La solita - in un certo senso lagnosa - voce che non riusciva più a sopportare, fuori della sua camera.
Il moro andò ad aprire la porta, cercando di portare pazienza, benché ormai l’avesse esaurita quasi tutta.
«Che ci fai qui a quest’ora?».
Chika si grattò la nuca, sorridendo colpevole.
«Non riesco a dormire. Posso stare con te?» chiese, diretto.
Uno sguardo, semplice, diretto.
Eloquente.
«No» sentenziò l’altro, sbattendogli in faccia l’uscio.
«Daaai, Shitooo!!» si sentì chiamare da fuori, con lo stesso tono di poco prima.
Shito rimase a fissare la porta, poi sospirò, esasperato.
«Perché ogni notte, puntualmente, si ripresenta con la medesima richiesta...?».