Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: L i a r    05/12/2010    4 recensioni
Spalancò gli occhi e automaticamente la sua mano andò al comodino accanto al letto per afferrare alla cieca la bacchetta; aspettò che il respiro si calmasse e poi lasciò la presa sulla maglietta, all’altezza dello stomaco, per asciugarsi il sudore sul collo.
Non ricordava esattamente cos’aveva sognato ma di sicuro non era stato qualcosa di piacevole.

Partecipa al contest "Cave Canem".
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Partecipa al Cave Canem.

N.B: La storia è ambientata nel 17 giugno 1996.
 

 

Di incubi, ansie e soluzioni.





Spalancò gli occhi e automaticamente la sua mano andò al comodino accanto al letto per afferrare alla cieca la bacchetta; aspettò che il respiro si calmasse e poi lasciò la presa sulla maglietta, all’altezza dello stomaco, per asciugarsi il sudore sul collo.
Non ricordava esattamente cos’aveva sognato ma di sicuro non era stato qualcosa di piacevole.
 
 
Dopo una doccia e un caffè provò a rilassarsi, seduto sulla poltrona sfondata di casa sua, cercando di trovare la forza di uscire e fare il suo dovere; si era alzato praticamente all’alba e ora aveva la schiena distrutta, la testa pesante e un’ombra d’inquietudine che gli premeva sul petto.
Non c’era nulla di cui preoccuparsi, si disse. Avrebbe voluto rimanere dov’era, aspettando che quella sensazione allucinante sparisse, ma si alzò con un sospiro per dar retta al suo senso del dovere.
Quattro minuti e ventitre secondi dopo era nell’entrata del numero dodici di Grimmauld Place, stringendo le labbra: di sicuro non era arrivato ancora nessuno, e l’ultima cosa che voleva era rimanere da solo con Sirius – che molto probabilmente era protagonista nel suo incubo.
“Ah, Moony! - sussurrò il sorridente padrone di casa affacciandosi sulle scale – dai, scendi, ho appena fatto il caffè.”
Remus annuì e lo raggiunse in cucina, sedendosi e rifiutando con la mano la tazza che gli porgeva l’altro “L’ho appena preso, grazie” mormorò.
Sirius scrollò le spalle e gli si sedette di fronte, sbadigliando. “Come mai qui così presto?”
“Mh, mi sono svegliato prima del solito e non avevo voglia di rimanere in casa. Tu invece sei in piedi da poco, eh” stirò le labbra in un sorriso, accennando ai capelli arruffati dell’altro.
“È così evidente?” ghignò di rimando Sirius, portandosi la tazza alle labbra.
I successivi cinque minuti videro Remus fissare con interesse il muro accanto a sé e Sirius sorseggiare il caffè, osservando l’altro con attenzione; quando questi sospirò aggrottò le sopracciglia, dicendogli “Cos’è che non va, Moony?”
“Ah? – sobbalzò l’interpellato, fissandolo come se si fosse dimenticato della sua presenza (cosa effettivamente vera) – Ah, uh, niente…?”
“Remus, ti prego, non -” si interruppe quando sentì la porta d’ingresso aprirsi; gli altri membri dell’Ordine, quindi, cominciarono a raccogliersi in cucina per la solita riunione.
 
 
 
Sirius mosse la coda di scatto quando qualcuno aprì la porta della stanza di Alisecco; annusò l’aria e riconobbe Remus, che stava entrando inchinandosi all’Ippogrifo.
“Ci avrei scommesso…” borbottò sorridendo e Sirius mugugnò la sua approvazione mentre gli carezzava quel punto dietro le orecchie, e cominciò a scodinzolare.
Remus gli si sedette a fianco, per stare più comodo, e poggiò la schiena al muro; dopo qualche minuto smise di grattarlo e Sirius gli lappò la mano, guaendo. “Che schifo, Pad.” E sorrise, ché il muso del cane sembrava proprio ghignare.
“Dovresti solo sentirti onorato di essere coperto da cotanta bava regale.”
“Come no…”
Sirius, di nuovo umano, si accomodò meglio per fissarlo negli occhi senza farsi venire il torcicollo; ora che non era più nella sua forma canina, però, quella strana sensazione d’ansia lo investì di nuovo, quella confusione che sentiva addosso da quando aveva aperto gli occhi nel suo letto.
“Come mai sei venuto a cercarmi?”
Socchiuse la bocca per dire qualcosa, ma scosse la testa e puntò gli occhi al pavimento “Volevo un po’ di tranquillità.”
E mentre lo osservava davvero dopo anni, Sirius si rese conto di tutte le rughe, delle labbra strette, dello sguardo vacuo, delle mani malferme, delle spalle contratte, della testa chinata, dell’insicurezza, della paura che Remus cercava di nascondere da chissà quanto tempo.
E lui non si era mai accorto di niente – la vedeva quasi, la sua coscienza, che gli picchiettava una spalla e diceva ‘Bravo Sirius, il solito egoista di merda’.
Si era perso nel suo dolore, nella frustrazione di dover essere rinchiuso in casa senza poter fare nulla e non s’era reso conto di quanto dovesse essere difficile allo stesso modo stare lì fuori, e combattere, e sentirsi impotenti, e sentirsi sopraffatti.
Remus stava cedendo, ché era fragile - Sirius lo sapeva da sempre e invece che stargli accanto non faceva che compiangersi.
La sua mano scattò in avanti, ma si fermò a mezz’aria, a dieci centimetri dalla spalla dell’altro: rimase immobile e Remus lo fissò dubbioso, sbattendo le palpebre; Sirius arretrò di scatto borbottando scuse e parole a caso – per cosa doveva scusarsi, poi? – e Remus, istintivamente, inclinò il busto verso di lui, e poi gli rovinò addosso abbracciandolo.
Sirius era confuso: di solito era lui quello che abbracciava la gente, o comunque invadeva lo spazio personale altrui; ma quello era prima di– prima. Non c’era una cosa che riconosceva dopo quei fottuti dodici anni, nemmeno se stesso.
“Che hai?” mormorò, piano, ma Remus non rispose. Si aggrappò più forte alla stoffa della sua maglia, e Sirius strofinò la guancia contro la sua spalla. L’odore di Remus, e la sua pelle, e le mani ruvide e affusolate, erano cose che solo ora capiva quanto gli fossero mancate.
Non era esattamente nei suoi piani – si sentiva un po’ imbarazzato, inadeguato, ché a tanta vicinanza non era più abituato ma, dannazione, forse non sarebbe più capitato, Moony così vicino aggrappato disperatamente a lui… - eppure, senza pensarci, sfiorò col naso la mascella dell’altro, spingendolo a guardarlo negli occhi.
Forse non l’avrebbero ritrovata più quella sintonia, che sapeva di vecchio e di consunto, che però ancora funzionava; per questo Sirius smise di pensare e lo baciò, mordicchiandogli le labbra, saggiando la morbidezza dei suoi fianchi, riscoprendo i muscoli appena accennati ma scattanti che cercavano di assecondare la sua foga.
Si erano trasferiti nella camera di Sirius, ora, inciampando e senza curarsi di essere visti dagli altri; gli sembrava surreale strofinare una gamba contro il cavallo dei pantaloni di Remus, strattonargli la maglia per mordere appena accanto alla clavicola, all’altezza della spalla, infilargli una mano nei pantaloni e guardarlo ansimare con gli occhi lucidi, sussurrando il suo nome e digrignando i denti mentre arrivava l’orgasmo.
Gli sembrava troppo quando Remus sorrise – quasi ghignò: dopotutto era un Marauder anche lui – e gli abbassò i pantaloni, prendendo la sua erezione in bocca e facendolo gemere come un ragazzino (come a Hogwarts, come ere di baci rubati fa).
Era tutto come prima, cercò di convincersi Sirius. Tutto come prima, e ora avevano bisogno di più, e affondando in Remus, muovendosi in sincronia alla ricerca del piacere, dell’essere una cosa sola ancora una volta, stendendosi poi sul letto ancora boccheggiando, Sirius si convinse che ce l’avrebbero fatta, in un modo o nell’altro. Sarebbero sopravvissuti, sarebbero rimasti esattamente così, un lupo mannaro e un reietto che avevano perso troppo (la fiducia, il tempo, una vita intera), e che meritavano quando tutto sarebbe finito di andare avanti insieme.
Sorrideva come un pazzo, Sirius, ridendo mentalmente della sensazione che provava fino a poco fa; non c’era nulla di cui preoccuparsi.
Remus sorrise; chiuse gli occhi e affondò il volto nei capelli dell’altro.
Non c’era nulla di cui preoccuparsi.









N.d.A.:
Non mi piace e non è nemmeno lontanamente come volevo che fosse *sigh*
Grazie a chiunque abbia letto/commentato, spero che almeno a voi sia piaciuta.

Appena usciranno i risultati del contest copierò qui sotto il giudizio che riceverà la storia *incrocia le dita*

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: L i a r