-Dovresti confessare i tuoi veri sentimenti a mia sorella, e devi farlo questa sera.

-Non penso sia possibile- Harry rabbrividì quando il vento sfiorò con violenza la sua nuca. –Amo lei e lei lo sa. Non ho nulla da dirle-.

Ronald strinse con forza la bacchetta da cui uscì un fiotto di luce azzurra: -Nulla? Sai benissimo di cosa sto parlando! Non prendermi per il culo perché quella che stai illudendo è mia sorella! Per te non significa nulla sgattaiolare fuori di casa in piena notte per andare da… da...

Un conato di vomito colpì Ron, lasciò immediatamente la bacchetta e si mise le mani davanti alla bocca provando a deglutire il disgusto che avrebbe voluto volentieri far uscire.

-Merda, Ron questi sono affari miei, solo affari miei.- Abbassò lo sguardo e provò a scacciare i pensieri della notte prima, di quella prima ancora, e di tutte quelle che sarebbero venute. Sorrise e si portò una mano davanti al viso per nascondere a Ron il rossore che stava colorando le sue guance. Era sbagliato, ogni cosa nella sua vita stava prendendo un corso sbagliato, ma non era abbastanza per farlo fermare.

-Sei sposato da anni Harry, hai due figli e tua moglie è incinta di nuovo. Non puoi dirmi che vuoi mandare tutto a puttane perché ora credi di essere diventato...

Harry guardò furiosamente in faccia l’amico che di colpo si bloccò, capendo di averlo turbato. –Io non sono diventato niente Ron! Sono sempre io. Sono l’Harry innamorato perso della splendida Ginny, sono l’Harry che insegna a cavalcare le scope ai suoi due meravigliosi ragazzi, l’Harry che due volte a settimane cena a casa dei suoi due migliori amici. Perché non mi credi? Se amo lei perché tutto questo ti sembra sbagliato?-
L’ultima frase la disse così piano che l’amico non riuscì a sentire, ma fu comunque sicuro che riuscì a captarla nei suoi occhi umidi. Harry si conosceva abbastanza bene da sapere che non avrebbe mai confessato un segreto del genere a sua moglie, e soprattutto sapeva che quella notte sarebbe tornato da lui, di nuovo. Il senso di colpa lo colpiva solo al ritorno a casa quando sentiva il timido russare di suo figlio più giovane. Ogni volta si sentiva il peggiore padre del mondo ma non riusciva a fermare la passione che condivideva con il suo amante. Bloccò nuovamente i suoi pensieri e guardò il viso pallido del suo amico, che all’istante lo ricambiò. Aveva l’espressione triste e due grossi solchi appena sotto gli occhi azzurri.

-Ti voglio bene, Harry, te ne vogliamo tutti. Non voglio che Ginny soffra per niente, ma ti scongiuro! Tu devi confessarle i tuoi problemi sentimentali, lei ti ama davvero!

Harry annuì impercettibilmente, sapendo che non avrebbe mai potuto promettergli tutto questo, sapendo che non avrebbe mai potuto rinunciare né alla sua vita con Ginny, né alle notti di passione che ormai non poteva più tenere segrete a sé stesso.