Alle porte del sogno
Non
ho molto da dire stavolta.
Avevo
questa song-fic in mente da molto tempo e volevo
scriverla.
Ho
deciso inoltre di completare tutto quello che riguarda Twilight
per cercare di dedicarmi anche ad altro.
Non voglio
abbandonare questa saga, è stato il mio primo amore, e il primo amore non si
dimentica mai xD
Perciò,
come la giro, continuerò a scrivere qui.
Passiamo
alla song.fic adesso.
È
dedicata a Leah e a Sam, una coppia (?) che mi ha
sempre ispirato e che avrei voluto che la Meyer
esplorasse di più.
Spero
vi piaccia! Una recezione sarebbe gradita <3
Buona
lettura!
***
Dimenticare
alle porte del sogno incontrarti e parlare
Dimenticare
alle porte del sogno invitarti a ballare
Dimenticare
ai bordi del cielo toccarti e volare
Dimenticare
alle porte del sogno baciarti e restare
“Sam!” sbottai non appena aprii la porta da casa.
Era lì: il Sam che non mi aveva richiamata.
Il Sam sparito da giorni.
Il Sam dai capelli sempre arruffati.
Il Sam che qualunque torto avesse fatto avrei sempre perdonato.
Il Sam che amavo più della mia stessa vita.
“Dobbiamo … parlare” sussurrò con voce strozzata.
“È successo qualcosa? Bè, nemmeno è una domanda! Non ti sei fatto vivo per giorni! Giorni Sam! Ti sembra il modo di essere fidanzati questo? A me non sembra e…”
“Leah! Ascoltami!” mi interruppe e mi appoggiò le sue mani nelle mie spalle.
Mi persi nei suoi occhi neri che continuavamo a fissarmi.
“Mi sono innamorato di Emily”
E dopo questa frase vidi il vuoto.
Grazie per avermi spezzato il cuore
finalmente la luce riesce a entrare
Strano a dirsi ho trovato pace
In questa palude
mentre una sera scagliava invece
Musicali Promesse
di apocalisse
Grazie per l'invito a...
Dimenticare. Questa era la parola che continuavo a ripetermi dal quel giovedì d’Agosto, tre giorni dopo che mia cugina era venuta a trovarmi.
Dovevo andare io quell’estate a trovarla nella sua città ma non volevo lasciare Sam da solo per troppo tempo.
Ero gelosa si, terribilmente gelosa di lui.
“Posso entrare?” sentii bussare
“No.” Risposi secca.
Ma ugualmente la mia porta si aprì.
Ma era così difficile far capire il significato della parola sola?
“Leah” sussurrò Sam
“Che vuoi?” gli domandai. Che cosa voleva ancora da me? Che cosa!
“Sono venuto a dirti una cosa… Emily ha paura e ha paura che tu non accetta. Mi sembra anche giusto ma.. lei vorrebbe che tu sia la sua damigella d’onore al nostro matrimonio il ventiquattro maggio.”
Due settimane. Non riuscivo a più a respirare. Due settimane. Uccidetemi!
“Leah! Stai bene?” domandò come se, a lui, importasse davvero qualcosa.
“vi spo-sposate?” balbettaì.
“Si” riuscì solo a dire.
Mi uscì un sorriso non appena pensai che tra pochi giorni quei due si sarebbero sposati.
Emily sarebbe diventata la signora Uley e io, quando udirò quel fatidico si, non avrò più niente.
Dimenticare
le notti, le albe, il vino, le lotte
alle porte del sogno incontrarti e parlare
Dimenticare
alle porte del sogno invitarti a ballare
i giorni, le luci, le stanze d'albergo, le voci
Dimenticare
ai bordi del cielo baciarti e suonare
i porti, le nebbie, gli inverni, l'orgoglio
Dimenticare
il vento, gli scherzi, le foglie, le ombre, l'odio
Alle porte del sogno sposarti ogni giorno
“Stai benissimo” affermò mai madre sistemandomi le spalline del vestito.
Non risposi. Non starò mai bene, qualunque vestito, qualche trucco, qualunque pettinatura indosserò.
“Perché lo stai facendo?” chiese distraendomi dai miei pensieri.
“Cosa?” risposi con un’altrettanta domanda.
“Essere la damigella d’onore della donna che sta per diventare moglie del tuo ex-fidanzato”
“Brava mamma. Ex - fidanzato. Non mi importa. Se vuole questo, lo avrà”
Sgranò immediatamente gli occhi.
“Mamma tranquilla! Non rovinerò il loro matrimonio … anche se vorrei terribilmente mettere una bomba sotto l’altare” affermai mentre sentii scendere una lacrima dal mio viso.
“Amore mio!”
L’abbraccio di mia madre, in questo momento, era l’unica cosa che avrebbe potuto permettermi di sopravvivere.
Grazie
per avermi spezzato il cuore
finalmente la luce riesce a entrare
Strano a dirsi ho trovato pace
In questa palude
mentre una sera scagliava invece
Musicali Promesse
di apocalisse
Grazie per l'invito a...
A dimenticare
Strano a dirti ho trovato pace
Alle porte del sogno
Rivedo i porti, le nebbie, gli inverni, le ombre, le inutili piogge
le albe, le lotte, le luci, i giorni, le notte, le stanze d'albergo
L'orgoglio.
Mi scansai per non afferrare il bouquet della sposa.
Mi voltai per farlo e lo vidi: Sam era lì.
Sorrideva, si metteva in posa per le continue foto e congratulazioni.
Era felice. L’importante ero questo.
Nessuno avrebbe potuto curare la ferita che avevo, nessuno e niente, ma quel sorriso, quella convizione che lui stava facendo la scelta giusta, mi permetteva di creare in una cicatrice in quel mio cuore ormai distrutto.