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Autore: Lilith Evans    06/12/2010    5 recensioni
Steven Adler, batterista dei Guns n'Roses, schiavo di sesso, droga e alchool. E se un'improvvisa perdita di memoria lo portasse a conoscere l'unica persona in grado di salvarlo?
Genere: Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Il sonno agitato di Steven fu interrotto dai raggi del sole che, poco gentilmente, illuminavano il bel volto del ragazzo dormiente. Farfugliò qualcosa di incomprensibile e si girò dall'altro lato, quando sentì un rumore provenire da un'altra stanza. Aprì distrattamente gli occhi, ancora assonnato e intontito dalla sera precedente, ma una rivelazione improvvisa lo fece sobbalzare:
"Dove cavolo sono?!...un momento...questa è...casa mia? No! io questa stanza non l'ho mai vista! Ma... ho una casa io? Com'è fatta? Non lo so! Cazzo che male la testa... come diavolo mi chiamo?? Oddio! non so come mi chiamo! Pensa...pensa...ECCO! CI SONO! SONO MORTO! ecco perchè non ricordo niente! devo essere in una specie di zona di transito... ma che cazzo è una zona di transito?? mah...sì sì evidentemente sto aspettando di essere giudicato per le mie colpe...oh merda! e se mi spedissero all'inferno?? speriamo abbiano da bere...ma non sarebbe ora che vengano a prendermi? vabbè proviamo a chiamare qualcuno..."
Finita questa serie di farneticazioni, Steven raccolse tutto il fiato che aveva e strillò:
-ARCAAANGELOOO!!!!SONO SVEEEGLIOOO!!!!-
Lilith, che nel frattempo era in cucina a preparare qualcosa da mettere sotto i denti, fece un salto alto tre metri e rovesciò la padella con tutto il contenuto sul pavimento.
"Arcangelo?!? Ommioddio sta delirando!! E adesso che faccio?! E se ho a che fare con un pazzo furioso che tenta di ammazzarmi?! Piantala Elizabeth! Datti un contegno! Ora vai di là a vedere che vuole quel poverino!" si impose la ragazza che a passo svelto si diresse verso la camera dalla quale Steven continuava a invocare l'arcangelo Gabriele ed altre forze superiori.
-Hey! Che succede? Perchè stai urlando?- chiese non appena aperta la porta. Steven alla sua comparsa si bloccò con la bocca ancora spalancata per urlare, rimase a fissarla immobile per diversi attimi senza proferir parola nè tantomeno chiudere la bocca. -Beh? C'è qualche problema?- chiese di nuovo la ragazza sconcertata dal suo silenzio.
-Wow...- si decise a parlare Steven -sei veramente sexy per essere un arcangelo!- disse come se fosse la cose più naturale del mondo, con un'innocenza difficile da attribuire ad un ragazzo della sua età. A queste parole Lilith non potè trattenersi dal ridere.
-Ma io non sono mica un arcangelo!- esclamò tra le risa mentre si avvicinava al letto. Si sedette di fianco al ragazzo che si scostò per farla accomodare meglio.
-Ah no?- chiese sempre con quel suo fare innocente.
-No- sorrise lei.
-Allora io non sono morto?- chiese Steven speranzoso.
-Certo che no! Anche se ci è mancato poco ieri sera...- Appurato ciò, sul volto del ragazzo si dipinse un sorriso a trecentosessanta gradi, come quando un bambino apre un pacchetto regalo e ci trova il giocattolo che ha sempre desiderato. Lilith rimase incantata da quel sorriso meraviglioso, in quel momento l'angelo sembrava lui. Il sorriso però scomparve poco dopo.
-Ma...allora perchè non ricordo niente?- sospirò rattristato.
-Come sarebbe a dire che non ti ricordi niente?- chiese la ragazza preoccupata.
-Beh... per esempio, non ricordo nemmeno come ti chiami!- esclamò lui pensando che la ragazza potesse essere una sua vecchia conoscenza. Lilith si portò il palmo della mano sulla fronte.
-Ma certo! che sbadata! Non mi sono nemmeno presentata ieri... mi chiamo Lilith- disse porgendogli la mano. Lui la strinse
-E... per caso sai anche come mi chiamo io?- chiese con un filo di voce Steven. La ragazza sbarrò gli occhi
-Non ricordi nemmeno il tuo nome?- Lui scosse la testa.
-Oh... beh, ieri sera mi hai detto di chiamarti Steven...- Al suono di quel nome gli occhi azzurri del ragazzo si illuminarono.
-Sì! me lo ricordo! Steven è il mio nome!- Lilith sorrise e si scostò una ciocca di capelli corvini dagli occhi.
-Ricordi altro? Per esempio... quello che è successo ieri sera nel vicolo?- chiese lei sperando che lui ricordasse.
-Beh... un vicolo me lo ricordo...forse...- poi un lampo gli attraversò la testa
-Lilith... sono un tossico?- chiese timidamente. Lei annuì
-Temo di sì Steve...- rispose in un sussurro.
-Ora mi ricordo...quello che è successo ieri- continuò lui con sguardo mortificato.
-E non ricordi nient'altro? Che so... chi sei.. dove vivi...- Lui scosse la testa, e i suoi occhi divennero presto lucidi. Lilith se ne accorse, così gli si avvicinò e poggiò la testa nell'incavo del suo collo cingendolo con le braccia. Il biondo ricambiò l'abbraccio immergendo il viso nei suoi lunghi capelli neri.
-Non preoccuparti, scopriremo chi sei... sistemeremo tutto- gli sussurrò la ragazza dolcemente.
Steven si sentì davvero fortunato in quel momento ad averla trovata... o meglio, era una fortuna che lei lo avesse trovato...
   
 
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