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Autore: RoseHale    04/12/2010    0 recensioni
Questa storia parla di Sofia che un giorno esce con la madre per fare shopping e viene a sapere, dall'amica Eliana, della morte di un'altra loro amica. Partono per Parma (perchè la ragazza è stata uccisa lì) e.. il resto lo scoprirete solo leggendo! Spero vi piaccia.. :)
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla ricerca dell'assassino

Si trovava a casa lei, nella sua bellissima casa al mare sulle coste dell’Adriatico e leggeva, leggeva un libro molto interessante sui pinguini. La ragazza seduta sulla comoda poltrona verde di casa sua, doveva avere circa 15 anni. Era molto bella in viso: gli occhi erano di un verde strano, insolito, la pelle era liscia, così liscia da far invidia a chiunque, il nasino era piccolo ma tanto grazioso e infine le labbra, esse erano di un colore tendente al rosso, anche se più chiaro. Sebbene fosse seduta, si poteva molto bene intravedere la sua corporalità: gli stretti pantaloncini neri le valorizzavano le gambe così lunghe e prive di ogni difetto; di sopra, invece, portava una maglietta a bretelline, che le delineava le forme. I capelli erano sciolti e così lisci che sembravano spaghetti. Si trovava a Ravenna, bellissima città dell’Emilia Romagna. << Sofia, vedi di non perdere ancora tempo con quel libro! Preparati che dopo dobbiamo andare in centro a comprare quel vestito che ti piace tanto >> diceva la madre. << Finisco il capitolo e vengo, mamma >> rispose garbatamente la ragazza. Era delicata nei modi, non disubbidiva quasi mai ed era l’orgoglio della famiglia in quanto al liceo classico era la migliore della classe ed era una delle migliori giocatrici di pallavolo della sua squadra, nonostante avesse iniziato pochi anni fa. Finito di leggere il capitolo, come da lei detto, chiuse il libro e lo posò con delicatezza sul tavolino di vetro. Si alzò e si diresse verso la finestra che, imponente, si affacciava sul mare, o meglio sulla sabbia chiara e morbida. << Forza Sofia! Dai muoviti, vestiti! Non puoi uscire in questo modo >> disse la madre, facendo riferimento agli abiti poco adatti per un’uscita. La ragazza sbuffò e corse a prepararsi. << che mi metto!.. >> diceva, buttando i primi vestiti che le capitavano per le mani sul letto. Dopo circa quindici minuti scarsi, era pronta: ben pettinata, leggermente truccata (anche se non ne aveva bisogno) e vestita. Lei e la madre uscirono e si recarono in centro. Di solito non vi era movimento di martedì, ma essendo estate, c’era sempre qualcuno che ne approfittava. Dopo aver girato un po’, entrarono nel negozio e, dopo una serie di lamentele da parte della madre riguardo al vestito, uscirono senza niente in mano. << basta mamma! >> diceva Sofia disperata << ho 15 anni ormai, so quello che va bene o no per me! >>. La madre sospirò, come per dire ‘ma come devo fare con te’ e disse << ma quel vestito non ti sta bene! >>. La ragazza rise, << non mi sta bene? L’ha detto pure la ragazza che mi sta bene! >> urlò, stava attirando gente. La madre la prese per il polso e disse rapida << cerca di abbassare la voce o giuro che fili dritta a dormire senza cena! Capito?! >>. La ragazza sbuffò nuovamente e mormorò sconfitta << va bene.. scusa >>. Entrarono ancora nel negozio e, quella volta, uscirono con due borse piene di roba. Erano benestanti e il modo migliore in cui spendevano i soldi erano beneficienza, vestiti, case e viaggi. Mentre camminavano, la ragazza notò una figura familiare e raccomandò alla madre che sarebbe un momento andata dalla sua amica. << Eliana! >> si avvicinò sorridendo << come stai? >> chiese, felice. << ciao.. >> le rispose l’amica così piano che a malapena riuscì a sentirla. << cosa c’è? >> chiese Sofia, preoccupata. << ecco vedi.. la nostra amica Giulia è stata trovata morta pochi giorni fa.. >> sussurrò, mentre una lacrima le solcò il viso. << che.. che cosa?.. >> chiese l’altra, mentre una miriade di lacrime le rigavano le guancie << come è stata trovata morta?.. ma non è possibile.. aveva solamente 16 anni.. >>. Eliana cominciò a singhiozzare; << oh no.. no ti prego non piangere.. >> diceva Sofia, abbracciandola in segno di conforto. << ma.. ma come è possibile? Dove l’hanno trovata morta? >> chiese, chiudendo poi gli occhi per trattenere una lacrima. << è scomparsa per un paio di giorni e.. la polizia l’ha trovata morta vicino Parma >> concluse. <> sussurrò Sofia, guardandola negli occhi castani. << ora devo andare.. c’è mia mamma che mi aspetta.. semmai ci sentiamo per telefono, ok? >> chiese, ottenendo come risposta un sì tremante. Durante il viaggio di ritorno, raccontò tutto alla madre e poi in casa al padre: erano entrambi dispiaciuti per la sua morte. Così, la stessa sera, aveva chiamato l’amica Eliana e si erano accordate su una partenza alla ricerca della persona che aveva ucciso la loro amica. Aveva detto tutto ai genitori, i quali si fidavano molto di lei e, dopo una serie di discussioni, la lasciarono partire. Con Eliana, dopo aver preparato le valigie, si erano incontrate alla stazione, accompagnate dai rispettivi genitori. Dopo aver preso il treno, si ritrovarono nella stazione di Parma, luogo a dir poco stupendo! Prese le valigie, arrivarono all’hotel, accompagnate dal taxi e si sistemarono nella stanza e cominciarono a parlare e a parlare, discutendo del luogo dove era stata uccisa la loro fidatissima amica e alla fine decisero che sarebbero andate proprio lì. Con lo zaino in spalla, si recarono, grazie ad una serie di indizi, al luogo del delitto: un bosco isolato. <> esclamò Sofia, facendo un segno della mano all’amica, la quale si avvicinò e osservò il posto attentamente. <> disse, sconvolta dall’emozione <>. <> sussurrò l’amica, sorridendo comprensiva <> era così sicura delle sue parole, ma dentro di sé aveva molta paura. Nel frattempo, mentre le due ragazze parlavano, un uomo le ascoltava da dietro un albero: era lui il serial killer che aveva ucciso l’amica. Appena sentì il nome ‘polizia’, un brivido gli percosse la schiena, ma continuò ad origliare le loro conversazioni. Le ragazze, verso le sette e mezza di sera, tornarono in albergo, sempre seguite da quest’uomo. I giorni passavano, ma le ragazze non riuscivano a trovare il luogo esatto in cui la loro amica era stata uccisa; e l’omicida spiava sempre le due, sapendo in anticipo, cosa doveva fare per non essere scoperto. Non faceva così per cattiveria, ma per rimorso personale: aveva così tanto desiderato una figlia o un figlio e, dopo vari tentativi, la moglie rimase incinta, ma il bambino morì prima di nascere. Da allora, la donna non aveva più voluto bambini, per la paura che la morte gli accogliesse ancora (che morissero ancora). Passarono anni e anni e l’uomo era diventato sempre più triste e ogni volta che vedeva dei ragazzi sorridere, il mondo gli crollava addosso e veniva assalito da una voglia frenetica di ucciderli, visto che non aveva mai vissuto la felicità di avere un figlio tutto suo. Passò all’incirca una settimana, ma le due quindicenni non avevano ancora scoperto niente. Ma una sera, mentre camminavano per il bosco, scorsero una luce che compariva tra le foglie degli alberi e fluttuava, come se la tenessero in un recipiente con acqua. <> sussurrò Sofia, il cui viso era ben esposto alla bagliore candido della luna appena sorta. L’amica si girò e disse <> l’altra acconsentì e cominciarono a camminare in direzione della luce, finché non si ritrovarono di fronte a essa. <> chiese Eliana, guardandola intensamente; <> a circa un metro di distanza vi era un cellulare mezzo rotto. Sofia riuscì ad accenderlo, <> sembrava orgogliosa di aver trovato quell’oggetto. Ma, ad un certo punto, si sentì un fruscio e le due ragazze, contemporaneamente, si girarono e videro un uomo che le spiava: il probabile assassino! <> chiese Eliana, con una nota di paura nella sua voce. L’uomo si avvicinò a loro: era pauroso. <> disse, mentre un sorrisetto vendicativo si posava sulle sue labbra. Allora le ragazze terrorizzate, si guardarono e cominciarono a correre nella direzione dove erano dirette: correvano disperate, avevano il respiro affannoso e le batteva forte il cuore nel petto. Ad un certo punto, infilatesi tra un ramo e un altro di un albero, non riuscirono a liberarsi: erano in trappola! L’assassino era distante una decina di metri e brandiva un pugnale bello grosso, pronto a colpire. Allora, la luce, che si rivelò essere lo spirito di Giulia, l’amica morta, si posò davanti l’uomo e lo abbagliò. Le ragazze, riuscirono a liberarsi e corsero in direzione della città più veloce che mai. La strada si faceva sempre più vicina, finché si trovarono in una strada lievemente illuminata da pochi fari. <> diceva Eliana, <> esclamò frettolosamente. <> disse l’altra. In un secondo digitò il numero della polizia, la quale rispose. <> chiuse la chiamata e in meno di cinque minuti, la polizia accorse rapida e silenziosa verso la via che le avevano indicato. <> sussurrò un uomo sulla quarantina <> chiese, scrutando il bosco. Le ragazze parlarono con lui ed escogitarono un piano. Le due ragazze si misero in bella vista, illuminate dalla luce della luna, proprio di fronte al bosco. Nel momento esatto in cui la luce andò via (perché si poteva benissimo scorgere nel buio della notte), l’assassino corse in direzione della strada; vide le due ragazze e, ingenuamente, si avvicinò a loro, così sicure nei loro movimenti. Nel momento esatto in cui lui cominciò a parlare, la polizia spuntò da ogni angolo della strada o del bosco, bloccando tutte le possibili uscite all’assassino. Lo arrestarono e le ragazze ringraziarono la polizia. Infine, Sofia ed Eliana tornarono nelle rispettive case e vennero accolte dalla loro famiglia e dalla famiglia di Giulia, la quale le ringraziò e cominciarono, sebbene con una perdita grave, a rifare la vita di tutti i giorni.

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Spazio all'autrice: questo racconto l'ho scritto in due ore.. doveva essere una fiaba da consegare a scuola, ma mi sono lasciata prendere dalla fantasia xD spero davvero che vi piaccia.. :)

  
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