Serie TV > Supernatural
Ricorda la storia  |      
Autore: Winchester94    09/12/2010    8 recensioni
«Sam..», lo chiamò Dean, con gli occhi fuori dalle orbite. Ne aveva viste di stranezze..ma quella.. «che giorno è oggi?»
L’altro lo guardò confuso, poi rispose: «Il primo Settembre. Perché?»
«No, ti prego. Fa che sia solo un sogno!», sussurrava il ragazzo, tra sé e sé. Ma ormai aveva capito.
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione, Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

UN MALEDETTO SCHERZO DA ANGELI

«No, ti prego», bofonchiò un giovane uomo mentre qualcuno cercava di scollarlo dal suo caldo letto… che il ragazzo non vedeva ormai da giorni. In realtà non era proprio suo, quel letto. Come sempre, si trovavano in un Motel, stavolta in Inghilterra.
Tempo due secondi e Dean già russava come se non l’avessero mai disturbato dal suo coma sacro. In effetti se qualcuno l’avesse visto dall’esterno, avrebbe dedotto che quel povero figlio non chiudeva occhio da secoli. Ma Sam Winchester, che ormai non aveva più bisogno di dormire, stava seriamente perdendo la pazienza. Continuava a sbuffare senza sosta, nella speranza che il fratello maggiore decidesse di responsabilizzarsi almeno un po’ per altre 48 ore… poi, pensava, l’avrebbe fatto dormire fin quando avrebbe voluto.
«Dean, cazzo! Svegliati!», urlò dal bagno, mentre si spazzolava i denti. Anche se non aveva anima, l’aspetto fisico non poteva mica trascurarlo, eh! Quindi continuava a svolgere le azioni quotidiane… o almeno, le azioni che facevano quando si trovavano in un posto un po’ più grande dell’Impala che Dean aveva ereditato da John Winchester, il padre ormai defunto dei ragazzi.
Perché quando si trovavano a dover dormire in macchina, per i diversi casi che dovevano risolvere in stile Scooby-Doo, i denti dovevano lavarli versando acqua da una bottiglietta, direttamente sullo spazzolino… e poi sputare. Sì, in effetti era alquanto schifoso, ma era la loro vita e i due giovani non potevano farci niente.
Intanto, nell’altra stanza, Dean continuava a bofonchiare girandosi lentamente sull’altro fianco, quando…
«Sam, porca puttana! Sei uno stronzo, la fai facile tu visto che non dormi!», urlò scattando in piedi dopo aver ricevuto un secchio d’acqua gelida proprio sulla faccia.
«Abbiamo un caso da risolvere, se non ricordi», proseguì il più piccolo, con tutta la tranquillità che solo lui riusciva ad esternare.
«Dopo un volo in aereo mi sembra il minimo, lasciarmi dormire almeno qualche ora in più! Il caso può aspettare! Dai, amico! Siamo a Londra… non sono mai stato a Londra!», diceva Dean mentre iniziava a vestirsi. Avrebbe voluto fare un giro per quel pub londinesi che, sicuramente, erano pieni di graziose donzelle pronte ad offrirsi a lui, senza doversi sforzare più di tanto per accalappiarle.
Ma poi ricordò Lisa e Ben… e la voglia di fare un giro per quei locali gli passò.
«Ho ragione… non posso riprendermi l’anima! Come faccio, con questo incosciente che mi ritrovo per fratello?!», sbottò Sam chiudendo di scatto il notebook che aveva usato tutta la notte, per cercare di capirci qualcosa sul caso che si trovavano davanti.
«Fottiti», rispose l’altro uscendo di casa.

-----------------------------------------------------------

«Cos’è successo?»
«Non lo so, Dean.»
«Insomma.. dov’è finita tutta la gente che correva da una parte all’altra?»
«Ti ho detto che non lo so.»
«Sam, cazzo! Ma che diamine hai oggi?!», urlò Dean, sicuro che non l’avrebbe ascoltato nessuno. Perché non c’era anima viva, su quel binario! Nel vero senso della parola!
Almeno non ancora…
All’improvviso, un treno rosso arrivò a tutta velocità facendo fare ai ragazzi un passo indietro. E nello stesso istante, da un muro dietro di loro, spuntarono centinaia di persone, ragazzi, bambini e anche animali! Avevano tutti un carrello, uno di quelli che si usano per fare la spesa di solito. Ma dentro questo carrello, i ragazzi, aveva un baule con inciso sopra uno stemma, che riuscirono a scorgere a malapena, tra tutta quella confusione.
Sam forse iniziava a capire. Anche se non c’era veramente niente di normale! Però si poteva dire che nella loro vita, niente era normale.
Il più piccolo dei Winchester alzò la testa e gli venne sbattuta in faccia la realtà. Ma come diavolo avevano fatto a finire su quel binario?!
«Sam..», lo chiamò Dean, con gli occhi fuori dalle orbite. Ne aveva viste di stranezze..ma quella.. «che giorno è oggi?»
L’altro lo guardò confuso, poi rispose: «Il primo Settembre. Perché?»
«No, ti prego. Fa che sia solo un sogno!», sussurrava il ragazzo, tra sé e sé. Ma ormai aveva capito.
“Almeno spero ci sia la Granger! Ho sempre voluto vederla!”
Di fatti, proprio in quel momento, uno alla volta tre ragazzi sbucarono dallo stesso muro di prima. Uno occhialuto, con occhiali talmente ridicoli che avrebbero fatto ridere anche Lucifero in persona. L’altro rossiccio, alto e brufoloso… mentre il terzo, o meglio, la terza era una ragazza, con lunghi capelli castani pieni di boccoli. Era lei, Hermione Granger.
«Dean, smettila di sbavare. Ti ricordo che probabilmente è minorenne. O, anche se fosse maggiorenne in questo mondo, nel nostro ancora non lo è. E lei conosce il nostro mondo.» Di quelle parole Dean non aveva ascoltato un fico secco. Cosa gl’importava che la streghetta era minorenne? Una botta poteva dargliela! Sempre che non stesse già con Pel-di-Carota.
Erano effettivamente finiti sul binario 9 ¾, il famoso binario della Rowling.
Dire che i tre protagonisti non assomigliassero minimamente ai loro interpreti, ovvero Daniel, Emma e Rupert, era enormemente un eufemismo. Certo, Emma era bella.. ma Hermione.. !
«Dobbiamo capire che ci facciamo qua. E soprattutto, dobbiamo capire COME mai questo posto esiste», parlò di nuovo Sam. E stavolta Dean lo sentì chiaramente.
«Ma rilassati, amico. Per una volta che non dobbiamo preoccuparci di maghi e streghe. Loro sono buoni!», cercò di calmarlo il più grande. Se quella meraviglia dai boccoli di cioccolato era vera, non avrebbe mai più voluto andar via da quel posto.
«Dean, siamo babbani. Lo capiranno.», continuò Sam, imperterrito. Proprio non capiva cos’era tutta quella fretta di andarsene!
«Per favore, Sam. Sappiamo più cose noi del soprannaturale che loro. Cosa vuoi che ci dica-»
«Ciao!» li interruppe qualcuno. Si girarono insieme verso quella voce nuova, mai sentita. Il ragazzo occhialuto era davanti a loro. Come poteva, quel ragazzo, aver salvato il mondo magico… Dean ancora se lo chiedeva.
«Ciao..», rispose Sammy. Harry Potter sorrideva, mentre i suoi due migliori amici erano dietro di lui e li guardavano incuriositi. E Dean aveva notato come, più volte, gli occhi della Grifoncina si bloccavano a fissare le sue labbra. Era evidentemente attratta da lui. Come ogni donna che si ritrovava di fronte, naturalmente. Le sorrise e lei arrossì.
«Non vi ho mai visti da queste parti.. però non mi sembrate babbani. E direi che siete un po’ troppo grandicelli per essere del primo anno. Comunque io sono Harry P- »
«Potter, sì. Ti conosciamo, direi», disse Sam, scrutandolo attentamente.
«Siete del ministero, per caso?» chiese il rossiccio, Ron, da dietro le spalle di Potter.
«No, siamo quasi babbani. Ma non del tutto.», disse Dean, senza staccare gli occhi dalla streghetta più bella che avesse mai visto.
«Ah, quindi siete mezzosangue», continuò Pel-di-Carota, annuendo per dare più enfasi alla frase.
«No, neanche. Siamo Cacciatori»
«Cacciatori?» chiesero all’unisono i tre ragazzi.
«Sì, sapete… quelli che usano questa per sparare del sale ai fantasmi, giusto per farli sparire per poco», spiegò Dean, mostrando la sua fidata pistola, che si portava dietro sempre e comunque.
«Q-quindi.. volete uccidere i fantasmi di Hogwarts?» chiese ancora Potter, sgranando gli occhi.
«Ma no. Sappiamo che loro non farebbero del male ad anima viva.», disse Sammy. «Siamo capitati qui per caso… eravamo nel bel mezzo di un caso», spiegò poi.
Dean si guardò intorno, giusto per non spogliare definitivamente con gli occhi la Granger, che ricambiava interessata lo sguardo. I quattro accanto a lui chiacchieravano, ma lui si concentrò su due persone in particolare. Entrambi biondi. Uno aveva i capelli corti, l’altro li aveva lunghi. Quello dai capelli corti aveva già capito chi fosse. E anche l’altro, che aveva una specie di bastone in mano con una testa di serpente argentato in cima. Erano i Malfoy, senza alcun dubbio.
«Malfoy senior e figlio, vero?», disse interrompendo la conversazione dei quattro.
«Sì», rispose Harry freddamente. Li odiava e Dean e Sam lo sapevano. «Avrebbe dovuto essere ad Azkaban a quest’ora. Ma da quando Voldemort è morto, il Ministro ha deciso di dare una possibilità a chi ha una famiglia. Quindi tutti fuori a sparare a tutti fuochi di Maledizioni Senza Perdono.»
«Alt alt alt. Hai detto che Tu-Sai-Chi è morto?», Dean, a differenza di Sam, si sentiva incredibilmente preso da quella faccenda assurda.
«Sì, l’abbiamo ucciso quest’estate»
«Ma.. ma.. quanti anni avete?», continuò il più grande dei Winchester.
«17».
«E quindi siete all’ultimo anno di Hogwarts?», chiese a quel punto Sam.
«Esatto!», esclamò euforica la ragazza, sorridendo.
Dean e Sam si guardarono per un secondo e poi dissero all’unisono: «Ma voi non andate ad Hogwarts per l’ultimo anno!»
«Cosa?». I tre ragazzi iniziavano seriamente a preoccuparsi per la sanità mentale di quei due. C’era da ricoverarli al San Mungo all’istante.
«Niente», disse Sam poi.


-------------------------------------------------------------------------------------


Dean Winchester si trovava su uno sgabello, di fronte a forse 500 studenti seduti su lunghe tavolate. Per la precisione, quattro tavolate. Accanto a lui, una vecchia strega aspettava il verdetto di quella cosa che parlava e che si trovava sulla sua testa in quel momento. Dietro di lui invece, c’erano due tavoli meno lunghi di quelli che aveva davanti, posizionati orizzontalmente alla sua posizione, dove sedevano forse 20 maghi adulti, compreso il vecchio preside.
«E’ una scelta difficile», borbottava il cappello sulla testa. «Sei coraggioso, non leale perché hai detto parecchie bugie a quanto vedo..»
«A fin di bene!», sbottò Dean che iniziava ad esasperarsi.
«Calma, ragazzo. Lasciami finire. Dicevo.. coraggioso, intelligente.. e anche orgoglioso. Sarei indeciso tra Serpeverde e Grifondoro… ma, visto che salvi il mondo, forse è meglio GRIFONDORO!»
Un applauso partì dalla tavolata alla sua sinistra, tutti si alzarono in piedi, pronti per accoglierlo. Il ragazzo guardò un istante il fratello che ormai ne aveva piene le scatole di quella storia, e si avviò verso i Grifondoro.
C’era Sam, dopo di lui, ad occupare lo sgabello con quel pazzo cappello in testa.
«Stessa cosa per l’altro Winchester», iniziò il cappello. «Coraggioso, certo. Ma anche malvagio forse. Hai bevuto sangue di demone, sei senza anima. Il tuo posto è indubbiamente… SERPEVERDE!»
L’evento di poco prima si ripeté, però quella volta furono i Serpeverde ad alzarsi in piedi e ad applaudire.
Così, i due fratelli vennero divisi.
Al tavolo dei Grifondoro, Dean chiacchierava con Harry e Ron, mentre lanciava sguardi che lasciavano poco all’immaginazione alla grifoncina che gli stava seduta accanto. E mentre chiacchierava, si abbuffava di quel ben di Dio presente sulla tavolata.
Dall’altra parte della sala invece, Sam Winchester era a dir poco imbestialito. Si trovava in mezzo a ragazzi completamente privi di cervello, che parlavano solamente di magia oscura e avrebbe voluto ucciderli tutti, senza lasciarne uno solo vivo.
Anzi, forse uno sì. Quel Zabini gli stava simpatico.
Non aveva toccato cibo e lanciava sguardi assassini verso tutti quelli che lo circondavano. Altri suoi sguardi volavano verso il tavolo dei grifi dall’altra parte della stanza, ma gli occhi del fratello non li incontrarono mai.


----------------------------------------------------------------------------------


Si era fatto tardi ormai, e i due Winchester si trovavano nei rispettivi dormitori, nei propri letti. Sam che non soffriva più il freddo, stava divinamente nei sotterranei. Mentre Dean stava semplicemente sudando, non essendo abituato al calore della torre dei Grifondoro.
Piano, i ragazzi si addormentarono nello stesso istante. Sì, anche Sam si addormentò.

---------------------------------------------------------------------------------------

Una luce fortissima fece aprire gli occhi a Sam e Dean. Era ormai sorto il sole, e dovevano andare a lezione.
Si alzarono dai letti e si stiracchiarono, ritrovandosi faccia a faccia.
«E tu che ci fai qua, serpeverde?», disse Dean guardando di sottecchi il fratello.
«Che ci fai TU, qui, razza di grifone delle nevi!», sbottò l’altro, volgendo lo sguardo altrove e non capendoci più nulla.
Anche Dean si voltò e riconobbe quella stanza, come la stanza del Motel che avevano lasciato quella mattina.
«Ma che succede?!», esclamarono entrambi nello stesso momento.
Poi, Sam ricordò quello che gli successe qualche anno prima… quando Gabriele gli aveva fatto un brutto scherzetto.
«Qua c’è puzza di angeli. Ho già vissuto una situazione come questa».
«Angeli?», chiese Dean confuso.
«Ehy Sam. Gli angeli non puzzano». Fu quella la battuta d’esordio di un angelo. Per la precisione, di quel maledettissimo angelo.
«CASTIEL!»



OK, questo voleva essere uno svago xD
Spero non via abbia annoiati questa mia follia… al contrario, spero vi abbia divertiti come ha divertito me scriverla ^^
E’ una OS, quindi questo sarà il solo capitolo di questa storia.
Grazie a chiunque la leggerà… se lascerete recensioni, risponderò con il nuovo metodo, quindi potrete trovare la risposta sotto la vostra recensione ^^
Un bacio,
Lucy.

  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Winchester94