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Autore: malukuku    12/12/2010    3 recensioni
C'erano una volta due fratelli e un muro costruito per separarli.
Il minore venne pazientemente accolto nella Metà Felice. Il maggiore e più irrequieto andò in custodia all'uomo più odiato del paese, nella Metà Triste.
Una fic senza alcunissima pretesa!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Prussia/Gilbert Beilschmidt, Russia/Ivan Braginski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In un paese freddo vivevano due fratelli con lo stesso volto e il cuore simile. I due fratelli si volevano molto bene e da quando erano venuti al mondo non si erano mai separati. Purtroppo i due fratelli tendevano a combinare guai e a fare sbagli, a volte molto grossi e pericolosi per chi stava loro intorno.

Dopo l’ennesimo grave sbaglio, gli altri abitanti del paese ne ebbero abbastanza dei due fratelli e decisero di dividerli.

Venne costruito un muro che tagliava a metà il paese, così alto e resistente che nessuno sarebbe mai riuscito a scavalcarlo o abbatterlo. I due fratelli, non avendo né padre né madre, vennero affidati alle cure di due persone molto diverse: il fratello minore andò a vivere con l’uomo più amato del paese mentre il fratello maggiore andò a vivere con l’uomo più odiato del paese.

L’uomo più odiato del paese era una persona solitaria, alto come una montagna e spietato come una roccia. Accolse il fratello maggiore con un sorriso sulle labbra e il gelo nel cuore.

  Come il resto del paese, il fratello maggiore odiava l’uomo più odiato del paese ma vivendo insieme a lui imparò anche a temerlo. L’uomo era imprevedibile: capitava spesso che, dopo averlo salutato allegro, cominciasse a maltrattarlo, bastonarlo o peggio.

Il fratello maggiore fu costretto ad imparare l’obbedienza ma nel suo petto batteva furioso il desiderio di vendetta.

  Il fratello maggiore visse con l’uomo più odiato del paese per molti anni. Ad ogni nuovo anno, contrariamente a come avevano pensato gli altri abitanti del paese, il dolore per la lontananza del fratello minore aumentava. Ogni tanto il fratello maggiore riusciva a sgattaiolare fuori dall’immensa casa del suo padrone e ad andare al muro, su cui si appoggiava a piangere un mare di lacrime. Se non ci fosse stato l’uomo più odiato del paese a costringerlo, il fratello maggiore avrebbe smesso di mangiare, parlare e respirare. 

In un giorno silenzioso come tanti prima, l’uomo più odiato del paese prese il fratello maggiore per il bavero della giacca e lo alzò di qualche spanna da terra.

- Adesso basta. Penchè pensare a tuo fratello se tanto non lo rivedrai mai più? Smettila. - disse l’uomo.

Il fratello maggiore, che quel giorno era riuscito ad andare al muro, non aveva più lacrime da piangere, così rispose con voce ferma: - Non ci riesco. E non posso. -
L’uomo più odiato del paese lo gettò sul tavolo e lo picchiò.

  Dopo molti altri anni, il fratello maggiore ancora non riusciva a smettere di pensare a suo fratello, ma in compenso non aveva più così paura del suo padrone. Durante quegli anni si era irrobustito e quando l’uomo lo picchiava non gli faceva più tanto male.

Ad essere sinceri, al fratello maggiore non sembrava di essersi irrobustito poi così tanto: era ancora insignificante rispetto all’uomo più odiato del paese. Aveva più l’impressione che fossero le bastonate dell’uomo ad essere diventate meno violente.

Un giorno di neve, soddisfacendo uno strano capriccio, il fratello maggiore espose al suo padrone quel pensiero. Inaspettatamente l’uomo gli sorrise, per poi tornare a leggere.

Quella notte il fratello maggiore scoprì che le mani dell’uomo fossero fatte anche per le carezze.

  Quando passarono abbastanza anni, il fratello maggiore, che ormai era un uomo anche lui, decise che non aveva più bisogno di un padrone. Non odiava più così tanto l’uomo più odiato del paese ma il desiderio d’essere libero e soprattutto di rivedere suo fratello era troppo grande.

- Voglio superare il muro. - dichiarò una sera. - Voglio andare nella metà felice del paese. Voglio rivedere mio fratello. -

Il volto dell’uomo più odiato del paese si deformò in una smorfia orripilata e in breve il fratello maggiore si trovò sollevato a qualche spanna da terra, proprio come quando era piccolo.

- Non te ne andrai. Tu non mi abbandonerai. - gli ordinò il suo padrone.

Ormai però il fratello maggiore aveva deciso di non avere più un padrone, ma un nemico.

 Nei giorni successivi il fratello maggiore tentò in tutti i modi di superare il muro che tagliava a metà il paese. Provò ad arrampicarcisi su per scavalcarlo ma cadde così tante volte che le sue unghie si staccarono. Provò ad abbatterlo con un martello rubato ma il muro era così resitente che fu il martello a sgretolarsi. Provò per lo meno a lanciare dei messaggi dall’altra parte, per cercare un contatto con suo fratello, ma anche se lui era cresciuto, il muro rimaneva troppo alto e nessun messaggio lo superò. Il fratello maggiore scappava fuori ogni mattina e ritornava in casa dell’uomo più odiato del paese ogni sera, mangiando poco e dormendo male.

Esasperato per quel comportamento sconsiderato, l’uomo più odiato del paese cercò di dissuaderlo.

- Hai detto che dall’altra parte del muro c’è la metà felice del paese, ma non è così. Da quella parte il rancore, l‘odio, l’invidia e la sofferenza sono semplicemente vestiti a festa per sembrare qualcos’altro. -

Il fratello maggiore non lo ascoltò.

- Noi due siamo simili. Entrambi odiati da tutti, entrambi esiliati lontano: io capisco te e tu capisci me. Siamo perfetti insieme. -

Il fratello maggiore non gli diede retta.

- Tu sei certo che quando supererai il muro tutto tornerà come prima ma come te, anche tuo fratello è cresciuto in questi anni. Ed è cambiato. Non ti pensa più da tempo; è troppo impegnato a svolgere il ruolo di entrambi nel paese. Dall’altra parte del muro tu non esisti più. Non sei che un vago ricordo d’infanzia. -

Il fratello maggiore sapeva che stava mentendo.

- Perché vuoi andartene da me? Mi odi anche tu, come tutti? -

…Il fratello maggiore non rispose.

  Le giornate passavano lente fra i tentativi di superare il muro che divideva in due il paese. Il fratello maggiore crebbe ancora e si costruì una capanna più vicina al muro e più lontana dalla casa dell’uomo più odiato del paese. Ormai non aveva più un padrone e il suo unico nemico era diventato quel muro grigio di calce.

Nella notte dei defunti, l’uomo più odiato del paese bussò alla sua porta, nero in volto. Dopo aver fatto uscire il fratello maggiore, sfiorò il muro con una mano guantata e, come per magia, vi si aprì una larga breccia. Dall’altra parte della breccia era ancora sera e il sole rosso inondava di luce il paesaggio.

  Il fratello maggiore guardò a bocca spalancata l’angolo di paese che si vedeva e mosse i primi passi verso il muro squarciato, ma si fermò. E anche se sapeva che non avrebbe dovuto farlo, si voltò indietro.

L’uomo più odiato del paese sorrideva come quando lo aveva accolto molti, moltissimi anni prima; ma al contrario di allora, il suo cuore batteva. Era un suono leggero come uno sbattere d’ali e affaticato come il ticchettio di un vecchio orologio.

Senza dirgli niente, l’uomo si voltò e tornò nella sua immensa casa vuota.

  Il fratello maggiore raggiunse il muro, impaziente di rivedere il suo amato fratello minore ed estasiato da quanta luce ci fosse da quell’altra parte. Superò il muro che aveva diviso in due il paese e, silenziosamente, svanì nell’aria.

Rantoli dell'autrice

Ci ho messo un'eternità a decidere se questa fic dovessi metterla sotto Hetalia o meno: è vero che mi sono ispirata ad un video RussiaPrussia (*piange al ricordo*) ma non è che qui abbia scritto i nomi... Oh bhè!
Il rating è Giallo solo per scrupolo. Io il rating alle storie non lo so decidere P: 

  
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