Anime & Manga > Milly, un giorno dopo l'altro
Ricorda la storia  |      
Autore: Melanto    08/12/2010    4 recensioni
[Anime verse] - “Questo è l’ultimo anno, se non glielo dico adesso non glielo dirò più.”
Philip se l’era ripetuto talmente tante volte che aveva quasi finito col credere che l’avrebbe fatto sul serio, ma i giorni stavano passando inesorabilmente, uno dietro l’altro, allo stesso modo in cui erano passati quelli degli anni precedenti e lui continuava a tacere.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Documento senza titolo

Storia scritta per l’Xmas Tree Party di Fanworld.
Prompt utilizzato: Inverno, vischio

PreNote: *_* era da tanto che non scrivevo qualcosa su “Lady!” e un po’ m’era mancato, anche perché c’erano delle coppie che mi sarebbe piaciuto trattare. Come questa, ad esempio. **
Trovo che Philip sia adorabile e che, sotto sotto, a Vivian piaccia. *sghignazza*
Ad ogni modo, questa fic è ispirata solo all’Anime, poiché nel manga ci sono uno sfracagno di cose diverse. XD tipo, Philip non si chiama Philip, non è inglese, non è biondo, non ha gli occhi azzurri e non è Capitano del Club di Equitazione. Soprattutto, non è amico di Edward XD. Anzi. Si chiama Hiroyuki, è moro, ha gli occhi scuri, è giapponese, è un Casanova da strapazzo ed è un gran paraculo. XDDDDD E lo trovo adorabile lo steeeeesso!
Anche Vivian, nel manga, non si chiama Vivian. Non ha i capelli viola (!!!) mossi e non ha gli occhi azzurri. Si chiama Sonoko, è giapponese pure lei, ha ovviamente gli occhi scuri e i capelli neri liscissimi e lunghissimi.
InZomma XD.
L’adattamento da Manga ad Anime ha visto mooooooolti cambiamenti. ** ma se la Goen ci grazia e vive abbastanza, potremo leggere il fumetto anche noi! ** GIOIA! E’ stato proprio in onore di questa notizia, che ho deciso di scrivere qualcosa ancora su questo manga/anime.
:* e altre due storielle sono in lavorazione e le avrete nei prossimi giorni!

Intanto, godetevi questa!
Buona lettura.

 

The last chance under the mistletoe

 

“There are many things that I would
Li
ke to say to you
I don't know how”


“Questo è l’ultimo anno, se non glielo dico adesso non glielo dirò più.”
Philip se l’era ripetuto talmente tante volte che aveva quasi finito col credere che l’avrebbe fatto sul serio, ma i giorni stavano passando inesorabilmente, uno dietro l’altro, allo stesso modo in cui erano passati quelli degli anni precedenti e lui continuava a tacere.
Se all’inizio aveva tergiversato, era stato solo perché punzecchiarla e vederle arricciare altezzosamente le labbra era quanto di più delizioso gli fosse mai capitato. Poi era arrivato Edward e il suo tergiversare era stato una semplice mossa di autodifesa: sapeva che lei non aveva occhi che per il suo carissimo amico, uscire allo scoperto gli sarebbe valso un netto rifiuto ed un cuore spezzato.
Ed in tutto ciò, in tutti i problemi e tentennamenti, era arrivato all’ultimo anno di college. L’ultima opportunità.
Inspirò a fondo, lasciando che il fiato gli sfuggisse dalle labbra leggermente schiuse condensandosi in grigie nuvolette. Nel freddo di Dicembre, con la neve accatastata ai lati delle strade, Philip aspettava sotto ai porticati del Club di Equitazione che Vivian finisse la sua visita ad Elisabeth.
«Fa’ la brava.» le sentì dire, poi la vide emergere dalla scuderia, chiudendo bene il box dove la cavalla si era messa a riposare. La calda coperta a quadri a coprirle il dorso e parte del ventre.
La giovane si ravviò la lunga e ondulata chioma scura con un gesto che, negli anni, aveva imparato a conoscere; sistemò il colbacco bianco sul capo ed infilò le mani dentro al manicotto dello stesso colore. Il cappotto, altrettanto candido, arrivava a sfiorare le caviglie protette da pesanti stilavetti.
«Non c’era bisogno che mi aspettassi.» gli si rivolse con il classico tono un po’ ruvido per cui le giovani leve del Club la temevano.
Philip abbozzò un sorriso ironico, sollevando il collo del cappotto scuro per proteggersi dall’aria pungente. «Oh, sono pur sempre un cavaliere.»
«Dopo questa frase, non direi proprio.» ridacchiò lei di rimando arricciando le labbra proprio nel modo che a gli era sempre piaciuto. «Tanto non devo rientrare a casa.»
«E come mai?» insieme si stavano già avviando al cancello dell’Accademia. Il custode fece loro un cenno di saluto, sollevando il cappello e loro risposero, educatamente.
«Ho appuntamento con mia madre nella Boutique Le Rouge. Sai, lo shopping.» Vivian agitò lentamente una mano. «Cose da donne.»
«Potevi farti accompagnare dall’autista. Di solito lo fai.» tendeva sempre a non farlo notare, ma oramai Philip conosceva sempre tutte le abitudini del Capitano del Club femminile di Equitazione.
«Non mi dispiace passeggiare per le vie del centro, durante il periodo natalizio. Le vetrine sono così colorate. Mi piacciono le luci.»
Lui si esibì in un teatrale inchino. «Posso, quindi, farti da cavaliere fino alla famosa boutique? Così tengo alla larga i malintenzionati.»
«Tanto lo stai già facendo.»
Non poteva negare che fosse vero, ma si limitò a ridere divertito.
Mentre si avvicinavano nella zona più centrale, la gente che passeggiava aumentava e si muoveva veloce, molto più di loro, che sembravano avanzare a rallentatore, godendosi ogni passo di quel tragitto. Ed i passanti non sembravano nemmeno vederli. Lei in bianco, lui in nero. Sembravano due pezzi degli scacchi; la fiera Regina e l’elegante Re.
Di lontano, nell’accentuarsi delle luci e dei colori, giunsero le prime note di un motivetto natalizio.
«Tra pochi giorni ci sarà la Festa di Natale.» lei lo disse, mentre si fermava a guardare una vetrina con simpatici addobbi natalizi. Quello a forma di renna sembrò piacerle particolarmente vista l’intensità e il sorriso con cui lo fissava.
Philip le si fermò di fianco, osservandone il riflesso nel vetro.
«Sì, lo so. Milly si è offerta di ospitare tutti a Casa Marble.»
«Mi ero proposta di aiutarla, ma lei non ne ha voluto sapere. Ha detto che devo dedicarmi allo studio, visto che quest’anno abbiamo gli esami finali.»
Lui sorrise, quell’atteggiamento era tipico di Milly, ma non fu quell’osservazione a prender corpo nella gola.
«Verrà anche Edward.»
Stavolta, Philip spostò lo sguardo dal vetro volgendolo con discrezione al profilo della giovane. Forse era stato meschino a dirlo, ma voleva vedere la reazione di Vivian, semmai ne avesse avuta una.
Il sorriso di lei non sembrò variare quando ripresero a camminare.
«E’ ovvio.» rispose, invece, come se fosse una cosa talmente naturale da far risultare scontata la stessa affermazione del giovane. «Sarà l’accompagnatore di Milly, mi sembra il minimo.»
Oh. E così Vivian sapeva che Edward avrebbe fatto da cavaliere a Milly?
Lui finse di cadere dal pero.
«Ah, sì? Come l’anno scorso, allora.»
«Già e comunque è inutile che fai il finto tonto, come se non avessi capito il tuo intento.» Vivian si volse, scoccandogli un’occhiata ironica. «Ormai mi è passata, non devi star sempre lì a preoccuparti per me.»
Philip, dal canto suo, esibì un’espressione veramente sorpresa. Era la prima volta che gli diceva così serenamente di non essere più interessata ad Edward. Le prime volte l’aveva sempre buttata sull’infastidito, girando il capo con stizza e arricciando le labbra; i capelli che fendevano l’aria con altezzose movenze. E nel viso girato di lato riusciva sempre a cogliere il suo cuore ferito. In fondo, per lui non era così difficile riconoscerne uno.
Ma quella volta, anche se con espressione ironica per prenderlo in giro, Vivian stava veramente sorridendo rasserenata.
Era quella l’occasione che aveva sempre aspettato; l’unica che aveva. Non avrebbe potuto sprecarla.
Philip rise, passandosi una mano nei folti capelli biondi, mossi come onde dorate. «Accidenti! Mi hai scoperto!»
«Non ci voleva un mago, eh. Continua a dedicarti all’economia che a fare l’investigatore non sei portato.»
E vederla ridere così di gusto, senza il piglio autoritario che, doveva ammetterlo, aveva perso già da un po’ di tempo, lo faceva sentire sempre di più legato a lei.
Gli occhi si strinsero con affetto sulla sua figura elegante che si fermò di fronte ad un’altra vetrina. Una serie di abiti da sera facevano sfoggio della loro ricchezza su alteri manichini.
«Hai già trovato un cavaliere per la Festa?» domandò d’un tratto, fingendo anche lui di osservare quel tripudio di nero e lustrini. Stavolta, la sua simulazione di disinteresse fu perfetta.
«Mah.» Vivian scrollò le spalle, le labbra leggermente strette. «A dire il vero ho ricevuto un paio di proposte, ma tutte da gente che non ha nulla di interessante. Così pensavo di andare da sola e al diavolo ciò che potranno pensare le graziose fanciulle dell’alta borghesia  e aristocrazia londinese.» che tradotto stava per ‘sciacquette figlie di papà’, un po’ come era stata lei fino a qualche anno prima, ma senza il suo polso di ferro. Poi, la giovane gli rivolse un’occhiata sottile e sospettosa. Anzi, Philip avrebbe osato dire: minacciosa. «Tu, piuttosto, non avrai mica intenzione di presentarti di nuovo con la studentessa dello scorso anno, spero!»
«Perché? Che aveva che non andava?» Philip ripensò a Meredith, una ragazza dotata di poco cervello ma con ben altre qualità e che non passava assolutamente inosservata.
Vivian piegò le labbra verso il basso tra disgusto e rimprovero. «Era oscena! Ma dico io, come ti è saltato in mente? Il suo trucco era talmente vistoso che sembrava una maschera! Per non parlare della scollatura del vestito! Sembrava quasi che dicesse: ‘guardatemi, posso allattare l’intera Inghilterra!’
Il Capitano del Club maschile di Equitazione della San Patrick Academy sbottò nella più sonora e poco cavalleresca risata dell’ultimo secolo. Tanto che si piegò per un momento sulle ginocchia, tenendosi teatralmente la pancia e la fronte.
«Suvvia, contieniti.» ma anche a Vivian riusciva difficile non ridere.
«Quello che hai detto…» riprese Philip, asciugando una piccola lacrima spuntata all’angolo dell’occhio e subito ghiacciatasi per il freddo invernale «…è veramente poco da gentil donna.»
«Oh, non farmi la parte. Come se non l’avessero pensato tutti.» e ricominciò a camminare con passo un po’ più spedito. Il cielo coperto di coltri candide minacciava di nuovo nevicate abbondanti come quelle dei giorni precedenti. Philip le tenne dietro, sfoggiando un tono insinuante.
«E poi, scusa, non è un problema tuo, dopotutto. Come mai ti dà così fastidio? Non sarai mica gelosa…»
Per un attimo lo sperò. Per una frazione di secondo piccolissima desiderò credere che Vivian potesse davvero essere geloso di lui.
«Cosa? Vorrai scherzare, vero? Te l’ho detto solo per difendere il buon nome del nostro Club di Equitazione!» l’interloquita girò il viso di lato, agitando animatamente una mano dalle dita sottili che venne poi rituffata nel manicotto caldo. E lui non si accorse, per una volta, che era arrossita.
In quel momento, quando stava per replicare qualcosa, Philip si accorse che avevano quasi raggiunto la boutique dove Vivian aveva appuntamento con la madre. Il tempo gli era volato così velocemente dalle mani da non averne più.
«Non prendertela con me, il fatto è che la ragazza che da anni vorrei invitare puntualmente ha già un cavaliere.»
Vivian si volse, sembrava interessata. «La ragazza che vorresti invitare?»
«Sì e posso assicurarti che non ha assolutamente nulla a che vedere con Meredith.»
Stavolta, la giovane si fermò addirittura, riparandosi sotto l’ingresso d’un portone addobbato a festa. Una decorazione d’argento correva per tutto l’arco e dal suo centro scendeva un decorativo ramo di vischio con le classiche bacche bianche. 
«Davvero?» lo scrutò con attenzione ed un sopracciglio inarcato.
Philip rimase ad un passo da lei, con le mani nelle tasche del cappotto. «Sì.» disse con sincerità.
Vivian sollevò un po’ il mento, assumendo quel piglio autoritario e altezzoso che spesso le induriva i tratti raffinati.
«Non sapevo ci fosse qualcuno che avesse suscitato così grande interesse in te. Non me lo avevi detto.» glielo fece notare con un tono sottile, quasi offeso, ma lui si limitò a stringersi nelle spalle.
«Non me lo hai mai chiesto.»
Stavolta s’offese davvero, Philip lo capì, ma non poteva di certo negare che fosse la verità.
«E questo che c’entra? Mi sembra che io non ti abbia mai nascosto cosa provassi per Edward!» si impuntò. In quel momento, Vivian si rese conto di come davvero non avesse mai indagato di più sulla vita privata del ragazzo, forse perché era talmente abituata a vedergliela ostentare con buona dose di ironia e sfacciataggine da credere che fosse tutta lì, in ciò che vedeva, nelle ragazze troppo appariscenti che corteggiava, nella eccessiva cavalleria nei suoi confronti. Adesso, invece, venivano a galla cose che non avrebbe pensato, come che lui potesse essere stato interessato, in segreto e per tutti quegli anni, ad una sola persona.
«Capirai, non avevi bisogno di dirlo. Era talmente palese.»
Ed anche quello era vero.
Vivian sollevò il mento ancora di più, il sopracciglio inarcato fino al limite.
«Sentiamo, allora, se questa ragazza è davvero così speciale come dici: com’è?»
Philip sorrise con una certa compiacenza. Inspirò a fondo e sollevò lo sguardo al cielo sovrastante, quando lo riabbassò s’accorse del rametto di vischio sotto cui s’erano fermati. Sorrise ancora di più, scuotendo il capo.
Vivian lo richiamò all’ordine. «Sto aspettando.»
«E’ molto bella.» iniziò il giovane. «Tenace e fiera. Molto intelligente e dotata di eleganza e classe.»
«Sì e poi cos’altro?! Hai appena fatto il ritratto della perfezione.» Vivian non poteva credergli, era assurdo.
«E’ così, ti dico. Raramente mi sbaglio, dovresti saperlo.»
Sì che lo sapeva; e si fidava del suo gusto. Anche se Meredith era troppo appariscente, non poteva negare che fosse una bella ragazza, quindi, se Philip diceva che la sconosciuta possedeva tutte quelle caratteristiche, allora doveva avercele per forza.
«E sentiamo, in quale college va Miss Perfezione
«Alla San Patrick Academy.»
Vivian strabuzzò gli occhi. «Prego?! E chi sarebbe? Dovrei almeno averla vista per i corridoi, se dici che è così meravigliosa, ed invece non mi sembra che ci sia qualcuno che corrisponda alla tua descrizione.» girò il viso, sottraendosi ai suoi intensi occhi azzurri per evitare che capisse i suoi pensieri. Della solita ironia di Philip non c’era traccia, anzi, le stava parlando con una sincerità che la metteva a disagio. «Vorresti forse dire che questa ragazza sia migliore di me?»
Il ragazzo si massaggiò il mento e già solo il fatto che ci stesse pensando e non rispondesse un secco e ovvio ‘no’ la fece innervosire di più.
D’altra parte, a Philip era sempre piaciuto vederla inalberarsi in quel modo, soprattutto quando veniva minacciato il suo status quo. «A dire il vero, direi che siete uguali.»
Dentro al manicotto, le mani di Vivian si strinsero talmente forte da far divenire livide le nocche, anche se non potevano essere viste. E nemmeno si chiedeva per quale motivo se la stesse prendendo così tanto. Forse, le risultava solo difficile che, dopo Edward, qualcuno le portasse via anche Philip. Soprattutto Philip. Era il suo migliore amico, l’unico ragazzo che non la temesse in quel college di smidollati; era sempre rimasto al suo fianco, quando sbagliava e quando aveva bisogno di conforto. Chi, CHI!, si permetteva di mettersi di mezzo? Ah, ma avrebbe estorto il nome a Phil e dopo altro che renderle la vita un inferno come era successo con Milly, le sarebbe passata sopra con un caterpillar!
D’improvviso, quel pensiero le fece rendere conto del perché nessuno la trovasse interessante, alla fin fine, ma avessero paura di lei. Certo!, se minacciava di distruggere tutte le persone che non le andavano a genio, era ovvio che i ragazzi a cui teneva finivano con l’indirizzare le proprie attenzioni a qualcuno di molto più piacevole e meno vendicativo.
Le mani sciolsero la presa spasmodica, mentre abbassava lo sguardo al marciapiede bagnato di neve ormai pestata da decine e decine di persone. Tentò di mostrarlo meno ferito di quanto si sentisse ella stessa e si sforzò di essergli di aiuto. Se avesse perseverato con quell’atteggiamento ostile avrebbe finito col perderlo definitivamente.
«Avanti, dimmi chi è. Magari la conosco e posso darti una mano ad invitarla al ballo.»
Philip la osservò senza smettere di sorridere: era carina da morire con quell’espressione imbronciata e quella gelosia nei suoi confronti che l’aveva fatto restare di stucco. Allora, dopotutto, forse una possibilità di essere importante per lei ce l’aveva davvero.
«Sì che la conosci. E anche piuttosto bene.» affermò, stringendo i pugni nelle tasche. «Davvero mi aiuteresti con lei?»
Vivian sospirò pensando che, peggio di così, non poteva proprio andare. Se la conosceva, significava che fosse una del Club, di sicuro. E tra tutte le ragazze, quella che poteva avvicinarsi alla descrizione di Philip era solo Kathy. Bene, benissimo.
«Certo che sì.» accordò ancora, sollevando appena lo sguardo su di lui.  – Avanti, Phil. Tirami la stoccata. – si ritrovò a pensare, avvertendo già la nostalgia di quegli occhi di cielo che un tempo erano stati solo per lei.
«Si chiama Vivian Spencer.»
A quelle parole, la prima cosa che lei fece, oltre a guardarlo con espressione indecifrabile, fu arrossire e stavolta nemmeno si prodigò a nasconderlo, anche perché era rimasta troppo sorpresa da quella rivelazione. Da quella… dichiarazione. Perché era così, dopotutto. Ed il suo primo pensiero fu di sollievo perché nessuno glielo avrebbe portato via.
Philip sorrise. Lasciare Vivian senza parole era difficile, aveva sempre la risposta pronta – acida, a volte – per tutto. E poi con le gote così rosse, che risaltavano sul nero lucido dei capelli e il candore del soprabito, e la bocca leggermente schiusa era affascinante, più bella del solito. Continuando a stringere i pugni si avvicinò di un passo ancora.
«E allora? Me la dai una mano con lei? So che è un osso duro, ma io non demordo. Ho resistito tutti questi anni.» il tono si fece più basso, mentre avvicinava il viso al suo. «Ci verresti alla Festa di Natale con me, Vivian?» ancora un po’ più vicino. «E poi… usciresti con me? Solo noi…»
La giovane vide l’azzurro dei suoi occhi carezzarla come un’onda dell’oceano sul bagnasciuga. Avvertì il tocco piacevole della spuma solleticarle la punta dei piedi.
No, nessuno glielo avrebbe portato via.
Disegnando un sorriso furbo, Vivian si ritrasse l’attimo prima che il giovane potesse rubarle un bacio. Un dito fuggì al manicotto per puntellargli il petto dove immaginava il cuore battesse veloce come il suo.
«Non tanta fretta, Philip Anderson. Ho detto che ti aiuterò, ma non che sarà facile.» elegantemente sgusciò via dal raggio d’azione del ragazzo che si ritrovò a ridacchiare allo spazio vuoto davanti a sé, prima di girarsi per catturare la sua schiena dove i capelli corvini serpeggiavano fieri. «E per quanto riguarda il tuo invito…» disse Vivian, voltandosi per un momento, le labbra ancora tese con malizia. «…ti chiamerò per dirti a che ora passarmi a prendere.»
L’attimo dopo era già scomparsa all’interno della boutique.
Philip sollevò lo sguardo al rametto di vischio che restava placidamente al suo posto e sembrava quasi guardarlo con una certa pigrizia.
«Ci è mancato tanto così.» gli disse, come se avesse potuto sentirlo. «Ma mi ha detto di sì. Augurami buona fortuna.»
Mentre si allontanava per il marciapiede, lasciandosi trascinare dalla fiumana di persone attorno a lui, Philip pensò che aveva ancora un po’ di tempo per riuscire a baciarla sotto ad un ramoscello di vischio.

“Because maybe
You're gonna be the one who saves me?
And after all
You're my wonderwall”


Oasis – Wonderwall
(ma nella versione di Ryan Adams: ascoltatela QUI)

Fine

PostNote: ** carini che sono. A me piacciono molto come pair!
Nel frattempo, volevo approfittarne per ringraziare tutte le persone che, in questo tempo, hanno letto, recensito e messo tra favoriti-seguiti-ricordati le altre due storie che ho scritto per questo fandom, ovvero “Sangue al cuore” e “Black and Gold”.
:***** grazie a voi tutti.

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Milly, un giorno dopo l'altro / Vai alla pagina dell'autore: Melanto