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Autore: Beatrix Bonnie    06/12/2010    3 recensioni
-Seguito de La setta degli Eletti-L'oscuro nome di Reg, la foto di un bambino dai capelli rossi che sembra appartenere al passato, la sua bacchetta magica, la corrispondenza con una ragazza di nome Priscilla e degli strani incidenti che avvengono a Doolin. Che cosa collega tutto questo con un'organizzazione segreta di nome Extraiures e con l'oscuro passato di un professore del Trinity? Sarà la sete di vendetta di una sorella perduta nel tempo a dare finalmente la spiegazione agli assurdi fenomeni che sconvolgeranno il terzo anno di Mairead, Edmund e Laughlin.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Trinity College per Giovani Maghi e Streghe'
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CAPITOLO 20

Tuffo nel passato






Riconobbe immediatamente la stanza che si delineò sotto i suoi occhi: era la Sala Mor di quasi vent'anni prima. Fuori dalle finestre si vedeva il cielo stellato di quella tiepida serata di maggio. Ai tavoli delle case erano rimasti ben pochi studenti che consumavano gli ultimi residui della cena, ma Mairead non fece fatica a distinguere il giovane Saiminiu. Nei tratti del Nagard era perfettamente riconoscibile il professore, il suo volto spigoloso, il naso adunco, i capelli neri leggermente lunghi e gli occhiali squadrati. Le ritornò improvvisamente alla mente la vecchia fotografia bruciacchiata che avevano trovato nel covo degli Extraiures. Ora quello studente del passato aveva un nome: Septimius Saiminiu.

Il Saiminiu del ricordo aveva tra le mani una lettera e mentre la leggeva un sorriso indefinibile si dipingeva sulle sue labbra sottili.

«Chi ti scrive?» domandò una voce alle spalle di Mairead.

La ragazza si voltò e lo riconobbe subito: una sgargiante divisa verde, capelli spettinati e aria svampita. Quello era suo padre a diciotto anni. «Papà» sussurrò allungando una mano verso di lui, anche se era conscia che lui non poteva né vederla né sentirla.

«Nessuno di importante» rispose Saiminiu, ficcandosi la lettera in tasca.

Reammon non indagò oltre: forse non era interessato o forse rispettava la privacy del suo amico. Nessuno aveva fatto una piega quando un Raloi si era avvicinato al tavolo dei Nagard: ormai, dopo sei anni, i compagni dovevano essersi abituati alle stranezze di quella coppia così mal assortita.

«Facciamo una partita a scacchi?» chiese invece Reammon.

Saiminiu si alzò da tavola con il piatto ancora mezzo pieno. «No, Mon, questa sera sono stanco e poi voglio studiare quel nuovo argomento di Incantesimi per la D.I.M.I.S.S.I.O.» rispose svogliato, uscendo dalla Sala Mor.

Mairead si affrettò a seguirli. «E dai, Sep! Possiamo ripassare insieme domani. È presto e fa ancora bel tempo, non ho voglia di chiudermi in sala comune» protestò Reammon, tirando l'amico per un braccio.

«Esci con la Cumhacht, io davvero non ne ho voglia» rispose Saiminiu, dirigendosi verso la sala comune dei Nagard.

Cumhacht. Ma certo, Mairead si ricordava che Captatio le aveva raccontato della storia tra suo padre e la sorella di Cumahcht. In quel periodo dovevano stare insieme. Mairead lanciò un ultimo sguardo a suo padre, fermo in ingresso con l'aria svogliata, poi fu costretta a seguire Saiminiu.

Ma il ragazzo, invece di raggiungere la sala comune, si intrufolò in un'aula vuota e lì rimase ad aspettare in silenzio per parecchi minuti. Nel frattempo rilesse la lettera che aveva in tasca. Mairead sbirciò il foglio ma rimase delusa. Vi erano scritte poche parole, con quella stessa calligrafia che aveva imparato a riconoscere in quei mesi di corrispondenza: “Sto venendo da te, stanotte. Mi serve il tuo aiuto, ti prego.

La lettera era firmata Scilla.

Dopo la lunga attesa, Saiminiu corse fuori dal castello, verso il passaggio segreto sotto il ponte, lo stesso che i ragazzi avevano utilizzato quella notte per raggiungere Priscilla. Sembrava che la storia si stesse ripetendo. Mairead seguì il professore lungo il tortuoso cunicolo, e poi nel bosco, fuori dal territorio del Trinity.

E finalmente la trovarono: una ragazza mora, con la divisa di Hogwarst, appoggiata ad un bastone con l'aria distrutta.

«Scilla!» esclamò Saiminiu, correndo ad abbracciare la sorella. «Che è successo?» le chiese in tono preoccupato.

La ragazza fece una smorfia, ma non rispose alla domanda. «Che aiuto ti serve?» chiese allora Saiminiu.

Mairead notò come il professore fosse premuroso e dolce nei confronti della gemella. Forse si sentiva colpevole del diverso trattamento che era stato riservato loro dai genitori.

«Mi devi aiutare a scappare» rispose Priscilla con determinazione.

Ma Saiminiu non riuscì a rispondere, perché qualcun altro intervenne a disturbare il quadretto familiare.

«Sep, chi è questa ragazza?» esclamò la voce di Reammon, cogliendoli tutti di sorpresa. Doveva aver visto che Saiminiu non era andato alla sala comune dei Nagard e aveva deciso di pedinarlo.

Mairead si voltò verso il padre e lesse nei suoi occhi un brillio di incredulità. Il suo migliore amico gli aveva mentito, era scappato dal Trinity e ora stava in compagnia di una ragazza alquanto inquietante, con quella che sembrava una divisa scolastica britannica. Che stava succedendo?

Ormai era impossibile nascondere la verità o mentire sull'identità di Priscilla. Saiminiu sembrava credere che l'amico non l'avrebbe mai tradito e che di lui avrebbe potuto fidarsi. Prese un profondo respiro, prima di parlare, poi disse: «Questa è mia sorella Priscilla».

Reammon indietreggiò di un passo. «Tu non hai nessuna sorella» puntualizzò, come se l'amico avesse dato fuori di matto. Anzi, Reammon aveva proprio l'impressione che Saiminiu fosse stato stregato dalla giovane donna, forse per l'aria inquietante che emanava.

Saiminiu invece sorrise. «E invece sì: Priscilla è la mia gemella. Ha frequentato Hogwarts».

La ragazza, che era ammutolita all'apparizione di Reammon, afferrò il fratello per un braccio e fece per trascinarlo via. «Andiamocene, Septimius» disse, squadrando con occhio critico Reammon.

«No, tranquilla, Mon è un amico» rispose Saiminiu, liberandosi delicatamente dalla presa della sorella. «Ci aiuterà, non è vero Mon?»

Reammon sgranò gli occhi e non rispose subito: non sapeva che pensare di tutta quella storia, della comparsa di una sorella perduta e di tutto quel mistero senza capo né coda. Ma Septimius era suo amico, il suo migliore amico. «Certo» sussurrò infine, convinto che si sarebbe pentito di quella risposta.

Improvvisamente qualcuno si materializzò alle spalle di Reammon, qualcuno che ancora prima di arrivare aveva già cominciato a lanciare Schiantesimi in ogni direzione.

«Che cosa diavolo...?» esclamò Reammon, proteggendosi con un sortilegio scudo. Era apparsa una ragazza dai lunghi capelli rossi, con indosso la stessa divisa scolastica di Priscilla e la bacchetta levata davanti a sé. Ma la prima cosa che si notava di lei era lo sguardo disperato, gli occhi arrossati di qualcuno che aveva pianto troppo a lungo, il volto straziato da un dolore insostenibile.

«Mamma...» sussurrò Mairead allungando le sue dita verso la figura impalpabile della giovane ragazza dai capelli rossi, pur sapendo di non poterla toccare. Doveva essere appena morto Reg: lo si leggeva nella disperazione che la spingeva ad agire.

«Weasley? Che ci fai qui?» domandò Priscilla, scioccata da quell'apparizione improvvisa.

«Hai ucciso mio fratello!» strillò Mary, con la voce roca e ingozzata per il troppo pianto.

Reammon e Saiminiu osservarono le due ragazze incapaci di capire che cosa fosse successo.

Priscilla non negò l'accusa. «È stato un incidente» rispose scuotendo il capo.

Mairead avrebbe voluto scagliarsi contro di lei, ma sapeva che era solo un flebile ricordo.

Il tono di Mary si fece sarcastico, forse per il troppo dolore che non riusciva a trovare altro modo di esprimersi. «Ah, sì? E allora perché sei scappata da Hogwarts? Perché sei fuggita?»

«Ti ho detto che è stato un incidente!» ripeté Priscilla con foga, frustrata e forse troppo orgogliosa per ammettere di essersi pentita di quello che aveva fatto.

«La Black mi ha raccontato un'altra cosa: tu e i tuoi amichetti Mangiamorte stavate facendo qualche scherzo idiota ai primini e mio fratello si è ribellato. Così l'avete ucciso, non è vero?» riprese Mary, sempre in tono sarcastico. Ma poi il dolore le scoppiò nel petto e la ragazza strillo: «Tu l'hai ucciso!»

Mairead ebbe un piccolo singhiozzo e gli occhi le si inumidirono. Ancora una volta si ritrovò a sussurrare il nome della madre: avrebbe voluto abbracciarla, consolarla, sostenerla in quel momento, ma non poteva.

Saiminiu era pietrificato dallo shock. Sua sorella aveva ucciso qualcuno?

«Scilla, che cosa...?» sussurrò incapace di realizzare quello che stava accadendo intorno al lui.

Ancora una volta Priscilla non poté negare. «È stato un incidente» ripeté per la terza volta. «Nessuno voleva che finisse così! Dovevamo solo spaventarlo!»

Le parole le erano uscite con violenza, le aveva quasi urlate, ma subito si pentì di quella confessione. Ormai l'aveva ammesso, anche difronte a suo fratello. Aveva ammesso di aver ucciso il piccolo Reg Weasley.

«L'hai ucciso davvero? Tu... hai ucciso un ragazzino?» chiese Saiminiu in un sussurro. Non poteva crederci, non voleva crederci. Sua sorella non era un'assassina.

Ma Priscilla abbassò gli occhi a terra. «Io... non... volevo...» la voce le morì in gola e le ultime parole furono poco più di un fruscio di foglie.

«Io credo che dovremmo andare tutti dal professor Captatio» proruppe Reammon in tono autoritario.

Mairead si voltò verso suo padre: si era completamente dimenticata della sua presenza, ma per una volta apprezzò il suo inaspettato buonsenso. Andare tutti quanti da Captatio era davvero la cosa più logica. Era la cosa che avrebbe dovuto fare anche lei, invece di sgattaiolare fuori dal Trinity per inseguire un fantasma dei suoi ricordi.

Alle parole di Reammon, anche Saiminiu parve riscuotersi. «Sì, Mon ha ragione. Qui è... andiamo da Captatio» farfugliò ancora confuso, ma abbastanza certo che quella fosse l'idea migliore.

Ma non lo era per Priscilla. «No, Sep! Mi spediranno ad Azkaban!» strillò con ritrovato vigore. Era terrorizzata. Forse si era davvero trattato di un incidente e lei certo non avrebbe voluto che finisse così.

«È ciò che ti meriti per aver assassinato mio fratello! Non scapperai di nuovo, Saiminiu!» gridò invece Mary, puntandole contro la sua bacchetta.

«No! Septimius!» rispose Priscilla, lanciando sguardi disperati al fratello. «Ero venuta fin qui per cercare il tuo aiuto! Credevo di potermi fidare di te... dovevi aiutarmi a fuggire!» protestò con la voce acuta.

Ancora una volta fu Reammon ad intervenire con decisione e coraggio. «Tu non te ne vai da nessuna parte. Ora andiamo tutti dal Preside».

«No!» strillò Priscilla, sollevando a sua volta la bacchetta.

Ma Reammon si frappose tra lei e Mary, con il braccio teso davanti a sé, pronto a proteggere se stesso e la giovane ragazza inglese.

Saiminiu parve impazzire. «Reammon non puntare la bacchetta contro mia sorella!» esclamò, scioccato e incapace di realizzare ciò che accadeva intorno a lui. Era in mezzo ai due contendenti, il suo migliore amico da una parte e sua sorella dall'altra. Aveva le mani alzate verso entrambi, come per chiedere una tregua. E, dietro Reammon, Mary si stringeva il petto come se non riuscisse a sopportare tutto quel dolore.

La stessa scena che si era svolta nel bosco poche ore prima. La stessa identica scena. Solo che quella volta i protagonisti erano cambiati.

«Gran bell'amico che hai, Sep. Si è schierato con la Weasley!» esclamò sarcastica Priscilla: sembrava che l'eccitante prospettiva di un duello avesse risvegliato le sue facoltà.

«Lei almeno non è un assassina!» rispose di rimando Reammon. E finalmente si mostrò per il Raloi che era: puntò la sua bacchetta contro la ragazza e la squadrò con coraggio.

«Reammon! Abbassa quella bacchetta!» esclamò esasperato Saiminiu. Era vero, sua sorella aveva confessato di aver ucciso il piccolo Weasley, ma lui non poteva permettere che i due si affrontassero in duello. Non poteva.

«Oh, Sep, perché non dici anche a tua sorella di non puntarmi la bacchetta contro?» rispose invece Reammon, con sarcasmo marcato.

Saiminiu sembrava sul punto di strapparsi tutti i capelli dalla testa: una sola scintilla avrebbe potuto far scoppiare un pandemonio. «Giù le bacchette, tutti e due!» strillò, nel tentativo di riportare ordine. «Ora si va dal preside!» continuò con voce più sommessa.

Fu la scintilla.

«Nooo! Traditore!» gridò sua sorella, come un animale ferito.

Per quanto Mairead la odiasse per quello che aveva fatto, non poté evitare di provare un po' di pena per lei: Saiminiu aveva scelto di stare dalla parte di Reammon e Mary, aveva preferito portarla dal preside, come un'assassina qualunque. L'aveva tradita, lui, l'unico che fosse mai stato dalla sua parte.

E scoppiò il finimondo: incantesimi che volavano dappertutto, Reammon e Priscilla che si affrontavano senza risparmiare i colpi, Saiminiu che strillava.

Il caos.

Mairead si riparò dietro un albero, ben consapevole che non poteva essere colpita, ma lo stesso spaventata da quel folle duello.

Proprio in quel momento sentì la presa salda di qualcuno che la strappava via da quel ricordo e si ritrovò nuovamente nell'ufficio di Captatio. Barcollò appena, ma riuscì a stare in piedi.

Il volto di Saiminiu era una maschera d'angoscia. Con un debole colpo di bacchetta, riportò il ricordo argenteo dentro la sua testa, lasciando il pensatoio del preside limpido e cristallino.

Mairead prese un profondo respiro, cercando di interiorizzare quanto aveva appena visto. Ma non era finita, doveva sapere ancora delle cose. «Poi che successe, professore?» chiese con un sussurro.

Saiminiu distolse gli occhi e prese a fissare l'orizzonte fuori dalla finestra. «Tuo padre e mia sorella si affrontarono, finché una maledizione di Reammon non la colpì in pieno petto e lei... scomparve. Io accusai tuo padre di averla uccisa: credevo che...» la sua voce si spense; dopo qualche secondo di pausa riprese con maggiore decisione: «Credevo che l'avesse ammazzata, invece probabilmente lei si era solo smaterializzata. Aveva capito che anche se avesse vinto il duello, io non l'avrei aiutata a fuggire come sperava, quindi aveva deciso di andarsene. Solo che... sembrava che fosse morta».

Saiminiu fece un'altra pausa, forse perché rievocare quella notte era troppo doloroso. Ma alla fine si voltò verso Mairead e continuò: «Fu la fine degli Extraiures. Quella stessa sera andammo da Captatio e gli raccontammo quello che era successo, ma nulla poteva sanare la frattura che si era creata fra noi. Io ero convinto che Reammon avesse assassinato mia sorella: anche se lei aveva ucciso il piccolo Reg Weasley, non si meritava di fare quella fine. Distrussi il nostro covo e non gli rivolsi mai più la parola. Non volevo sapere più niente di lui. Credo che Reammon andò al funerale di Reg, e poi cominciò a frequentare tua madre. Lo sentii qualche anno dopo, quando mi inviò una lunga lettera di scuse: voleva riallacciare i contatti e invitarmi al suo matrimonio con Mary. Mi chiedeva di essere il suo testimone» Saiminiu si bloccò, amareggiato. «Io nemmeno gli risposi» concluse.

Forse rimpiangeva di aver ignorato quella lettera. Forse gli mancava Reammon. Forse ora, alla luce di quello che era successo, capiva che era arrivato il momento di rappacificarsi con il suo migliore amico.

«Ma non fu... accusato di omicidio?» domandò Mairead con un filo di voce.

Negli occhi di Saiminiu comparve un velo di amarezza. «No. Mia sorella praticamente non esisteva. I miei genitori non avevano ammesso la sua nascita davanti al mondo magico, certo non avrebbero ammesso la sua morte» rispose in un sussurro.

«Ma Priscilla è viva» commentò Mairead, in tono speranzoso. Non aveva mai conosciuto un amico di suo padre e l'idea che fosse sempre così solo la preoccupava parecchio. Ma se il professor Saiminiu avesse accettato di riconciliarsi con lui... sembrava che fossero stati così legati al tempo in cui avevano frequentato il Trinity.

«Già, Priscilla è viva e non è più la ragazzina innocente con cui giocavo da bambino, costretta a restare segregata in casa tutta la vita» rispose Saiminiu con voce sommessa. Sembrava immensamente triste. «Devo rassegnarmi, non la riavrò indietro. È cambiata, la mia sorellina non esiste più. Io credo che quando scappò quella notte di venti anni fa, poi si unì a Tu-sai-chi».

Il professore stava facendo tutti quei pensieri amari ad alta voce, quasi come se si fosse dimenticato della presenza di Mairead. Doveva essere estremamente deluso da sua sorella, che si era nascosta da lui per venti lunghissimi anni, temendo il suo giudizio, sebbene lui non avesse mai smesso di amarla. Lui aveva distrutto la sua unica vera amicizia per lei, mentre lei aveva preferito scappare dalla verità, andare a nascondersi dietro al potere di Tu-sai-chi. Forse era tempo di risvegliarsi dal torpore in cui aveva vissuto in tutti quegli anni. E finalmente tornò a sorridere: si era quasi dimenticato come si faceva.

Si voltò verso Mairead e sussurrò: «Pensi che tuo padre potrebbe perdonarmi?»




Noooo! È ufficiale: io odio il mio computer! Questa volta, giuro che avevo controllato bene che fosse avvenuto l'aggiornamento, invece mi ha dato cilecca di nuovo! Mi dispiace tantissimo...

Comunque, eccomi qui (finalmente, direte voi!), con l'ultimo capitolo. Ormai tutti i misteri sono stati svelati. Il finale è appositamente aperto, ma non temete, mercoledì prossimo (se il pc non mi frega di nuovo!) pubblicherò l'epilogo e la domanda di Saiminiu otterrà risposta.

nb. La Black a cui si riferisce Mary è ovviamente Narcissa.

Nel frattempo, qui c'è l'immagine del capitolo: come avrete notato, è esattamente speculare a quella del capitolo 18, solo che questa volta i protagonisti sono i diciottenni fratelli Saiminiu, Reammon e Mary.

Ora, prima dell'epilogo, ho un sondaggio da proporvi: all'inizio di gennaio comincerò a pubblicare i due corollari. A voi la scelta di quale preferite che pubblichi prima!

  • Il coraggio di scegliere: riguarda il primo anno di scuola di Reg Weasley ed è dunque ambientato a Hogwarst; vedrà come protagonisti anche altri personaggi da me inventati (Mary Weasley e Priscilla Saiminiu) o rubati dalla saga canon (Regulus e Narcissa Black). Vi avverto... sarà una storia piuttosto triste, come potere immaginare!

  • Vita da fuorilegge: piccolo excursus sulle vite dei miei due fuorilegge, ovvero Septimus e Reammon, con questo schema: 3 capitoli ciascuno dedicati alla loro infanzia, altri 6 dedicati alla loro amicizia al Trinity fino allo scontro finale e 2 ciascuno per l'età adulta, fino al capitolo finale con la riconciliazione.

A voi la scelta! Fatemi sapere cosa preferite, e la maggioranza vincerà! Rispondete numerosi!

A presto




EDIT: procede anche per questa storia l'opera di sistemazione dei dialoghi! Ah, le immagini dei vari capitoli sono già nelle note dell'autrice vecchie... guardatele da lì! ^^

   
 
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