Serie TV > Castle
Ricorda la storia  |       
Autore: Luli87    06/12/2010    14 recensioni
Un caso troppo pericoloso, un giro di prostituzione gestito da russi da scoprire e fermare. L'FBI vuole Kate nell'operazione, ma Castle non vuole restare fermo con le mani in mano.
Genere: Avventura, Azione, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 1. Un insolito incarico.

Non era giornata. La sveglia era stato il suono del cellulare alle 4.30 di mattina: un omicidio fuori da una discoteca, troppi testimoni ubriachi ed erano tutti ragazzi strafatti dopo chissà quanti bicchieri di troppo. Come se non bastasse, ecco una lite tra prepotenti da placare, la sua auto tamponata da un ubriaco al volante nella strada verso il distretto e il suo caffè rovesciato sulla sua giacca blu. Perfetto!
Le 7 di mattina, il dipartimento iniziò a riempirsi. Kate, che era andata a cambiarsi con dei vestiti che lascia sempre nel suo armadietto per ogni evenienza, entrò in ufficio: aveva gli occhi stanchi e le faceva mal la testa. Nel vedere Castle sveglio e contento, già in ufficio e bello comodo sulla sua sedia, alzò la voce: “Castle, scendi dalla mia sedia! Non ti sei ancora stancato di sentirmelo dire?” Castle rapidissimo scese dalla sedia di Kate, che aggiunse, guardando l’orologio: “Ma tu che ci fai qui a quest’ora? Sono le 7 del mattino, torna a dormire, la città dormirà almeno per un altro paio d’ore oggi. O almeno è quello che vorrei che facesse.” Lo scrittore però rispose sorridendo: “Detective, la città in questi giorni non dorme! Siamo al 23  Dicembre, tra un paio di giorni è Natale! Ci sarà tempo per dormire, ma adesso è tempo di regali e la gente deve pensare agli ultimi preparativi!” Castle le porse un caffè, appena preparato alla macchinetta, e guardandosi intorno vide che il distretto non era addobbato per Natale. “Ehi, Beckett, perché qui sembra un giorno qualunque? Siamo a Natale, non dovrebbero esserci decorazioni ad ogni scrivania e magari un albero?” Kate lo guardò storta “No Castle, devi sapere che per la polizia è un giorno come tutti gli altri. Gli omicidi non si interrompono solo perché è Natale.” Castle annuì serio. Non poteva darle torto, non con quell’espressione che la detective aveva quella mattina. Così decise di cambiare discorso, di metterla più sul divertente: “Che è successo, dormito male stanotte?” chiese, spostando la sua sedia più vicina a quella della detective. D’un tratto vide la macchia sulla giacca: “Ahi, questa? Fammi indovinare: siamo inciampate sul marciapiede? Un Babbo Natale arrabbiato ti ha minacciato con il campanello?” Kate, che di scherzare proprio non ne aveva voglia, sbuffò. Per fortuna li distrasse il suono del telefono: “Beckett.” E Castle sussurrò: “Sì, un omicidio! Lo prendo come un regalo, magari mi ispirerà una storia fantastica per il prossimo romanzo! Oggi non avevo proprio voglia di incollarmi alla scrivania… mi serve giusto un po’ di ispirazione!” Al telefono era il capitano Montgomery, che invitò Beckett nel suo ufficio da sola, così si alzò e lasciò Castle intento a giocare con una matita: “Dove vai?” chiese. “Ad archiviare un caso con il capitano.” Mentì Beckett. “Stai pure qui, torno subito. Non si sa mai che chiami qualcuno di importante, puoi sempre far finta di essere il mio segretario. Vedila come una promozione! Ma non sederti sulla mia sedia!”
Esposito e Ryan arrivarono pochi secondi dopo. Appena videro Castle seduto alla scrivania di Beckett, lo raggiunsero. “Ehi, dov’è Beckett?” chiese Ryan.
“Dal capitano”
“Ti hanno lasciato qui? Cos’hai fatto di male?”
“Non lo so, magari parlano del mio regalo per Natale, voi che dite?”
“Dico che quando il capitano chiama Beckett nel suo ufficio da sola si tratta di qualcosa di molto più importante del tuo regalo di Natale, senza offesa Castle.”
“Importante quanto?”
“Qualcosa di grave” rispose Esposito preoccupato, nel vedere l’espressione di Kate uscire dall’ufficio di Montgomery, seguita da un uomo alto, vestito con una tuta sciatta, con una cicatrice sul volto; si strinsero la mano, e l’uomo se ne andò.
 
Beckett fece un cenno ad Esposito che, con Ryan, si diresse a sua volta nell’ufficio del capitano. Kate si sedette alla scrivania, incrociò le mani davanti al viso e vi poggiò il mento, pensierosa. Castle la osservava curioso ma allo stesso tempo preoccupato. “Posso sapere cos’è successo?” chiese infatti dopo pochi secondi.
“Castle, quello che sto per dirti è una cosa molto importante e in quanto scrittore mi devi giurare che non ne farai parola con nessuno. E in quanto mio partner, non sei obbligato a restare per questo caso, anzi, ti pregherei per un po’ di stare a casa, con Alexis, tua madre e i tuoi libri. Non voglio colpi di testa di nessun tipo, sono stata chiara?”
“Sarò muto come un pesce, dimmi di cosa si tratta.”
Kate si alzò e condusse Castle in un ufficio vuoto. Chiuse la porta.
“Castle, è stato scoperto un giro di prostituzione. Donne che vengono rapite, vendute e costrette a prostituirsi. Stiamo parlando di donne di ogni età, anche minorenni.”
“E questo c’entra con la omicidi?”
“Una di queste ragazze è stata uccisa due giorni fa. L’hanno gettata da una finestra dal quarto piano di un motel. Aveva 16 anni.” Kate tirò fuori da una cartellina una foto. Una ragazzina pallida, gli occhi spalancati, un vestitino e un trucco decisamente poco adatti alla sua età.
“Oh mio Dio.” Castle dovette sedersi. Che scena orribile si aprì nei suoi pensieri.
“L’uomo con cui ho parlato è un agente dell’FBI sotto copertura, l’agente Green Thomas. Sa molte cose Castle. Il capitano ha parlato con l’FBI. Come sai abbiamo molte conoscenze lì e mi vogliono per questo caso.”
Rick la guardò serio: “Arriva al dunque”
“Vogliono che io partecipi alle indagini. Il piano è che io mi finga una ragazza russa venuta in America in cerca di lavoro: vogliono trovare questi bastardi. Sanno che l’organizzazione è gestita da russi. L’agente che hai visto prima è in grado di farmi arrivare nel giro, se il loro capo mi vorrà mi prenderanno e una volta dentro scopriremo il loro quartier generale e, se avremo successo, li arresteremo tutti.”
Castle perse il controllo: “Kate stiamo scherzando vero?! Non puoi accettare! Ci sono tanti agenti nell’FBI, tante poliziotte ben addestrate, perché tu?”
“Sono addestrata anch’io Castle e come sai parlo anche russo.”
Castle si portò una mano alla testa e si tirò indietro i capelli. Era sconvolto, tremava. “No, andiamo Kate, non puoi accettare questo lavoro.” Disse camminando in continuazione, agitato. “Scopriamo chi ha ucciso la ragazza, da detective della omicidi, che è quello che sei. Ma fermiamoci all’omicidio, non facciamo pazzie.”
“Non si tratta di fare una pazzia Castle: stiamo parlando di decine, forse centinaia di ragazze imprigionate in quel mondo da quei bastardi. Vogliamo liberarle. L’FBI gli sta addosso da mesi, ma non erano mai arrivati qui a New York. Hanno molti agenti, è vero, ma non so come hanno scelto me. E ho già accettato.”
“Kate ti prego, hai idea di quant’è pericoloso? Sei una detective straordinaria e questo non lo devi dimostrare, lo sanno già tutti. Ma questo è troppo pericoloso, anche per te!”
“Castle…” Kate intuì la preoccupazione di Castle per lei, per la sua sicurezza, per la sua vita, ma il suo lavoro non era mai sicuro, si sa, i poliziotti si espongono spesso, si trovano sempre in situazioni in cui si rischia grosso. Lei sapeva di poterlo fare, e voleva farlo. Rischiare la vita per salvare ragazze o donne intrappolate nel tunnel della prostituzione? Se la sentiva. “Castle, so che sei preoccupato, lo sono anch’io. Ma sono brava, sono addestrata, non saranno questi bastardi a fermarmi. So difendermi, sarà un incarico veloce. Avrò una cimice, sarò sempre sorvegliata, sapranno sempre dove sarò e sentiranno tutto tramite un microfono. Esposito sarà sempre a pochi metri da me, possiamo farcela. Sarà un lavoro difficile ma speriamo rapido. Una volta che sapremo dov’è il quartiere generale, dove si nasconde il capo dell’organizzazione, li incastreremo tutti.”
Castle le si avvicinò, con lo sguardo basso, terribilmente sconvolto al pensiero “Non chiedo mai regali di Natale Kate, ma farò un’eccezione. Non farlo, ti prego, non farlo, fallo per me. Voglio saperti al sicuro.”
“Non sono mai al sicuro Castle. Se ricordi bene hanno fatto saltare il mio appartamento. Non sono mai al sicuro.”
“Non interrompermi. Lo so che rischi la vita tutti i giorni. Ma qui si parla di esporti completamente, senza una pistola, senza nessuno che ti copra le spalle.”
“Posso farcela. E non sarò da sola Castle.”
“Non avresti dovuto accettare.”
“Castle, ti prometto che una volta chiuso il caso ti regalerò qualcosa di bello per Natale. Ma questo lavoro… devo farlo.”
“Allora voglio restare qui e partecipare anch’io alle indagini. Qualcosa potrò fare anch’io, no?”
“Meglio che tu resti a casa per un po’.”
Castle le si avvicinò di un altro passo e le prese la mano. Kate la ritrasse subito e, appena i loro sguardi si incrociarono per un eterno secondo, Kate capì che non poteva restare lì ancora o avrebbe dovuto confessare le sue paure. E se qualcosa fosse andato storto? E se non si fossero visti più? Poteva davvero chiudere così la conversazione con Castle, non avere più la possibilità di confessargli i suoi sentimenti? Sì, doveva farlo, doveva chiudere lì la conversazione. Confessarsi a lui avrebbe reso tutto più difficile, le avrebbe tolto tutto il coraggio che le serviva per dedicarsi completamente al caso. Aveva un incarico tra le mani troppo importante. Il capitano contava su di lei, così come l’FBI e tutte quelle ragazze.
  
Leggi le 14 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: Luli87