Nel
pieno dell'adolescenza non c'è niente di peggio del Natale.
Quando
si ha sedici anni ed una famiglia numerosa, è la
festività peggiore
dell'anno. O almeno Lily Luna Potter la pensava così.
Quell'anno,
per la fatidica cena di Natale, i suoi cari genitori avevano deciso
di invitare tutti i loro amici a casa. Mentalmente, Lily continuava a
cercare di contarli, ma invano. Erano troppi, come sarebbero entrati
tutti nel salotto? Questo era il dilemma che affliggeva la giovane
Potter, quel pomeriggio di vigilia.
-
Lilian! Vieni ad aiutarmi col tacchino! - la richiamò nonna
Molly,
dalla cucina. La rossa sospirò e distogliendo lo sguardo dal
caminetto perennemente acceso si trascinò, controvoglia,
nella
stanza accanto.
Sua
nonna Molly, una donna robusta e sempre indaffarata in cucina, le
sorrise. James – il maggiore – stava pulendo le
castagne per il
ripieno.
- Asciuga il tacchino di dentro, tesoro. - la invitò,
dolcemente, a fare la donna. Lily sbuffò ed afferrando uno
strofinaccio lo infilò all'interno del tacchino, riluttante.
Lei era
una frana in cucina.
Mentre 'aiutava' nonna Molly, riprese a
contare i presunti invitati. Zia Hermione e zio Ron, con Rose e Hugo,
scontati; zio George ed zia Angelina, con Roxanne e Fred, ovviamente;
zio Bill e zia Fleur... No! Loro, per fortuna, erano in Francia dai
genitori di lei. Eliminò mentalmente cinque persone dalla
lista. Zio
Percy e zia Audrey, con Molly e Lucy sarebbero venuti sicuramente
quell'anno. Fece una somma veloce... Erano in diciannove. Tutto
sommato non sarebbe stato così 'catastrofico'.
Tranquillizzata da
questa splendida notizia, passò il tacchino a sua nonna,
quando
Ginny Potter – sua madre – irruppe in cucina
frenetica.
- Oh
Merlino! Tutto questo cibo non basterà! - esclamò
la donna, nel
panico. Molly la guardò perplessa, insieme a Lily.
-
Perchè mai? - chiese Molly. La donna sospirò,
lasciando ondeggiare
i suoi lunghi capelli rossi.
- Mi ha chiamato Luna... E... Vengono
anche loro! - sbottò, presa dal panico. La nonna
tirò un respiro di
sollievo, era abituata a sfamare un esercito – letteralmente
–
qualche persona in più non le sarebbe di certo pesata. Ma
quella ad
essere di diversa opinione era Lily, ovviamente.
- Cosa!? Gli
Scamandro vengono qui, stasera? - domandò, come se sua madre
non si
fosse espressa a dovere. La donna annuì.
La rivalità tra Lily e
Lysander – uno dei gemelli Scamandro – era
conosciuta in tutta
l'Inghilterra ed era certa che oltre a sopportare Rose crucciarsi
perchè il suo amato Scorpius era a Malfoy Manor, lontano da
lei,
avrebbe dovuto resistere anche sotto la pressione di Lysander. Il
punto, però, era un altro: oltre ad essere rivali,
nascondevano un
segreto e quella sarebbe stata l'occasione giusta per rivelarlo, a
parer di Lily – cosa che non le andava affatto a genio.
- Non
preoccuparti, cara. Faccio anche la zuppa inglese, sarete
così pieni
da non poter neanche mangiare il Christmas Pudding. - asserì
pacatamente la donna, riprendendo a cucinare.
Lily rimase
immobile con lo strofinaccio bagnato in mano a contemplare la porta
dalla quale sua madre era appena uscita, cercando di non farsi
prendere dal panico. Del resto sarebbe stata solo una cena, niente di
drammatico. Peccato che si trattasse della cena più lunga
dell'anno.
- Ehi, Lils! Così viene anche il tuo amato Lysander,
eh? - domandò, retorico, suo fratello James, prendendola in
giro. La
ragazza si girò repentina e scagliò lo
strofinaccio contro quello,
prima di abbandonare la cucina e mandare Al ad aiutare.
Quello
sarebbe stato il Natale peggiore di sempre!
Erano
quasi le sei del pomeriggio, quando qualcuno iniziò a
suonare alla
porta dei Potter. Al si precipitò ad aprire.
- Ciao Al! - salutò
zio Ron, porgendo una busta piena di pacchi incartati. Il ragazzo
sorrise, scansandosi dalla porta e permettendo alla famiglia Weasley
di entrare.
Lily si affacciò dalle scale e fissò sua cugina
Rose
in attesa che la notasse.
- Lily! Cosa ti è successo? - domandò
zia Hermione, notando il volto crucciato della ragazza. La rossa
scosse le spalle e riuscì ad intercettare lo sguardo di Rose.
La
ragazza si liberò del cappotto e seguì Lily al
piano di sopra,
nella sua stanza. Poteva far credere a sua zia che non fosse successo
nulla, ma non a lei, l'insopportabile Rosie.
- Sentiamo, quale è
la catastrofe di quest'anno? - chiese la ragazza, più grande
di lei
di un anno e qualche mese, accomodandosi sul letto.
- Oltre alla
nostra settima generazione, ci saranno anche gli Scamandro! -
sbottò,
fuori di sé, la rossa.
Rose, che da sempre era stata un'ottima
ascoltatrice e pronta risolutrice di problemi altrui, rimase in
silenzio, regalando quel sentimento di pathos che Lily sembrava
cercare così disperatamente.
- Non dici niente? - chiese dopo un
po' la sedicenne, nervosa. Solo a quel punto Rose sorrise,
maliziosa.
- Allora mi sa che dobbiamo farci belle, Lils. -
commentò con malizia, prima che sua cugina iniziasse a dare
di matto
e rovinasse sul letto, chiedendo di tornare una tenera ed innocente
bambina che voleva, per Natale, una bambola, invece di vivere
serenamente i suoi turbolenti sedici anni.
Finita la crisi
isterica di Lily, Rose prese in pugno la situazione, come sempre.
Sebbene si lamentasse spesso ed il più delle volte si
mostrasse al
mondo come un'insopportabile saccente, era la migliore amica che si
potesse desiderare.
Fuori aveva iniziato a nevicare e l'odore
della Burrobirra che nonna Molly aveva deciso di preparare aveva
invaso casa Potter.
- Non fare la stupida, Lils. Come tu non vuoi
sconvolgere i tuoi genitori, lui non vorrà fare lo stesso.
Ci
perderebbe. Quindi, rendiamo le cose più interessanti e
difficili...
Per lui! - asserì euforica Rose, aprendo l'armadio della
rossa. Lily
si rifiutava ancora di credere che i suoi genitori e la sua madrina
avessero potuto permettere tutto questo.
Il
segreto che entrambi dividevano non era poi così terribile,
il
problema era il loro dannato orgoglio che nessuno dei due avrebbe
voluto mettere da parte. A volte non è il cuore a giocare
dei
dannati tiri mancini, bensì l'orgoglio che impedisce alle
persone di
vivere i propri sentimenti correttamente. Ecco, perchè
qualcuno ha
inventato il Natale – pensò, rammaricata, Lily.
Dopo una
mezz'oretta, la sedicenne – e sedicente – Lilian
Luna Potter era
pronta a vivere la serata più lunga ed assurda della sua
vita.
La
porta di casa Potter iniziò ad aprirsi e chiudersi parecchie
volte,
finchè il piano di sotto si riempì di membri
della famiglia – o
tribù – Weasley. Lily salutava tutti, affabile ed
estroversa come
sempre, cercando di non pensare al fatto che fra pochi minuti sarebbe
iniziato il suo incubo peggiore.
Quando il campanello suonò per,
probabilmente, l'ultima volta, fu proprio la rossa a precipitarsi
alla porta senza rendersi conto di ciò che stava facendo.
Quando
aprì la porta si ritrovò davanti i gemelli
Scamandro che la
studiarono, sorpresi.
- Ciao Lily! Stai benissimo! - esclamò
Lorcan, salvando suo fratello – inconsapevolmente –
dall'imbarazzo. La ragazza sorrise, salutando l'ultima famiglia che
le avrebbe affollato la cucina.
Gli ospiti – amici e parenti –
chiacchieravano tra loro, amabilmente. Lily non era più
costretta a
fare la 'padrona' di casa, così si rifugiò in un
angolo del
salotto, vicino il camino. Trasse un respiro di sollievo, notando che
tutto sommato la serata non era iniziata nel peggiore dei modi, a lei
concepibili mentalmente. Purtroppo, la rossa aveva tratto le sue
conclusioni presto.
- L'hai fatto apposta, vero? - domandò una
voce bassa, al suo fianco. Lysander Scamandro, bello come sempre, con
i capelli biondi in disordine, era apparso al suo fianco, magicamente
quasi.
- Cosa? E' la sera di Natale. - disse lei, evasiva, senza
guardarlo e sforzandosi di sorridere.
- Bugiarda. Sapevi che sarei
venuto ed hai avuto la bella idea di metterti in tiro, non provare a
negarlo. - incalzò il ragazzo, insopportabile come sempre.
Lily
sbuffò.
- No, non te lo nego, anche perchè se ci provassi
sarebbe inutile, quindi ti lascio certo delle tue stupide
convinzioni... Adesso, se permetti, devo aiutare mia nonna a portare
le cose a tavola. - asserì contrariata la ragazza, prima di
scostarsi dal camino ed avviarsi in cucina. Questa Rose gliela
avrebbe pagata. Ed anche Lysander.
Il tavolo del salotto era
pieno di pietanze buonissime e, come previsto, nonna Molly avrebbe
potuto sfamare un esercito con tutto quel cibo. Quando tutti gli
invitati si accomodarono, vi fu un gran applauso per la donna che
arrossì e si sedette vicino suo marito, rossa in volta. Lily
sorrise
ed assaggiò un po' di tutto, persino la Burrobirra che per
la prima
volta nonna Molly preparava in casa. Tutti chiacchieravano fra di
loro e nessuno sembrava minimamente intenzionato a darle il relativo
tormento di sempre. Tutti a parte qualcuno. Lysander, che per ironia
della sorte era seduto di fronte a lei, non distoglieva un attimo lo
sguardo su essa, causandole non poco imbarazzo. Gli chiese, con lo
sguardo, che accidenti avesse da guardare, ma quello si
limitò a
farle un occhiolino, alquanto malizioso. Per tutta risposta, la
ragazza decise di distogliere lo sguardo ed ogni volta che poteva
scappava in cucina a portare o prendere delle cose. Quella serata non
sarebbe più terminata di questo passo.
Quando arrivarono al
dolce, Lily ringraziò il cielo di essere sopravvissuta fino
a quel
punto. Tra la zuppa inglese ed il classico budino di Natale, stavano
per scoppiare tutti, ma almeno Ginny era felice e rilassata.
Lentamente gli invitati iniziarono ad alzarsi da tavola e molti
aiutarono Molly – sebbene lo avesse proibito a tutti, Lily
compresa
– a sparecchiare.
La ragazza ne approfittò per rifugiarsi
cinque minuti in camera sua, il tempo materiale di tranquillizzarsi.
Rose le chiese con le scale dove stesse andando, non appena la vide
imboccare le scale di casa. Lily si limitò ad alzare
frettolosamente
le spalle e sparire di sopra.
Una volta nella sua stanza, la rossa
tirò un respiro di sollievo. Finalmente era sola e non
doveva
sopportare lo sguardo di Lysander su di sé, cosa che l'aveva
messa
in imbarazzo tutta la serata.
Si avvicinò allo specchio e si
guardò, forse veramente, per la prima volta quella sera.
Adesso il
motivo per cui il ragazzo non le toglieva gli occhi di dosso era
più
che palese ed evidente a tutti. Era bella. Il viso, esile e
leggermente scavato, era incorniciato elegantemente dai lunghi
capelli rossi che Rose le aveva appena legato sulla testa, evitando
l'effetto 'tendina' di sempre. Il vestito, sebbene non eccessivamente
scollato, mostrava abbastanza per mettere a disagio qualcuno, come
Lysander.
Persa
nel contemplare la sua 'bellezza', non si accorse della porta che
veniva aperta e non appena vide la figura del ragazzo aggirarsi per
la sua stanza, riflessa dallo specchio, sobbalzò.
- Chi ti ha
dato il permesso di entrare? - chiese voltandosi e tenendo una mano
sul cuore che le batteva all'impazzata un po' per la presenza di lui,
un po' per lo spavento.
- Non ho mai dovuto chiedere il permesso
per fare qualcosa, mi sembra. - rispose Lysander, evasivo. Lily
sbuffò.
- Siccome non sei stato invitato ad entrare, puoi anche
uscire. - asserì tagliente come una lama, lei. Ma il biondo
non
sembrava dello stesso parere, poiché iniziò a
curiosare tra le sue
cose, tranquillamente.
Lily lo osservò un po', spazientita,
battendo nervosamente un piede a terra. Quando capì che
l'intenzione
del ragazzo era tutt'altro che uscire dalla stanza, si
avvicinò a
lui e lo prese per un braccio cercando di cacciarlo fuori. Ma lui,
più veloce e più forte di lei, oppose resistenza
e la bloccò
davanti a sé, sorridendo malizioso.
- Se fossimo ad Hogwarts, non
mi chiederesti di lasciare la stanza, giusto Lils? -
domandò,
retorico e malizioso.
- Fottiti Scamandro. - sibilò lei, ma non
poté aggiungere altro, poiché le sue labbra
vennero prontamente
serrate da quelle di lui che tanto amava e conosceva.
Era questo
il loro piccolo, sporco, segreto. Erano attratti l'uno dall'altra,
come due calamite; o forse si amavano. Poco importava, dato che
quando le loro labbra si sfioravano, il mondo spariva.
Come se non
aspettasse altro da tutta la serata, Lily affondò le mani
nei suoi
capelli, attirandolo a sé. Non dovevano farsi scoprire, non
potevano
restare in quella stanza per molto, lo sapeva bene; eppure in quel
momento non le importava.
Lysander ricambiò con lo stesso impeto
il bacio, quasi non ne potesse fare a meno. Era quello che stavano
aspettando da tutta la serata, del resto. I gusti, mischiati nelle
loro bocche, che si fondevano. Il sapore di cioccolata di lui,
mischiato a quello di panna di lei. Era... Sbagliato, eppure tutto
ciò che desideravano.
Quando Lily allontanò il suo volto da
quello di Lysander aveva il fiato corto.
- Piantala, non devono
scoprirci. - disse, con voce malferma, cercando di riprendere il
controllo del suo cuore, invano. Il biondo sorrise, malizioso come
sempre.
- Ma era quello che volevi da tutta la sera, no? Avresti
potuto chiedere. - ironizzò lui; la rossa lo
fulminò con lo
sguardo, prima di riprendere a baciarlo, come se non potesse aver
bisogno d'altro se non di lui.
Magari aveva ragione Lysander, era
ciò che desiderava da tutta la serata, ma non lo avrebbe mai
ammesso. Dentro di sé, nella sua lettera per Babbo Natale,
sapeva di
aver scritto un nome solo, al centro del foglio. Lysander. Era lui
che voleva per Natale, era lui il suo peggior incubo e la migliore
cura. Era tutto e niente; pericoloso e sicuro. Era il suo dannato e
maledetto opposto.
- Lils! Scendi, è quasi mezzanotte! - la
richiamò prontamente Rose, staccando quasi definitivamente
quei due.
La rossa sospirò, tenendo entrambe le mani sul petto di lui.
-
E' meglio scendere... - mormorò contrariata. Lysander
sorrise,
annuendo. Lily si allontanò da lui e si avvicinò
alla porta, ma lui
le afferrò nuovamente un polso e la fece voltare verso
sé.
-
Buon Natele, Lils. - mormorò lui al suo orecchio; la rossa
sorrise.
- Buon Natale, Lysander. -
Del resto, avere sedici
anni e passare il Natale in famiglia non era poi così
catastrofico.
~
s lies and writes
Premettendo
che questa one-shot nasce una notte buia e tempestosa nel mio letto,
in attesa di restare sola e poter scrivere. E' dedicata ad Eliathes,
la mia gemella, mia musa, che approva tutte le mie trovate fuori
logica – e norma – ma che comunque mi appoggia.
A lei, a cui
non so mai cosa regalare, dato che lei mi da tutto.
xoxo.