Lontano dal tuo sole
Piove ma io qualche
cosa farò
Per sentire ancora
Tutto il calore che
ora non ho
E avere un po’ di
pace che ora non ho
E luce nei miei occhi
che ora non ho
Una direzione giusta
che ora non ho
Che ora non ho
Stringi
istintivamente le tue grosse braccia intorno al petto. Ottobre è giunto con
tutto il freddo possibile e la neve già copre abbondantemente le strade
deserte, imbiancando marciapiedi ed alberi già stanchi di quel peso eccessivo.
Hogsmade
è irriconoscibile: solo poco tempo prima avresti potuto vedere ragazzini
correre felici tra dolciumi e scherzi magici, mentre uomini conversavano
amichevolmente dei nuovi provvedimenti del Ministero o dell’ultima vincitrice
del torneo di Quidditch e le donne parlavano degli
ultimi vestiti alla moda o si vantavano dei voti dei figli che frequentavano
Hogwarts. Ora invece la desolazione spadroneggia in ogni luogo, signora
incontrastata, generata dalla paura che fredda si è insinuata in ogni abitante
di quel villaggio e di tutto il Mondo Magico.
Cammini
con lentezza, quasi riluttanza per lo sforzo o per il gesto che stai facendo.
Perché quello segnerà una svolta decisiva e tu ne sei più che consapevole: un
conto è patteggiare segretamente per le schiere del Signore Oscuro, un altro –
decisamente un altro – è tradire i propri amici determinandone la sicura morte.
È così che deve andare, è questo
che vuole il destino ti ripeti, continuando a camminare.
Ed
è una scusa che a prima vista potrebbe anche reggere: in fondo se Sirius non
avesse cominciato ad essere paranoico e a sospettare di Remus, non avrebbe mai
deciso di cambiare all’insaputa di tutti il Custode Segreto del rifugio dei
Potter, affidando a te un simile compito. E dato che la sorte ti ha offerto su
un piatto d’argento una simile opportunità, non puoi sprecarla… è troppo perfetta per poter essere gettata al
vento.
E
quindi hai deciso, sei sicuro di quello che stai per fare e non farai passi
indietro. Il Signore Oscuro ti attende, aspetta la tua conferma, la certezza di
avere in pugno l’unica persona in grado di contrastarlo, quell’essere che solo
con la sua giovanissima presenza pare un insulto alla forza che ha mostrato di avere.
Harry,
il piccolo Harry, lo stesso bambino con lui stavi giocando poche ore prima, ora
sei pronto a condannare a morte certa.
O me o lui
ricordi a te stesso per darti forza.
Ma
come sei arrivato a quella situazione? Come sei finito a tradire quelli che
erano i tuoi migliori amici, i tuoi fratelli? Un tempo non passavi un istante
lontano da loro, lontano da tuo sole
ed ora invece sei così distante da esso che non ricordi più neanche come sia
fatto il calore che emanava. Freddo, solo, solo come nessuno era mai stato
prima, come non credevi saresti mai potuto stare. Ormai la solitudine è la tua
unica compagna, quella che non ti lascia mai, che puntualmente ti ricorda ogni
singolo passo che hai compiuto voltando le spalle agli altri Malandrini.
Non è così: non ho scelta! Se
avessi un’altra possibilità, solo una…
Cosa
faresti? Se potessi tornare indietro tu cosa faresti? Eviteresti di allearti
con i Mangiamorte e con il Signore Oscuro? Rimarresti fedele ai tuoi compagni?
No.
Cruda verità che la coscienza ti sputa nella mente senza nessun riguardo.
Perché in fondo potresti avere altre cinque o dieci chance, non cambierebbe
nulla: saresti nello stesso punto che ora stanno calpestando i tuoi piedi,
formulando gli stessi pensieri. Perché in verità non è solo necessità quella che ti spinge a
tradire, non è solo paura: sai che in un modo o nell’altro stavolta il bene non
vincerà, che in ogni caso sarà il male a trionfare – è troppo forte per poter
soccombere – e allora tanto meglio trovarsi sul carro dei vincitori quando
questi saranno proclamati tali dai fatti, tanto meglio prevenire.
E in fondo se è solo il piccolo a
dover essere ucciso non tutto è perduto ti consoli.
Un
altro ragionamento a prima vista più che logico. Nessuno dei tuoi compagni
morirà, non sono loro a costituire la minaccia che Colui-che-non-deve-essere-nominato
teme e pur se perdenti potrebbero essere risparmiati: potresti chiedere perdono
a tutti e ricostruire quell’amicizia che ora non esiste più, nessuno ti
negherebbe il perdono ed il primo a sorriderti sarebbe Remus – ha un cuore
troppo buono per odiarti e conosce troppo bene la solitudine per poter rinunciare
ad un amico. Sirius ti urlerebbe contro la tua idiozia, ma alla fine capirebbe:
in fondo non è tanto diverso da te, anche lui sta tradendo l’amicizia del
mannaro accusandolo ingiustamente. Lily e James… perderanno il loro bambino e
sarà un colpo duro da sopportare e superare, ma il tempo cura ogni ferita ed anche
loro presto o tardi andrebbero avanti.
Non
cambierebbe nulla. Non cambierà nulla.
Ma
allora cos’è questa risata che senti rimbombare nella testa? Pare voler farla
scoppiare, come un martello che picchia forte, senza sosta e tu stringi gli
occhi ed istintivamente tappi le orecchie come se potessi attutire quel rumore.
Eppure la risata non proviene dall’esterno, ma dal suo petto o forse dalla sua
mente: è la coscienza che ride, divertita. Lei – fredda, distaccata, superiore
– ti conosce meglio di chiunque altro e sa quante menzogne, quante scuse stai
creando per nasconderti dalla verità, per giustificarti ai suoi occhi limpidi. Perché la verità è la verità, sempre la
stesso, fino all’infinito e per quante parole tu possa pronunciare, per
quante giustificazioni tu possa creare non potrai mai nascondere la sua
evidenza.
Hai
paura. È questa la verità. Hai così tanta paura da preferire quella che al
momento è la parte più forte all’amicizia di sempre; preferisci l’illusione di
un possibile pentimento futuro ad una presa di posizione decisa e fedele.
L’utile per la salvezza momentanea: è questa la tua vigliacca filosofia e pur
essendone pienamente consapevole neghi la tua posizione convenzionalista, crei
l’imposizione per giustificare la mancanza di scelta. “Ho dovuto, mi hanno
costretto” sarà il tuo motto, il motto di un santo coatto, la cui coscienza è
silenziata da un potere troppo forte per essere contrastato da solo.
Solo.
Sei solo. Quella è la tua condizione: combatti da solo una battaglia troppo
grande per un semplice uomo e chi crede il contrario è semplicemente folle. Ma
è solo un momento, Peter, non è così? È solo un momento e presto passerà.
Presto tornerà tutto come prima ed una guerra simile non sarà che un brutto
ricordo, la cui unica forza si trova negli incubi delle notti più buie.
Presto
troverai tutto il calore perso, la luce dei tuoi compagni che da sempre ha
illuminato la tua strada e quella spensierata pace che da tanto tempo ti ha lasciato
solo a combattere con i morsi del freddo e della paura – troppo simili in quel
momento.
Che
vita è la tua, Peter? In questo momento che vita è la tua? Guardati… mentire a
te stesso è la cosa più patetica a cui saresti potuto arrivare: è il fondo che
hai toccato ed hai deciso di far diventare nuova dimora della tua esistenza.
Davvero i tuoi amici ti perdoneranno? Ne sei davvero certo?
Remus
preferirà rimanere solo piuttosto che con te. Sirius non potrà mai paragonare
le sue scelte alle tue, mai. James e Lily neanche ti guarderanno più. Fare i
conti con queste verità è troppo per te, vero Peter? E allora chiudi gli occhi.
Così, da bravo: fa che non esistano, fa che siano solo noiosi moniti
dall’improbabile realizzazione. Quando si realizzeranno potrai sempre dire che
non te l’aspettavi, che erano assurde idee, che avevano a mala pena sfiorato la
tua testa: nuove scuse zittiranno i tuoi rimorsi e ancora una volta tu sarai
quel santo costretto ad agire in un particolar modo dalle maledette
circostanze, niente di più.
«Sei
qui, Minus»
La
sua voce gela il tuo sangue nelle
vene e i tuoi pensieri nella mente. Non c’è più tempo per i dubbi, non c’è più
tempo per le tue contrastate elucubrazioni: ora è il momento, a te la
decisione.
«Mio
Signore…» saluti con in inchino.
«Dunque?»
chiede lui, diretto e spietato.
«Black
si è deciso, mio Signore: a breve saprò e potrò riferirvi dove sono, forse
anche tra qualche giorno» sentenzi, senza neanche renderti conto della
decisione appena presa.
Voldemort
allarga un sorriso sul suo volto serpentino, un sorriso che stona con l’aria
malvagiamente perversa dei suoi occhi. Rabbrividisci inevitabilmente.
«Perfetto,
Minus. La tua paura è fedele servitrice»
Anche lui sa, Minus
si compiace la tua coscienza, superiore.
Tutti
sanno, Minus. Tutti tranne te, che ti rifiuti di aprire gli occhi, forse per
non renderti conto di quanto tu sia lontano
dal tuo sole, di quanto la tua orbita abbia pericolosamente ed
irrimediabilmente deviato su una nuova gelida rotta, una rotta di tradimento e
di morte.
E
di nuovo Hogsmade piomba nel silenzio, di nuovo la
tua figura è sola, di nuovo la tua coscienza ha campo libero per nuove,
furiose, taglienti riflessioni.
Silenzio.
Non hai più nulla da dirmi, ora? ti
chiedi, quasi sprezzante di sfida.
Ancora
silenzio.
Perché
stupirsi, Peter? Cos’altro potrebbe dirti quella ragione martire delle tue
scelte? Ormai hai fatto il passo fatidico: il burrone è sotto di te e stai
scivolando al suo interno sempre più man mano che gli istanti trascorsi da quel
dialogo aumentano.
E
respiri, quasi sollevato di quella presa di posizione: la tua vita è
momentaneamente salva e tanto t’importa, nulla più.
Una simile situazione troverà
presto fine ti consoli tutto tornerà alla normalità ed avrò la possibilità di dimenticare ogni
mia scelta.
Muovi
stanchi passi nel villaggio vuoto, apprestandoti a tornare a casa, mentre
l’ansia e la paura ti seguono come segugi. Sai già che ogni tua illusione sarà
presto smentita, eppure continui ad mentirti senza ritegno, come se fosse
l’ultima cosa rimasta da fare – ed in fondo è così, Peter.
La
tua figura si perde nella nebbia e nel freddo. Una frase aleggia come monito
volutamente inascoltato: la verità è
la verità, sempre la stessa, fino alla fine.
~~~~~~~~~~~~~~~~
Ok, non avrei mai creduto di scrivere qualcosa incentrata
su Peter Minus e soprattutto negli anni dopo Hogwarts. Ma i contest fanno
brutti scherzi e dopo averne scritta una su Raptor, ecco una Shot su quel
traditore è____é
E se poi esce che ha fatto settima allo “Shakespeare
Contest” di Gigettina… oh, beh, nulla può farmi più
felice. La canzone è “Lontano dal tuo sole” di Neffa e credetemi, mi ci sono
dovuta applicare per farla entrare nella storia! Ma lascio a voi il giudizio ^^
Intanto ecco cosa me pensa la giudicIA.
7 Classificata: Alchimist@
“Lontano dal tuo sole”
Grammatica e forma: 8,75/10
Caratterizzazione dei pg: 5/5
Originalità: 5/5
Utilizzo dei prompt: 9/10
Stile: 9,75/10
Gradimento personale: 10/10
Bonus: 2/2
Totale: 49,5/52
Cosa dire? E’ stupenda. Il personaggio non era facile, e sicuramente è uno dei
più odiati. Il Malandrino traditore. Eppure con questa tua storia potrei dire
di averlo amato. No, che parolona grossa, l’ho apprezzato molto. Il tema è
sviluppato molto bene, non ci sono errori gravi e l’introspezione è qualcosa di
veramente stupendo.
L’immagine di una Hogsmade silenziosa e coperta dalla
neve che permette a Peter di perdersi tra i suoi pensieri viene trasformata, ad
un certo punto, in una sorta di prigione perché non c’è nessuno con cui
confrontarsi. Peter è solo con se stesso e intrappolato nelle sue scelte. Scusa
eri tu che dicevi di aver scritto qualcosa di orrendo? Bah.
Grazie per aver partecipato.
- Miglior canzone: Alchimist@
Ringrazio Gigettina per il contest e faccio i
complimenti a tutte le altre partecipanti. A voi che leggete, recensite,
preferite o ricordare un grazie speciale.
Alla prossima. Un bacio
Alchimista ~ ♥