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Autore: Sokew86    12/12/2010    3 recensioni
- Signorina Scholl!- esclamò.
La donna sorrise e si avvicinò all’uomo: -Signor Germania.-
-Ma lei è … - iniziò a balbettare la nazione incredula.
-E lei è ubriaco, direi che siamo pari.- disse la donna bevendo un po’ di birra di Germania
GermaniaXPersonaggio storico
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Germania/Ludwig
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mi avreti amata?

Allora, se siete quel tipo di persone che credono che la Germania è stato nella seconda guerra solo un covo di pazzi assassini, beh vi consiglio di leggere questa FF.

Si parlerà, anche con un po’ di romanticismo, di una  studentessa di Biologia appena ventunenne chiamata Sophia School che è stata decapitata in nome della difesa del terzo Reich.

Questa figura, l’accosto spesso a Germania, in questa FF sono visti quasi come amanti ma un’altra che ho in mente, il loro rapporto è di profonda ammirazione.

Nella mia idea da fan,questi due si sono incontrati per caso in un parco e hanno iniziato a colloquiare, mano mano  si sono sempre rivisti nello stesso luogo perché si era creata una certa affinità senza sapere l’uno e l’altra chi fosse.

Quando Sophia è stata arrestata ha scoperto che Ludwig era  la Germania e lui ha scoperto che Sophia faceva parte degli oppositori del Reich.

Questa preambolo serve a spiegare l’atteggiamento ,piuttosto confidenziale, della donna nei confronti di Ludwig, lei infatti usa il suo nome umano.

La Rosa Bianca (in lingua tedesca: Die Weiße Rose) è stato un gruppo di studenti cristiani che si opposero in modo nonviolento al regime della Germania nazista. La Rosa Bianca fu attiva dal giugno 1942 al febbraio 1943, quando i principali componenti del gruppo vennero arrestati, processati e condannati a morte mediante decapitazione.

Fonte Wikipedia

Titolo:  Mi avresti amata?
Genere: Generale
Personaggi:  Germania/Ludwig,Personaggio Storico/Sophia School
Rating:Giallo

 

Mi avresti amata?

 

 

<< Dammi un altro boccale. >> il barista guardò seccato l’uomo della richiesta:  era alto, biondo e con occhi azzurri fin troppo impastati dall’alcool.

<< Non credo che dovrebbe continuare … >>

<< Non le ho chiesto la sua opinione! >> il bevitore posò violentemente dei soldi sul bancone.

Il barista li prese e portò altro da bere all’uomo, gli affari non andavano bene, d’altronde era il periodo del secondo dopo guerra, il commerciante  doveva mangiarsela la coscienza.

<< Non dia fastidio agli altri clienti. >> raccomandò il barista all’uomo biondo che grugnì qualcosa di incomprensibile.

L’uomo biondo era solo, dannatamente solo e la birra non stava facendo l’effetto voluto, i suoi problemi non  sembravano volere affogare nell’alcool.

<< Mi scusi mi dia lo stesso di quell’uomo biondo. >> una giovane donna era improvvisamente apparsa.

Nel vederla l’uomo biondo rimasse a bocca aperta, capelli castani, occhi dolci ma con un’espressività unica che racchiudevano un tesoro di forza di volontà.

<< Signorina Scholl! >> esclamò.

La donna sorrise e si avvicinò all’uomo: << Signor Germania. >>

<< Ma lei è … >> iniziò a balbettare la nazione incredula.

<< E lei è ubriaco, direi che siamo pari. >> disse la donna bevendo un po’ di birra di Germania: << Non crede che sta bevendo un po’ troppo? >>

<< Se riesco a vederla … direi proprio di sì. >> confermò Germania.

Gli occhi della ragazza appena ventunenne fissarono la nazione: << Cosa crede di ottenere bevendo? >>

<< Dimenticare i miei problemi per un paio d’ore, per me è un toccasana. >> spiegò la nazione che si mise ad osservare la donna, Sophia aveva appoggiato le sue labbra sul  bordo del bicchiere e sentendosi osservata, fissò con una nota di rimprovero Germania: << Le ricordo che sono cristiana e  fare il lascivo non fa per lei, Ludwig. >>

<< Mi sembra che questa è la prima volta che mi chiama per nome. >>

<< Non è vero, lei quando mi incontrò per la prima volta si è presentato con questo nome. Ora, vuole cortesemente abbandonare questa formalità con me?  >>

<< Sophia …  >>

<< Esatto, è quello il mio nome Ludwig. >>

<< Ti è rimasta la linguaccia. >>

<< Non è linguaccia, è ingegno. Sai quando sei sobrio non sei così spiritoso. >>

<< Hai ragione, quindi ridarmi il boccale. >>

<< Non credo che lo farò. >> disse la donna fulminandolo con lo sguardo.

<< Testarda, fino alla fine, ma di che cosa mi stupisco? >>

<< La donna si accese una sigaretta: << Penso che sia meglio parlarne …  >>

L’uomo abbassò la testa imbarazzato, assomigliava incredibilmente a un bambino in quel momento: <> disse semplicemente.

E come se la donna non avesse sentito iniziò: << Purtroppo quello che avevo predetto … è successo. >>

<< Già sono un paese distrutto, diviso tra  francesi, inglesi e americani e mio fratello è finito nelle mani di Russia. >>

<< Fu lui a chiamarmi Germania, da quel gruppo di statarelli tedeschi ormai senza importanza . Adesso lui ne ha uno bellissimo :DDR. >> Germania fece un ghigno di rassegnazione e cercò di riprendersi la birra ma la donna spostò il boccale.

<< Ludwig. Il nome del geniale musicista, penso che mi ha dato questo nome per smacco a Austria, il damerino come lo chiamerebbe lui. >> continuò Germania

<< E’ un bel tipo tuo fratello, ci ho parlato pochissimo ma mi ha colpito, è una persona particolare. >> disse Sophia.

<< Era. >> corresse Germania che nel frattempo riprese il suo boccale di birra sotto lo sguardo accusatore della donna.

<< Non mi risulta che sia morto. >> la donna ristrappò il boccale a un centimetro dalla bocca di Germania.

<< Non mi piace che la mia nazione si comporti come l’ultimo degli ubriaconi. >>

Germania strinse la propria testa tra le sue mani: << Hai ragione Sophia. Ti devo tutto. >>

<< Tu non mi devi nulla, Ludwig. E’ stata una mia scelta, insieme a quella di altri studenti quella di combattere il nazismo! >> la ragazza nel dire quelle parole, aveva perso per un attimo la sua calma esemplare lasciando  sbalordita la nazione.

<< Come va il collo Sophia? >>

La donna a quella domanda parve vacillare e diventò pallida,passò una mano attorno al collo guardandosi attorno a sé con disagio.  

<< Il peggio è passato. >> disse semplicemente la ragazza.

<< Quando inizierete a parlare di noi? >> la donna era tornata alla sua solita calma e cercava di smascherare, con un tono tranquillo, la sua inquietudine mentre rivolgeva quelle domande alla nazione tedesca.

<< Non lo so Sophia. Io e il popolo tedesco ci sentiamo sporchi di vergogna. Adesso non possiamo parlare di voi, sembrerebbe solamente una giustificazione. >>

<< Capisco,così quei 130.000 tedeschi oppositori al nazismo verranno dimenticati. >> gli occhi della donna erano tristi ma tranquilli.

Germania le prese con trasporto la mano: <<  Non permetterò mai a nessun tedesco di dimenticarti, Sophia! >>

<< A me non importa essere ricordata, ma cosa abbiamo fatto io e miei amici e altri tedeschi voglio e deve essere ricordato! >>

<< Signor Germania.Noi  della “ Rosa Bianca” non abbiamo cambiato nulla di concreto! Ma ti prego! Non buttare tutto al vento, comportandoti come il peggiore dei disperati . Il mio contributo e quello di  altri 129.000 tedeschi non deve essere dimenticato. Signor Germania, sii forte, lo faccia per noi.  >> sul viso della ragazza, scese una lacrima, solitaria, in quella lacrima c’era tutta la sua disperazione e il suo credo.

Sophia respirò e ispirò sorridendo leggermente.

<< Scusami, mi sono lasciata andare … >> la voce era ancora commossa ma l’espressione era tornata forte e determinata.

Germania si sentì male a vedere  quella donna piangere, Sophia era stata torturata dalla Gestapo , non aveva dato nessuna soddisfazione a quei mostri , neanche un attimo di vacillazione avevano visto i suoi carnefici che avevano solo potuto sentire le sue parole “Faccio solo quello che ritengo giusto”. Lui era riuscita a farla piangere,  Germania si sentì davvero una persona orribile.

<< Te lo prometto Sophia, quando la Germania potrà parlare … i 130.000 tedeschi che hanno combattuto contro il nazismo avranno la loro giusta onorificenza.

La donna sorrise leggermente quando sentì la mano della nazione stringere le sue.

Come era calda e morbida la pelle di quella donna.

<< Come faccio a sentirti Sophia? >> domandò la nazione insospettito da quella strana sensazione umana.

<< Infatti è una tua illusione, Germania. >>

<< Cosa? Praticamente? >>

<< Stai parlando con il vuoto da mezz’ora. >>

La nazione guardò sott’ occhio il barista : << Mi avrà preso per pazzo. >> disse imbarazzato.

<< Sono sicura che ha visto cose ben peggiori. >>

Germania sorrise tristemente alla donna: << Sophia se ti fossi stata una nazione, io … >> iniziò la nazione imbarazzato ma aiutato dal alcool.

<< Mi avresti amata? >>

<< Sì. >>

La donna si alzò e rimase in silenzio, la sua espressione era diventata così serena ad un tratto …

<< Per una donna com’è me,  che ha dato la sua vita per il  proprio paese … sentirsi dire qualcosa del genere è una conferma. La mia vita non l’ho sprecata. >>

<< Ludwig, tu non sarai solo. Ricordati ti sosterrò sempre. >> appoggiò una mano sul petto di Germania all’altezza del suo cuore: << E sono sicura che anche tuo fratello lo farà. Che si chiamo Prussia o DDR. >>

La nazione sentì le dolci labbra di Sophia sulla propria fronte, per un attimo sentì uno spiraglio di speranza nel proprio cuore, un bacio sulla fronte per benedirlo, per augurargli ogni bene: << Buona fortuna Germania, che Dio ti protegga. Andrà tutto bene, abbi fede. >>

Lo spirito della donna si dileguò lasciando il posto accanto a Germania vuoto, solo un boccale di birra leggermente sorseggiato dava conferma alla nazione che era ancora in grado di credere nell’incredibile o di essere completamente impazzito.

Germania restituì i due boccali al barista che lo guardò con un misto di rimprovero e di pietà, la nazione sussurrò appena un vergognoso  arrivederci.

<<  Sophie Scholl >> ringhiò furiosamente il giudisse Roland Freisler  vestito in rosso come un vescovo, ma lui era un uomo senza pietà e guardò ancora più schifato una ragazza bruna  quando ella disse come sue ultime parole << Presto vi troverete qui  al mio posto. >> uno sguaroi sicuro, di chi sa che sta per morire per il bene comune …

Germania spostò l’attenzione dallo schermo per osservare il regista accanto a lui che ogni tanto gettava occhiate nervose  dalla sua parte, il registra si stava torturando le mani sperando di diminuire la sua tensione.

Ma come può? Quale sarà la reazione del pubblico su un film che parla della resistenza anti-nazista tedesca? E l’opinione dell’ uomo accanto a lui? Che gli avevano presentato come Ludwig Beilschmidt , uno storico con un forte interesse verso la figura di Sophia School? Se a lui non piaceva il film, era fregato,  il registra si sarebbe sentito un incapace a vita.

Escono i titoli di coda, le luci della sala del  cinema cominciarono ad accendersi, il registra incontrò gli occhi dello storico che rimasse in silenzio, per  poi incominciare ad applaudire con tutte le sue forze.

<< Complimenti. E’ perfetto. >>

Il registra scoccato, incominciò a ridere nervosamente per poi sorridere con tutto se stesso.  

<< Scusami fratello. Esco un attimo  fuori. >> sussurrò Germania al fratello maggiore, Prussia o DDR, che sta discutendo animatamente con il registra.

Il fratello era piuttosto incuriosito   dall’affermazione: << Non vuoi rimanere a parlare con il registra? >>

Germania sospirò, non aveva nessunissima voglia di parlare con nessuno in quel momento, si sentiva confuso e strano, quel film era veramente perfetto, era rimasto turbato.

Alla nazione era venuto mente quella notte d’inverno, quando cercava di dimenticare con il gusto dell’alcool nella gola ed era  apparsa lei, la sua rosa bianca, ma era stato tutto un sogno .

<< No. >> disse sbrigativamente .

Prussia  fissa un attimo il fratello minore.

<< Il magnifico me farà il tuo lavoro di relazioni sociali. Non ringraziarmi asociale. >> disse canzonatorio.

<< Non farti trovare congelato fuori la porta. >> continuò mentre Germania gli sorride.

La nazione uscì dal cinema e respira, sente la sua gola chiusa, cammina lentamente cercando d’assimilare ciò che ha visto.

Finalmente un film sulla resistenza anti-nazista tedesca …

Un improvviso ticchettio di tacchi fa voltare la nazione, di sfuggita vede una figura femminile.

La nazione tornò ai suoi passi, la figura femminile aveva  le mani in tasca per proteggerle  dal freddo, con un gesto del capo fece segno a Germania di seguirla.

La nazione tedesca era turbata, non era di certo ubriaco e il suo razionalismo era  al massimo della sua potenza.

<<  Ludwig, ti devo pregare? >> disse con voce leggermente divertita la figura, ma così dolce nel tono, essa incomincia a camminare verso un vicolo.

<< Aspetti! >> urlò la nazione che incomincia a seguire la figura.

Il freddo aveva costretto la nazione a coprirsi bene,il cappotto pesante rende la sua cors più lenta, la figura era  veloce,troppo veloce per essere umana.

<< Signorina. >> iniziò Germania con una nota di rimprovero quando riesce a raggiungere qualsiasi cosa sia la figura: << Non è il caso di cacciarsi in un vicolo. Per una donna può essere pericoloso. >>

<< Ludwig, non crederai mica che  uno spirito possa avere paura di qualche mascalzone? E poi davanti a me c’è solo la mia amatissima nazione. >>

Germania rimase a bocca aperta: << So…phia. Ma tu… sei morta. >>

<< Lo sanno un po’ di persone oramai, grazie a quel bellissimo film. L’attore che interpretava mio fratello Hans non era per niente male. >> una donna sorride maliziosa, corti cappelli castani le incorniciavano  il viso e chiunque avesse visto quel film appena proiettato  ricorderebbe il volto di Sophia School, quello mostrato nelle foto che apparivano  nei titoli di coda.

<< Io… non sono ubriaco. >> mormorò Germania che non sapeva  se ridere o farsi richiudere in un manicomio.

<< Le sembro una poliziotta pronta a farle l’alcool test? >> disse indispettita la donna, solo per gioco.

<< Tu sei morta! >>

<< Lo so, c’ero. >>

<< Io non posso parlare con te >>

<< A mai sentito parlare di anime o spiriti Ludwig? >>

<< Sì, ma … >>

<< Ma ti devo sempre spiegare tutto, anche in letteratura lo facevo. “Chi non conosce Heinrich Heine, non conosce la letteratura tedesca”[N.A è una frase pronunciata da Sophia veramente, sconvolgendo tutti perché Heine era ebreo].

Sono Sophia School, sotto forma di spirito, Germania. Se devo stare qui a farti gelare, la prossima volta ti vengo a trovare quando sei ubriaco. Sei più veloce ad accettare certe cose in quello stato. >>

<< Quella volta non era stato un sogno!Quella volta in quella birreria stavo veramente parlando con te! >> rispose agitato la nazione.

<< Sì, mi avevi fatto una promessa,che avresti fatto in modo di riscattare l’onore della Germania parlando di noi e l’hai fatto. Sono venuta a ringraziare, il film è bellissimo. >>

<< Rin…grazia… il registra. >> Germania era scioccato.

<< Non credo che la prenderebbe bene come te, se gli comparassi davanti dicendo “ sono Sophia School, il suo spirito, volevo dire che il tuo film è molto bello”, facciamo così: glieli fai tu i complimenti da parte mia. >>

<< Già l’ ho fatti … >>

<< Bene, allora. >> la donna si avvicinò alla nazione, si alzò sulle punte e lo guardò negli occhi: << Per mia scelta ho deciso che sarò la sua coscienza, sarò quella piccola voce nella sua mente che ti sgriderà quando sbaglierai e ti loderà quando sarai  nel giusto. Mi raccomando, sono una persona molto severa, non fare scempiaggini. Farò in modo di farti capire quando il tuo paese stara percorrendo gli stessi sbagli del passato. >> lo spirito baciò sulla guancia Germania.

<< Non sarai mai solo, questa è stata la mia promessa e la manterrò … >>

Germania vedeva  la donna davanti a lui, tranquilla, eterea e così pura, in qualche modo.

Per un attimo si ricordò le sue  parole in quella notte famosa in birreria “ Ludwig, tu non sarai solo. Ricordati ti sosterrò sempre. “

<< Aspetta … che cosa significa? >> Germania fece  un gesto verso la figura ma si ritrovò solo la neve tra le mani che stava iniziando a scendere.

<< Ehi West! Ma che cavolo stai facendo lì! Ti sei congelato! Stupido fratello minore! >> irrompete in quel silenzio la voce di Prussia, bella e potente: << Ohi West, hai la faccia di uno che ha visto un fantasma. >>

In effetti Germania, non aveva una bella cera, era rimasto sconvolto, era stato tutto così veloce ed aveva anche l’impressione che Sophia l’avesse preso in giro con tutte le sue forze.

<< L’ho vista … >> cominciò Germania.

<< Chi? >>

<< Sophia. >>

<< West hai bevuto? >> domandò canzonatorio  Prussia.

<< No. >>

<< E mi sa che ti devo offrire una birra. Ti si è congelato il cervello. >> il fratello presse sottobraccio Germania e lo trascinò.

<< E la festa? >>

<< Prima te la svigni per mezz’ora e poi fai il precisino. Ce ne andiamo,no? Ho già detto che avevi da fare signor “storico” dei miei stivali. >>

<< … >> rimasse in silenzio Germania,  sentiva  il fratello che iniziava a blaterare e lo trascinava in una birreria.

E poi un leggero sussurro dolce e femminile arrivò alle sue orecchie: << Te l’avevo detto, andrà tutto bene e non sarai solo. >>

 

 

 

 

Note:  Il film citato è “ La rosa Bianca”. E’ stato grazie a questo film che ho conosciuto la figura di Sophia. La presentazione del film,  l’ho fatta avvenire in inverno, perché non sono riuscita a sapere quando è uscito in Germania, quindi per ragioni di “scena” ho preferito descrivere un paesaggio  invernale.

Sophia dice che diventerà la coscienza di Germania, perché volevo rappresentare  il concetto stesso “ Dobbiamo imparare dalla storia”. Sophia è stata presa come rappresentante  della resistenza tedesca anti-nazista in generale. Quindi Germania, ricordando la storia, dovrà stare attento a non far compiere al suo paese gli stessi errori.

Spero che sia chiaro ^-^” ma non credo.

   
 
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