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Autore: Phobos_Quake 3    04/12/2010    0 recensioni
Dopo la battaglia con Ikki, Bud si allontana nella tormenta, viene soccorso, e salvato da morte certa, da una giovane ragazza che, col passare dei giorni, s’innamorerà di lui. Ma con la sconfitta di Hilda, un nuovo nemico si affaccerà con l’intento di soggiogare Asgard e toccherà a Bud, l’unico God Warrior rimasto, a difendere la sua terra e la sua amata dagli invasori.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bud / Alcor, Nuovo Personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Data di creazione: 12/10/2010
Nota: I nomi di alcuni personaggi cattivi sono norreni (Ormi, Dragmáll, e Tóki) proprio come le creature rappresentate dalle loro armature. Altri sono finlandesi.
Nota2: Ul e Ver, uniti insieme, formano la parola Ulver che, in norvegese, significa “lupi” ed è anche il nome di una band.
Nota3: Lemminkäinen è un eroe del poema epico finlandese Kalevala.
Nota4: Hiisi è una creatura mitologica finlandese sempre nominata nel Kalevala. L’aspetto della God Robe è un palese riferimento al Green Goblin visto nel film Spiderman.
Nota5: Anche l’Iku-Turso è una creatura mitologica finlandese.
Nota6: L’armatura del Red Swan è un chiaro riferimento al cigno (nero in quel caso) citato sempre nel Kalevala. Il colore è preso dalla copertina di un album di una band chiamata Amorphis.
Nota7: Valdor altri non è che Dolvar visto nel secondo film con qualche piccola modifica.
Nota8: Il nome Elias è lo stesso del chitarrista dei Sonata Arctica.
Nota9: Il nome Tarja e il cognome Hietala sono gli stessi della cantante e il bassista dei Nightwish.
Nota 10: Punainen Myrsky è finnico e significa “Tempesta Rossa”.



La Tigre Bianca Di Asgard





Basta con le uccisioni, i saints e gli zaffiri. Ti ripudio Hilda di Polaris. Qualunque sia l’esito della battaglia, io ho vinto!”
Con queste parole, Bud, il God Warrior ombra della stella Alcor, si allontanava nella tormenta con in braccio il cadavere del suo fratello gemello Syd. Grazie alla sua grande forza, camminò per un bel po’, ma alla fine la fatica, dovuta allo scontro con Ikki, ebbe il sopravvento. S’inginocchiò sulla soffice neve e cadde con suo fratello ancora tra le braccia. Tutto lasciava presupporre che sarebbe morto per il freddo ma, secondo il dio Odino evidentemente, non era ancora giunta la sua ora. Due persone caricarono lui e Syd sui loro cavalli e si allontanarono nella tormenta. Quando Bud si riprese, si ritrovò su un caldo letto in una stanza illuminata da una lanterna sul comodino. Appena si mise in posizione seduta, notò di avere solo i boxer addosso. La porta della stanza si aprì ed entrò una ragazza che, quando vide il suo scultorio petto, rimase ferma a fissarlo con il volto tutto rosso.
-T… ti sei ripreso…- disse imbarazzata.
Lui tirò la coperta a sé per permettere alla giovane di riprendersi.
-Chi sei? E dove sono?- le chiese.
La ragazza si avvicinò e si sedette su una sedia, che stava vicino a una scrivania, mettendosi affianco al letto.
-Sei nella mia villa. Io sono Tarja, la figlia di Sakari Hietala.- disse.
-Sakari Hietala? Ne ho sentito parlare. E’ una persona molto ricca e nota ad Asgard.-
-Esattamente.-
Bud non disse più nulla e iniziò a guardare la ragazza che aveva davanti. Indossava un semplice abito lungo e celeste polvere, aveva lunghi capelli blu raccolti in una coda di cavallo e occhi verde mare. Non aveva visto molte ragazze, al di fuori di Hilda e Freja, e concordò con se stesso che anche lei era bella quanto loro.
-Perché mi guardi? Ho qualcosa che non va?-
Lui sorrise.
-No, affatto. Tutt’altro. Sei molto bella.-
Tarja non poté far altro che arrossire a quel complimento.
-G… grazie.-
-Quanti anni hai?- le chiese.
-Sedici.-
-Io diciotto.-
-L’avevo intuito.- gli disse sorridendo.
-Sei stata tu a salvarmi?-
-Sì, io e mio padre. Eravamo fuori a caccia quando la tormenta ci colse di sorpresa. Al ritorno ti vedemmo a terra insieme al tuo gemello e ti abbiamo salvato. Purtroppo, tuo fratello era già morto e lo abbiamo sepolto nel cimitero dietro la villa. Mi spiace…-
Bud abbassò lo sguardo senza dire una parola. A volte le parole non servono in questi casi. Tarja, intanto, continuò a parlare.
-Quando ti abbiamo portato dentro, i pezzi della tua God Robe si sono staccati da te prendendo la forma di una specie di tigre bianca con lunghe zanne e scomparve nel nulla.-
-Come… come fai a sapere che si chiama God Robe?-
-Conosco la leggenda dei God Warriors di Odino, ma pensavo che foste tali. Non ci saremmo mai aspettati di vederne due. So che i God Warriors compaiono ogni volta che Asgard è minacciata. Hai combattuto contro quelli che vengono dalla Grecia. Quelli detti Saints, giusto?-
-Sì, ma non sono invasori.-
-Come no?-
-Loro, come noi, sono difensori della giustizia. E’ stato uno di loro a farmelo capire. E capire anche quanto volessi bene a mio fratello Syd.-
-Ma fammi il piacere. Sono venuti a invadere e conquistare la nostra amata terra.-
-Il vero nemico è Hilda!- disse guardandola con uno sguardo serissimo che le gelò il sangue.
-Stai bestemmiando, te ne rendi conto? Dire una cosa simile a lei equivale offendere Odino stesso.-
-Non m’importa quello che pensi. Ormai per me Hilda non ha più importanza.-
Tarja rimase in silenzio e si alzò dirigendosi verso la porta. Senza voltarsi disse:
-La cena è quasi pronta. Nell’armadio ci dovrebbero essere vestiti adatti a te.-
E uscì. Bud si diresse verso l’armadio, si mise una maglia e pantaloni blu e due stivali neri imbottiti di lana. Quando uscì dalla stanza, un domestico ben vestito gli andò incontro e gli disse di seguirlo. Giunti alla sala da pranzo, i signori Hietalia lo accolsero calorosamente. Tarja, nel vederlo, arrossì come la prima volta, ma quando Bud la guardò, lei evitò il suo sguardo. E continuò a farlo per tutta la sera. Il signor Sakari, e sua moglie Eeva, erano persone molto ospitali e gentili. Bud si sentiva bene in loro compagnia. Quella notte, Bud non chiuse occhio. Era rimasto a pensare a Tarja. Gli faceva un effetto strano pensarci. Sentiva il suo cuore battere all’impazzata. La mattina dopo, quando si svegliò, sorrise nel vedere il sole. Ad Asgard non sempre si vedeva, purtroppo. Si era diretto nella sala da pranzo e stava sorseggiando tè in compagnia di Eeva e suo marito. Lei era davvero una bella donna, indossava un lungo abito rinascimentale color lillà, aveva lunghi capelli neri che le coprivano tutta la schiena e occhi blu. Suo marito, invece, aveva i baffi, capelli castani lunghi fino alle spalle e occhi verde mare. Stranamente, Tarja non era con loro.
-Tarja non c’è?- chiese.
-E’ uscita con il cavallo di buon mattino.- rispose Eeva.
-Hai fatto davvero colpo su mia figlia. Peccato che ci hai messo poco a deluderla.-
Non ti facevamo così blasfemo.- aggiunse.
Bud sorseggiava il tè in silenzio. Non gli conveniva ribattere. Finito di bere chiese se poteva vedere la tomba del fratello.
-Ti accompagno.- gli disse Eeva.
Lo condusse dietro la villa, dove c’era un cimitero. Lo portò davanti a una piccola croce di legno, dove c’era inciso il nome “Syd”. Molto probabilmente erano venuti a conoscenza del suo nome leggendolo sul pugnale di famiglia.
-Quando lo abbiamo messo nella fossa, la God Robe si staccò dal suo corpo, prese la forma di una tigre e scomparve proprio come ha fatto la tua.-
-Capisco.-
Bud s’inginocchiò e si mise a mani giunte. Eeva se ne andò senza far rumore e senza dire nulla. Rimase in quella posizione per non si sa quanto tempo. Fu un leggero rumore sulla neve a riportarlo in sé. Si voltò e vide che era Tarja che lo guardava con le lacrime agli occhi.
-Ho… ho sentito dire che Hilda era stata posseduta da una volontà maligna all’interno di un anello che l’ha resa malvagia. Ora, però, grazie ai Saints di Atena, è tornata buona e saggia come un tempo. Avevi ragione… ti ho trattato male. Perdonami.-
Lui si alzò e si avvicinò a lei iniziando ad accarezzarla e ad asciugarle le lacrime.
-Non piangere, è tutto a posto.-
Istintivamente, lo abbracciò cogliendolo di sorpresa e anche lui fece altrettanto. Iniziarono ad avviarsi verso la villa, quando Tarja si mise a raccogliere un po’ di neve, la modellò facendola diventare una pallina e...
-Ehy Bud!-
-Cos…-
E gli lanciò la palla di neve in faccia.
-Ah, ah, ah! Che buffo!-
-Brava. Ora mi vendico!-
Creò la palla e si preparò a lanciarla, ma Tarja iniziò a correre.
-Vediamo se riesci a prendermi.-
-Non scappare. Non vale.-
I due si rincorsero per tutto il giardino finché lei non inciampò e anche Bud le cadde sopra.
-S… scusami…- si alzò mortificato e arrossendo.
Tarja si mise seduta e lo guardava ridendo sotto i baffi.
-Non… non ridere…-
Ma lei continuava a farlo con gusto. Quando smise, lui le tese la mano per aiutarla ad alzarsi. Poi gli chiese:
-Sai andare a cavallo?-
-Sì!-
-Allora andiamo a cavalcare insieme.-
Cavalcarono per molto, finché non giunse la sera. Prima che varcassero la soglia della villa, Tarja gli prese la mano e, quando lui si voltò, lo colse con un bacio sulla bocca che lo lasciò imbambolato per qualche secondo. Lei gli fece una carezza ed entrò in casa. Passarono i giorni. Da quando Hilda era tornata a essere quella di un tempo, sembrava che anche le nuvole grigie che imprigionavano il sole fossero sparite per sempre. Ma come si sa, la pace non dura mai in eterno. Una sera, Freja e sua sorella Hilda si trovavano sedute davanti al camino, ripensando ai loro amori ormai perduti, quando a un tratto la sacerdotessa di Odino si alzò di scatto.
-Che c’è, sorella?- le chiese Freja.
-Un cosmo. Un cosmo aggressivo e carico d’odio.-
-Ma brava. Sei riuscita ad avvertirlo nonostante l’abbia trattenuto per bene.- disse una voce roca di un uomo nell’ombra.
-Un cosmo come il tuo non è difficile da dimenticare.-
-Allora saprai perché sono qui, vero?-
-Certo, ma tanto sai già che la mia risposta è no. Quindi perché perdi tempo a chiedermi in sposa?-
-Oh, qui sbagli. Non m’importa più di avere la tua mano. Ora quello che voglio è detronizzarti e avere Asgard sotto il mio dominio. Questo è il volere di Odino.-
L’uomo uscì finalmente dall’oscurità. Aveva una lunga tunica nera e un cappuccio che gli oscurava completamente il volto.
-Il volere di Odino? Sei solo un povero pazzo.-
-Pazzo? Povera ragazzina, non sai nulla. Io sono colui che dominerà non solo Asgard, ma il mondo intero. Ah, ah, ah, ah, ah!-
-Confermo: sei pazzo.-
-C’è un altro motivo, comunque, che mi ha portato a venire qui.-
-E sarebbe?-
Senza dire nulla, l’uomo si tolse il cappuccio mostrando il suo volto caratterizzato da una profonda cicatrice orizzontale sulla guancia sinistra.
-Quando ho tentato di chiederti in sposa per l’ennesima volta, eri sotto il flusso malefico dell’anello del nibelungo. Credevo che saresti stata felice di dominare Asgard, e il mondo, insieme a me, ma mi hai rifiutato di nuovo, mi hai colpito con il potere del tuo anello e, come se non bastasse, il tuo dannato God Warrior della stella Dubhe mi ha provocato questa cicatrice usando la sua dannata Odin Sword. Ho aspettato tanto l’occasione per poter lavare l’onta subita. E finalmente è giunta. I tuoi God Warriors sono tutti morti, e i Saint di Atena sono andati a salvarla dalle grinfie di Poseidon, quindi nessuno potrà più venire in tuo soccorso, bella.-
Freja si mise davanti alla sorella, mentre l’uomo si avvicinava con passo lento.
-Stai lontano da lei!- gli disse.
-Altrimenti che fai? Ho paura…- disse lui schernendola.
Senza dire altro, con un rapido movimento, le perforò il petto con un pugno uccidendola davanti alla sorella.
-F… Frejaaaaaaa!- gridò Hilda.
-Ecco. Ha smesso di starnazzare come un’oca.- disse scansando con disprezzo il cadavere della povera ragazza.
Hilda non poté far altro che indietreggiare. L’uomo la guardava con aria molto perversa. I suoi occhi brillarono di una luce scarlatta e il vestito della ragazza andò a brandelli lasciandola completamente nuda. S’inginocchiò e si coprì il seno d’istinto. L’uomo le era ormai molto vicino.
-È ora!- le disse.
Allargò le braccia e tutto divenne nero. Bud si svegliò di soprassalto. Aveva avuto un incubo terribile. Nonostante non fosse più un God Warrior ombra al servizio di Hilda, l’averla sognata che era in pericolo lo fece tremare. Il brutto era che, oltre a lei, c’era anche Tarja. Era già mattina, ma il sole era tornato a essere coperto da nuvole grigie.
“Ho uno strano presentimento.” pensò il giovane.
All’improvviso sentì Tarja urlare e, in un lampo, andò in suo aiuto. Cinque uomini con in testa un elmo conico con due corna ai lati, e una semplice armatura di poco conto, stavano per aggredirla ma Bud si parò davanti a loro.
-Chi diavolo siete?- chiese.
-Siamo i soldati del Sommo Valdor, il nuovo signore di Asgard scelto da Odino. Tutti ora gli devono obbedienza.- rispose uno di loro.
-Che idiozie stai dicendo? E’ Hilda che…-
-Hilda ormai ha fatto il suo tempo. Ora c’è il Sommo Valdor!-
-Questa volta è una vera invasione.- si ritrovò a pensare ad alta voce Bud.
-Giurate fedeltà al Sommo e vi risparmieremo la vita.-
Bud lo fulminò con lo sguardo.
-Che fai? Osi minacciarci?-
Senza dire nulla, con un rapidissimo movimento, si ritrovò dietro ai soldati che caddero tramortiti a terra senza emettere un fiato.
-Bud…- disse Tarja.
-Asgard è in pericolo. Ormai l’unico che può difenderla sono io. Se solo avessi la mia God Robe…-
Altri soldati semplici entrarono di soppiatto nella villa e Bud li uccise con i suoi Shadow Tiger Claw. All’improvviso sentì un forte cosmo provenire in giardino e uscì. Si ritrovò davanti ad un possente guerriero, che gli ricordava il Gold Saint del Toro per dimensioni e altezza, che indossava una God Robe.
-Chi sei?- chiese Bud al guerriero.
-Sono Dragmáll, uno dei God Warriors fedeli al Sommo Valdor. Pagherai caro per quello che hai fatto ai nostri soldati.-
La sua God Robe, di color marrone chiaro, rappresentava Gullinbursti, il cinghiale che, secondo la mitologia norrena, trainava il carro di Freyr. Come tutte le God Robe, anche quella di Dragmáll copriva una percentuale del corpo. L’elmo, a casco, rappresentava la testa del cinghiale e copriva gli occhi del guerriero, i coprispalla erano grossi, bombati e sormontati da quattro spuntoni. Si poteva tranquillamente dire che erano vagamente simili a quelli della God Robe di Thor. I pezzi restanti coprivano interamente il petto, braccia e gambe.
-Avevo sentito parlare dell’esistenza di altri God Warriors. È un peccato che però serviate la persona sbagliata.- disse Bud.
-Avevo ragione, sei un God Warrior anche tu. Strano. Secondo il Sommo, voi che servivate Hilda dovreste essere tutti morti.-
-Beh… in un certo senso sì. Io sono solo un God Warrior ombra.-
-Ah, ah,ah,ah! Ma davvero? Allora non sei neanche degno di essere preso in considerazione.-
-Attento a sottovalutarmi. Non ti conviene.-
-Mpf. E come pensi di combattermi senza la God Robe? Sparisci!-
Detto questo, lanciò dalle zanne del cinghiale una scarica elettrica che colpirono Bud in pieno facendolo soffrire e inginocchiare.
-Muori, ucciso dalle Electric Fangs!-
Tarja osservava tutto dalla finestra e iniziò a pregare.
-Ti prego Odino, aiutalo!-
Bud non ce la faceva più. Eppure riuscì a rimettersi in piedi stringendo con tutta la forza i denti.
-Che forza! Ma quanto riuscirai a resistere?- lo scherniva Dragmáll.
A un tratto, in cielo comparve un globo di luce bianca che lentamente si mise in mezzo ai due guerrieri così che Dragmáll smise di usare il suo colpo.
-Che cosa…?- dissero entrambi.
La luce svanì e al suo posto c’era la God Robe di Bud completamente restaurata.
-Oh, grazie Odino. Grazie!- disse Tarja.
-Ma… ma quella è…?-
-Esatto!-
La God Robe si smontò e tutti i pezzi si unirono al corpo di Bud.
-Ora possiamo combattere ad armi pari!-
-Beccati questo: Boar Head butt!-
Come se fosse un proiettile umano, Dragmáll si gettò di testa contro il suo avversario. Nonostante la sua incredibile velocità, Bud riuscì a schivarlo per un soffio compiendo un agile salto.
-Stai combattendo contro una tigre, dopotutto. Non si è mai visto un cinghiale battere una tigre.- disse Bud con tono beffardo.
Dragmáll, offeso, ritentò, ma la situazione fu la stessa. Ritentò di nuovo, ma questa volta Bud lo colpì con il tacco sulla nuca facendolo cadere a terra.
-Adesso tocca a me… Shadow Tiger Claw.-
Numerosi fasci di luce bianca colpirono il God Warrior provocandogli piccole crepe sulla sua God Robe.
-Ah! Che tu sia maledetto!-
-Quello era solo un assaggio. Adesso…-
Non finì la frase, perché Dragmáll lo colpì un’altra volta con le Electric Fangs. Non appena s’inginocchiò, lo colse di sorpresa prima con un pugno, poi con un calcio sul mento e infine lo prese per la gola sollevandolo e gettandolo con violenza a terra. Quando Bud tentò di rialzarsi, Dragmáll lo colpì con una gomitata alla schiena per poi colpirla di continuo con il piede. All’improvviso si girò in posizione supina, gli afferrò il piede e con grande forza lo spinse facendolo cadere.
-Electric Fangs!- gridò dopo essersi rialzato.
Un’altra scossa, ma stavolta Bud non emise alcun urlo, le sue unghie si allungarono e il suo cosmo iniziò a bruciare.
-Ah!- esclamò Dragmáll.
-Shadow Tiger Claw!-
Altri innumerevoli fasci di luce lo colpirono e questa volta il pettorale fu danneggiato parecchio, ma non completamente distrutto, e i coprispalle andarono in frantumi, mentre l’elmo era quasi integro a parte qualche piccola crepa. Nonostante tutto, però, era ancora in piedi.
-Sei un osso duro!-
Senza dire una parola, anche Dragmáll iniziò a espandere il suo cosmo che brillava di una luce dorata e alle sue spalle comparve la figura di un grosso cinghiale.
-Crepa. Wild Rage!-
Dal suo pugno uscì un’onda energetica dorata che Bud evitò con un salto, si diresse verso di lui, con la gamba sinistra distesa e girando su se stesso come un elica, colpendolo ripetutamente. Barcollò, ma non cadde e Bud gli diede un violento montante che lo lanciò in aria, saltò verso di lui e lo colpì prima con un calcio, poi usò il suo colpo mandando completamente in frantumi la God Robe. Dragmáll cadde violentemente a terra e non si rialzò più. Bud, tornato con i piedi per terra, si tolse l’elmo mettendoselo sottobraccio e si diresse verso la villa. Tarja lo aspettava alla porta.
-Odino ha ascoltato le mie preghiere.- disse commossa.
Lui abbassò lo sguardo e le diede le spalle.
-Devo andare. Hilda, e soprattutto Asgard, ha bisogno di aiuto.- le disse.
-Come fai a sapere che Hilda è ancora viva? Sono sicura che quel tizio, Valdor, l’abbia uccisa. Io… non voglio che anche tu vada a farti uccidere.-
Con le lacrime agli occhi, Tarja poggiò la testa sulla schiena di Bud e gli teneva stretta la mano sinistra.
-Non è morta. Sento il suo cosmo. E’ debole, ma c’è. Quindi è viva. E’ comunque mio dovere combattere per la mia terra. Sono un God Warrior di Asgard.- le disse.
-Non voglio… perderti di nuovo ora che ti ho finalmente… rivisto.- gli disse lei.
Bud spalancò la bocca.
-Come “rivisto”? Intendi forse dire che ci siamo già incontrati?- le chiese sempre senza girarsi.
-Sì. Esattamente otto anni fa.- gli rispose.
-Otto anni… Ah!-
In un lampo, la mente di Bud tornò indietro nel tempo. Dopo aver visto i suoi veri genitori e suo fratello Syd, Bud s’inginocchiò, iniziò a piangere e a sfogarsi battendo i pugni sulla neve. All’improvviso udì un grido e corse a vedere. Quando arrivò, vide una bambina di otto anni che stava per essere aggredita da un lupo. Bud si guardò attorno e quando trovò una pietra, la lanciò contro l’occhio dell’animale che scappò via. La bambina iniziò a piangere, e Bud le si avvicinò. Iniziò ad accarezzarla dicendole parole dolci:
-Non piangere, è tutto a posto. Se ne è andato.-
Lei però continuava e quindi iniziò a farle delle facce buffissime che la calmarono e la fecero ridere. Quando sentì delle voci e dei cavalli avvicinarsi, Bud corse via senza dire nulla alla bambina che si guardò attorno con aria triste.
-Quando arrivarono i miei genitori, tu eri sparito senza salutarmi o dirmi il tuo nome. Da quel giorno ho sempre desiderato rivederti per ringraziarti della tua gentilezza e di avermi salvato dal lupo. Non ti ho mai dimenticato. Ho pregato sempre Odino e finalmente mi ha ascoltata.- disse Tarja.
Bud era impallidito.
-Eri… eri tu quella bambina? Avevo… avevo completamente rimosso quell’incontro. Il pensiero di mio fratello era tornato a offuscare la mia mente...-
-Ora che ti ho ritrovato… ti prego… non andare. Non voglio che tu muoia.-
Lo abbracciò forte.
-Non morirò. E’ una promessa.-
Lei lo strinse ancora un po’, poi lasciò la presa. Lui si girò verso di lei e le fece prima una carezza, poi la baciò.
-Tieni questo. E’ il pugnale simbolo della mia vera famiglia.-
Tarja lo prese tra le lacrime e lo strinse a sé come se fosse un tesoro prezioso.
-Pregherò Odino di proteggerti.- gli disse.
Le sorrise, si rimise l’elmo e corse via nel bosco. Mentre correva velocissimo nella folta boscaglia, aveva la sensazione di essere osservato. Inoltre, aveva l’impressione che il bosco non finiva mai, che correva inutilmente.
“Qui c’è qualcosa che non va.” pensò e si fermò.
-Esatto, amico mio.- disse una voce.
-Chi sei? Mostrati!- urlò Bud.
Una forte folata di vento lo colpì sul volto costringendolo a ripararsi con le braccia. Quando finì si ritrovò davanti un uomo con una lunga tunica blu, un cappuccio che gli copriva totalmente il volto e un lungo scettro nero sulla cui estremità c’era la zampa di un drago che stringeva una sfera bianca. La cosa più particolare della sua tunica era che in realtà si trattava di una God Robe.
-Molto lieto. Sono Turo di Lemminkäinen.- si presentò.
Dalla sua voce giovanile doveva avere almeno una ventina d’anni.
-Lemminkäinen hai detto? Il famoso dio della magia della mitologia finlandese?- gli chiese Bud.
-Esatto. Per essere stato adottato da un semplice falegname, te ne intendi.- disse divertito.
-Come fai a sapere che sono stato adottato?-
-Ho letto i tuoi ricordi. Per me è una cosa facilissima leggere nella mente.-
-Interessante…-
-Sei stato bravo a sconfiggere Dragmáll, ma con me non avrai la stessa fortuna.-
-Per saperlo, basta combattere.-
-Sono qui apposta!-
Il corpo di Turo iniziò a brillare di una luce verde e anche la sfera del suo scettro che sollevò in aria.
-Dark Illusions!- gridò.
La sfera emise un bagliore intenso e Bud fu costretto di nuovo a coprirsi gli occhi. Quando li riaprì, si trovò davanti i suoi veri genitori.
-Ma… mamma? Papà?-
-Figlio mio! Bentornato a casa.- gli dissero.
Bud sorrise per poi scoppiare in una fragorosa risata.
-Che ti prende?-
-Sei un idiota. Credi davvero di ingannarmi con un’illusione simile? Sono già stato colpito dall’Houo Genmaken di Ikki, e anche quello si rivelò inutile contro di me. Ora basta con questa farsa: Shadow Tiger Claw!-
L’illusione svanì in un lampo. Turo era rimasto molto colpito.
-Mi congratulo. Ti ho preso un po’ troppo alla leggera.- gli disse.
-Anche Dragmáll mi ha sottovalutato. Ed è stata la sua rovina.- disse Bud.
-Ma io non sono lui. Ho altre frecce nel mio arco.-
Sollevò lo scettro che s’illuminò.
-Fermo là: Shadow Tiger Claw!-
I fasci di luce si diressero verso Turo che, però, rimase nella sua posizione.
-Repultion!-
Anziché colpirlo, i fasci tornarono contro Bud che, per fortuna, evitò scansandosi di lato.
-Maledetto. Mi stai facendo perdere tempo.-
-Vuoi andare a salvare Hilda, eh? Ma come, non l’avevi ripudiata?-
-Perché era malvagia. Ora…-
-Che calo. Eri così ambizioso prima, non avevi pietà per nessuno, eri colmo di odio verso tuo fratello… E adesso? Ti sei rammollito. Tutta colpa di quello stupido Saint della costellazione della fenice.-
-Bada a come parli. Portagli rispetto.-
-Tsk!-
Turo sbatté lo scettro sul terreno e una fiammata, sbucata da sottoterra, investì Bud facendolo volare in aria.
-Ti è piaciuta la mia Volcanic Eruption? Ora prendi questo: Fiend Spell!-
Un globo bianco uscì dalla sfera e lo colpì violentemente scaraventandolo lontano contro un albero. Si rialzò a fatica e se lo ritrovò davanti.
-Complimenti per la resistenza. Un po’ è anche colpa mia, non ho lanciato la Fiend Spell con tutta la mia forza.-
-Meglio così… Shadow Tiger Claw.-
I fasci, anziché colpirlo, lo trapassarono.
-Un’immagine residua?-
-Dove miri? Sono qui.-
Si trovava alla sua sinistra. Roteò lo scettro, lo mise in orizzontale prendendolo con tutte e due le mani, s’illuminò e da esso uscì una sfera elettrica.
-Electric Ball.-
Bud non si muoveva. Sembrava che era pronto a prenderlo in pieno. Quando fu vicinissimo, allora scattò di lato con un rapido movimento e, sempre con un movimento rapido, comparve davanti a Turo. Usò i suoi artigli contro lo scettro e lo fece a pezzi cogliendolo di sorpresa.
-Il mio scettro!- gridò.
-Ora non potrai più fare nulla.-
-Povero ingenuo!- disse.
Dalle sue mani lanciò il globo bianco del Fiend Spell ma Bud era già dietro di lui che lo colpì con le Shadow Tiger Claw.
-Ma come diavolo…? Perché non riesco più a prevedere le sue mosse? Perché non riesco a leggere più il suo pensiero? Perché?- disse dopo essere caduto a terra prono con la sua God Robe ormai in frantumi e coperto da graffi profondi.
Proprio come si era intuito dalla sua voce, era un ragazzo di vent’anni con occhi turchini e capelli cortissimi castani.
-Non lo capisci da solo? Prova a leggere un’ultima volta la mia mente.-
Turo eseguì e rimase a bocca aperta.
-E’ vuota. La tua mente è... che tu sia maledetto. Hai liberato la mente da ogni pensiero! Ma non credere di avere vita facile. Ci sono altri guerrieri che ti aspettano. Non vedo l’ora di rincontrarti…-
Morì senza terminare la frase e Bud poté riprendere la sua corsa. Lasciatosi il bosco alle spalle, giunse nel luogo dove ci fu il primo scontro tra i Saints di Atena e i God Warriors di Hilda. Più precisamente, lo scontro tra Thor e il Saint chiamato Seiya.
-Non andare oltre. Devi combattere con me, ora: Niklas di Iku-Turso.- disse il God Warrior che gli comparve davanti.
“Il mostro mitologico dall’aspetto di piovra.” pensò Bud.
La God Robe, di colore rossastro, aveva un elmo dalla forma strana che rappresentava, appunto, la testa della piovra, i suoi coprispalla erano a forma di un rombo arrotondato, leggermente concavo e curvo, dietro la schiena spuntavano quattro lunghi tentacoli e gli occhi del giovane, anche lui doveva avere circa vent’anni, erano viola.
-Vado di fretta. Non possiamo rimandare?- chiese Bud.
-Credi di essere spiritoso?-
-Beh, ci provo.-
Detto questo tentò di saltare, ma qualcosa gli bloccava i piedi. Anche le sue braccia furono agguantate da qualcosa e si ritrovò sospeso in aria con tutti e quattro gli arti allargati. Era stato afferrato dai tentacoli che erano in grado di allungarsi e muoversi come se fossero vivi.
-Uh, uh, uh, uh. Comincia a urlare: Lethal Tentacles!-
Una forte scossa elettrica, perfino più potente di quella delle zanne di Dragmáll, colpì Bud che, come disse Niklas, iniziò a urlare a squarcia gola.
-Cosa c’è di più bello che sentire qualcuno urlare per il dolore?- disse Niklas.
Bud continuava a strillare e stava quasi per perdere i sensi.
-Guai a te se svieni!-
E la scossa aumentò di potenza. Sembrava ormai finita per Bud. Nel suo stato di semi incoscienza, gli sembrò di vedere il volto e sentire la voce di Tarja che pregava per lui. Questa visione lo fece riprendere e, dimenticandosi il dolore, iniziò a espandere il suo cosmo.
-Che credi di fare? Non potrai fare nulla ormai. Rassegnati alla sconfitta.- disse Niklas.
-Se mi rassegno alla sconfitta, non sarei più degno di essere un God Warrior.-
-Ma tu sei un God Warrior ombra e non uno a tutti gli effetti. Quindi di cosa ti lamenti?-
Bud non disse nulla e continuò a espandere il suo cosmo finché, con tutta la forza che aveva, si liberò dalla sua prigione distruggendo i tentacoli.
-Assurdo! Non posso crederci!-
Bud atterrò in ginocchio sulla neve ansimando. Niklas sorrise, corse verso di lui e gli diede un calcio in pancia. Non contento, lo rimise in piedi e gli strinse il braccio intorno al collo per soffocarlo. A un tratto lo lasciò e gli diede un calcio ai fianchi.
-Non so come tu abbia fatto a sconfiggere i miei due compagni, ma ora li vendicherò.-
Il suo corpo iniziò ad illuminarsi di rosso e alle sue spalle apparve la figura di una gigantesca piovra.
-Ora conoscerai il terribile respiro mortale dell’Iku-Turso: Lethal Breath!-
Un’onda energetica rossa, lanciata dai palmi delle mani, stava per colpire Bud in pieno, ma riuscì ad evitare il peggio lanciando gli Shadow Tiger Claw con tutte e due le mani, così che l’esplosione lo scaraventò lontano senza danneggiare minimamente la sua God Robe. Quando il polverone scomparve, Niklas rimase per la seconda volta molto sorpreso.
-Maledetto, perché ti ostini a non morire?-
-Odino non vuole che muoia perché ho una missione da compiere.- disse Bud alzandosi a fatica.
-Ma piantala. Ma se ti reggi in piedi a malapena. Fatti ammazzare senza opporre inutile resistenza.-
-Mai!-
-E allora se la metti così…-
Il corpo di Niklas s’illuminò di nuovo e la piovra comparì alle sue spalle. -Eccoti il colpo di grazia: Iku-Turso Might!-
L’onda, di colore viola, era molto più grande e potente di quella precedente. Anche l’esplosione che ne seguì fu molto più potente. Questa volta non c’era alcuna possibilità che si fosse salvato e quindi Niklas iniziò a ridere soddisfatto. All’improvviso sentì qualcosa rompersi e notò che sulla sua God Robe si stavano formando piccole crepe.
-Che… diavolo… succede…-
Bud era poco lontano da lui, alla sua sinistra, che lo guardava.
-T… tu! Come…?-
-Ho evitato il tuo colpo con un salto laterale e ne ho approfittato nel colpirti con i miei artigli.- gli rispose Bud.
-Come… hai… fatto…?-
Non gli rispose, fece ardere il suo cosmo e lo colpì di nuovo con gli artigli distruggendogli la God Robe e uccidendolo. Una volta sconfitto, Bud s’inginocchiò e svenne per la fatica. Iniziò a fare un sogno. Vedeva Tarja che veniva aggredita da ombre scure e maligne, mentre lui non poteva fare nulla perché qualcosa gli bloccava i movimenti. Si risvegliò di colpo e si alzò.
-Non c’è tempo per riposare!- disse tra sé.
Nonostante avesse combattuto una battaglia faticosa, da come correva veloce non sembrava affatto. Dopo poco tempo, fu costretto ad arrestarsi a causa del God Warrior che gli si parò davanti. La forma della God Robe di quel tizio, di colore grigio, era identica a quella di Bud, mentre l’elmo, a maschera, ricordava vagamente quello di Alberich con due occhi rossi nel mezzo. Era un altro ragazzo di una ventina d’anni, aveva capelli lunghi verde oliva e occhi neri.
-Però. Non credevo che saresti riuscito a battere Niklas. Ma vediamo come te la caverai contro di me: Tóki di Garmr.- disse presentandosi.
-Senti, cane, perché non vai a cuccia e mi lasci proseguire?- gli chiese Bud.
Lo aveva chiamato “cane” in riferimento alla sua corazza divina. Garmr era un cane infernale, una specie di Cerbero della mitologia norrena.
-Che simpaticone che sei. Mi fai venire ancora più voglia di farti a pezzi.-
Bud sbuffò e, con uno scatto fulmineo, gli diede un montante che lo scagliò in aria. Nonostante la botta, Tóki ricadde in piedi e, dopo avergli fatto un sorriso beffardo, lo ripagò anche lui colpendolo con un pugno allo stomaco dopo un movimento fulmineo. Non appena Bud indietreggiò barcollando, Tóki gli diede altri pugni per poi colpirlo con un calcio rovesciato buttandolo a terra.
-Non avrò pietà per te.- gli disse.
-A quanto pare… non ne hai neanche per te.- disse lui rialzandosi.
-Taci!-
Il corpo di Tóki s’illuminò di una luce azzurro ghiaccio e dietro di lui comparve la figura di Garmr.
-Muori: Violent Fierceness!-
Il colpo, che come diceva il nome era di una violenza feroce, prese in pieno Bud. Il suo coprispalla e il bracciale destro, andarono in frantumi, ma il resto era ancora intatto.
-Come diavolo hai fatto a sopravvivere al mio attacco?- chiese Tóki sorpreso.
-Non ho tempo da perdere con darti spiegazioni.- disse Bud.
-D’accordo, come vuoi. Questa volta ti ucciderò senz… ah!-
Non finì la frase. Bud aveva iniziato ad espandere il suo cosmo.
-Shadow Tiger Claw!-
In men che non si dica, la God Robe di Garmr andò in frantumi e Tóki cadde a terra senza vita. La corsa riprese e stava per raggiungere un bosco che, una volta superato, sarebbe arrivato al castello di Hilda. Era lo stesso bosco in cui Alberich, della stella Megres, aveva combattuto e perso contro il Saint di Atena chiamato Shiryu. Stava quasi per entrarci, ma si ritrovò davanti un altro God Warrior. Era alto e grande come Thor, aveva gli occhi neri, la sua God Robe, di colore verde, aveva un grosso guscio dietro la schiena, l’elmo, a casco, rappresentava la testa a bocca aperta, con occhi blu, di quella che era, a tutti gli effetti, una tartaruga.
-Se vuoi entrare nel bosco dovrai prima batterti con me. Sono Ormi di Zaratan!- disse il guerriero.
-Ho capito. Tu sei la creatura della mitologia norrena conosciuta come balena-isola o tartaruga-isola.- disse Bud.
Il guerriero annuì.
-Visto che hai tanta voglia di combattere, ti accontento subito: Shadow Tiger Claw.
Ormi si buttò a terra e, come una vera tartaruga, inserì braccia, gambe e testa dentro il guscio. Quando i fasci di luce lo raggiunsero, non gli causarono neanche un graffio.
-Uh, uh, uh, uh! Non sperare di poter scalfire l’Invincible Shield. E’ praticamente impossibile.- disse Ormi restando nella sua posizione.
Bud rimase senza parole e senza sapere che fare, dato che ogni volta il risultato era sempre lo stesso. Fu allora che ripensò all’attacco di suo fratello alla villa di Saori Kido e di come si era sbarazzato di quegli inutili bronze saints, che si trovavano lì a proteggerla, e decise di fare la stessa cosa. Corse verso Ormi, gli passò accanto, usò il suo colpo e, in un attimo, una lunga fila di fasci di luce bianca sbucarono dal terreno colpendolo e sollevandolo in aria.
-Ah!- esclamò il guerriero.
Ritirò fuori la testa e gli arti e, dopo essere riatterrato, rimase di stucco notando piccole crepe sul pettorale.
-Dannato... Prendi: Zaratan Wrath!- disse.
Bud evitò con un salto l’onda energetica verde e riutilizzò i suoi artigli, ma Ormi tornò a proteggersi. Quando riatterrò provò ad utilizzare il trucco di prima, ma il suo avversario lo anticipò dandosi una spinta tirando fuori il braccio destro e, gettandosi contro di lui come un proiettile, ancora con testa e arti dentro al guscio, lo colpì cogliendolo di sorpresa. Appena cadde a terra, Ormi tirò fuori le gambe e fece un gran salto all’indietro per ricadergli addosso di schiena. La botta fu così forte che Bud spalancò gli occhi e sputò sangue. Tra le altre cose, il suo pettorale si riempì di crepe.
-Un’altra botta e morirai.- gli disse Ormi compiaciuto ritirando fuori la testa e gli arti. Bud, a fatica, si rialzò e Ormi si preparò a colpirlo con lo Zaratan Wrath, ma lui lo anticipò con un nuovo colpo:
-Shadow Tiger Fangs!-
Dal suo pugno lanciò una sfera di luce bianca che colpì in pieno Ormi mandandogli totalmente in frantumi la corazza. Solo il guscio era rimasto intatto. Poté finalmente vedere che aveva i capelli corti e biondi.
-Sei stato fortunato. Nessuno aveva mai visto questo colpo, perché non ho mai avuto l’occasione di usarlo.- gli disse nonostante fosse già morto.
Finalmente entrò nel bosco. La sua corsa procedeva tranquilla, senza alcuno ostacolo.
“E’ qui che Alberich è morto.” pensò.
A un tratto, però, una risata isterica e raggelante lo fermò.
-Ora che sei entrato in questo bosco, God Warrior ombra, non ne uscirai mai più vivo. Ah, ah, ah, ah, ah!- gli disse la voce continuando a ridere.
-Ridicolo! Mostrati, piuttosto.- disse Bud.
In un attimo, il misterioso guerriero atterrò davanti a lui. Dal tono di voce doveva avere una trentina d’anni, però indossava un elmo dotato di maschera che gli copriva il volto e rappresentava un viso maligno con bocca aperta, denti aguzzi, occhi gialli, un lungo naso a becco e ai lati dell’elmo spuntavano quelle che sembravano due orecchie a punta. La God Robe tutta verde smeraldo, rappresentava l’Hiisi, una creatura maligna della mitologia finlandese che viveva nelle foreste.
-Benvenuto nel mio regno. Lascia che mi presenti: Sono Kim di Hiisi.- disse il guerriero.
-Capisco. L’Hiisi è una creatura delle foreste, o boschi, ecco perché ti trovi qui. Molto appropriato.-
All’improvviso, Bud trasalì. Dato che, secondo la mitologia, quella creatura rappresentava le forze inesplicabili e pericolose della natura, pensò che anche lui conoscesse lo stesso colpo di Alberich.
-Prima di combattere, ho una cosa da chiederti.- disse Bud.
-Cosa?- chiese Kim.
-Per caso sai usare la Nature Unity?-
-Non so di cosa parli…-
-Ok, come non detto.-
E si mise in posizione di combattimento.
-Sei piuttosto malconcio. Non mi sarà difficile farti fuori.- disse Kim.
-Non ci riuscirai. Shadow…-
Non finì la frase perché Kim, con un rapido movimento, gli diede un forte pugno sullo stomaco. Non appena si chinò, gli diede un calcio sul mento che lo sollevò in aria, quindi saltò, lo afferrò per le gambe e lo gettò a terra con violenza facendogli perdere il suo candido elmo. Mentre era a terra, Kim lo colpì ripetutamente con calci e, quando si stancò, lo afferrò per il collo con una mano e iniziò a stringerglielo. Bud guardò il suo avversario e iniziò a sorridergli.
-Che cavolo hai da ridere? La botta ti ha fatto impazzire?- gli chiese.
Lui non disse nulla, le sue unghie si allungarono e gridò:
-Shadow Tiger Claw!-
Aveva deciso di usare lo stesso trucchetto che aveva usato contro Ormi e, infatti, numerosi fasci di luce bianca sbucarono da sottoterra facendo volare Kim e danneggiando parecchio la sua God Robe. Non appena cadde a terra e si rialzò, l’elmo andò in frantumi svelando il suo volto. Come si era dedotto, aveva una trentina d’anni, capelli lunghi arancioni e occhi nocciola.
-Ora siamo pari. Entrambi non abbiamo più l’elmo.- disse Bud.
Kim sorrise e bruciò il suo cosmo.
-Ah!-
-Natural Calamity!- gridò.
L’esplosione che ne seguì, fu davvero tremenda. Kim rimase a bocca aperta, però, quando vide Bud steso a terra ma ancora vivo.
-Come è possibile? Sei immortale?-
-Mi sono salvato grazie al mio colpo, le Shadow Tiger Fangs.-
-Maledetto.-
-Ora provalo sulla tua pelle!- gli disse lanciandoglielo.
Lo prese in pieno, senza riuscire a reagire, e cadde a terra senza vita, mentre la sua God Robe si era distrutta completamente.
“Sto arrivando Valdor!” pensò.
Appena raggiunse il palazzo, trovò ad aspettarlo al portone un giovane quindicenne, a braccia conserte, con una God Robe scarlatta. La cosa incredibile, era che la forma era la stessa, l’unica differenza, a parte il colore, era molto più coprente, del bronze cloth del cigno. I capelli del giovane erano bordeaux, mentre gli occhi erano neri.
-Benvenuto, God Warrior ombra. Se vuoi entrare nel palazzo dovrai sconfiggermi. Sono Elias di Red Swan.- disse.
-Un cigno di guardia? Vuoi imitare quello che nel poema era il guardiano del fiume dell'oltretomba Tuonela? Ricordavo che era nero, però.- disse Bud.
-Come puoi ben vedere, hanno sempre sbagliato.-
-Va bene, basta perdere tempo. Se vuoi combattere, combattiamo.-
I due contendenti si misero in posizione di combattimento espandendo i loro cosmi.
-Prendi. Punainen Myrsky!-
Una tempesta di cristalli di ghiaccio rosso lo investì scagliandolo poco lontano. “Uh… il suo colpo… è potente. Forse pari al Blue Impulse di mio fratello. Un momento, come ho detto? È un azzardo, ma forse sono in grado…” pensò Bud mentre si rialzava.
-Resistente. Cosa ti rende così? Perché ti ostini a metterti contro il Sommo Valdor?- gli chiese Elias.
-Non lo capisci da solo? L’amore per la giustizia, per la mia terra e per la ragazza che amo.-
-Mpf. Questi discorsi mi hanno sempre dato la nausea. L’amore è una menzogna e la vera giustizia risiede nella forza e la violenza.-
-Sei solo un ragazzino. Non puoi capire.-
-Chiudi quella bocca.-
Detto questo, lo colpì di nuovo con la Punainen Myrsky gettandolo a terra.
-Hai resistito ancora? Perché? Deciditi a morire una buona volta!-
Infuriato, Elias corse verso di lui e lo calciò ai fianchi e alla pancia per tante volte. Poi lo prese per i capelli mettendolo in piedi e gli diede un montante che lo alzò in aria.
-Questa volta sei finito sul serio. Punainen Myrsky!-
Bud, cogliendo Elias di sorpresa, mentre era a mezza aria allungò il braccio destro.
“Fratello, dammi la forza!” pensò.
-Blue Impulse.- gridò poi.
Le due arie congelanti si scontrarono scaraventando i due lontano. Non appena si rialzarono, Elias si diresse a tutta velocità verso Bud e anche lui fece altrettanto. Una volta faccia a faccia, iniziarono a prendersi a pugni, e calci, insieme ad un susseguirsi di schivate. Elias, stanco, allargò le braccia, il suo cosmo bruciò, dietro di lui comparve la figura di un cigno dal piumaggio scarlatto, e disse:
-E’ ora per questo cigno di spiccare il volo, e anche tu. Red Swan Fly!-
Il colpo fu lanciato, ma Bud usò il Blue Impulse bruciando anche lui il suo cosmo in modo tale da essere più potente del colpo nemico. Fu così infatti. il Red Swan Fly si dissolse, Elias fu colpito in pieno e la sua God Robe si sbriciolò.
-I miei più sinceri complimenti, ma non riuscirai mai a sconfiggere Valdor. Anzi, non riuscirai mai più a vedere la sua faccia. Ah, ah, ah… ah!- disse Elias per poi spirare.
Bud non ci fece caso e corse verso il castello. Era completamente vuoto. Neanche l’ombra di una guardia. Quando finalmente giunse davanti al portone della sala del trono, fece un forte sospiro e lo aprì. Davanti a lui, seduto sul trono che una volta era di Hilda, c’era Valdor. Era un uomo di circa trentacinque anni, anche se a ben vederlo dimostrava di più, aveva lunghissimi capelli bianchi, occhi grigi, una profonda cicatrice sulla guancia sinistra, e una God Robe viola di poco pregio rispetto a quelle dei suoi servitori.
-Ecco il famoso God Warrior ombra. Credevo che il gelo ti avesse ucciso.- disse vedendolo.
-Non era il volere di Odino.- disse Bud.
Solo dopo, si accorse che accanto a Valdor c’era Hilda in ginocchio, completamente nuda, coperta di lividi e graffi e aveva le braccia alzate al soffitto con i polsi incatenati.
-Ah! Hilda! Razza di schifoso… cosa le hai fatto?-
-Non si capisce? Le ho fatto provare un piacere che il suo Siegfried non le ha mai fatto provare. Avresti dovuto essere qui per sentire come urlava e gemeva ah, ah, ah, ah! A volte sembrava che gemeva più di dolore che di piacere, ma che importa? L’importante è che almeno uno di noi abbia apprezzato, non credi?-
Bud si sentì pervadere dalla rabbia.
-Che orrore… e tu osi dire di essere al servizio di Odino? Sei solo una bestia travestita da essere umano.-
-Dì pure quello che ti pare. Tanto sarà l’ultima cosa che dirai.- disse Valdor alzandosi dal trono.
-Lasciala andare!-
-È quello che stavo facendo. Non mettermi fretta!-
Guardò Hilda, i suoi occhi s’illuminarono di rosso e le catene si spezzarono lasciandola cadere a peso morto in posizione prona.
-Hilda!- disse Bud correndo verso di lei.
Quando le fu vicino, la prese tra le braccia. Lei aprì lentamente gli occhi e quando lo vide disse con un filo di voce:
-B… Bud… sei ancora vivo? So… sono felice…O… Odino… Odino non mi ha abbandonata…- disse piangendo.
-Ssssh… non parlare. Riposati. Ora ci penso io.- le disse accarezzandole il viso e asciugandole le lacrime.
-Ma guardatelo. Che scenetta commovente. L’avevi ripudiata, eppure sei venuto qua per lei. Sei proprio strano.- disse Valdor.
Bud tremò di rabbia.
-Hai parlato troppo per i miei gusti. È tempo che tu muoia.- gli disse alzandosi e bruciando enormemente il suo candido cosmo.
-Ooooh, affascinante. Dimmi, perché invece di combattermi non ti unisci a me? Con me sarai un God Warrior a tutti gli effetti e non più una semplice ombra. Hai ripudiato Hilda, quindi non puoi rifiutarti.-
-Non l’hai ancora capito? Io la ripudiai perché era diventata malvagia. Io combatto per la giustizia, non per il male.-
-Ho capito, basta. Vieni fuori. Combatteremo sotto la statua di Odino, così sembrerà che ci sta guardando.-
-Idea intelligente da parte tua.-
-B… Bud!- disse Hilda afferrandogli il braccio.
-Dimmi.- disse lui inginocchiandosi.
-I lupi. Stai attento ai lupi.-
-I lupi?-
-Allora? Che stai aspettando? Non fremevi dalla voglia di uccidermi? O ti sei trasformato di colpo in un coniglio bianco?-
Bud accarezzò Hilda, le fece un sorriso e si alzò.
I due uscirono nel grande cortile, dove c’era la gigantesca statua di Odino e che fu il campo di battaglia di Siegfried contro Seiya e i suoi compagni.
-Eccoci qua. Preparati a morire, falso sacerdote del dio Odino.- disse Bud tirando fuori le unghie.
Valdor iniziò a ridere come un pazzo.
-Cosa ti prende?- gli chiese.
-Ho dimenticato di dirtelo, ma non sono io il tuo avversario come hai probabilmente pensato.-
-Cosa?-
Fischiò e due figure comparvero davanti a lui. Erano due God Warrior gemelli di diciasette anni. I loro occhi erano ambrati, i loro lunghi capelli, che coprivano tutta la schiena, erano grigi argentei e le loro God Robe erano nere e identiche a quella di Fenrir. L’unica cosa diversa era l’elmo, a casco, che rappresentava una testa di lupo con la bocca aperta, e gli artigli sui pugni erano tre anziché due e non aveva disegni a forma di occhi. Quando Bud li vide pensò:
“Un’altra coppia di gemelli? Ma è mai possibile che questo stupido manga, o anime, ne sia pieno?”
-Ti presento i miei God Warriors più fidati: Ul di Sköll, alla mia destra, e Ver di Hati alla mia sinistra.- li presentò Valdor.
-Ecco cosa intendeva Hilda!- disse Bud.
-Esatto! Ah, ah, ah, ah!-
Nella mitologia norrena, Sköll e Hati erano due lupi maligni che inseguivano rispettivamente Sól, il sole, e Máni, la luna, per divorarli e gettare il mondo nelle tenebre e nel caos.
-Lo lascio a voi ragazzi.- disse Valdor, mentre si dirigeva verso un piccolo trono situato ai piedi della statua.
Schioccò le dita e i due balzarono verso Bud. Ul gli atterrò davanti, mentre Ver gli atterrò dietro, e gli conficcò i suoi tre artigli nella schiena. Anche Ul fece altrettanto conficcandoglieli nello stomaco perforando, come suo fratello, la God Robe con estrema facilità e raggiungendo la carne. Ver gli passò le proprie braccia sotto le ascelle così da tenerlo in piedi e permettere a Ul di continuare a colpirlo. A ogni colpo, Bud sputava sangue e urlava.
-Vedo che la tua spalla non ha più una protezione. Che succede se conficco gli artigli lì?- gli chiese con un ghigno fastidioso.
Senza ulteriori indugi, gli conficcò gli artigli nella spalla destra e Bud lanciò un urlo straziante.
-Che bel suono!- dissero Valdor e i gemelli in sincrono con aria soddisfatta.
-Vai, fratello.- disse Ul.
Ver sollevò Bud gettandolo all’indietro facendogli battere la testa sul pavimento. Sembrava morto sul colpo, invece Bud, anche se stordito e sanguinante dalla fronte, si rialzò.
-Caparbio!- dissero in coro i due.
-Sei pronto, fratello?-
-Come sempre.-
- Wolf Fangs!- gridarono insieme.
Entrambi, lanciarono dal loro pugno destro una serie di piccole onde energetiche a lama che colpirono ripetutamente Bud e lo gettarono a terra. Si era protetto il viso col braccio sinistro, ma qualche onda era riuscita a ferirlo alle guancie, mentre altre lo colpivano alle gambe provocando molte crepe ai gambali.
-Maledetti! Shadow Tiger Claw!- gridò.
Fasci e onde si scontrarono e i gemelli sospesero l’attacco per evitare gli altri che li stavano per colpire. Bud comprese quanto fosse difficile combattere contro due nemici e gli tornarono alla mente tutte le volte che colpiva gli avversari del fratello nell’ombra per favorirgli la vittoria. Non era per niente un comportamento decente.
-Certo che è incredibile. Come fa a reggersi ancora in piedi? Cosa lo spinge?- si chiesero in sincrono i gemelli.
-È la giustizia! Voi due non lo capirete mai!- disse Bud.
-Falla finita con questo rivoltante discorso! Grievous Death!-
In sincrono, i due lanciarono dai pugni un’onda energetica nera molto grande. Bud non poté evitarla e perciò si parò con l’unico braccio ancora protetto dalla God Robe. Andata a segno, cadde a terra, mentre il bracciale andava in frantumi insieme al coprispalla. I due sorrisero.
-Un altro colpo e la tua God Robe sparirà completamente. E tu con lei!-
Saltarono, unirono i loro pugni, mentre dietro di loro comparivano le figure di Sköll e Hati, e gridarono insieme:
-Darkness Advent!-
La potenza del colpo fu enorme. I due gemelli, tornati con i piedi per terra, furono contenti del loro lavoro. Non c’era più traccia di Bud, quindi iniziarono a ridere di gioia.
-Piantatela di ridere!- li rimproverò Valdor.
-P… perché?- chiesero in sincrono.
-È ancora vivo, idioti!-
Quando si alzò dal trono, si voltò e lo distrusse con lo sguardo. Bud era riuscito a evitare il colpo e a nascondersi dietro al trono con una velocità sorprendente.
-Non posso morire adesso che sono a un passo dalla vittoria, non credi?- disse Bud.
Ul e Ver gli comparvero davanti, consentendo a Valdor di allontanarsi. Un comportamento da vero vigliacco.
-Mi avete scocciato voi due. Sparite. Shadow Tiger Claw!-
I due evitarono il colpo e anche loro gli lanciarono le loro Wolf Fangs. Dopodiché, Ver lo riafferrò alle spalle, come fece all’inizio, così che Ul lo poté colpire con gli artigli. Fu allora che Bud iniziò a bruciare il suo cosmo.
-AH!- esclamò Ver lasciandolo.
-Che succede?- gli chiese il fratello.
-Il suo cosmo è freddo come il ghiaccio!-
-Ah!-
Ul sentì chiaramente il cosmo di Bud che aumentava a dismisura e si allontanò da lui.
-Vieni qui fratello.-
I due, insieme, saltarono e si prepararono a lanciare il Darkness Advent. Bud spalancò gli occhi e gridò:
-Blue Impulse!-
Un’aria congelante di enorme potenza investì i due, le loro God Robe andarono in pezzi e volarono lontano atterrando pesantemente sul pavimento. Bud s’inginocchiò per la fatica.
-Bravo. Davvero bravo. Uno scontro magnifico. Non c’è che dire.- disse Valdor applaudendo e avvicinandosi a lui.
Bud si rialzò a fatica. Con uno scatto fulmineo, Valdor lo colse con un pugno allo stomaco. Quando si chinò, lo colpì alla schiena buttandolo a terra.
-Su, alzati. Ho appena cominciato!- gli disse.
-Tu… schifoso…-
Si rialzò a fatica.
-Bravo!-
Dal palmo della sua mano destra lanciò una sfera rossa che colpì il pettorale, già gravemente malmesso, e lo distrusse completamente.
-Ah!- esclamò Bud.
-Ora sei come una tigre privata delle zanne senza la tua amata God Robe.- gli disse sorridendo biecamente.
-Che tu sia maledetto.-
-Eccoti la punizione di Odino per esserti messo contro di me: Odin Retribuction!-
Lo prese in pieno petto. Fu scaraventato lontano, mentre la sua maglia andava a brandelli. Quando toccò terra, aveva gli occhi semichiusi e il sangue sulla bocca, ma era ancora vivo nonostante tutto.
“È così che deve finire?” pensò.
“Proprio ora che sono arrivato alla fine? Dovrò raggiungere mio fratello… con che faccia oserei guardarlo? Tarja… amore… non ho saputo mantenere la promessa. Perdonami. Odino… perché permetti tutto ciò? Perché?”
-È morto! Ormai nessuno può più ostacolarmi. Odino mi ha riconosciuto come il sovrano di Asgard. Presto anche il resto del mondo sarà mio. Ah, ah, ah, ah, ah!- disse Valdor.
-Non… stai… correndo… troppo?- disse Bud rialzandosi.
-Ma non è possibile! Ti sei preso il mio colpo in pieno e non avevi neanche alcuna protezione. E’ assurdo. Assurdo!- gridò correndo verso di lui per colpirlo con un pugno.
All’improvviso, dal cielo grigio comparve un candido bagliore e un globo, dello stesso colore, scese lentamente in mezzo a loro. Quando svanì, al suo posto c’era la God Robe di Syd.
-Questa…- disse Valdor senza finire.
-Mio fratello è venuto in mio aiuto.- disse Bud sorridendo e con gli occhi lucidi per la commozione.
La God Robe si smontò e tutti i pezzi si unirono al corpo del suo nuovo padrone.
-No! Tutto ciò è assurdo!-
Bud corse verso Valdor con gli artigli ben in vista e, come fece con Ormi, lo colse di sorpresa con innumerevoli fasci di luce bianca che spuntarono dal terreno e lo sollevarono in aria. Sulla sua God Robe si formarono piccole crepe.
-Che tu sia maledetto… Odin Retribuction!- gridò dopo essere tornato con i piedi a terra.
Bud evitò il colpo, si avvicinò a Valdor e lo colpì con una ginocchiata, poi un calcio in pancia e usò di nuovo gli Shadow Tiger Claw per danneggiargli ancor di più la corazza.
-E questo… è il colpo di grazia: Blue Impulse!- disse.
Valdor fu colpito in pieno e anche lui si ritrovò senza più protezione. Quando si rialzò, e raccolse tra le mani quel poco che rimaneva della sua God Robe, era disperato.
-La mia… God… Robe… maledetto. Maledetto!-
-Mi basterebbe usare solo gli Shadow Tiger Claw per ucciderti, ma non ne vale la pena. Ora puoi andartene da Asgard e rinunciare ai tuoi stupidi sogni di conquista.- disse allontanandosi.
-Rinunciare? E quando mai l’ho pensato? Crepa! Odin Retribuction!-
Bud distrusse il colpo con il Blue Impulse, per poi prepararsi a lanciargli le Shadow Tiger Fangs. S’interruppe di colpo perché un tuono colpì il terreno, dove giacevano i corpi dei gemelli, e ci fu un bagliore scarlatto. Un globo dello stesso colore si avvicinò e si mise in mezzo ai due e, quando scomparve, si rivelò essere una God Robe. Rappresentava un lupo nero a due teste.
-A… allora è questa la vera natura della God Robe di Sköll e Hati.- disse Valdor con tono commosso.
Bud, ripresosi dallo stupore, stava per colpirla, ma si smontò e si unì al corpo di Valdor. La sua testa, come la corazza precedente, non aveva alcuna protezione, i coprispalla raffiguravano le teste, prive di mascella, dei due lupi, mentre il resto dei pezzi erano come tutti gli altri.
-Ora anch’io, come te, ho una nuova protezione.- disse Valdor felice.
-Ti vedo alquanto perplesso. Lascia che ti racconti, allora, la leggenda che c’è dietro questa veste divina: la leggenda vuole che, se i fratelli con indosso le corazze di Sköll e Hati vengono sconfitti, anche se vengono polverizzate, la God Robe riacquista il suo vero aspetto e si unisce a colui che faceva loro da padrone. In questo caso, il loro padrone sono io. Ah, ah, ah, ah. Requisito fondamentale, per averla, è essere spietati e io, come hai potuto vedere di persona, lo sono molto.-
-…-
Bud rimase senza parole e deglutì. Non certo per il suo discorso folle, ma perché ora, con quella corazza addosso, aveva un cosmo tre volte più potente di prima.
-Leggo preoccupazione nei tuoi occhi e questo mi fa gioire.-
Il suo cosmo iniziò a bruciare e Bud si mise in posizione di difesa.
-Prendi le Wolf Fangs.-
Come facevano i gemelli, anche lui lanciò innumerevoli piccole onde a lama, che Bud evitò con un salto.
-Non osare scappare.- disse Valdor.
Dopodiché saltò e, con il braccio destro, afferrò il collo di Bud facendolo schiantare al suolo. Nella botta perse l’elmo.
-Questa volta ti ammazzerò sul serio.- gli disse, mentre lui cercava di rialzarsi.
Gli diede un forte calcio nel costato, poi lo afferrò per i capelli sollevandolo e iniziò a conficcargli gli artigli nella schiena facendolo urlare e sputare sangue. All’improvviso lo lasciò allontanandosi di qualche passo così da permettergli di rialzarsi. Quando fu finalmente in piedi, gli occhi di Valdor s’illuminarono di rosso e una forte onda d’urto lo scagliò lontano.
-Mi stai deludendo. Reagisci, no?- gli disse ridendo.
-D’accordo, l’hai voluto tu.-
Corse verso di lui e usò gli Shadow Tiger Claw, ma non andarono a segno perché si spostò di lato con una rapidità sorprendente.
-Prendi questo: Twin Howl!-
Il colpo, lanciato da entrambi i pugni, colpì Bud in pieno, ma senza procurargli alcun danno e questo fece arrabbiare Valdor che saltò e lo colpì con una ginocchiata allo stomaco. Questo gli consentì di reagire dandogli un violento pugno sul mento seguito dal lancio delle Shadow Tiger Fangs che le prese in pieno. Anche lui, però, non si fece nulla.
-Adesso basta. Questa volta, il mio Odin Retribuction ti distruggerà. Prendi!- disse.
L’onda scarlatta si diresse a tutta velocità verso Bud che non muoveva un muscolo, ma intanto il suo cosmo ardeva intensamente.
-Blue Impulse!-
Aveva usato la stessa potenza con la quale sconfisse i gemelli, l’Odin Retribuction si dissolse e Valdor fu investito in pieno e scaraventato lontano. Sembrava finita, e invece no. La God Robe era stata parzialmente danneggiata. Non aveva più i coprispalla, i bracciali e il pettorale avevano qualche crepa, ma niente di più.
-Maledetto!- disse Valdor tremando di rabbia e bruciando il suo cosmo.
-Non ti perdonerò mai! Final Doom!- aggiunse gridando come un pazzo.
L’esplosione provocata dal colpo fu incredibile. Questa volta, non c’era possibilità che Bud fosse sopravvissuto. Almeno, questo era quello che pensava Valdor. Il suo avversario era ancora vivo. Privo della sua God Robe e steso a terra supino, ma vivo.
-Tu non sei umano! Altrimenti non si spiegherebbe come cavolo tu sia sopravvissuto al mio colpo. Però, ormai non hai più niente che ti protegge. Sarà un giochetto ucciderti.- gli disse.
Mentre si avvicinava, Bud, semicosciente, pensava tra le lacrime:
“Questa volta, ha ragione lui. È finita. Non ho neanche più la forza di sollevare la testa. Non è bastato l’aiuto di mio fratello a fermarlo. Tutto è perduto. Addio Tarja! Continua a vivere, anche per me.”
-Dovrei concederti di esprimere “l’ultimo desiderio per il condannato a morte”, ma siccome noto che non hai neanche più la forza di parlare... finiamola in fretta.- disse Valdor una volta raggiunto.
Gli puntò contro il palmo della mano che brillava di rosso.
-Addio, God Warrior ombra. Non posso dire che è stato un piacere perché non è così. In compenso, mi congratulo per il tuo coraggio, ovvero, la tua stupidità. Odin…-
Non terminò la frase, perché due raggi di luce dorata illuminarono il corpo di Bud.
-Da dove diavolo vengono questi raggi?- si chiese.
Guardò bene e capì che venivano dagli occhi della gigantesca statua di Odino. Bud si rialzò come se quella luce gli avesse donato nuova linfa. Valdor si mise le mani tra i capelli.
-No! Odino, cosa stai facendo? Perché?- chiese rivolto alla statua.
-Consento alla giustizia di distruggere il male. Tu sei il male, e come tale, devi essere distrutto!- disse una voce possente e autoritaria proveniente dalla statua.
-No, non è vero! Io, non sono il male!- gridò.
Stava per lanciargli contro il suo colpo per distruggerla, ma Bud gli mise una mano sulla spalla e, quando si girò, gli diede un violentissimo pugno che lo buttò a terra.
-Dannato. Ti farò sparire insieme a quella volgare statua!- gridò il sacerdote in preda alla rabbia.
Saltò e si preparò a lanciare il suo colpo, ma un brivido di terrore lo frenò.
-Non è possibile! Oltre aver riacquistato la mobilità, il suo cosmo è diventato ancora più forte.- disse.
Infatti, il cosmo di Bud era aumentato a dismisura.
-Eccoti il mio colpo più forte. La mia carta vincente. Consideralo un mio personale regalo per te: Northern Lights!-
Un colpo di incredibile potenza, perfino superiore a quello di Camus dell’Acquario o di quello del suo allievo Isaac, investì Valdor disintegrandogli il corpo e la God Robe. Una volta morto, le nuvole scomparvero liberando il sole e Bud sorrise nel vederlo. Hilda fu medicata e lui se ne andò senza dire nulla. Quando tornò da Tarja, lei fu contentissima nel rivederlo e lo abbracciò senza riuscire a non piangere. Tutto ciò che avvenne poi, era che i due si sposarono cinque anni dopo, ebbero un figlio, che Bud decise di chiamare Syd in onore di suo fratello, e che da grande sarebbe diventato il nuovo God Warrior della stella Mizar per difendere Asgard e il figlio di Hilda, e del suo defunto padre Siegfried, celebrante di Odino come la madre, dagli invasori.
   
 
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