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Autore: fruttina89    03/12/2010    2 recensioni
Mi obbligo a guardarlo, è inutile mentirmi, i suoi occhi sono limpidi e azzurri come sempre, non è lui la causa della mia reazione, io lo desidero, contro ogni sensatezza e razionalità io lo desidero.
Piccola one-shot su un vampiro, che ha il pregio di essere davvero breve!
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Brividi; sento freddo, ma ricordo distrattamente che ho chiuso la finestra prima di andare a letto. Il vento gelido sulla pelle nuda mi sveglia del tutto, ho la pelle d’oca, non sto sognando
 Apro gli occhi contrariata e osservo la tenda chiara che si muove come danzando nell’aria; è così bella la luna sta notte, penso mentre mi alzo per chiudere la finestra aperta. Rimango seduta sul letto dubbiosa, l’avevo chiusa…
Mi sdraio di nuovo accoccolandomi sotto le coperte ancora calde e stropicciando la camicia da notte cercando di scacciare via i brividi. Ora i freddi spifferi d’autunno sono scomparsi, ma io continuo a tremare, c’è qualcos’altro a mettere in allarme i miei sensi. L’ansia mi serra la gola impedendomi quasi di respirare; stringo forte  la verbena nel palmo della mano, da quando lo conosco non c’è notte che non me ne nasconda un po’ addosso. Ho paura mentre riapro gli occhi e lo vedo. E’ proprio come l’ho immaginato centinaia di volte; ritto in piedi davanti al mio letto, le labbra piegate in un sorriso sghembo e accattivante; la luna proietta misteriosi e affascinanti giochi di luce sul suo viso dalla pelle diafana, illuminando come pietre preziose i suoi occhi di un azzurro così bello da essere irreale.
Deglutisco a fatica mentre si avvicina lentamente, quasi assaporando la mia paura.
Le unghie mi si conficcano nel palmo da quanto sto stringendo la verbena, mi aggrappo a quell’esile ancora con tutte le mie forze. Lui si china su di me sussurrando il mio nome, il suo respiro è morbido come il velluto. Deglutisco a fatica tentando di rimanere concentrata.
-Esci immediatamente di qui e non chiamerò la polizia- stento a riconoscere la mia voce; un sorriso sinistro e sensuale si disegna sulle sue labbra.
-Sei tu che mi hai invitato in casa, non ricordi?- Si, ricordo bene, ma non sapevo ancora che cosa diavolo fossi!  Penso mordendomi le labbra.
Mi scosta una ciocca scura dal viso e appena mi sfiora rabbrividisco; odio come il mio corpo reagisca alla sua presenza. Mi perdo nell’Oceano dei suoi occhi e per un attimo non ho più la consapevolezza di nulla, solo della sua presenza che incombe su di me. Vorrei urlare mentre si avvicina ancora, ma non ne sono più capace, mi bacia divorandomi le labbra con passione e io non mi ritraggo; ricambio un bacio che ho desiderato dalla prima volta che l’ho visto; affondo una mano tra i suoi capelli spettinati, mentre l’altra ricade inerte sul letto; la dischiudo lasciando cadere la verbena sul pavimento, sono stata un’illusa a credere che mi sarebbe servita a resistergli, quando la cosa che desideravo più al mondo era cedere a lui.
Si stacca da me e mi sorride, ancora con quell’espressione trionfante e canzonatoria.
-Allora? Non è poi stato tanto male vero?-
-Hai usato i tuoi poteri?- chiedo speranzosa, non volendo credere alla verità.
-Guardami negli occhi- sussurra suadente – e decidi da te; anche se pensi che non lo sappia, so che sai molto su di noi- mi obbligo a guardarlo, è inutile mentirmi, i suoi occhi sono limpidi e azzurri come sempre, non è lui la causa della mia reazione, io lo desidero, contro ogni sensatezza e razionalità io lo desidero.
Sento le sue dita muoversi lungo i miei fianchi, a separarle dalla mia pelle solo il sottile strato di seta della camicia da notte; insinua le mani sotto di essa e mi accarezza sensualmente intorno all’ombelico, per poi salire fino ai seni che si inturgidiscono sotto il suo tocco; mi strappa un gemito. Sono terrorizzata, ma non capisco se da lui o dalla paura che smetta. Percepisco il peso del suo corpo su di me; mi bacia ancora e poi con movimenti lenti scende lungo il collo fino a raggiungermi la giugulare. Preme le labbra sull’arteria gustandosi il battere martellante ed incessante del mio cuore. Sento la sua lingua calda ed eccitante sul collo, poi mi sussurra:
-Fidati di me, non ti farò del male, voglio solo assaggiarti- il mio corpo prende fuoco mentre affonda i denti nella mia gola. Il dolore mi pervade completamente come tante piccole schegge di vetro conficcate nella carne, poi è solo piacere e mi perdo nell’estasi dell’infinito.
 
 
Un raggio di sole illumina la stanza, apro gli occhi svegliata dall’alba.
L’ho sognato di nuovo.
La finestra è aperta… mi osservo allo specchio scostando di lato la massa di capelli scuri, ed eccoli, due piccoli forellini cremisi sbucano sulla mia pelle candida come rose dalla neve, e proprio come quella improbabile similitudine mi trovo a ripetermi che è impossibile. Risento sulle labbra il sapore dei suoi baci ardenti e mi sembra di scorgere due intensi occhi azzurri osservarmi dallo specchio. Mi volto allarmata, ma sono sola…
 

 
 
   
 
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