Leman*
-Senti… verrà, prima o poi, e quando verrà, chiamami in via ufficiale, e venite a fare la scenata al palazzo, ok? Ora, ti prego, mettimi giù…-
Malgrado il sopracciglio scattante, l’elfa mise giù il drago, che, preso per la collottola, iniziava a diventare bluastro. Amava Tylya, ma quando la ragazza era infuriata, nessuno era al sicuro.
Che sia una caratteristica dei Cephied Knight? Eheheh…
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Nessuno tentò di fare altre pressioni a Lina, per quel giorno. C’è anche da dire che la ragazza se la filò appena possibile, tornandosene in albergo, in camera, prontamente seguita da Gourry.
Dopo cena, lo spadaccino le chiese il perché di quello strano comportamento. Lina raccontò di come una gilda di maghi volesse entrare in possesso della formula del gigaslave, e del perché.
Dopo che gli ebbe anche ricordato a quale dei suoi innumerevoli disastri corrispondesse il gigaslave, Gourry divenne iperprotettivo.
-Non ti perderò d’occhio, lì. E se dicono qualcosa, dirò che sono la tua guardia del corpo. In fondo, non è la verità?- disse candidamente, sorridendo. Anche Lina sorrise, non potendo resistere a quel sorriso franco e sincero.
Non arrossì neanche troppo quando Gourry le passò le braccia attorno alla vita, stringendola a sé.
-Lina…-
-Si…?-
-Sposami. -
……
………
-EEEEEEEEEHHHH!?!?!?!?- Lina s’era scostata un poco, fissandolo con occhi pallati -Cosa… cos’hai detto?-
-Ti ho chiesto… se vuoi sposarmi. Sposarmi davvero… perché io… ti amo.-
Lina era senza parole. Troppo, troppo stupita. Gourry sorrise, mettendosi in ginocchio come i principi delle favole -Volete sposarmi, mia principessa?- chiese, facendo uno svolazzo con un immaginario cappello.
Lina sorrise, gettando le braccia al collo dell’uomo che da tento tempo le stava accanto, nel bene o nel male.
-Ma certo… mio principe azzurro…-
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-E finalmente si capisce il significato del titolo, dato che finora non c’entrava un cavolo con la storia!!!-
-Dessran, sai che hai appena interrotto nella mente dei lettori un momento magico?-
-E allora, Ilu-chan?-
*SCIAFFF* harisenata
-cretino…-
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Baci. Carezze. Il naturale congiungimento di due anime da tempo unite…
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Non avevano chiuso le imposte. Avevano altro a cui pensare, la sera prima.
Quindi, Lina fu svegliata parecchio presto dalla luce che filtrava dalla finestra, rivolta ad est.
Alzandosi a sedere e scostando le lenzuola, allungò la mano per cercare qualcosa con cui coprirsi, rassegnandosi alla fine a usare un cuscino a mo’ di scudo della sua nudità, mentre andava a chiudere le imposte di legno.
Sorridendo prima al cielo indorato dall’alba, Lina tornò, nella penombra, nel letto, dove Gourry ancora dormiva.
Si rannicchiò accanto a lui, che, nel sonno, le mise un braccio nudo attorno alla vita.
Lina sospirò, serena. Si. Non principi, non nobili ricchi, ma un giovane uomo che l’amava per quel che era, difetti compresi.
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-…Lina… Lina, sveglia…- Gourry la scuoteva delicatamente. Gli dispiaceva svegliarla, ma si stava facendo tardi, e se Lina voleva andare al secondo giorno del conclave…
Lina aprì gli occhi, trovandosi il volto di Gourry a pochi centimetri dal suo. Sorrise.
-Buongiorno… che ore sono?-
-Quasi le nove. Vogliamo alzarci? O preferisci restare qui?- affondò il volto sul collo della ragazza, baciandola sotto l’orecchio.
-No… anche se mi piacerebbe restare, è meglio che andiamo. Verrai con me?-
-Certo. -
Con una punta di rammarico, Gourry si scostò, aiutandola a tirarsi su a sedere.
Una grossa, grossa macchia rossa attirò la loro attenzione.
-Oh, no! Mi sono arrivate!-
-Ehm… cosa?- Gourry fissò incuriosito la macchia rossa, larga, parecchio larga, a circa metà letto.
-Le… ehm, le mie cose. Dovremo far cambiare le lenzuola…- Lina era più rossa delle lenzuola macchiate. Beh, se non altro, non avrebbe rischiato una gravidanza.
-Ah… ecco. -
Con un sospiro per il mal di pancia, altro tipico sintomo di “quei giorni”, Lina si rivestì, andando poi a cercare una cameriera.
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Cielo, se il giorno prima gli erano parsi noiosi, oggi era da dragonslavarli tutti per liberare il mondo di una fonte di noia. Con la coda dell’occhio, vedeva Gourry, appoggiato al muro, su uno dei balconi affacciati all’anfiteatro, assieme ad altri auditori. Nessuno aveva fatto storie, pareva che diversi maestri avessero portato allievi, mogli o figli ad assistere al proprio quarto d’ora di gloria sul palco dei relatori.
Lina si era piazzata piuttosto in alto, così da potersela filare senza essere troppo notata.
Vide Gourry che le faceva un cenno. Andava al bagno.
Gli fece di si con la testa, tornando poi a posarla sulle braccia incrociate al lungo banco dinnanzi a sé, con aria sommamente annoiata.
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Gourry si sciacquò le mani, uscendo dal bagno riservato agli uomini.
Accanto alla porta, fuori, trovò ad aspettarlo Lina.
-Scappata via?- chiese, sorridendo -Troppo noioso?-
-Avevo voglia di stare un po’ con te. - rispose la rossa, avvicinandosi e prendendolo per mano.
Sorrise, passandosi la punta della lingua sulle labbra, e alzandosi sulla punta dei piedi per arrivare alle sue labbra.
Gourry notò qualcosa di strano… la postura, troppo sciolta, e sensuale, la tranquilla indifferenza al fatto che potesse passare qualcuno… il sapore vagamente metallico di quel bacio… e due tette decisamente troppo grosse!!!
Scostò la donna -Chi sei?- chiese, freddo.
-Gourry, che dici, sono Lina, no?-
-Sul serio?- prova del nove -Cosa faresti se dicessi che sei piatta come una tavola?-
La ragazza sbottonò la camicetta -Ti inviterei a fare una seconda prova…-
Una sgomitata nello stomaco la fece cadere a terra, svenuta. In pochi istanti, si dissolse in schiuma, farina e frammenti di ossa. -Lina mi avrebbe preso a calci dove non batte il sole. - disse Gourry a quel che restava dell’homuncolus, dato che quella pettoruta copia di Lina altro non era che un homuncolus. Un capello rosso fiamma riluceva tra i resti della copia.
Poi colto da un presentimento, tornò di corsa in sala… solo per vedere Lina, muoversi come un automa, lasciarla dalla porta dalla parte opposta. Non poteva certo saltare giù dal balcone (certo, non era molto alto e aveva già saltato da posti ben più alti, semplicemente se non fosse stato nulla di grave Lina si sarebbe arrabbiata per la figura barbina), così dovette fare il giro più lungo, tornando indietro e facendo due o tre corridoi, sbagliando anche nella fretta.
Intravide un ricciolo rosso sparire dietro un angolo.
Presto, presto!
Dannazione…
Era una sorta di ballatoio, su cui si affacciavano cinque porte, e le scale.
Per prima cosa, controllò le scale, discendenti. Nulla. Non era scesa, quindi era entrata in una delle stanze che lì di affacciavano. Si, ma quale?
Freneticamente, iniziò ad aprirle. Un salotto. Uno studio. Un altro studio. Tutti vuoti. La quarta era chiusa a chiave. Provò la quinta, un bagno, vuoto.
La quarta! Cercò di forzarla. Con il suo udito, sopra la media umana, molto sopra, udì la voce di Lina spiegare qualcosa, atona, e una voce maschile che l’incitava.
Lui non era certo ferrato in incantesimi, ma quelle parole parevano l’inizio dell’invocazione del… di quell’incantesimo, dannazione come si chiamava, che a momenti distruggeva tutta la Terra!!!
Con un calcio sfondò la porta, e un istante dopo aveva preso tra le braccia Lina, tappandole la bocca e bloccandole i polsi, le mani che si muovevano nei gesti dell’invocazione.
Tre paia di occhi lo guardarono stupiti. Tre maghi, in lunghe ed elaborate vesti. Uno, accanto a una sfera di cristallo, pareva essere stato interrotto in qualcosa che lo concentrava parecchio.
-Mi auguro ci sia un’ottima spiegazione, o potrebbero esserci tre maghi di meno, tra pochi secondi.- ringhiò il biondo, notando lo sguardo perso di Lina. -Cosa le avete fatto?-
-Anche se te lo dicessimo, probabilmente non lo capiresti, grezzone. - lo apostrofò il più giovane.
Il lettore riconoscerà invece in quello che pare il capo Martoman l’Arancione. Si, proprio quello del giorno prima.
-Beh, vogliamo provare?- Gourry estrasse la spada, afferrando da sotto al naso di uno dei tre la sfera di cristallo, lanciandola in aria, e tagliandola in otto pezzi perfettamente uguali prima che essa cadesse a terra, la caduta attutita dallo spesso tappeto sul pavimento.
*GLOM*
Il tutto, reggendo con il braccio sinistro una Lina inerte come una bambola di pezza.
Puntò la spada alla gola di quello che pareva il capo. Martoman aveva molti incantesimi al suo arsenale, ma in quel momento aveva il vuoto nel cervello… e un sospettoso peso nelle brache…
-Primo, cosa le avete fatto, secondo, come lo si toglie, terzo, che cosa volete da lei. Svelto o…-
Gli occhi azzurri dello spadaccino erano diventate due schegge di gelido acciaio. I maghi non erano certi di voler sapere cosa c’era dopo quell’ “o…”.
-U…una fattura… una semplice fattura di controllo mentale… occorre… un bacio d’amore…-
Occielo… ma dove l’hanno pescata ‘sta roba? Sembra roba da fattucchiere dei libri di favole, pensò Gourry.
Chinò la testa sul volto inerte di Lina, baciandole le labbra.
Alcuni istanti dopo, le guance tornarono rosate, gli occhi smisero di fissare il nulla, e la ragazza smise di ciondolare inerte come una bambola di pezza. Si portò le mani alle tempie, muovendo la testa come a snebbiarla da una nebbia inesistente, o forse da un torpore innaturale.
-Cosa… dove sono? Cosa è successo? Gourry…?-
Lo spadaccino, sorridendo sollevato, indicò con la spada i tre maghi.
-Chiedilo a loro. Fattura, l’hanno chiamata. -
Lo sguardo di Lina passò da confuso a fiammeggiante in pochi decimi di secondo, nel riconoscere il mago tenuto sotto tiro da Gourry.
Lo afferrò per la collottola: anche senza magia, Lina è molto, molto pericolosa. Specie quando si mette a fare prese di sumo o mosse di Wrestling… il che è esattamente ciò che fece, strozzandolo prima, e poi eseguendo un altro paio di mosse che non fanno male solo sul vero ring del wrestling (dove gli atleti mentono clamorosamente)…
Torcendogli un braccio dietro la schiena, chiese al capo (mentre Gourry teneva sotto la minaccia della spada gli altri due) -Allora, cosa avevate in mente di farmi? Sapete che imporre il controllo mentale così è un reato magico punibile con l’espulsione dalle gilde?-
Martoman non proferì verbo. Segreto, o semplicemente troppo dolore?
-Tu… tu non capisci… il comando ai… agli esseri superiori… l’unità della penisola…-
-Ehi, io voglio anche sapere, perché avete mandato quella finta Lina!- chiese Gourry -E cosa speravate di ottenere!-
Quattro paio di occhi si posarono interrogativi su di lui.
-Non abbiamo mandato nessun clone o homuncolus. Disprezziamo questo spreco di energia magica in AAAAHHHH!!!!- una tiratina al braccio torto dietro la schiena da parte di Lina lo fece urlare di dolore.
Una gomitata alla tempia lo spedì a nanna, seguito dagli altri due, colpiti da una spadata di piatto di Gourry.
Usciti, Lina li chiuse a chiave dentro, infilandosi la chiave in tasca.
-Gourry, cos’è questa storia della copia?-
Lo spadaccino le raccontò della sua pettoruta e disinibita copia, e la condusse a vederne i resti.
Lina si chinò, estraendo un suo capello dalla massa.
-Un capello. Ecco perché non era perfettamente uguale. E meno male…-
-Anche se fosse stata identica, avrei capito ugualmente che si trattava di una copia…-
-Ah si? E come?- chiese Lina, indispettita perché, secondo Gourry il clone aveva tette più grosse delle sue.
Gourry la prese tra le braccia, e lei arrossì immediatamente. -Ma che fai? Non qui… può passare qualcuno da un momento all’altro!-
Gourry sorrise, sciogliendo l’abbraccio -Ecco. A quella copia era indifferente che potesse passare qualcuno e vederci. Questo mi ha fatto sospettare. Poi le ho chiesto come avrebbe reagito se avessi detto che piatta come una tavola…-
Gourry vide numerose venuzze pulsanti sulla testa di Lina, schivando poi un calcio volante -Ecco! Quella… - schivata -ha replicato di sentire…- altra schivata -di persona!- Gourry afferrò Lina per i polsi -Hei, non ho mica detto che lo sei, avevo solo fatto una domanda a quella copia!- cercò di calmarla.
-È l’intenzione quella che conta… ma per stavolta lascio correre…-
Gourry si asciugò una gocciolina di sudore. Quello del seno era un tasto molto molto delicato…
-Adesso tocca capire chi, e perché, ha fatto quest’homuncolus… dunque, qui ci sono dei laboratori adatti a crearlo, ma potrebbe essere stato creato da tempo e poi portato qui…-
-Ma perché? voglio dire, tu ci saresti stata ugualmente…-
-Forse per rapirmi e far parlare questa al mio posto, e rovinarmi la reputazione… non lo so, Gourry. So solo che c’è troppa gente che fa piani su di me, e a me francamente non va di essere la marionetta di nessuno!!!-
Gourry continuava a guardare il mucchietto di ceneri e farina d’ossa.
-Lina, so come posso fare a riconoscerti, anche se faranno copie più perfette. -
-Non vorrai toccar le tette a tutte le donne che mi assomigliano!-
-Non ho intenzione di morire così giovane… -_- - estrasse uno scrignetto dalla tasca. -Volevo dartelo ieri sera, ma poi… beh, mi è passato di mente…-
Lina arrossì al pensiero di perché era passato loro di mente tutto, la sera prima.
Gourry le dette lo scrigno, e lei lo aprì.
Dentro, c’era un anello.
Una fascetta d’oro, una elegante fede d’oro con un rubino color sangue e uno zaffiro del blu più profondo, tagliati a cuore.
-Gourry… è… è bellissimo…-
Il ragazzo le prese la mano destra, infilandole l’anello all’anulare.
-Me lo porto dietro da mesi, senza mai riuscire a trovare il coraggio di chiederti… di sposarmi…-
Lina guardò Gourry, sorridendo. Non disse nulla, limitandosi a baciarlo sulle labbra.
-Non credo ci siano tanti cloni così fortunati da avere un simile pegno d’amore…- disse, guardando l’anello che scintillava sulla mano nuda (si era tolta i guanti e il mantello, lasciandoli al guardaroba all’entrata).
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Un grazie a Eternal Fantasy, mia beta reader ufficiale: senza di te, non credo che avrei la perseveranza di andare avanti… Tu però hai già saputo tutto in anteprima, alla Fumettopoli a Milano (che fantastico compleanno! Grazie, ragazzi, è stato fantastico!).
Un salutone salutissimo a tutti gli amici del forum, a Lena/Mikoru, alla mia sorella bovina ValeMukka (MUUUUU!!!!), al sicariuccio KillKenny che però temo non leggerà questa storia (troppo diabetogenica!), a Kira, ad Andre e Roweena, a Mistral, insomma a tutti! (e chiedo scusa a chi ho scordato… ^^;;; )
Dedico questo capitolo a Samiel, il mio ragazzo che ogni tanto mi fa arrabbiare, ma che in fondo amo davvero tanto, e senza il quale avrei perso qualsiasi fiducia negli umani di sesso maschile (si vedono mazoku cadere come piccioni impallinati, stecchiti per le emanazioni di amore… ), con questo messaggio: non ti preoccupare, non sto cercando di incastrarti, malgrado il bouquet! ^_^
Infine, una comunicazione di servizio:
Rileggendomi “Cronache della Kouma Sensou” e “Quest of Souls”, mi sono accorta di alcuni errori ortografici, che pertanto ho corretto. Inoltre, ho fatto delle piccole correzioni nel testo di Quest of Souls, cambiando una frase o due con altre che rendevano più scorrevole il testo.
Spero che la “versione 2.0” vi sia gradita, gentili lettori!!!
Ilune Willowleaf
  
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