Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
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Autore: Dazel    12/12/2010    3 recensioni
«Ma che-» disse Lambo arrossendo e indietreggiando finché non sbatté con la schiena contro la parete. Le labbra di Reborn continuavano a muoversi sulla sua pelle, scivolando il polso e avanzando sul braccio. Lambo fremette e socchiuse gli occhi «Cosa vuoi?» ansimò piano.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi | Personaggi: Lambo, Reborn
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ho sostenuto il mondo intero sulle mie spalle e ne sono stato vinto.
Nel buio della sua stanza Lambo continua a rimunginare su quella frase come se rispecchiasse la sua realtà. L'aveva ascoltata distrattamente quello stesso pomeriggio mentre si occupava di sistemare il salotto, reso impresentabile dal suo coinquilino e dalle sue brutte abitudini. Mentre tirava su una bottiglia di rhum vuoto e si accigliava per la macchia ocra sul tappeto bianco, in televisione un uomo lacrimante pronunciava quella frase. Era circondato da giornalisti, sangue e macerie, bambini che piangevano e persone che cercavano disperatamente i propri cari in mezzo a quello che, fino a non troppe ore prima, doveva essere un ospedale. Lambo, davanti alla drammaticità della cosa era rimasto quasi commosso. La scossa del cuore era da sempre il suo telefilm italiano preferito e riusciva costantemente a sorprenderlo ed emozionarlo, si sentiva fragile e coinvolto da qualsiasi cosa i personaggi di quella trasmissione dicessero. Tirò su col naso e gettò la bottiglia in un sacchetto di plastica per l'immondizia e poi mise in pausa il dvd.
Erano circa le tre del mattino, Lambo lo sapeva perché innumerevoli minuti prima aveva fatto illuminare la sveglia analogica sul suo comodino. Era a letto da molte ore, eppure non era riuscito a prendere sonno.
Ho sostenuto il mondo intero sulle mie spalle e ne sono stato vinto, ripeté nella sua mente. Poteva forse sentirsi meno complice in un discorso se non in quello? Il mondo aveva sempre potuto benissimo fare a meno di lui e non aveva mancato a farglielo notare. A volte si soffermava a pensare: E se io sparissi? La risposta giungeva puntualmente: Non cambierebbe nulla, Lambo. Effettivamente era così, se anche fosse sparito chi se ne sarebbe preoccupato? Reborn probabilmente avrebbe notato la sua assenza, ma per via del suo stoico orgoglio ci sarebbe passato sopra e si sarebbe distratto con qualche bel ragazzo, come al solito. Sospirò pesantemente: perché doveva pensare a certe cose? Non era forse felice? Viveva con la persona che amava e riusciva ad ottenere – seppur sporadicamente – la sua attenzione. C'era qualcosa che valeva di più?
Reborn era il suo mondo e lo reggeva sulle proprie spalle, lo avrebbe continuato a fare fino alla fine. Ogni qualvolta il killer avesse avuto bisogno di lui, Lambo sarebbe accorso. Ogni qual volta Reborn fosse stato troppo ubriaco per alzarsi e prendersi un aspirina, Lambo avrebbe mescolato la medicina in un bicchier d'acqua fino a far sparire ogni granello pallido e gliel'avrebbe portata a letto, preoccupato delle sue condizioni. Se Reborn fosse tornato a casa ferito, Lambo lo avrebbe medicato come meglio poteva, lo avrebbe rassicurato e forse rimproverato per aver prestato poca attenzione... Reborn era il suo mondo.
Il cigolio delle giunture della porta lo allarmavano, solo quando vide Reborn entrare nella stanza si calmò un po'. Non che non fosse di cattivo auspicio una sua visita, in genere andava da lui solo quando aveva bisogno di qualcosa, generalmente la cosa di cui aveva bisogno era scopare.

«Svegliati, stupida mucca!»
Lambo affondò la testa nel cuscino e tirò le coperte fin sopra le orecchie. Voleva dar l'impressione di essere infastidito dalla sua presenza, di voler continuare a dormire. La verità, è che era tremendamente felice Reborn fosse lì. Avvertì il materasso abbassarsi un po', il killer si era seduto sul bordo del letto ed ora stringeva un lembo della trapunta. La tirava piano, facendola scivolare lentamente tra le dita di Lambo che allentavano dolcemente la presa. Un istante dopo era scoperto e sotto lo sguardo inquisitore dell'uomo.
«Ho sonno, lasciami dormire.»
«Non hai la voce di uno che si è appena svegliato.»
«Ma che discorsi sono? E' notte fonda! Vai a letto!»
Reborn gli catturò una mano e posò un bacio sopra di essa. «Sei freddo.»
«Ma che-» disse Lambo arrossendo e indietreggiando finché non sbatté con la schiena contro la parete. Le labbra di Reborn continuavano a muoversi sulla sua pelle, scivolando il polso e avanzando sul braccio. Lambo fremette e socchiuse gli occhi «Cosa vuoi?» ansimò piano.
Non c'era bisogno che rispondesse, lui lo sapeva già cosa desidera l'altro. E ancora una volta, senza lamentarsene, avrebbe acconsentito. Ancora una volta, avrebbe permesso a Reborn di appropriarsi del suo corpo, di divorarlo, ancora una volta non avrebbe dato ascolto alla ragione ma al cuore...

Ho sostenuto il mondo intero sulle mie spalle e ne sono stato vinto.

Ma non mi importa, perché mi è dolce soccombere di questo male.
   
 
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