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Autore: Human_    06/12/2010    14 recensioni
Piccoli estratti di una storia senza volti né nomi. Perché l'amore non ne ha bisogno.
La ragazza si voltò verso il ragazzo e si ritrovò a sorridere.
Le ispirava
fiducia.
«Pensavo» rispose allargando il sorriso.
«Anche tu?» fece allora lui «Che coincidenza. Anche io penso spesso»
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Quel che deve rimanere rimane e quel che si deve perdere si perde.




«Che poi, cioè, parla lei, capito?».
La ragazza sorrise. «Dai, su, non te la prendere. È scema, mica possiamo farci niente».
Risero.
«Dai, andiamo dagli altri».
Le ragazze raggiunsero i due compagni di classe e si diressero verso il solito bar, pronti a passare il pomeriggio nel solito modo.
«Che film del cavolo, comunque».
«In effetti era la solita americanata».
«Ma falla finita, che tu ami le americanate!».
«Cosa c'entra!».
Risero tutti, e la ragazza pensò che sarebbe stato bello se fosse andata così. Se tutto fosse stato perfetto sempre.
«Hey, bella addormentata! T'ho chiesto cosa fai domani» esordì l'amico, sventolandole una mano davanti agli occhi.
Lei sorrise. «Domani pomeriggio ho un impegno, ma se vuoi consulto l'agenda».
«Beh, se ogni tanto trovassi tempo per noi non sareb-».
«Lasciala stare un attimo. Cocca, c'è uno che ti fissa. Lo conosci?».
Sentì qualcosa agitarsi nella pancia, lei. Un presentimento.
Si voltò, in modo neanche troppo disinvolto, e, come pensava, incontrò due occhi verdazzurri che conosceva fin troppo bene, e due labbra che aveva imparato a conoscere fin troppo bene, e in sostanza un ragazzo che, sì, conosceva fin troppo bene.
«No, non lo conosco» rispose, con la voce tremolante. Ma nessuno se ne sarebbe accorto.
Nessuno se ne accorgeva mai.
«Però è carino».
Solo carino? «Sarà, ma non lo conosco. E non capisco cos'abbia da fissare tanto».
Gli diede un'ultima occhiata, una sola. Sentì le lacrime salire, a vederlo a un paio di metri da lei, immobile, a fissarla, e non salutandolo. Un nodo in gola che la fece affogare per un secondo.
Si voltò e continuò la sua recita.
Continuò a vivere quella parte di vita da cui aveva deciso di escluderlo.












Mini-capitolo e verrò picchiata, me lo sento.
Oggi non mi dilungo tanto per due motivi:
a) Son di fretta, che non sto bene e devo tornare a studiare comunque T__T
b) Non voglio farmi sfuggire niente v_v Son curiosa di sentire cosa ne pensate. Voglio leggere le vostre conclusioni affrettate *w*, buahahah u_ù
Comunque non abbiate paura, eh, che nel prossimo capitolo chiarisco tutto –o quasi.
Un abbraccio a everybody <3
(e vabbè, ovviamente le risposte nel vostro profilo).

PS: Il titolo del capitolo è una citazione. Norvegian Wood, Hakuri Marakam.
   
 
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