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Autore: Minner_    12/12/2010    3 recensioni
L'incredibile fuga di due fratelli nello sconfinato cielo berlinese.
[Prussia/Germania]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Germania/Ludwig, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Sopra il cielo di Berlino
Fandom: Axis Povwers Hetalia
Genere: Generale
Personaggi: Germania, Prussia
Rating: verde
Avvertimenti: One- shot

I personaggi non appartengono a me ma ha Hidekazu Himaruya.

- Sopra il cielo di Berlino -
 

Berlino Est, 5 settembe 1987
ore 5.15 del mattino


- Zzz … mi senti? Ehi Gilbert, mi senti?- una voce gracchiava dal woki toki che teneva in mano un ragazzo dai capelli argentati.

- Si ti sento, sono pronto.- rispose questo.

Gilbert rimase accucciato nello cespuglio del grande parco poco lontano dal muro nella parte di Berlino Est, aspettava con impazienza che il fratello arrivasse a prenderlo. Qualche tempo prima Ludwig lo aveva contatto dicendogli di aver avuto una grande idea per venirlo a salvare dai sovietici e portarlo così a Berlino Ovest.

Era da circa un paio d’ore che aspettava accovacciato dalla sua postazione attendendo le prime luci dell’alba quando sarebbe giunto il momento del salvataggio, faceva piuttosto freddo quel mattino e pensava che prima o poi sarebbe morto congelato dietro un stupido e qualunque cespuglio.

- Zzz … sto arrivando … mettiti in posizione.- strideva la voce dall’altra parte.

Fece per uscire dal cespuglio quando sentì dei passi provenire verso la sua direzione. Ritornò alla sua posizione originale dietro il fogliame facendosi più piccolo possibile e cercando di non fiatare per non farsi notare.

Sperava solo che non fosse la polizia altrimenti giorni e giorni di preparazione e anni di attesa sarebbe andati in fumo, inoltre, se fosse stato arrestato o fermato a lungo, non avrebbe potuto comunicare con Ludwig per dirgli che era saltato il piano e così avrebbe rischiato persino lui di essere arrestato dall’intransigente polizia dell’est.

I passi dello sconosciuto erano sempre più vicini, i secondi sembravano non passare mai, il rumore si faceva sempre più vicino fino a quando non vide un’ombra fermarsi proprio di fronte a lui. Trattenne il respiro, aveva il cuore in gola, chiuse gli occhi e pregò che lo sconosciuto non si sporgesse troppo altrimenti avrebbe rischiato di venire scoperto.

L’ombra rimase lì per qualche minuto, poi se ne andò tranquillamente come era arrivato. In poco tempo tutto tornò tranquillo, Gilbert tirò un sospiro di sollievo così uscì con circospezione dal cespuglio, mise fuori la testa guardando a destra e a sinistra per vedere dove fosse Ludwig.

D’un tratto la tranquillità della notte venne disturbata da un rumore quasi impercettibile, sembrava il fragore di pale che giravano a velocità elevata. Il rumore lo insospettì, girò la testa verso destra e guardò il cielo, a poco più di un kilometro di distanza si intravedeva la sagoma di un piccolo aereo che si stava dirigendo proprio verso di lui.

- Non ci posso credere- sussurrò l’albino rimanendo a bocca aperta con la testa fuori dal cespuglio.

L’aereo si abbassava sempre di più e stava atterrando nel parco. Toccò terra e con una curva si fermò proprio di fronte all'arbusto, Gilbert uscì rapidissimo da esso e si diresse correndo verso l’aereo pilotato da fratello che gli gridava: - Forza! Dobbiamo fare in fretta.-

Non se lo fece ripetere due volte e con un balzo salì sul piccolo aereo sedendosi al fianco di Ludwig riconoscibile dai pochi ciuffi biondi che uscivano dal cappello da aviatore. Rimise in moto l’apparecchio  e tornò in posizione facendo del prato la sua pista di decollo.

Stavano prendendo velocità, sempre più forte, sempre più veloce. Gilbert sentì che si stavano staccando da terra.

Gli alberi si facevano sempre più vicini ma loro non acquistavano quota, il peso di un altro passeggero aveva appesantito il piccolo aereo che ora aveva bisogno di più spazio per decollare.

- Siamo troppo pesanti, non credo ce la faremo.- gridò Gilbert rivolto al fratello che impassibile continuò a guardare dritto, muovendo la cloche verso di sé cercò di impennare leggermente l’aereo.

Le fronde degli alberi toccarono le ruote ma non ci furono altri intoppi, finalmente erano nel cielo di Berlino Est.

Non gli sembrava vero, dopo tutti quegli anni mancava così poco alla libertà. I due fratelli rimasero in silenzio lungo tutto il tragitto, solo il rumore dell’aereo disturbava quell’alba così bella che stava per nascere.

Il cielo, da scuro e tenebroso qual’era, divenne pian piano sempre più chiaro fino ad un tenue azzurro pastello, le stelle erano ancora nel cielo ma pallide e quasi impossibili da scorgere. All’orizzonte si iniziava ad intravedere lo spuntare dell’alba e le nuvole mattutine si dipinsero di un bellissimo rosa. Berlino, sotto quella luce, era ancora più bella e sembrava dirgli che stava per avere un nuovo inizio dopo tutto quegli anni così opprimenti.

Sotto di loro si scorgeva il confine sorvegliato dai soldati di frontiera appostati sulle torrette, anche loro avevano udito il rumore dell’aereo e avevano alzato gli occhi verso il cielo osservando il trabiccolo volare sopra le loro teste per poi varcare il muro e sparire a Berlino Ovest.

Oltre il muro si estendeva un altro parco dove in furgone era stato parcheggiato in solitudine. L’aereo cominciò a perdere di quota e con qualche scossone atterrò poco lontano dal camioncino.

L’aereo si fermò. Ludwig staccò le mani dalla cloche che non aveva mai lasciato da quando era decollato da quello stesso prato un’oretta prima, non gli sembrava verso che Gilbert fosse veramente lì con lui e che ce l’avessero fatta.

Si girò verso il fratello e gli disse, con un mezzo sorriso piuttosto imbarazzato:- Benvenuto a Berlino Ovest, Gilbert. –

Anche l’altro si girò verso il fratellino, si guardarono per qualche secondo senza fiatare e poi con uno dei suoi ghigni fece uno scatto velocissimo abbracciando il fratello e stringendolo più che poteva rischiando di farlo soffocare, come cercava di dirgli Ludwig.

Come lo aveva abbracciato allo sprovvista così lo mollò di colpo saltando giù dall’aereo e alzando le braccia vero il cielo in segno di vittoria e gridò a squarcia gola:- Ce l’ho fatta! –

Sì, era finalmente libero da quella prigione ed una vita gli si prospettava davanti, auspicata da una meravigliosa alba che stava illuminando di giallo gli edifici di quella Berlino tanto sognata.



 

   Angolo Autrice


Si è capito che mi piace scrivere del muro di Berlino eh?XD
Allora, per la fic ho preso ispirazione da un evento realmente accaduto che riguarava tre fratelli e di come scapparono,  questa mi era particolamente piaciuta e spero di che sia piaciuta anche a voi, anche se per alcuni particolari ho cambiato qualcosa!! :D
Fatemi sapere che ne pensate, a presto!^.^

  
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