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Autore: Idiopatica    05/12/2010    0 recensioni
I nomi sconosciuti si dipingono ovunque come ombre.
Il mistero è più importante del galoppare perpetuo del cuore.
Tra tichettii di neve e sorrisi, attraversando le strisce pedonali, in un battito di ciglia, ci si ustiona il cuore.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era solo la ragazza dal berretto grigio tirato indietro, vedevo le striature ramate ed ebano dei capelli, poggiarsi sulla fronte. Dalle labbra pareva essere spuntato un raggio di sole, quando mi vidde. Il naso sottile, le si arricciò, e si formarono due fossette all'estremità delle labbra.
Eppure non la conoscevo. Eppure mi strappò qualcosa.

Era solo il ragazzo dai capelli neri e la giacca di pelle, passò davanti all'auto. In un microscopico secondo, individuai il modo in cui sussultò. Lo sguardo scuro guizzò su di me, quasi spaventato. Sorpreso, e poi, ferito, lo abbandonò di nuovo alla strada.
Eppure il suo nome non lo so. Eppure lo dipingo ovunque.
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Il sole sorgeva fottuto e dispettoso, in quelle mattinate gelide, in cui il vento ti sputava con ogni forza la sua saliva, e la neve si fermava come merda di uccello tra i capelli.
Era arrivato un'altro giorno. Scorrevano come i minuti e gli istanti. Un susseguirsi di fragore e inutile confusione.
Con estrema reticenza, inchiodai i piedi a terra, e facendo peso sulla braccia mi alzai.
Ci vollero parecchi istanti prima di riuscire a scavalcare il recinto tra l'incoscienza e la lucidità.
Il problema, fu, che una volta oltrepassato il limite, mi trovai di fronte un viso spiazzante e un sorriso ardente di labbra screpolate.
Trattenni il fiato indietreggiando, e i suoi occhi si abbassarono delusi.
Scossi il capo, approdando alla concretezza.
Barcollai sino alla sedia di vestiti, e prendendo quel jeans, e quella maglietta li indossai.
Erano freddi. Freddi e insensibili. Insensibili e suadenti. Parevano sussurrarmi con voce maliziosa.
"Dai, indossami. Magari ti riconosce."
Mi grattai il capo. Stavo decisamente dando di matto.
Trillò il cellulare. Trillò acuto e insopportabile. Trillò malefico e cattivo. Quasi a volermi ulteriormente ricordarmi di avere una ragazza.
Non fraintendetemi. Io adoro Sara. Pare qualcosa di magico e surreale, ed è dolce.
Eppure ho sempre paura di toccarla.
Sarebbe uno stridio di lama contro vetro.
Non osai neppure guardarlo il messaggio.
Avrei inventato qualcosa. L'avevo sempre fatto. Mi avvivai verso la cucina, con le dita incrociate nelle tasche, e qualche gorgheggio di Axl Rose a esplodermi nelle orecchie.






Angolo Me.
Hey, sono qui, in questa sezione che odio anche solo aprire.
Non è una storia del tutto vera, lo è solo in parte. Ho incorntrato un ragazzo così, nella stessa situazione, eppure...Eppure ancora non gli ho parlato. Insomma è una storia che ha preso spunto da lì.
Spero vi piaccia, per adesso è soltanto da parte di lui ^^
   
 
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