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Autore: mamogirl    05/12/2010    3 recensioni
Il primo giorno in cui nevica é sempre speciale, osservare come lentamente i fiocchi di neve ricoprano il paesaggio in poche ore. E' ancora più magico se lo puoi condividere con la persona amata.
Brian, durante una veloce vacanza in montagna insieme a Nick,decide di far partecipe il ragazzo di una tradizione che ricorre ogni anno tra lui e sua mamma il primo giorno di neve.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Brian&Nick's Love Story'
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Let it snow.

 

Silenziosamente, senza far rumori per svegliare la persona che dormiva pacificamente di fianco a lui, Brian si alzò da letto, rabbrividendo per l'improvviso passaggio dal caldo delle coperte al freddo della stanza.

Qualcosa lo aveva svegliato, qualcosa di intangibile o visibile ad occhio nudo.

Era solamente una sensazione, di quelle che difficilmente poi si rivelano essere sbagliate.

C’erano tutti gli indizi, il mese era perfetto per quell’evento.

E lui, se lo sentiva.

Quella sera, o forse la mattina successiva, dal cielo sarebbero incominciati a scendere dei piccoli fiocchi bianchi, cristalli di ghiaccio che avrebbero poi  adornato il paesaggio, rendendo tutto più magico.

La prima nevicata dell’anno.

Per lui era sempre stato un momento speciale ma quell’anno lo sarebbe stato ancor di più.

Grazie alla presenza del biondino che dormiva nel suo letto e che riscaldava la sua vita giorno dopo giorno.

 

But if you really hold me tight

  

Due paia di braccia lo circondarono, un mento aveva trovato posto sopra la sua spalla ed un respiro caldo solleticava il suo collo.

“Ehi, cosa ci fai qui quando c’è un bel letto caldo ed invitante dietro di te?”

Non sapeva quante ore erano trascorse dal momento in cui si era seduto sul divanetto sotto la grande finestra, abbastanza affinché il suo corpo si abituasse alla bassa temperatura della stanza. La baita dove si trovavano non aveva nessun sistema di riscaldamento, esattamente come le vecchie case di una volta ed era proprio per questo che l’avevano scelta per quella loro breve vacanza montanara.

Brian voltò il viso abbastanza per schioccare un bacio sulla guancia di Nick. “Sta per nevicare.”

La risata vibrò contro la sua schiena. “Non dire sciocchezze, fa troppo freddo per la neve.”

Brian scosse la testa, determinato. “Lo sento, è la serata giusta.”

“Oh, nessuna previsione ha parlato di neve ma Brian Thomas Littrell è sicuro che fioccherà.” Lo prese in giro Nick.

Brian gli tirò una lieve gomitata al fianco, sopprimendo la sua stessa risata. “Puoi anche non crederci ma domani mattina, quando ti sveglierai, troverai ad attenderti un manto bianco.”

Nick nascose il viso fra i capelli biondo scuro del ragazzo, assaporandone il lieve profumo. “Come fai ad esserne sicuro?” gli domandò.

“Quando sta per nevicare, c’è un profumo differente. È come se ogni cosa si stesse preparando per trasformarsi. Lo vedi il cielo? Non è scuro come lo dovrebbe essere normalmente, è di un grigio violaceo con una luce particolare. Non vi sono stelle, nemmeno la luna è presente per poter illuminare la terra. Da dove arriva allora quella luce?”

Nick scrollò le spalle, non sapendo rispondere. “Credi che siano i Nonsochi che si stanno preparando ad abbellire la città dietro le nuvole?” domandò allora, citando uno dei film preferiti di Brian, “Il Grinch”. Brian glielo faceva vedere dal giorno in cui era uscito al cinema, quattro anni prima. Ricordava anche la data, il 17 novembre 2000, e quello perché era stata anche la data del loro primo appuntamento. Così, anno dopo anno, ai primi giorni di dicembre Brian tirava fuori la sua videocassetta del “Grinch” e, ovunque fossero, glielo faceva vedere, dicendo che il periodo natalizio non avrebbe mai avuto inizio senza la visione di quel film.

“Può darsi.”

“Meteorologo mio adorato, che ne dici di andare a dormire?”  gli domandò Nick dopo qualche secondo di silenzio. “Conosco un modo molto interessante e divertente per aspettare la neve...” aggiunse poi con tono roco, la punta dell’indice saliva e scendeva sul braccio di Brian.

“Sempre a quello punti?” domandò Brian.

“Sei tutto infreddolito, devo prendermi cura di te prima che ti venga un brutto raffreddore e Kevin se la prenderà con me perché non puoi cantare a causa di una gola arrossata e...” Nick non ebbe modo di terminare la sua frase perché le labbra di Brian furono all’improvviso sulle sue.

“Risparmia il fiato, Nick.” lo ammonì maliziosamente Brian, una volta staccatosi da lui. “Ne avrai bisogno.”

Nick non se lo fece ripetere una seconda volta, prese fra le braccia Brian e lo portò sul letto, lasciandolo cadere sul materasso, sopra l’ingarbuglio di lenzuola e coperte e piumone.

“Nick... non per fare il sapientone ma... dovresti coprirmi se mi vuoi riscaldare...”

Nick non rispose ma salì anche lui sul letto, le gambe posizionate ai fianchi di Brian, le braccia piantate ai lati della sua testa, la fronte a pochi centimetri da quella di Brian.

“A volte non serve... l’ho letto in un manuale di sopravvivenza o qualcosa del genere. Boy scout...”

“Nick, tu non sei mai stato un boy scout.” Sottolineò Brian, la voce poco più di un sussurro roco.

Il viso di Nick si fece ancora più vicino, le labbra adiacenti all’orecchio. “L’avrò visto in televisione... in un documentario... in casi di emergenza, quando si è in una caverna, senza coperte, basta stare vicini, molto vicini, per trasferire il calore da un corpo all’altro.”

Brian fremette sotto quelle parole.

“Ed io sono molto caldo.” Concluse prima che le sue labbra prendessero possesso di quelle di Brian.

 

Oh, the weather outside is frightful

 

 “Nick.”

Il ragazzo si girò dall’altra parte, nascondendosi ancora di più sotto la coperta.

“Niick.”

“... dormire...” riuscì solamente a mormorare.

Perché Brian voleva svegliarlo?

No, la domanda giusta era: perché Brian era già sveglio a quell’ora di mattina?

Non doveva essere completamente esausto dopo quello che avevano fatto qualche ora prima? Continuando a tenere gli occhi chiusi, Nick sorrise maliziosamente ripensando all’acuto che Brian aveva tirato, una nota così alta non l’aveva mai raggiunta in quasi dieci anni di Backstreet. Ed il fatto che l’avesse fatto mentre urlava il suo nome... beh, erano punti in più per il suo orgoglio!

“Nick... dai... svegliati solo un attimo...”

Da quando Brian assomigliava ad un bambino di cinque anni sveglio la mattina di Natale e con la voglia di aprire i regali sotto l’albero?

Un piacevole odorino di cioccolato investì in pieno il suo olfatto, sciogliendo gli ultimi resti di sonno. Nick aprì gli occhi e si ritrovò immerso nell’azzurro mare degli occhi di Brian.

“Sono sveglio.” Disse, il tono ancora assonnato.

“Indovina?” domandò Brian, un sorriso sornione dipinto sul volto.

“Ho vinto il premio come miglior fidanzato del mondo?” ribatté Nick. Ricevette in risposta un bacio sull’angolo della bocca.

Mh... ciò significava che non aveva azzeccato.

“Acqua.”

“Hai sete?” domandò Nick, confuso.

“Stupido!” ribatté Brian. “Guarda fuori dalla finestra.”

Nick si alzò, appoggiando i gomiti per sostegno, e poi guardò direttamente davanti a sé, dove si trovava l’ampia vetrata da cui entrava la luce. Chiara, limpida ma non gialla come doveva essere quando il sole splendeva ma era una luce bianca, quasi accecante. Socchiudendo gli occhi, Nick riuscì a mettere a fuoco la cima degli abeti, il giorno prima solamente verde mentre ora era ricoperta da un manto bianco.

“N...neve?” domandò stupito Nick, voltando lo sguardo verso Brian. Ora capiva perché era raggiante.

“Sta ancora nevicando. Se continua così, stasera avremo già almeno trenta centimetri di soffice neve.”

“Dovrei sentirmi offeso del fatto che tu sia più contento che stia nevicando piuttosto che stare insieme a me?” domandò Nick aggrottando la fronte. “E perché sento profumo di cioccolata? E...” Nick arricciò il naso per sentire meglio l’altro aroma che entrava dalla porta. “... biscotti appena fatti?”

Brian si sdraiò su un fianco, un gomito appoggiato al cuscino e la testa poggiata sulla mano mentre l’altra accarezzava il braccio di Nick.

“Gli anni passati non eravamo mai insieme quando cadeva la prima nevicata. Il primo anno eravamo in giro per il mondo; il successivo... io ero dalla mia famiglia perché nonna non stava bene e l’anno scorso tu eri dall’altra parte del mondo a promuovere il tuo album solista.”

Nick annuì con il capo. In effetti, quello era il primo anno che assistevano ad un evento del genere insieme.

“Così, ho deciso che questa volta, finalmente, fosse quella giusta per farti partecipe di una speciale tradizione della famiglia Littrell.”

Gli occhi di Brian brillavano mentre gli diceva ciò e Nick non poteva far altro che essere altrettanto entusiasta, l’entusiasmo del ragazzo era sempre contagioso, era difficile rimanere triste o arrabbiati di fronte a quegli occhi scintillanti.

“Quando ero piccolo, alla prima nevicata io e Harry andavamo fuori... giocavano a palle di neve, costruivamo dei pupazzi di neve e poi aiutavamo papà a spalare la neve dal vialetto.” Brian fece un ghigno. “Cioè, Harry aiutava papà, io rimanevo ad osservare visto che la pala era troppo grande e pesante per me!”

“Nanerottolo!” lo derise bonariamente Nick, ricevendo in risposta una manata sulla coscia.

“Poi... beh, lo sai, sono stato in ospedale e quando ne sono uscito ero ancora troppo debole per stare fuori in giardino e giocare, tanto più che mamma aveva paura che potessi prendermi qualche virus o influenza o polmonite. O tutte e tre contemporaneamente, vista la mia fortuna sfacciata. Quindi, quando sono arrivati i primi fiocchi, mamma mi preparò una colazione speciale per tirarmi su di morale e farmi scordare che non potevo alzarmi dal letto ed uscire.” Mentre terminava quella frase, Brian si era voltato e, dopo qualche attimo, fra le sue mani c’era un vassoio, sulla cui superficie vi era due tazze fumanti di cioccolata calda ed un piatto di cookies con scaglie di cioccolato bianco. Nick sentì il suo stomaco incominciare a risvegliarsi di fronte a quel cibo invitante. Oltre ad avere l’acquolina in bocca! “La speciale colazione era cioccolata calda e biscotti appena sfornati. L’anno dopo, fortunatamente, ero ritornato la piccola peste di sempre ma mia madre decise di continuare con la tradizione, modificandola leggermente. Invece che farmi trovare la colazione già pronta, mi svegliava presto e mi portava in cucina ad aiutarla a fare i biscotti. Dopo di che, ci mettevamo in salotto con le tazze in mano ad osservare la neve.” Brian gli passò una tazza, facendogli cenno di fare attenzione affinché non si scottasse. “All’inizio, in quei momenti, mamma mi raccontava episodi che lei e papà avevano vissuto durante la loro adolescenza ma, con il passare degli anni, quegli attimi ci servivano per parlare di tutto, dai miei dubbi su che cosa fare nella vita fino a che cosa lei sognava e pregava per me e Harry.”

Nick era senza parole, sapeva che il legame tra Brian e sua madre era molto profonda, totalmente l’opposto di quello che intercorreva fra lui e la sua genitrice. “Wow.”

“Non è niente di eccezionale ma... mi manca un po’ non condividere quei momenti con qualcuno che amo e, nella speranza di molte altre nevicate trascorse insieme, pensavo che fosse il momento di creare la nostra di tradizione.” Brian abbassò lo sguardo. “E’ una cosa stupida, vero? Stupida, romantica e patetica.”

Nick si avvicinò a Brian, stando attento a non rovesciare il vassoio ed il suo contenuto sul letto; e con un solo gesto delle dita, gli alzò il mento. “Non è patetica. E’ la cosa più dolce e romantica che qualcuno abbia mai fatto per me.” Un veloce bacio sulla guancia, poi riprese a parlare. “E staremo insieme anche quando saremo vecchi come in quel video che abbiamo fatto per il Black&Blue tour.”

La risposta di Brian fu un bacio, semplice, tenero sulle labbra di Nick. “Sai di cioccolata.” Gli mormorò in un secondo momento. Nick scoppiò a ridere, contagiando anche Brian.

“Ora... questi bei biscotti, sono opera tua?” domandò Nick, prendendo in mano un cookie.

“Beh, non dovrei dirtelo, però i chicchi di cioccolato sono stati scelti appositamente da uno scoiattolo che abita qualche tronco più giù di casa nostra mentre una marmotta ha sciolto le miglior tavolette per fare la tua bevanda.”

“E tu come hai contribuito?”

“Supervisionando tutto con tanto amore.”

“Oh che lavoro impegnativo.”

“Richiede molta pazienza. Non sai quanto sia dispettoso uno scoiattolo.”

“E la marmotta?”

“Mi stai prendendo in giro?” domandò Brian, un sopracciglio alzato mentre aspettava la risposta.

Nick bypassò quella domanda, prendendo un biscotto ed azzannandolo come se fosse un lupo affamato.

“Nick.” lo richiamò Brian, con quel tono pedante che assomigliava troppo a quello di Kevin.

“Non...mph… sto man...giando…”

Le braccia di Brian si incrociarono davanti al suo petto. “Aspetto.”

“Sai che stavo scherzando... ma non scherzo dicendo ora che questi sono i più buoni biscotti mai mangiati prima. A parte quelli di tua madre, quelli sono inarrivabili.”

“Beh, grazie.” Rispose Brian, i lineamenti del suo volto si fecero più rilassati.

“Tu sei da sposare.” Commentò Nick. “E perché non mi hai mai cucinato queste prelibatezze?”

“Vorrei evitare che il mio ragazzo ingrassi e diventi il quadruplo di me!”

“Se qualche chilo in più è il prezzo da pagare per cibo buono, sano e nutriente... ehi, sono anche disponibile a ciò!”

Brian rise nonostante stesse anche lui assaggiando uno dei biscotti; e, doveva ammetterlo, gli erano usciti davvero squisiti, nonostante fosse un sacco di tempo che non si metteva in cucina ed era stato difficile ricordare a memoria l’esatta dose per ogni ingrediente. Ma il risultato finale aveva decisamente surclassato ogni sua aspettativa.  

“Quindi l’anno prossimo conoscerò anch’io la famosa ricetta di questi squisiti cookies?”

“Se fai il bravo.”

Nick sistemò il vassoio dal lato opposto dei suoi fianchi, poi fece avvicinare Brian fin quando non si fosse posizionato con la schiena contro il suo petto. Gli scoccò un bacio sulla guancia. “Buongiorno.”

“Buongiorno.” Rispose Brian, mettendosi comodo fra le braccia di Nick.

“Che cosa prevede il resto della tradizione?” gli domandò Nick.

Brian sorseggiò la cioccolata prima di rispondergli. “Aspettiamo che scenda ancora un po’ di neve e poi usciamo a divertirci.”

Per qualche minuto rimasero immersi nel contemplare la nevicata che continuava imperterrita a cadere al di fuori della casa, sorseggiando la cioccolata calda e scambiandosi aneddoti della loro infanzia ed iniziando a progettare un futuro insieme.

 

But the fire is so delightful

 

“Sto congelando!” esclamò Nick mentre rientravano correndo nella baita. Per tutto il tempo in cui erano rimasti fuori, a giocare a lanciarsi palle di neve, i fiocchi avevano continuato a scendere senza smettere nemmeno per un secondo. Oltre al freddo, non aveva certo aiutato a tenersi caldi il fatto che avessero fatto una lotta sulla neve, angeli e poi... oh, e poi c’era stato il suo primo bacio dato sotto, sopra e di lato al bianco.

“Vai di sopra a cambiarti mentre io accendo il fuoco.” Disse Brian, sfregando le mani l’una contro l’altra per riscaldarle.

Essere ridotti ad una rappresentazione umana e vivente di un pupazzo di neve era il piccolo prezzo da pagare per tutto il divertimento di quelle ore fuori all’aperto.

“Nick? c’è qualche minima opportunità che tu abbia messo i vestiti in bagno invece che...” mentre parlava, anzi urlava al ragazzo pensando che potesse sentirlo, Brian era entrato nel salotto per poter accendere il fuoco ma si era dovuto bloccare a metà strada quando aveva visto Nick inginocchiato di fronte al camino, vestito ancora e tutto grondante di acqua e ghiaccio.

Davanti al camino, sul pavimento aveva steso una coperta e buttato qua e là dei cuscini.

Brian si avvicinò al ragazzo, notando che almeno aveva tolto gli scarponi.

“Nick...”

“Che divertimento c’è a spogliarsi da solo?” Disse Nick, alzandosi dopo essersi assicurato che il fuoco fosse ben scoppiettante ed annullando la distanza fra i due. “Abbiamo il fuoco.”

Brian intuì dove volesse andare a parare Nick, in effetti di fronte al camino non avevano ancora provato ed il fatto che non c’era nessuno che potesse interromperli... faceva sì che quella fosse una proposta molto ma molto allettante. Inoltre, erano poche le volte in cui Nick gli lasciava il totale controllo della situazione.

“Beh, non posso lasciarti di certo in questi vestiti tutti bagnati...” disse mentre le sue mani si avvicinavano alla cerniera della giacca a vento, slacciandola molto lentamente. Prese il suo tempo per far scendere il giaccone dalle spalle lasciando contemporaneamente piccoli baci su tutto il collo.

“Nemmeno te.” Rispose rocamente Nick, le dita già alla base dell’azzurra giacca di Brian. Vista la differenza di altezza, Nick optò per occuparsi del viso di Brian, incominciando a baciargli il punto dove orecchio e collo si univano per poi seguire la linea della mascella, quella splendida mandibola che risaltava sotto la pelle, ben definita nei suoi contorni; quella parte di Brian aveva sempre attratto Nick ed era stata, almeno il periodo prima che si mettessero insieme, il centro delle sue fantasie.

Nick arrivò in prossimità delle labbra nello stesso momento in cui il giaccone di Brian toccò il pavimento. Maliziosamente, si staccò e lasciò a Brian il privilegio della seconda mossa.

E non dovette aspettare molto, le dita di Brian stavano già cercando la loro strada verso i pantaloni, ringraziando silenziosamente chi avesse inventato quelli da sci per aver omesso cerniere o bottoni ed aver scelto dei semplici lacci. Accompagnò con le mani la discesa del tessuto, accarezzando, quasi come se non lo facesse apposta, la pelle leggermente fredda per essere stata a contatto con del materiale bagnato e ghiacciato; una volta che i pantaloni ebbero raggiunto le caviglie, le mani di Brian ricominciarono la salita, questa volta prendendo il tempo necessario per assicurarsi che il caldo prendesse il posto del freddo.

Dedicò molta attenzione alla parte superiore, conoscendo a memoria i punti giusti per far esplodere brividi, non di freddo, dal ragazzo.

“Stai giocando con il fuoco, Bri Bri.” Lo provocò Nick, prendendogli le mani fra le sue ed aiutandolo ad alzarsi. Gli fece tenere le braccia alzate mentre gli toglieva il maglione bianco. “Sei peggio di una matrioska, quanti strati di indumenti hai indosso?” gli domandò scherzosamente quando notò che, sotto il maglione, il ragazzo indossava una maglietta a maniche lunghe.

“Dovrai scoprirlo da solo.” Fu la maliziosa risposta di Brian, le mani che avevano ritrovato la loro posizione sui fianchi di Nick.  “L’unico indizio che posso darti è che...” una mano incominciò a salire sotto il maglione del compagno, a contatto diretto con la pelle visto che non indossava nient’altro, nemmeno una canottiera. “...avevo molto freddo questa mattina.”

“Beh, spero che almeno la ricompensa sia adeguata agli sforzi che devo fare per ottenerla.” Commentò Nick, dibattendo con se stesso cosa fosse meglio, togliere tutti gli strati di vestiti che Brian indossava o lasciare al ragazzo la prossima mossa, non voleva di certo sentire la mancanza di quelle mani contro la sua pelle.

Fu Brian a decidere, togliendo le mani improvvisamente dal suo petto e facendogli intendere che doveva continuare con il prossimo indumento; Nick non se lo fece ripetere due volte, in un nanosecondo la maglietta di Brian giaceva nell’angolo più lontano della stanza.

Una seconda maglietta, questa volta a maniche corte. “Dimmi che è l’ultima...”

“Potrei...”

“Devo scoprirlo?”

“Poi sarà il tuo turno.”

“Stai parlando troppo, lo sai?”

“E tu fai troppo domande.”

Anche la seconda maglietta seguì la traiettoria della prima e, finalmente, Nick scoprì la bellezza della pelle di Brian; istintivamente, la sua mano fu sulla cicatrice che risaltava, timidamente, in mezzo al petto: ne era sempre stato attratto, anche se all’inizio, subito dopo l’operazione, non era mai riuscito nemmeno a poggiare lo sguardo su di essa. Era spaventato e terrorizzato nel vedere i punti... oh, e poi i lividi! Ma con il tempo, quel brutto segno si era trasformato in una semplice linea bianca e lui sembrava non riuscire a non accarezzarla, soprattutto sentendo i gemiti di piacere ed i brividi che provocava quel semplice gesto in Brian.

Nick si staccò quel tanto che permetteva a Brian di togliergli, senza fare troppa fatica, il suo maglione e poi riprese ad accarezzare il corpo del ragazzo.

Un semplice scambio di sguardi, occhi azzurri che si parlavano fra loro, ammettendo il desiderio che stava bruciando in entrambi, il freddo ormai dimenticato ed i tremori che salivano per le loro schiene erano solamente a causa della passione.

“Ti amo, Bri.” Mormorò Nick, permettendo a Brian di spingerlo sulla coperta.

“Ti amo, Nicky.” Rispose Brian, suggellando quella dichiarazione con un bacio, lasciando poi libera uscita alla passione, quel fuoco che bruciava molto più ardentemente di quelle fiamme rosse ed arancioni che prendevano vita nel camino.

 

It doesn't show signs of stopping, 

And I brought some corn for popping;

 The lights are turned way down low, 

Let it snow, let it snow, let it snow.  

 

Quando Brian si risvegliò, si accorse di non trovarsi più sdraiato sul pavimento davanti al fuoco ma nel caldo rifugio del piumone. Oggetto che si trovava in camera da letto, quindi dedusse che Nick lo avesse portato lì dopo che si era addormentato in sala.

“Eh sì, Rok, non sei più giovincello.” Mormorò fra sé e sé. “L’anno prossimo entri negli anta.”

Scacciò indietro quel pensiero, prima che le paranoie collegate ad esse prendessero sempre più spazio e potere – fra tutte, quella che un giorno Nick cambiasse idea e decidesse di trovarsi qualcuno della sua età o, forse, più giovane di lui – e scostò le coperte, scoprendo che l’unico indumento che indossava era un paio di boxer.

Prima di scendere dal letto, si stiracchiò leggermente, sentendo e decidendo di ignorare i piccoli dolorini localizzati nelle parti basse, il piacere che aveva ricevuto superava di gran lunga quel piccolo prezzo da pagare!

Sorridendo ed arrossendo alle immagini che fluttuavano nella sua mente riguardo all’incontro di qualche ora prima, Brian incominciò a rivestirsi, scegliendo una delle felpe di Nick in cui starebbe stato a suo agio visto che erano il triplo delle sue; dopo aver recuperato anche un paio di pantaloni e calze di lana, si avventurò fuori dalla camera alla ricerca del compagno.

Non ci mise molto a trovarlo, il suono della sua voce che canticchiava una canzone natalizia risuonava in ogni angolo e, semplicemente seguendo quelle note, lo trovò in cucina intento a cucinare. Per qualche momento rimase appoggiato allo stipite della porta ad osservare i suoi movimenti, il modo con cui i fianchi si muovevano a tempo di musica; istintivamente, si inumidì le labbra passandoci sopra la lingua mentre l’immagine di lui che prendeva da dietro Nick stava facendo riaccendere in lui il desiderio.

“Datti una calmata, il giovane perennemente arrappato è Nick, non tu!” si rimproverò mentalmente.

“Devo mettere in allerta il pronto soccorso?” domandò scherzando Brian, avvicinandosi di soppiatto al ragazzo e cingendogli la vita con le mani. L’effetto sorpresa ebbe il suo esito su Nick che, di conseguenza, fece cadere per terra il latte che teneva fra le mani.

“Vuoi farmi prendere un colpo?” rispose Nick, voltandosi senza staccarsi dall’abbraccio e con un’espressione arrabbiata sul volto. Espressione che non rimase molto sul viso.

“Nah, in teoria sono io quello a rischio infarti!” scherzò Brian ma si pentì subito di quella battuta quando vide il sorriso di Nick spegnersi. “Scusa.”

“La conosci, la prima regola.” Lo rimproverò Nick, mettendogli l’indice davanti agli occhi.

“Mai scherzare sulla mia salute.”

“Bene, per scusarti... puoi andare in sala e rimanere fino a quando non avrò terminato di cucinare. Fa qualcosa, pulisci il pavimento o guarda fuori dalla finestra, basta che non interrompi il lavoro dello chef.” Disse Nick, facendo voltare Brian e spingendolo verso la porta.

“Andrò a cercare l’estintore...”

“Eh?”

“Nel caso di incendio, sarà a portata di mano!”

“Fila!” esclamò Nick, dandogli una pacca sul sedere.

“Ehi! Vacci piano, il mio povero sedere si sta ancora riprendendo dalla ginnastica di prima!” scherzò Brian, uscendo però dalla stanza e dirigendosi in sala.

Durante il periodo in cui stava dormendo, Nick aveva messo a posto la stanza, rinfiammato il fuoco che stava per spegnersi e dallo stereo proveniva la voce potente di Frank Sinatra in una delle sue canzoni preferiti natalizie. Già, Nick si era ricordato che adorava i classici e si era premurato di portare dietro con sé un cd.

Le luci nella stanza erano soffuse, alcune candele rosse si trovavano disperse in qualche angolo della stanza, il maggior numero principalmente sulla mensola del camino. A lato del camino, la televisione era accesa, anche se il sonoro era stato disattivato, e Nick lo aveva lasciato sintonizzato su un canale di sport: figurarsi, insieme loro due guardavano solo o cartoni animati o sport, e soprattutto quest’ultimo. Alla domenica, giornata di partite di football, erano arrivati ad un compromesso: Nick si svegliava presto e lo accompagnava alla messa della mattina e poi tutto il resto della giornata era dedicata a coccole e partite in televisione dopo un veloce brunch in una delle loro caffetterie preferite.

Il divano era stato trasformato in letto quindi Brian dedusse che Nick avesse in mente per loro una semplice serata davanti alla televisione.

Brian decise di andare a sedersi davanti alla finestra, fuori la neve continuava imperterrita a scendere anche se sembrava essere solo una breve spruzzata ormai. Sul manto ormai bianco, vi erano ancora i segni dei loro angeli di neve che avevano fatto qualche ora prima, inzuppandosi completamente, proprio davanti a due pupazzi, uno più alto dell’altro, che dovevano raffigurare Nick e lui. Nick aveva voluto aggiungere al suo anche un pene di ghiaccio, spiegando, fintamente serio, che il suo doveva sembrare sempre felice e contento. Brian non aveva capito che cosa volesse dire e gli aveva semplicemente risposto che era Nick e che molto spesso le sue azioni non avevano spiegazioni logiche e razionali.

Al suo, invece, Nick aveva voluto aggiungere delle ali, visto che diceva sempre che lui assomigliava ad un piccolo angelo – o ad uno gnomo – ma qualcosa era andato storto e, al posto di ali, il pupazzo sembrava avere due gobbe. Altro che angelo, sembrava il gobbo di Notre Dame!

Non sapeva spiegarsi perché adorasse così tanto la neve, lui che aveva perennemente freddo, ma c’era qualcosa di speciale nell’osservare quei fiocchi bianchi scendere dal cielo e posarsi su ogni oggetto, trasformandolo completamente in qualcosa di magico. Lo stesso paesaggio, anche quello più urbano e grigio, cambiava completamente anche con un solo strato di bianco. Era come se tutto si fermasse, un silenzio confortante scendeva e abbracciava tutto e permetteva ai pensieri di librarsi liberi senza catene.

Forse era perché, nella sua mente, la neve era sempre stata collegata intrinsecamente con il Natale, la sua festa preferita.

Come recitava la loro canzone natalizia “c’è qualcosa che rende speciale questo periodo dell’anno”.

E Natale era diventato ancora più speciale da quando c’era Nick insieme a lui a festeggiarlo.

I pensieri di Brian vennero interrotti dalla voce di Nick e voltò la testa sorridendo nel vederlo entrare con una bacinella colma di pop – corn caldi in una mano. L’appoggiò su un tavolino accanto al divano – letto, sul quale aveva già posato delle tazze, una brocca di cioccolata, ed una ciotola di maccheroni e formaggio.

“Ho preferito mischiare dolce e salato.” Spiegò Nick vedendo il punto sul quale era posizionato il viso di Brian. Poi si sedette sul bordo del letto, facendo segno a Brian di avvicinarsi e di prendere posto accanto a lui.

“Allora, che cosa ha macchinato il tuo cervellino?” gli domandò Brian una volta sedutosi vicino a Nick.

“Ho pensato che fosse giusto fare la nostra tradizione, aggiungere qualche momento a quella già preparata da tua mamma. Perché... è tutto bello e l’idea di pasticciare insieme a te in cucina è molto entusiasmante... ed erotica.”

Brian gli lanciò uno sguardo che voleva dire “sempre a quello pensi”.

“Ma... tra poco torneremo in studio per un nuovo album e poi in giro per il mondo e sarà difficile poter ricreare quest’atmosfera magica e romantica. Quindi ho pensato che la nostra tradizione potesse essere guardare accoccolati il nostro film con cioccolata calda e biscotti.”

“Lo faresti davvero? Per me?”

“Non per te. O, meglio, non solo. Ma per noi. Sarà il piccolo primo passo verso una nostra famiglia.”

“Sei pronto? Sei sicuro?”

Avevano incominciato a parlare del loro futuro qualche settimana prima, quando l’idea di ritornare insieme con il gruppo non era più campata in aria ma realtà. Brian voleva qualcosa di solido, sin da quando era piccolo aveva sempre sognato di avere una propria famiglia, un giorno... ma sapeva anche quanto differenti fossero i loro passati, lui con una famiglia stretta, sempre pronta a sostenerlo in qualsiasi caso, anche quando le sue decisioni e scelte andavano contro qualsiasi cosa in cui i suoi genitori credevano. Nick, invece, proveniva da una famiglia molto più distante, che lo aveva abbandonato quando aveva detto loro di essere in una stabile relazione con un altro ragazzo.

 Nick lo guardò direttamente negli occhi. “Sei l’unica persona con la quale sono riuscito davvero ad essere me stesso. Quattro anni, per qualcuno può sembrare un tempo relativamente lungo ma... per me sono passati così velocemente che ho paura che possa arrivare il giorno in cui tutto finirà senza che nemmeno mi possa accorgere di quanto sia stato meraviglioso. E lo sai che sono spaventato dalle cose serie ma con te... sembra tutto così semplice, stare insieme è così naturale che portare tutto ad un livello più alto non mi terrorizza.”

Nick frugò con le mani nella tasca dei pantaloni e tirò fuori una piccola scatolina blu. “Questo doveva essere il tuo regalo di Natale ma... non riuscivo a resistere. Inoltre quel giorno saremo dai tuoi genitori e volevo dartelo da solo, non con mille occhi puntati addosso.” Incominciò a dire Nick mentre apriva la scatola e gli mostrava il suo contenuto, ovvero una semplice fedina d’oro. “So quanto significa per te tutto il discorso del matrimonio o, almeno, rendere ufficiale la nostra unione ed è l’unica cosa che posso fare per ricambiare tutto quello che tu hai dato a me. La cosa principale, amore. Poi il sesso.” Sia Brian sia Nick sorrisero, il primo arrossendo visibilmente. “Ma mi hai dato anche una famiglia, una madre che si preoccupa se prendo le mie vitamine durante l’inverno o si arrabbia se non la chiamo almeno una volta a settimana; un padre che mi ha insegnato a pescare e come prendersi cura di una persona amata; un fratello maggiore e tanti nipotini che mi chiamano “Zio Nick” non appena entro in casa. Non solo mi hai dato tutto l’amore che possiedi ma sei andato oltre e... ed io non posso che darti, in cambio, quel poco che ho.”

Brian tentò più volte di rispondergli ma, ogni volta che ci provava, le parole venivano tappate in gola dal miscuglio di sentimenti che luccicavano insieme a quella sottile fedina davanti ai suoi occhi. “Avere la possibilità di andare a letto e sapere che potrò svegliarmi accanto a te, che sarà il tuo il primo viso che vedrò... questo è tutto ciò che chiedo.”

Le lacrime che scendevano dal cristallino azzurro di Nick riflettevano le stesse che scendevano dai suoi stessi occhi e Brian sapeva che erano solamente un’espressione di felicità, invece che di dolore o sofferenza, sentimenti che spesso erano associati a quelle gocce.

“Tu mi stai già dando tutto quello che posso mai aspirare di avere e ringrazio ogni giorno Dio per avermi dato non solo l’opportunità di starti accanto, vederti crescere e diventare l’uomo che amo, ma anche l’immenso e, a volte impossibile da crederci, miracolo che tu ricambi i miei sentimenti.”

Nick tirò su con il naso, gesto decisamente poco romantico ma utile nell’evitare di scoppiare a piangere. Tipico di Brian tirare fuori discorsi romantici e mai patetici o sdolcinati. “In teoria, dovrei essere io a confessare quanto tu sia importante per me visto che sono io quello che sta facendo la proposta.” Cercò di scherzare poi.

“Okay, okay... ti lascio fare la tua dichiarazione senza interrompere!”

“Finalmente!” esclamò Nick, prima di ritornare serio. “Non ti prometto che sarà facile, soprattutto se mai decidessimo di venire allo scoperto anche con le fans. Ma posso prometterti di stare sempre al tuo fianco, in salute ed in malattia fin quando non sarà giunto il momento di andare in paradiso. Insieme. E voglio prometterti che un giorno, non so quando, non saremo solo noi due ma ci sarà anche un piccolo Carter – Littrell, accovacciato qui in mezzo a noi due, intento a guardare “Il Grinch” dopo aver speso tutto il giorno fuori, fra la neve, a giocare e divertirsi.” E, dicendo quello, Nick aveva tolto dalla scatola l’anello e lo aveva infilato all’anulare di Brian, baciandolo poi velocemente una volta trovata la sua posizione sul dito. Brian si avvicinò a Nick, le sue labbra si posarono dapprima dolcemente su quelle del ragazzo ma poi l’amore e la passione ebbero il sopravvento, era l’unico modo che Brian conoscesse per poter ringraziare ed esprimere fino in fondo ciò che stava provando in quel momento. Nick rispose allo stesso modo, le parole non potevano catalizzare appieno quello che veramente provava per Brian, quel ragazzo che da fratello maggiore si era trasformato, negli anni, nella persona più importante di tutta la sua vita. Non serviva nemmeno pronunciare ad alta voce la domanda “vuoi essere la mia altra metà per il resto della vita?”, era stata fatta implicitamente e nello stesso modo Brian aveva risposto.

Quando si staccarono, entrambi rimasero qualche secondo ipnotizzati dallo sguardo dell’altro.

“Guardiamo il film?” domandò Nick.

Brian annuì con il capo, sistemandosi fra le braccia di Nick, la testa appoggiata al suo petto e la mano stretta attorno alla sua; Nick recuperò il telecomando e fece partire il dvd.

 

“In quel fiocco di neve che ti ha appena sfiorato c’è tutto un mondo che ti verrà svelato. Lassù in cima alle montagne, fra i picchi di Punta Boh, vivono i piccoli NonSoChi, della città di ChiNonSo. Se chiedi ai NonSoChi di certo ti diranno “Natale a ChiNonSo si aspetta tutto l’anno”. La finestra è gremita e la luce è colorata e la banda marcia allegra ed in divisa da parata. Pasqua è piena di sorprese, Carnevale è mascherato ed a San Valentino si regala cioccolato. Ma dalla punta del musino fino al dodicesimo mignoletto, per i NonSoChi Natale è molto di più, è perfetto.”

 

Sia Brian sia Nick sentivano di dissentire con le parole pronunciate nel film... forse il Natale sarebbe diventato perfetto ma, in quel momento, niente poteva arrivare e surclassare la perfezione: fuori dalla finestra, i fiocchi di neve continuavano a scendere; all’interno della baita, il fuoco scoppiettava nel camino facendo cadere sulla coppia, l’uno fra le braccia dell’altro, riflessi rossastri ed arancioni che si confondevano e mischiavano con le luci colorate provenienti dalle immagine dei NonSoChi che combattevano contro il Grinch per non farsi rovinare il Natale.

La tradizione Carter – Littrell aveva appena avuto inizio.

 

Oh the weather outside is frightful

But the fire is so delightful

And since we’ve no place to go

Let it snow, let it snow, let it snow

 

 

 

 

 

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Questa storia è stata ispirata dalla prima nevicata di questa settimana. Esattamente come il Brian di questa one – shot, io adoro la neve ^__^ e poi volevo scrivere qualcosa di semplice ma nello stesso tempo romantico.

All’inizio, volevo inserirla come un pezzo a sé stante di “Unsuspecting Sunday Afternoon” ma, visto che in questa Brian e Nick stanno già insieme ed anche da parecchio, non mi sembrava giusto spoiler are tutte le lettrici!

Strano ma vero, non succede niente di drammatico, nessuno che si fa male o che soffre... lo chiamerei un miracolo! ^__^ Anzi, mi sono divertita a descrivere Brian e Nick che si divertono (risata maliziosa!). Se l'esperimento é riuscito, e ciò sarà vostra premura farmelo sapere, potrei avere in mente anche una one - shot natalizia!

Prometto che il prima possibile avrete un aggiornamento sia di “Forces” sia di “Unsuspecting”!

Citazioni della storia: la canzone usata è “Let It Snow” cantata da Frank Sinatra (un classico natalizio!). Il pezzo finale è la trascrizione, parola per parola, dell’introduzione del film “Il Grinch” (2000) che io amo assolutamente. Non è Natale senza questo film. *__*

   
 
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