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Autore: Chibi_    10/12/2010    3 recensioni
Il ricco e avaro Roderich Eldenstein inizia le festività natalizie con il solito cattivo umore, rimproverando il suo dipendente Antonio e rifiutando l'invito dei pochi che ancora cercano di stargli vicino. Per lui il Natale è solo una giornata fastidiosa e sembra che anche quest'anno lo passerà da solo mandando insulti a tutto e tutti. Ma la notte della vigilia l’inaspettata visita di un vecchio amico sembrerà destinata a cambiare il cuore del freddo e distaccato Roderich…
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Un po' tutti
Note: AU, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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  okok, qualche parolina prima di cominciare.... che posso dirvi, il clima natalizio è dappertutto, ovunque mi giri... e tutti questi video/fan art natalizie di Hetalia mi hanno fatto venire voglia di scrivere qualcosa, quindi alla fine è uscita sta cosa, soprattutto grazie a una chiaccherata con una mia amica (nippon93),che mi ha mooolto aiutata ^___^  (Ti ho citata, sei contenta ora??? XD)
ovviamente è ripreso da "a Christmas Carol", all'inizio doveva essere una one-shot, ma alla fine sarà un po' più lunga.......
il protagonista è l'unico personaggio che io aborro profondamente, non ho idea del perchè abbia scelto lui.....no, ok lo so, perchè lui è perfetto per fare la parte del vecchiaccio tirchio guastafeste e rompiballe xD (si, ok, forse mi sono leggermente divertita a dargli proprio questo ruolo, ma vabbè XD) <--- mi perdonino le fan di Austria
ho messol'avviso di OOC perchè, nonostante io non sopporti Austria, non credo che per quanto ottuso possa essere sia così tanto freddo e scostante
l'unica cosa è che spero di finirla entro natale, altrimenti.... altrimenti niente .-.  pazienza...
ok, ho scritto una  premessa lunga e totalmente inutile, scusate..... ditemi che ne pensate ^__^




 

01-Questo stupido Natale.


La vigilia di natale…. Il giorno in cui gli adulti sospirano per l’arrivo delle meritate vacanze, il giorno in cui l’eccitazione dei bambini è alle stelle, poiché sanno che il giorno dopo a colazione ci saranno ad attenderli tanti meravigliosi doni, il giorno in cui tutto il mondo sembra condividere quella dolce attesa che precede quel giorno tanto carico di significati…. Si, perché è questo che aspettano tutti trepidanti: il Natale.

Dopotutto, a chi non piace il Natale? Con le sue luci sgargianti, la sua gioia, la Santa Messa, le benedizioni, gli auguri, l’albero, i regali, il cenone insieme alle persone che si amano… il Natale piace a tutti.
Si, proprio a tutti, tranne che a Roderich Eldenstein.
 
Roderich Eldenstein era un giovane viennese che aveva ereditato dal padre una fiorente attività e grazie a questa aveva fatto fortuna. Era una persona colta, amante della musica e dai modi impeccabilmente eleganti e viveva con il suo solo e unico grande amore: il denaro
Era questo ciò che dava un senso alla sua vita: accumulare denaro, sempre di più, sempre di più, senza mai spenderne un centesimo. Infatti la sua ricchezza era direttamente proporzionale alla sua avarizia,e ciò l’aveva fatto allontanare da tutti, finché non finì per passare ogni Natale a casa da solo.
Nonostante ciò lui non era dispiaciuto, nel Natale trovava solo aspetti negativi: il frastuono assordante della città, la folla di gente che si riduceva a pensare ai regali da fare all’ultimo momento, e poi c’erano il freddo, la neve, le richieste dei parenti che chiedevano imperterriti di passare la vigilia con loro nonostante il numero di rifiuti non si contava ormai più… per non parlare del fattore ferie. Con quel dannatissimo natale Roderich era obbligato a chiudere le fabbriche e a mandare a casa i lavoratori, e ciò comportava un arresto di tutte le attività, quindi un arresto delle entrate di denaro. Si, l’austriaco odiava decisamente il natale.
 
“Ma perché questi pensieri adesso?” si chiese Roderich osservando svogliatamente i fiocchi di neve cadere sulla città tutta illuminata e addobbata,. Avrebbe dovuto fare il calcolo dei guadagni di quel mese, non arrovellarsi in pensieri alquanto controproducenti. Si allontanò dalla finestra e si sedette alla scrivania, tirandone fuori un mucchio di incomprensibili grafici a linee e sistemandosi meglio gli occhiali da vista sul naso, pronto per cominciare, ma venne interrotto dal bussare della porta
-Avanti-
Dalla porta apparve il bel viso di un ragazzo castano, la pelle leggermente abbronzata e due grandi occhi verdi
-Buongiorno Roderich…..cioè signor Eldenstein, è permesso?-
-Carriedo, muoviti ad entrare e dimmi cosa vuoi.-
Il ragazzo era Antonio Fernández Carriedo, uno degli ultimi dipendenti che aveva assunto… era da qualche mese ormai che lavorava per lui e, benché non facesse né meglio né peggio degli altri dipendenti, a Roderich non andava proprio a genio il suo carattere: troppo espansivo e solare, nel lavoro ci vuole serietà e diligenza, non spensieratezza e una testa perennemente fra le nuvole!
-Ecco, mi scusi per il disturbo, sono infinitamente dispiaciuto, non avevo intenzione di disturbarla, cioè, il disturbo è una brutta cosa…. E so benissimo che deve lavorare….- si sfregava nervosamente le mani fra di loro –non è che io intenda disturbarla più di tanto, ma…-
-Mi vuoi dire che accidenti vuoi? Devo lavorare io!- sbottò scocciato  l’austriaco stanco dei giri di parole dello spagnolo
-Si, scusi! Ecco, sono venuto qui per… p-per chiederle…..- le iridi verdi del ragazzo fissarono imbarazzate (o spaventate?) le proprie scarpe – per chiederle… seoggipotevadarmiungiornodiferie!- disse tutto d’un fiato alla fine.
Roderich sperò di aver capito male
-Come scusa?-
Anche Antonio sperò di aver detto male, ma poi si ricordò dei motivi che l’avevano spinto fin là e si fece coraggio, alzando finalmente lo sguardo
-Vorrei chiederle un giorno di ferie, signore. Vede…. Oggi è la vigilia di natale, e io vorrei passarla con la mia famiglia, se mi è permesso….-
Roderich assottigliò lo sguardo sullo spagnolo, si sistemò le lenti meglio e incrociò le mani tra di loro, il tutto con un’estrema lentezza
-Carriedo…- disse infine – fammi capire bene, tu vorresti delle ferie?-
-Beh…si, signore…-
-E dimmi, non ti basta il fatto che domani devo (forzatamente) chiudere e potrai stare con la tua famiglia domani?-
-Si, lo so benissimo, ma mi chiedevo…
-E dimmi un po’,nel frattempo chi baderà alle tue mansioni?-
-B..beh…. è soltanto per una giornata e comunque Yao Wang, quello che sta vicino al mio reparto, sa fare un po’ tutto, nel caso di bisogno potete sempre…-
-Siete tutti così voi!- urlò infine l’austriaco – Siete un branco di scansafatiche, ecco cosa siete!Non vi basta il fatto che domani ve ne state tutto il giorno a casa senza fare niente, no! Ti rendi conto se tutti facessero come te? Eh? Oggi mi chiedete un giorno, e domani? Un mese?-
-Signore, si calmi, io non…-
-E’ qui che lavora il fratellone? Eh? È qui?-
La voce di un bambino li interruppe e i due ragazzi si accostarono alla finestra per sapere chi aveva parlato
Accanto al cancello della fabbrica stavano tre persone: una ragazza dai capelli biondi insieme a due bambini castani.
Il più piccolo dei due strattonò il lungo cappotto della ragazza
-Nè, né!  È qui che lavora il fratellone Antonio?- chiese entusiasta.
La ragazza si sistemò meglio la sciarpa e prese in braccio il bambino, sorridendo
-Si, vedete che bel posto?-
L’altro bambino fece qualche passo verso la grande fabbrica
-Questo ammasso di ferro grigio sporco e puzzolente sarebbe un bel posto? Certo che è proprio il posto adatto per quell’idiota!- venne zittito dall’occhiata di rimprovero che gli lanciò la bionda
-Romano, non fare così! Antonio lavora duramente per noi visto che solo con lo stipendio di mio fratello non ce la facciamo, lo sai bene.-
-Si….. ma resta comunque uno stupido…. E sono stupidi anche i suoi capi!- sbottò dando un calcetto a un mucchio di neve –Certo che potrebbero farlo stare di più a casa… quel bastardo non c’è mai!-
La giovane fece una risatina
-Stai dicendo che ti manca quando è al lavoro, Romano?-
-C..CERTO CHE NO!-
-Veeeeh, speriamo che torni a casa presto- s’intromise l’altro bambino facendo tante nuvolette di vapore e divertendosi a guardarle svanire
La bionda fece scendere il piccolo a terra e li prese entrambi per mano
-Che dite, torniamo a casa così facciamo trovare ai nostri due lavoratori una bella cenetta?-
-Si, si! Posso aiutarti a cucinare?- chiese iniziando a saltellare uno –Possiamo cucinare la pasta?-
-Feliciano, non abbiamo abbastanza ingredienti….. temo che ci dovremo accontentare di un po’ di stufato… Ci aiuterai anche tu, caro?-
-Tzè, avete mai sentito parlare di sfruttamento minorile?-
-Dai, fratellone, Antonio sarà tanto contento!-
 E tra le risate della ragazza e i borbottii dei bambini, le tre figure si allontanarono pian piano nella neve
 
-Quelli sono i tuoi parenti?- chiese l’austriaco al ragazzo accanto a lui, guardandolo rimase sorpreso dell’espressione estremamente dolce e serena che esibiva lo spagnolo, mentre continuava a guardare le tre figure allontanarsi
-Si… sono la cosa più importante che ho…. Lei e suo fratello abitano con me da tanto ormai, mentre i due bambini sono trovatelli che abbiamo accolto con noi.-
Roderich si allontanò dalla finestra e guardò la miriade di fogli che invadevano la scrivania poi, senza guardare in faccia l’ispanico, con un tono scocciato fece:
-Questa sera e basta, Carriedo, se ti risento nominare ancora la parola “ferie” ti licenzio in tronco, capito?-
Il ragazzo sembrò riscuotersi e guardò incredulo il suo datore di lavoro
-Ma allora posso davvero….?-
-Vattene dalla mia vista prima che cambi idea, nullafacente che non sei altro!-
E tra una cascata di “si signore! Grazie signore!” e una decina di inchini, Antonio se ne andò dalla stanza, lasciando Roderich da solo con i suoi pensieri.
 
Era bella la villa di Roderich, grande, maestosa…. Eppure era sempre fredda, per quanto l’austriaco ordinasse alle domestiche di tenere accesi i camini. Lasciò il cappotto nell’ingresso ed andò a cambiarsi, pronto per andare a letto.
-Stupido Carriedo, stupida vigilia, stupido Natale.- sbottò scocciato sedendosi sul letto. La sua vista venne attirata da una fotografia che giaceva impolverata sul comodino.
Ritraeva tre persone, tre persone che Roderich conosceva bene: a sinistra stava un ragazzo alto e slanciato,con i capelli argentei e gli occhi scarlatti e un espressione di sfida sul volto, teneva un braccio intorno alle spalle di una ragazza castana poco più bassa di lui, aveva un’espressione dolce e serena, mentre nella foto era stata catturata nel momento in cui sfiorava la mano dell’altro; infine, al centro della foto, stava un bambino biondo dagli occhi incredibilmente azzurri, il fratellastro del ragazzo più grande,che esibiva un’espressione seria, forse troppo per la sua giovane età. Gilbert, Elizabeth  e il piccolo Ludwig, una volta erano ciò che Roderich aveva associato di più al concetto di “famiglia”. Loro ogni anno gli chiedevano di trascorrere il Natale insieme, fregandosene dei rifiuti stizziti che l’austriaco gli rifilava ogni anno, Roderich si domandava per quanto quella storia sarebbe andata avanti, quei due non avevano niente di meglio di cui preoccuparsi? Come ad esempio la salute cagionevole del piccolo bambino biondo? Certo che no, dovevano andare a importunare lui, ovviamente.  Ripose la fotografia sul comodino e finalmente si decise a prendere sonno.
Un sonno molto breve, poiché Roderich si svegliò di soprassalto, sentendo un forte rumore di catene e dei passi che si avvicinavano alla sua stanza



 N.d Ary: AHAHAHA, ODDIO MA CHE COS'E'???? XDDD <--- della serie: commenti intelligenti

  
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