CREDI NEI MIRACOLI?
“Kouji-kun, tu credi nei miracoli?”
La
domanda del suo sempai di calcio fece sorridere il ragazzo più giovane che,
seduto sulla panca al limitare del campo con un asciugamano attorno al collo,
beveva piano da una bottiglietta d’acqua, il viso pallido imperlato di sudore e
leggermente arrossato.
“Perché me lo chiedi?” aveva domandato il moro, osservandolo con una
certa curiosità e divertimento; il rosso gli si sedette accanto, osservando con
aria malinconica i compagni correre durante la partitella che avevano
organizzato, “Così, tanto per chiedere…”
mormorò.
Minamoto scoppiò a ridere, asciugandosi il viso umido: “Certo che credo
nei miracoli!” esclamò, voltandosi di scatto verso la collina alle loro spalle
dove un ragazzo sedeva sull’erba a gambe incrociate, guardando verso di loro;
egli alzò una mano in segno di saluto: ci si poteva giurare, stava
sorridendo.
“Mio
fratello è il mio miracolo.” ammise il moro con espressione
affettuosa.