Penna a Sfera

Il cuore gli stava sanguinando, la voce si era persa in un grido soffocato in un cuscino. Non c'era niente che gli facesse provare una gioia sincera e duratura, qualcosa che riuscisse a farlo sentire tanto bene da riuscir a sorridere davanti ad ogni difficoltà. Ogni volta ci ricadeva, ogni volta che cercava di allontanarsi da lui si ritrovava ancora tra le sue braccia, che come grinfie di una belva feroce, lo graffiavano e deturpavano il suo corpo, violentandolo. Si odiava profondamente, non poteva fare a meno di domandarsi perché non riuscisse a ribellarsi a lui. La risposta la conosceva troppo bene. Lo amava, lo aveva sempre amato e avrebbe continuato ad amarlo per sempre, nonostante si ostinasse a far credere a tutti di odiarlo. Davanti al suo sguardo sentiva il cuore esplodergli nel petto e desiderava più che mai sentire le sue mani sul suo corpo.
Bastavano delle sue parole scarabocchiate con una penna sfera blu su un angolo di foglio, un semplice “Tornerò a casa per cena, stupida mucca” per farlo sentire felice, per crederci almeno un po' di essere importante nella sua vita. Ma poi tornava e affianco a sé aveva un'altra persona e Lambo voleva nuovamente morire, piangere e urlare finché non avesse avuto più voce.
Era un ripiego, un corpo giovane e attraente che Reborn poteva prendere e scopare come e quando voleva, era una stupida mucca buona solo ad accoglierlo, ma mai nulla di più. Era solo uno stupido illuso che, dopo tanti anni, non si era ancora rassegnato e continuava a provare quel sentimento. Quella storia non sarebbe finita mai.
Avrebbe continuato ad amarlo, nonostante tutto.
Avrebbe continuato ad aspettare paziente mente le sue attenzioni.
Avrebbe continuato a sperare di diventare qualcuno di importante, prima o poi, nella vita del Killer.
Avrebbe continuato a credere nei suoi sogni, ad alimentare il suo amore, a vivere nelle sue speranze, fregandosene di quanto avrebbe pianto e di quanto avrebbe sofferto.
Per lui, non c'era niente che contasse di più.