Alice è
una ragazza come tutte le altre. Alice è una ragazza solare,
allegra, dolce, attiva. Alice è sempre stata una ragazza
premurosa e altruista. Alice ha avuto un unico grande amore.
Ora non so
dirvi come fu che un giorno lei, proprio lei, che di amore non
conosceva neanche il sentore o il profumo lontano, conobbe un
bambino. Sì, un bambino! Ragazzi, non pensate che tutti gli
amori nascano quando si è ormai adulti o coscientemente
agenti. Lei conobbe un bambino, figuratevi, era bambina anch'ella! Lo
conobbe e ne rimase colpita. Lei non avrebbe certo saputo dirvi che
quella sarebbe stata una persona tanto importante da rimanerne
impresso ogni ricordo fino ad età avanzata. Sapeva solo che
era riuscita ad attirarla come non mai in pochissimo tempo e ne era
rimasta ammaliata. Con i suoi vivaci occhi marroni e il suo caschetto
biondo da monello calato sugli occhi come in un film di 'Piccola
Peste'. Passavano ore insieme, ore a giocare, a parlare, a
confidarsi. A scuola, a casa, nel parco. Ovunque capitasse loro di
incontrarsi. Si poteva dire che era destino che stessero insieme.
Forse. O forse no. Fatto sta che Alice era sempre più presa
da
lui e non vedeva l'ora di alzarsi la mattina e andare a scuola per
trovare lui che ora era il suo compagno di banco. E piano piano
immaginava di crescere fianco a fianco per sempre con lui.
Un giorno
erano pronti per l'uscita da scuola e lui era in agitazione
perché
aveva una cosa molto importante da chiederle. Alice, oh Alice! Felice
Alice! Già ti preparavi a gioire per un affetto tanto
grande.
Era allora vero che un affetto così arrivasse per chiunque?
Che tu fossi finalmente arrivata al punto cruciale tanto, tanto
sperato e atteso? Sapevi cosa significasse e sapevi che stava per
arrivare. E oh quale gioia a sentir parlare lui proprio di quello di
cui ti aspettavi! Tu felice, gaia Alice! “Ecco...
vedi...”. Il
tuo ometto faceva fatica ad articolare bene la frase, la quale era
portata per natura ad essere un pochino pesante e al tempo stesso
rincuorante. “Mi piace una ragazza...”. Oh
già eccolo al
punto! Che dovesse confessarlo così velocemente? Non era
forse
troppo presto per ammetterlo? Oh no, no! 'Continua, continua!' diceva
incalzante ed emozionato il tuo sguardo.
“Continua...” dicesti tu
con voce flebile, così ìmpari all'ardore che i
tuoi
occhi esprimevano. 'Perché non si decide?' continuavi a
pensare, e sì!, era giunto il momento, non poteva aspettare
di
più! Cosa diamine aspettava? “Ebbene?”
dicesti infine e
lui sembrò ridestarsi. Si scosse un pochino e, armandosi di
un
dolce e ingenuo sorriso, ti disse proprio quello, proprio quello che
tu, oh felice Alice!, tu desideravi sentire. “Ebbene, mi
piace una
ragazza”. “Lo so, lo hai appena detto”
dicesti a tua volta e
fremevi tanto aspettando che lui dicesse il tuo nome.
“Alice...”.
Eccolo! Oh piccolo dolce bambino, com'è bella l'infanzia!
Così
candida e spumeggiante, allegra e senza dolori. E per di più
piena di attimi felici. E tu, tu piccolo ometto di ferro, tu stavi
per rendere quella di Alice la più bella che una bambina
avesse mai potuto desiderare! “Massimiliano, anch'io ti
voglio
bene!”. L'abbracciasti e ti sembrò tutto
così strano.
Lui ti abbracciò e poi...
Lagrime
amare solcano il tuo viso a quel ricordo. Non riesci a trattenere la
tristezza e il dolore, non riesci a confortare il tuo cuore
ammaccato. Una mancanza, è forse questo quello
che
senti, piccola grande Alice, oggi? Tu avevi dimenticato quel giorno,
lo avevi confuso, nascosto, obliato nel profondo inconscio tuo.
Ricordavi a malapena il dolce e piccolo viso di Massimiliano.
Adesso
no. Adesso lo ricordi bene. Ricordi che i suoi occhi erano vispi e
fermi, ricordi che il suo sorriso era sempre pieno e scattante,
ricordi gli spaghetti che gli colavano sulla fronte a mò di
capelli (e non il contrario, voi amavate pensare il contrario), i
mille scherzi, le risate, le scale salite insieme a tre a tre. E
ricordi lei. Mora, occhialuta, coi denti storti. Elisabetta.
Elisabetta si chiamava. Una stretta, un'altra mancanza. Due. Anzi
tre. Perché lui ti aveva chiesto, con la più
grande
cortesia (quattro), di fare da intermediaria, di chiederle cosa ne
pensasse di lui, di consegnarle la sua letterina, di portare indietro
notizie di come l'aveva presa. Tutto ti chiese. A te, a te che eri
amica fidata.
Cinque
colpi al cuore. Hai paura di non farcela a ricordare tutto. Non vuoi
ricordare, vuoi dimenticare di nuovo. Se continuassi, il tuo cuore
scoppierebbe. Ma non sarebbe forse giusto? Non sarebbe forse ora,
Alice? Soffrire adesso e poi tacere per sempre? Tu credi che sia
questo il tuo momento? Vorresti lasciarci tutti qui, così?
Non
credi sia poco questo dolore? È solo un'esagerazione Alice.
Tu
non hai mica sofferto tanto. Soffrire poi per cosa? Per una cosa che
è successa tanto tempo fa? Per una persona che hai perso?
Per
una persona che hai dimenticato?
Piangi Alice, piangi. E non pensare al domani. Per ora pensa solo a sopravvivere.