Nickname sul forum: BadWolfTimeLord.
Nickname su EFP: BadWolfTimeLord.
Titolo della Fan Fiction: Ruled by secrecy ~.
Personaggi: James Sirius Potter, Dominique Weasley,
Harry Potter; Citati: Victoire Weasley, Rose Weasley,
Ted Remus Lupin, Louis Weasley, Albus
Severus Potter, Fleur Delacoure, Bill Weasley, George
Weasley.
Generi: Generale, Romantico.
Warnings: One-Shot.
Prompt: Pacchetto Oro.
Note Personali: E’ una piccola e breve fanfiction
basata sulla relazione segreta che c’è tra Dom e
Jamie. Spero che sia scorrevole e gradevole, senza troppi errori di vario
genere.
Ruled by secrecy ~
Diagon Alley era un
luogo abbastanza affollato, quell’afoso pomeriggio di fine agosto; alcuni
ragazzetti di undici anni che correvano da un negozio all’altro, in cerca di
tutto il necessario per il loro primo anno ad Hogwarts; genitori pazienti che
seguivano gli spostamenti dei propri figli, con la speranza di non perderli di
vista tra la folla; alti uomini vestiti di nero e coperti da un mantello di
egual colore che si dirigevano pacatamente verso Nocturne
Alley; e infine, altri ragazzi, tra i tredici e i
sedici anni, che, avendo già fatto gli acquisti per il nuovo anno scolastico
alla scuola di magia e stregoneria, vagavano a zonzo tra la folla, alla ricerca
di un pomeriggio di svago.
Era
con quella banale scusa, che Dominique Weasley era riuscita a trascinare James
Sirius Potter a Diagon Alley,
intenzionata a passare un intero pomeriggio con il suo adorabile cugino, senza
avere nessuno della famiglia appresso, così da non temere che qualcuno potesse
scoprirli.
Avevano
pregato Rose e Teddy - le uniche due persone che sapevano di loro - di dire a tutta la famiglia che
sarebbero stati l’intero pomeriggio chiusi a Villa Conchiglia, causa studio.
Era un gran bell’alibi, considerando che Bill e Fleur
sarebbero stati in Francia per tutto il fine settimana, Vic intenta a sistemare
la nuova casa con il suo nuovo fidanzato e Louis impegnato per tutto il
pomeriggio con Albus a casa Potter.
Ma
se si considerava che era Dominique quella che doveva dare ripetizioni e che
era un anno più piccola di James, qualche dubbio poteva sorgere. Certo, fino a
quando non si vedeva la media scolastica della ragazza e tutti sospetti
sparivano.
Era
da meno di un anno che andava avanti quella loro relazione clandestina, ma
nasconderlo a genitori, zii, cugini e fratelli era stata una cosa davvero
difficile e lo era ancora, e forse lo sarebbe stato fino a quando non si
sarebbero decisi a vuotare il sacco davanti a tutta la famiglia.
Mano
nella mano, con la paura di potersi perdere nella folla, avanzavano nel viale,
guardandosi intorno con il timore che qualcuno potesse beccarli in flagrante.
“Ti
avevo detto che venire a Diagon Alley
oggi pomeriggio non sarebbe stata una grande idea” la canzonò James,
sorridendole beffardo e continuando a camminare tra la folla. La ragazza gli
rispose con una smorfia, riavviandosi una ciocca bionda dietro all’orecchio.
Doveva essere un caso, ma il gene dei capelli rossi Weasley non era riuscito a
vincere la battaglia contro quello biondo Delacoure.
“Ma
almeno possiamo stare insieme tutti il pomeriggio, no? Tanto Rose e Teddy ci
stanno coprendo e non corriamo alcun rischio” la risposta era accompagnata da
un sorriso luminoso e raggiante, uno di quelli che avevano fatto innamorare il
ragazzo di lei, “e poi sai che quando rientreremo ad Hogwarts non ci sarà
neanche un minuto per stare insieme, senza che almeno uno dei nostri cugini ci
scopra. Ma il fatto che tu sia al settimo e io al sesto vuol dire che sarà
anche l’ultimo anno che faremo insieme”.
“Perché
devi essere sempre così pessimista?” le chiese James, tirandola a sé e
mettendole un braccio intorno alla vita, mentre con le labbra le lasciava un
leggero bacio sui capelli, “troveremo il tempo per stare insieme anche ad
Hogwarts, non devi preoccuparti e poi, quando non avrò finito la scuola, ci
vedremo lo stesso durante le feste. E ti prometto che ogni tanto verrò a
trovarti. ”.
“D’accordo,
mi fido di te” un nuovo sorriso le dipinse le labbra, mentre alzava lo sguardo
su James e gli lasciava un lieve bacio sulle labbra.
“Sai
che non dovresti, vero?” ridacchiò, mentre incontrava gli occhi azzurri della
ragazza con i suoi marroni. Non riusciva a farsi una ragione che Dominique
fosse sua cugina. Insomma, erano completamente diversi sia d’aspetto - lei
capelli biondi e occhi azzurri, mentre lui capelli castani e occhi marroni -,
che di carattere, ma la madre di lui era la sorella del padre di lei e questo
voleva dire che erano cugini a tutti gli effetti.
“Lo
so, ma non riesco a fare altrimenti” rispose radiosa, mentre il sorriso che le
illuminava il volto non accennava a sparire, “Jamie?”.
“Si,
Niki?” le rispose, guardando divertito la smorfia che si stava creando sul
volto della ragazza. Lui era l’unico che poteva chiamarla in quel modo, senza
che lei si arrabbiasse, ma si limitasse ad una smorfia di disgusto.
“Sai
che non mi piace quel nomignolo” la ragazza scosse la testa, facendo rimbalzare
i boccoli biondi sulle spalle e storcendo il naso in segno di disapprovazione.
James si limitò a ridacchiare, mentre la trascinava verso un lato della strada
meno affollato e si fermava davanti al negozio preferito di Dominique.
“Lo
so, ma io posso chiamarti come mi pare, no? Sono il tuo ragazzo, fino a prova
contraria...” James fece un sorriso malandrino, mentre Dominique gli tirava un
buffetto sulla spalla, fingendo una faccia offesa. La ragazza alzò lo sguardo
sull’insegna del negozio dove James l’aveva trascinata e gli sorrise.
“L’unica
cosa che potrà essere in grado di farti perdonare è un megagelato alla
cioccolata” sorrise vittoriosa, incrociando le braccia sotto al petto e
guardando il suo ragazzo sorridere a sua volta. Dominique non riusciva a
capacitarsi del fatto che, prima dell’inizio della loro relazione, lei e James
non andavano d’accordo, anzi, non facevano altro che farsi spregi a vicenda. Ed
era stato proprio durante uno degli scherzi che le aveva architettato il
ragazzo che era nato tutto. Sorrise al dolce ricordo.
“A
cos’è dovuto quel sorriso?” le chiese il ragazzo, trascinandola verso l’entrata
dell’unica gelateria di Diagon Alley
- la Gelateria Fortebraccio - e mettendosi in fila.
“A
quello stupido scherzo che mi ha fatto capire quanto tenessi a te” rispose la
ragazza, stringendosi a lui e poggiando la testa sul suo petto.
“Vuoi
dire quando mi sono finto morto durante la notte di Halloween? È stato davvero
divertente! Avresti dovuto vedere la tua faccia!” James iniziò a ridacchiare,
mentre Dominique gli sferrava qualche pugno, non tanto forte, sullo stomaco.
“Non
cambierai mai” si arrese la ragazza, fulminandolo con lo sguardo.
“Mi
conosci, io sono fatto così” rise il ragazzo, stringendola a sé in un dolce
abbraccio e inalando il buon odore di vaniglia che emanavano i suoi capelli
biondi.
“Questo
è il gelato più buono che esista” esordì la ragazza entusiasta, dopo che James
l’ebbe accontentata con un cono alla cioccolata. Uscirono dalla gelateria,
sempre mano per la mano, e si sedettero in uno dei tavolini davanti al negozio.
“Tua
sorella non la pensa come te” la contraddisse James - da lei soprannominato
Jamie -, mentre aspirava all’assaggiare il gelato della ragazza.
“Contiene
troppi grassi per i suoi gusti. Ma tanto lo sai: lei non la pensa come me su
parecchie cose” sbuffò in risposta, prima di leccare un rivolo di gelato che
stava gocciolando sul cono, “prima di tutto, mi chiedo come faccia a non
apprezzare una delizia del genere” disse, indicando il gelato che teneva nella
mano destra, “poi, ha voluto lasciare Ted a tutti i costi, nonostante io non
facessi altro che dirle che lui era follemente innamorato di lei e...”.
La
ragazza si interruppe, non appena qualcosa alle spalle del ragazzo catturò la
sua attenzione. Ritrasse la mano che teneva incrociata a quella del ragazzo e
si finse sorpresa di vedere James seduto di fronte a lei.
“Cosa
c’è, Dom?” le chiese, curioso, senza però voltarsi
indietro, ma soltanto avvicinandosi al volto della ragazza. Quest’ultima ignorò
la domanda, accennando un sorriso non appena un uomo li raggiunse, facendo
perdere un battito al cuore del ragazzo.
“Ciao,
papà” lo salutò, fingendo un sorriso e pensando a una scusa sensata per
nascondere la loro relazione e la loro uscita segreta di quel giorno, “cosa ci
fai da queste parti?”.
“Tua
madre mi ha incaricato di passare al negozio di George, anche se non so per
cosa. Mentre voi due cosa ci fate seduti ad un tavolino senza farvi scherzi,
invece di essere a Villa Conchiglia a studiare, come mi aveva detto Ted?”
chiese Harry, corrucciando leggermente la fronte e spostando lo sguardo da
James a Dominique e viceversa.
“N-Niente
di particolare” balbettò la ragazza, indicando il gelato, “abbiamo deciso di
fare una pausa e James mi ha stranamente offerto un gelato. Il fatto che oggi
non mi abbia ancora fatto uno scherzo è preoccupante”.
“La
giornata non è ancora finita” rispose James, incrociando le braccia al petto e
guardandola con aria di sfida. Harry sospirò, lanciando un lieve scappellotto
sulla nuca del primogenito.
“D’accordo,
ci vediamo dopo a casa, James: vedi di non fare troppo tardi. Ciao, Dominique”.
“Ciao,
zio” la ragazza rispose al saluto, prima di vedere le labbra dell’uomo curvarsi
in un sorriso e di ricominciare a camminare verso i Tiri Vispi Weasley.
Entrambi tirarono un sospiro di sollievo, non appena Harry voltò l’angolo.
“C’è
mancato davvero poco” sospirò Dominique, riprendendo una mano di suo cugino in
una sua. James si sporse verso di lei, ma, invece di lasciarle un bacio sulle
labbra, leccò via una goccia di cioccolata che stava cadendo sul cono del
gelato e che stava per finire sulla mano della ragazza, “James!”.
“Sai
che non resisto dal mangiarmi una piccola porzione del tuo gelato, anche se...”
lasciò la frase in sorpreso, prima di baciare appassionatamente la ragazza e di
leccarsi letteralmente le labbra, “... mi piace ancora di più sentire il sapore
di cioccolata sulle tue labbra”.
Dominique
alzò gli occhi al cielo, prima di appoggiare la testa sulla spalla del ragazzo.
Non le importava che fosse suo cugino e che tutto quello che stavano facendo
fosse sbagliato, le interessava solo il fatto che anche a James non importasse
il fatto che lei fosse sua cugina. Sorrise, prima di lasciare un altro lieve
bacio sulle labbra del ragazzo e di concedergli un po’ del suo gelato.