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Autore: Aya Lawliet ___backupFGI    08/12/2010    4 recensioni
«Tragicomix non ti piace proprio, vero?»
«Oh, non saprei. Potrei anche assaggiarlo, ma sono sicuro che è stoppaccioso come i coccodrilli di quei pazzi d’Egiziani.»

{Obélix/Falbala ♥ accenni Tragicomix/Falbala }
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Falbalà, Idefix, Obelix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come da bambini ~

prompt: #092, jealousy

 

 

 

Forse quel rifuggire il suo sguardo era stata una coincidenza, o forse no. Il menhir che aveva scelto di spostare non appena l’aveva vista arrivare alla cava sembrava particolarmente pesante, e lui era più concentrato che mai sul suo lavoro. Falbala aspettò, paziente, che se lo scrollasse dalle spalle, lo puntasse nel posto giusto e poi, alzata solo una breve occhiata verso di lei, facesse retrofront – come dicevano quei romani che gli piaceva tanto prendere a ceffoni – per andare a sollevarne un altro come se niente fosse, seguito passo passo da Idéfix.

«Non sono arrabbiato con te. Non potrei mai essere arrabbiato con te. Cosa ti fa pensare che sia arrabbiato con te?»

Sospirò, scoraggiata e intenerita in egual misura. Non si vedevano da anni, ma era sempre lui, il buon caro Obélix con il cuore enorme e bambino, in grado di mettere il muso al suo migliore amico per una parola di troppo e di fare il sostenuto con lei soltanto perché era tornata al villaggio con un fidanzato.

«Tragicomix non ti piace proprio, vero?»

«Oh, non saprei. Potrei anche assaggiarlo, ma sono sicuro che è stoppaccioso come i coccodrilli di quei pazzi d’Egiziani.»

Falbala rise. E come avrebbe potuto restare seria? Forse era l’orgoglio ferito di Obélix a parlare; forse lui si sentiva profondamente offeso, come quando Astérix si arrabbiava sul serio e lo chiamava ciccione [non sono affatto ciccione, io sono solo paffutello] – per lei però non era altro che quel ragazzino impacciato che le regalava i sassolini delle forme che più lo ispiravano e che a lei, spesso, non dicevano niente, ma che accettava sempre con un sorriso perché non c’erano al mondo regali più affettuosi di quelli.

«Non parlavo del suo sapore, lo sai, goloso che non sei altro.»

«Io invece pensavo proprio a quello. E sicuramente non mi piacerebbe mai quanto mi potresti piacere tu, ecco.»

Obélix era già lontano mentre pronunciava quelle parole, e si caricava l’ennesimo menhir sulla schiena, ignorando persino gli uggiolii di Idéfix che non riusciva evidentemente a spiegarsi tanto inedito disinteresse – e Falbala era certa che mai avrebbe potuto immaginare quale e quanto calore avesse provocato il sorriso che le stava spegnendo la risata in gola. Era così ingenuo, il suo piccolo grande Obélix, e dall’animo così puro. E, sì, doveva ammetterlo, Tragicomix non le avrebbe mai fatto provare un’emozione così infantile e sciocca.

E intanto Obélix si era rimesso in moto e proprio ora le passava accanto, e stavolta alzò lo sguardo abbastanza a lungo da notare qualcosa in quello di lei.

«Va tutto bene, Falbala

Non gli rispose neppure, per non intaccare con le parole quella purezza che, pur con le sue manone enormi, lo circondava e riempiva sempre. Si limitò a sollevarsi appena sui piedi, sperando che quel sapore che sosteneva ‘gli sarebbe piaciuto’ gli portasse almeno un pizzico della dolcezza che lui era in grado di dare a lei.

Un fragore assurdo, seguito da un abbaiare spaventato, annunciò a Falbala che il menhir si era schiantato al suolo nel momento esatto in cui aveva posato le labbra sulle sue; eppure Obélix restò stranamente presente a se stesso, e non svenne [come lei aveva temuto]. Chissà, forse questo gli piaceva davvero troppo per permettergli di svenire.

 

 

 

[ 540 parole ]

 

 

 

 

 

 

Nota: Falbala compare in Astérix il legionario come fidanzata di Tragicomix e amica d’infanzia di Obélix. Non sono sicura di averla resa IC, ma mi piace pensare che non sia una persona superficiale come classicamente può apparire una bella ragazza, e che conosca e apprezzi i sentimenti di Obélix nei suoi confronti. Il riferimento a ‘quei pazzi d’Egiziani’ si collega invece all’avventura Astérix e Cleopatra in cui Obélix ripete il suo famoso “Sono Pazzi Questi Romani” sostituendovi appunto gli Egiziani, mentre il suo aver assaggiato dei coccodrilli rivelatisi ‘stoppacciosi’ si riscontra in una frase che pronuncia nella versione animata de Le dodici fatiche di Astérix.

   
 
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