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Autore: I Walk With Shadows    09/12/2010    7 recensioni
'E' veramente piccolo', aveva pensato.
Basso, di corporatura minuscola e cicciottello. Il viso era piccolo e infantile, gli dava molti anni in meno di lui.
Non immaginava, quella volta, che sarebbe finita così.
Perché ora Max era accanto a lui, che lo abbracciava forte, con la testa sulle sue spalle e con gli occhietti chiusi.
Sorrise, guardandolo mentre sussurrava nel sonno “Sei il mio migliore amico, Ronnie...”
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Max Green , Ronnie Radke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per Ron, Mag, Anzu, BambolaMorta, Hysteria, Virgily e chiunque abbia almeno una volta letto qualcosa di mio.


Waiting for the End

-Trying to forget the past.





Ricordava la prima volta che l'aveva visto.

In piedi, davanti a scuola, con le cuffiette nelle orecchie e lo sguardo perso nel vuoto. Due occhi verdi incavati profondamente nel volto erano fermi e sembrava quasi che stessero aspettando qualcosa.

'E' veramente piccolo', aveva pensato.

Basso, di corporatura minuscola e cicciottello. Il viso era piccolo e infantile, gli dava molti anni in meno di lui.

Non immaginava, quella volta, che sarebbe finita così.

Perché ora Max era accanto a lui, che lo abbracciava forte, con la testa sulle sue spalle e con gli occhietti chiusi.

Sorrise, guardandolo mentre sussurrava nel sonno “Sei il mio migliore amico, Ronnie...”


Quella scena lo stava distruggendo.

Le labbra erano rosse, la fronte sudava.

Ronnie sentiva il freddo delle sbarre sul mento, gli occhi erano chiusi sopra le immagini di quel ragazzino così dolce. Le lacrime gli scivolavano sulle guance, e non riusciva a dimenticare. Tutto gli stava scorrendo così velocemente davanti agli occhi che aveva quasi il mal di mare. Si morse il labbro così tanto da farsi uscire il sangue a fiotti.

Non ne poteva più.


Lo prese in braccio, stringendolo a sé più forte che poteva.

Max si accoccolò al suo petto, come un cucciolo impaurito, guardando le saette attraversare il cielo.

Ronnie gli si avvicinò e gli stampò un appena percettibile bacio sulla fronte, facendogli chiudere gli occhi. Sentiva le sue mani che si aggrappavano più forte alla sua schiena nuda, e lo sentiva sempre più freddo.

Max alzò gli occhi e fissò quelli del più grande, quasi a dire “Ho paura, ti prego, aiutami”.

Lo aveva sentito, tutti quei graffi sulla schiena lo confermavano, e non aveva mai visto il piccolo così spaventato.

Poco prima Max era tornato a casa, in lacrime, urlando. Aveva poi visto le ferite e aveva capito quello che era successo: era stato violentato. Allora l'aveva portato a letto, stringendolo a sé con tutta la forza che poteva.

L'altro piangeva ancora, era solo riuscito a dire cosa gli era successo e basta, niente di più.

Poi guardò Ronnie di nuovo, con gli occhi lucidi, e a malapena riuscì a trascinarsi verso le sue labbra e farle combaciare con le proprie. Si staccò subito, ma il cantante gli diede un altro bacio casto, prima di farlo tornare sul suo petto.

Il pianto del piccolo iniziò a farsi più leggero, fino a scomparire del tutto. Fino a quando, con la testa ancora piena di immagini orribili, riuscirono a cadere nei sogni.


Da quella notte era tutto cambiato, e Max nemmeno oggi sembrava avere i segni di ciò che aveva passato. Sembrava essere felice.

Le lacrime gli scendevano sempre di più.

E sì, lo amava. Più di ogni altra cosa. Avrebbe dato ogni cosa solo per vederlo felice, nel successo o meno. Il sangue aveva iniziato a scendere più velocemente, scendendo per le labbra e facendolo sembrare una creatura notturna. Non voleva continuare così, erano solo ricordi. Ricordi che andavano rimossi.

Ronnie diede una testata alle sbarre, avrebbe voluto urlare forte ma l'avrebbero sicuramente sentito.

Gli mancava, Dio se gli mancava. Quelle labbra carnose, quegli occhi sempre chiari e lucidi come quelli di un cucciolo appena nato. E non quelli di adesso, spenti e scuri come mai erano stati.


-Ronnie, tu mi ami?

-Sì, e tanto.

Max sorrise, guardando gli occhi del più grande, che era sdraiato esattamente sotto di lui.

-Davvero?

-Sì.

-Davvero davvero?

-Dal primo momento che ti ho visto, praticamente da sempre- sorrise Ronnie, accarezzandogli il viso.

-Quindi... ora stiamo insieme?

-Se vuoi tu, anche se... Non so se è il caso, Max. Insomma, sei appena stato... beh, lo s-

-Ho deciso! Da oggi stiamo insieme!

-Sicuro? Guarda che non so se ne sei in gr-

-Sei il mio nuovo ragazzo, forza, baciami!


Ci aveva messo un po' ad arrivarci.

Max l'aveva usato, sempre. Lo stava facendo anche ora con Craig, o con tutte le groupie con cui era andato a letto. Era per sentirsi meglio.

La verità era semplice, visibile, ma da quando aveva visto Max per la prima volta, Ronnie era diventato cieco.

Lo faceva per sentirsi meglio. Non lo amava, ma non aveva mai scordato quella sera.

Quella in cui lo avevano immobilizzato al muro, e gli avevano fatto male, davvero male.

Stare con qualcuno gli faceva dimenticare tutto quel dolore, quelle urla, quella fragilità. Aveva giocato con il suo cuore, fino a ucciderlo, a fargli uscire sangue come niente. E Max non era felice, no, non sarebbe stato mai felice, non avrebbe mai affrontato il problema.

Ora bisognava solo aspettare la fine. Quella non era la fine, non era neanche l'inizio. Non era un addio, ma nemmeno un “ciao, ci rivedremo presto”. Non era né un bacio né uno schiaffo.

Quella era indifferenza. Pura, netta indifferenza.

Ronnie prese ancora una volta a testate le sbarre, ormai il sangue gli usciva anche dalla testa.

Ma questa non era la fine.

La fine doveva ancora aspettarla.

This is not the end, this is not the begin.


-Linkin Park, Waiting for the End.


***Walks Angle.

No, non mi piace. Fa a dir poco schifo. E' confusa, triste e scettica. Oggi ho voglia di rovinarmi l'immagine che ho su questo sito.

Niente, aspetto recensioni comunque. Grazie a tutti!

  
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