Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
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Autore: Rota    09/12/2010    3 recensioni
Raccolta di Flash fic/One shot sui pair dell'iniziativa "MariTombola" di MaridiChallenge.
*8059: In tempo di guerra
*6927: I did not fall
*D18: Una settimana fa
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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*Autore: margherota
*Titolo: In tempo di guerra
*Prompt Maritombola: 59: in tempo di guerra
*Fandom: Katekyo Hitman Reborn
*Personaggi: Hayato Gokudera, Takeshi Yamamoto; 8059
*Genere: Sentimentale, Romantico
*Avvertimenti: Shonen ai, Lime, What if…?, Flash fic
*Rating: Giallo
*Conteggio parole: 555
*Note: Per mia moglie. Solo ed esclusivamente per mia moglie – anche se si aspettava ben altro XD Ma quell’altro arriverà, ecco ù.ù
Vorrei solo farvi notare un certo uso del lessico – i riferimenti all’acqua per Yamamoto e alla tempesta per Gokudera. Ecco, non sono messi a caso ù.ù’’
E ora… Buona lettura. <3<3<3<3<3<3



In tempo di guerra




In tempo di guerra si imbracciano le armi migliori.

Yamamoto sorride – di quel sorriso capace di lavare via ogni peccato – mentre con l’impeto di un amante spinge sul materasso del letto Hayato, raggiungendolo subito dopo tra le coperte e le lenzuola candide e sfatte. Il Guardiano della Tempesta digrigna i denti, mentre lo afferra per le spalle e le stringe tra le dita, forte.
Takeshi sussulta nel vedersi puntato addosso il suo sguardo chiaro – così vivo, così indomabile, così reale. E sorride ancora, mentre stupidamente avvicina il proprio viso al suo. Inspira il suo profumo – non sa solo di pioggia, ma di terra e sudore, ma di vento e tempesta.


In tempo di guerra non conta alcuna regola morale.

Yamamoto lo bacia, senza minimamente pensare alle conseguenze; lo bacia e accarezza le sue braccia, i polsi sottili e i palmi chiari delle mani, con polpastrelli febbricitanti e alla ricerca della più piccola traccia di calore – del suo calore.
Sente le sue unghie contro la pelle, i denti attorno al labbro. Si ritrae dopo qualche istante, sentendo inaspettatamente dolore, e lo guarda senza capire. Hayato ghigna, schernendo la poca resistenza dell’altro – come a voler dire “dov’è finita tutta la tua virilità, idiota del baseball?”.
Eppure non si muove da lì e aspetta.


In tempo di guerra ogni strategia è buona per vincere.

Yamamoto scende di nuovo su Hayato – sulle sue labbra tenute schiuse in quel sorriso sghembo e decisamente poco gentile. Scende e lo bacia ancora una volta, e allora non trova i denti di lui ad attenderlo, anche se le mani si ancorano lo stesso alla sua maglia e tirano con forza, fino a farselo cadere addosso.
È lì che Hayato ribalta l’altro ragazzo, posizionandosi esattamente sopra di lui. Lo guarda male, forse un poco deluso dalla vittoria troppo facile e rapida. Diventa però di pietra quando le dita di Takeshi gli toccano le labbra e poi la guancia e poi i capelli. E mentre ancora annega nel suo sguardo, come un fulmine che dal cielo raggiunge l’esatto fondo di un oceano immenso, Yamamoto lo tira di nuovo giù, abbracciandolo stretto.


In tempo di guerra non esistono né vinti né vincitori.

Yamamoto sente il bacio – sulle labbra, fra le labbra, dentro le labbra e oltre le labbra. Yamamoto sente i lunghi capelli di Hayato sul viso, che si muovono con lui in una carezza che pare, ironicamente, quasi gentile. Perché gentili non sono le sue mani; gentili non sono i suoi occhi; gentile non è niente, di Gokudera. Ma lo bacia e lo trattiene lì, in un abbraccio violento.
Ed è lo stesso impeto selvaggio che sconquassa i cieli in tumulto quello che prende totalmente l’italiano, costretto in quel poco spazio tra le braccia che Takeshi gli riserva – non può scappare né ballare tanto, e questo lo fa impazzire. Non lo morde, ma mugugna contro la sua bocca.
Solo alla fine pare abbandonare i propositi di lotta – quando lo vede sorridere ancora, con le gote leggermente tinte di rosso e lo sguardo liquido, che ancora lo chiama a sé.
Ma è solo un istante, giusto il tempo di avere la stessa sua colorazione e di scendere allo stesso suo livello.
Uguali, in una lotta che non è mai finita, riprendono in un ansimare veloce e confuso.
   
 
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