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Autore: maryku    12/12/2010    6 recensioni
I killer. Gente spietata che uccide per soldi. È il loro lavoro e lo fanno. Non devono avere esitazioni, ogni errore, seppur minimo, potrebbe essergli fatale. Se li scoprono finiscono in galera, o in alcuni paesi gli riservano addirittura la morte, per questo preferiscono usare soprannomi quando lavorano.
Falco Rosso sa fare bene il suo lavoro. Lui è il migliore. Ma non sempre le cose vanno come vorresti se ti trasformano in una ragazza e ti devi mischiare a delle adolescenti di un liceo femminile...
Genere: Azione, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Happosai, Ranma Saotome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Basta, mi sono stufata! Ci ho messo davvero tanto a scrivere questo capitolo e, nonostante non mi piaccia granché, non so assolutamente come cambiarlo, quindi lo pubblico così com'è (decisione presa quasi d'impulso... XD). All'inizio era crisi da pagina bianca, non sapevo cosa scrivere (anche se avevo qualche idea) poi, quando ho trovato una trama passabile, non sapevo come scriverlo. XD Però il titolo, stranamente, mi piace... Fortunatamente, il prossimo capitolo, almeno nella mia testa, è a posto. Manca solo scriverlo... Quindi, non ve lo aspettate prima dell'anno prossimo! Già è tanto se sono riuscita a pubblicare questo. XD
Bene, dopo lo sfogo un piccolo annuncio: la mia beta mi lascia! Ha deciso di dedicarsi ad altro, non ce la fa più a sopportarmi! XD Scherzi a parte, la ringrazio tantissimo per quel che ha fatto finora e di aver sopportato i miei mille dubbi su questa fanfic. Non ho ancora trovato una nuova beta (non l'ho nemmeno cercata, in realtà...) quindi vi dovrete sorbire i miei orrori di distrazione e altro in questo capitolo, spiacenti. ^^'''' Ho cercato di toglierli il più possibile, ma purtroppo scappano sempre... 
Visto che ormai si può rispondere alle recensioni nell'altro modo, non metterò più mie risposte qui. Ho già risposto ai commenti dell'ottavo capitolo, però volevo comunque ringraziare tutti quelli che hanno commentato e che mi sostengono: GRAZIE! Ovviamente, un grazie anche a chi solo legge! ^^
Ricordo, a chi non lo avesse ancora letto, che ho modificato il settimo capitolo. Sì, adesso è meno romantico, però è più divertente! ^.^
Felice Natale e felice anno nuovo!
Bien, non mi resta che augurarvi buona lettura!

Segreti complicati

9° capitolo: Chi è quello?

 

Il letto perfettamente fatto era indice che il proprietario, o la proprietaria, non aveva dormito lì. La cucina era perfettamente in ordine, così il bagno, ma nel piccolissimo salotto, sul divano, c'era qualcuno che dormiva. Con le gambe alzate e il suo russare sonoramente, che si estendeva in tutta la piccola dimora, una ragazza dai capelli rossi stava sognando di recuperare il suo possente e diciannovenne corpo maschile. 

Falco Rosso riusciva a stare sveglio a lungo, dormire in posti rumorosi e anche sentire quando qualcuno, sia da sveglio che nel sonno, lo voleva colpire. Ma la pochissime volte che poteva, riusciva anche a dormire beato. Ed era proprio ciò che stava facendo.

All'improvviso il suo sonno fu disturbato dal trillare fastidioso della sveglia. Ranko sobbalzò e si ritrovò con i piedi in faccia, non sapendo bene com’era accaduto. Fece una leggera torsione del bacino e si alzò in piedi, completamente spettinata e con le occhiaie. Il giorno prima, dopo l'assurdo pedinamento di quelle due, nel quale Akane stava per scoprire che era saltata sul tetto per sfuggirle, era rimasta a guardare la televisione nelle sue spoglie femminili per aspettare la padrona di casa che le doveva chiedere l'affitto - Happosai aveva detto che viveva una ragazza, lì. Nonostante avesse aspettato a lungo, non era arrivato nessuno – a quanto pare se ne era dimenticata. Dopo aver spento la tv e  essersi messo a guardare il soffitto, probabilmente aveva chiuso gli occhi.

Si stiracchiò, prese gli avanzi della sera prima e fece colazione meglio che poté. Una volta finito, indossò velocemente la divisa, anche se avrebbe pagato oro, sudore e quant'altro per poterne indossare una maschile anche nella sua... posizione. Prima di uscire di casa, gli venne un impulso primitivo e normalissimo dopo aver bevuto: doveva andare in bagno. Guardò il suo corpo femminile e sbuffò. Benché ormai si fosse abituato al tondeggiante, ancora non aveva voglia di fare questo grande passo... Ma, se non lo avesse fatto, sarebbe arrivato in ritardo. Osservò le sue scarpe per qualche secondo, con uno sguardo fra lo scioccato e il frustato. Mise a bollire l'acqua. Avrebbe dovuto correre, poi.

 

 

Ecco, stava per suonare... No, non suonare, campanella! Mancavano solo pochissimi metri...

Con un balzo degno di una tigre, Ranko riuscì ad entrare prima che la campanella cominciasse a suonare. Sospirò di sollievo. A quanto pare si era messa la maglietta al contrario – se n’era accorta solo in quel momento – ma tanto alla prima ora c'era educazione fisica, quindi non se ne preoccupava troppo. Mentre correva per arrivare in classe, guardò il cancello dietro di sé. Di solito non arrivava tardi, ma quella mattina non gli andava di provare molte novità, preferiva arrivare in ritardo che... be', che andare in bagno così. Non ci si ritrovava proprio. 

Si ritrovò davanti un gruppo di ragazze, ma non gli diede molto peso; le sorpassò e, per divertirsi un po’, spiccò un salto verso l’entrata dell’edificio. Mentre era a mezz'aria, due persone finirono sulla sua traiettoria e vedendo che, guarda caso, si trattava di Akane e Aiko, se ne infischiò e decise di fare la parte dell'innocente; aveva dato fin troppa prova della sua prestanza fisica nettamente superiore alla mora, non voleva essere costretta a combattere con altre pazze - come La Rosa Nera - benché sapesse sconfiggerle. Così finì addosso alle due, ridacchiando dentro di sé per la faccia scocciata  di una e irritata dell'altra. Qualche piccola vendetta per il giorno prima se la poteva anche prendere. Le avevano fatto perdere tempo, però aveva mangiato un buon gelato…

- Ranko sei più pesante di quel che credessi! – si lagnò Aiko, cercando di levarsela di dosso.

- Scusate, non vi avevo viste... 

La rossa si alzò, stupita che Akane non avesse proferito parola, nonostante il viso palesemente arrabbiato. Quando la mora fu libera, ricominciò a correre e entrò nell’edificio. Le altre due la seguirono e Ranko, finalmente, capì il perché di tutta quella fretta. Stava andando da qualcuno, e non era uno qualsiasi, era un ragazzo – lo si capiva dall'uniforme maschile – che non aveva mai visto prima. 

Che cos…? Happosay non gli aveva detto niente del ragazzo di Akane! Ma… forse perché non era molto inerente alla missione. Anche se ormai aveva perso ogni speranza di aiuto da parte di quel vecchietto maniaco, secondo lui si era rimbambito a livelli cosmici.

Perso nelle sue riflessioni, quasi non si accorse dell'abbraccio fra la mora e lo sconosciuto, anche se molti suoi pensieri erano fissi su di loro, ma si riprese quando vide lo sguardo poco promettente che gli stava rifilando Aiko. Cosa aveva da guardarla così? Sembrava un cacciatore che stava studiando la sua preda, prima di decidere se risparmiarla o se farla diventare il suo pranzo. Assurdo! In quanto a forza Aiko era nettamente svantaggiata. 

- Vorresti sapere chi è, vero?

Sì, nella forza fisica era svantaggiata, ma nel capire ciò che pensano le persone era più brava, molto più brava. E Ranko sospettava che volesse anche vendicarsi per prima…

- Chiunque vorrebbe, non credi? - le chiese di rimando. 

- Sì... Hai mai sentito parlare della persona per Akane più importante dopo la sorella maggiore? Be', è quella che sta abbracciando adesso.

Ranko la scrutò per un attimo. Sapeva che se ne sarebbe pentito, ma un’amica avrebbe chiesto qualcosa, no?

- Come mai è così importante? E che mi dici della sorella maggiore?

- Si è risvegliata la curiosità di Ranko! Che bello...

- Rispondi, invece di gongolarti con inutili fantasie - disse con durezza. Aiko non era Akane, non doveva maltrattarla, ma qualche rispostaccia in più non poteva certo far male.

- Perché non lo chiedi direttamente a lei? 

Il sorrisetto da diavoletto stampato su quel volto che sembrava angelico lo faceva sembrare una maschera raccapricciante, ma pregiata, come la sua voglia di fare dispetti e di violare la privacy delle persone.

- Non è che me ne importi così tanto... – disse e sbadigliò. Aiko si imbronciò, forse si era aspettata un'altra reazione, ma cosa voleva? Lei era una ragazza in quel momento, che reazione poteva avere?

- Ho sempre pensato che saresti stata gelosa, ti comporti bene solo con Akane...

- Perché dovrei essere gelosa di quel maschiaccio? Sono una ragazza!

- Proprio per questo! Portano via la tua amica, che farai?

In quel momento Ranko realizzò che, se veniva un assurdo ragazzo o, peggio, fidanzato d'Akane, avrebbe passato meno tempo con lei e di conseguenza non sarebbe mai diventata sua amica e non sarebbe mai entrata in casa, così il suo obiettivo sarebbe diventato sempre più distante...

- Io... Ci penserò - sussurrò, mentre nella sua testa vedeva sempre di più l'immagine del padre di Akane allontanarsi... Ehi, ma che ci faceva l’immagine chiara e nitida di Akane abbracciata a quel tizio? Via! Via! Aveva bisogno di un piano, non di pensare a fesserie!

- Ragazze cattive, la campanella è già suonata, andate a lezione! - strillò la professoressa bambina, con la sua moneta da 10 yen pronta all'attacco.

Per evitare altri guai con quella psicopatica della mini-prof, Ranko si affrettò ad andare in palestra. Sgranò gli occhi fino all'inverosimile quando vide lo sconosciuto seguire Akane nello spogliatoio femminile. Che il mondo fosse impazzito? Akane, quella Akane, che faceva entrare un ragazzo nello spogliatoio?

Aspettò qualche secondo, senza sapere bene che fare. Non c’era stata nessuna protesta… Nulla! Eppure era un ragazzo! Avrebbe dovuto picchiarlo? Entrare per preservare le ragazze? Ma la sua coscienza sporca lo fermava. In fondo, anche lui era un ragazzo, seppur con un altro corpo per colpa di una maledizione. Le stava ingannando tutte, senza rimorsi, certo, ma non poteva fare la ramanzina a un tizio qualunque se nessuna urlava o chiedeva aiuto – cosa che si aspettava succedesse da un momento all’altro.

Si scrollò di dosso quei pensieri quasi subito. Per un attimo aveva visto la sua coscienza: sbagliato! Non era la coscienza, erano inutili parole che ormai ti inculcavano fin da piccolo: non uccidere, non rubare, non desiderare le cose degli altri, ecc... Come una tiritera.

Ma non erano mai state affar suo.

Lui uccideva. Per soldi. Il che mandava all’aria tutte le sue possibilità di andare in un luogo felice dopo la morte, se ci avesse creduto, ovviamente. La società rosea, superficiale, quella di lei, ancora credeva a queste cose insulse! Be’, a Falco Rosso erano state imposte regole diverse. Prima fra tutte: niente legami.

Se le avessero chiesto aiuto, per preservare la sua copertura, le avrebbe aiutate, sennò, per quanto gli importava, il ragazzo di Akane poteva pure guardare.

Con questi pensieri aprì la porta, stupito, però, di non vedere nessun ragazzo. Non era molto alto, ricordava, moro dai capelli lunghi, legati in una coda. Portava una di quelle spatole da cucina sulla schiena, solo molto, molto più grande. Ecco, aveva visto la spatola, ma accanto c'era una ragazza... 

Sgranò gli occhi fino all'inverosimile. Era la terza volta che rimaneva scioccato, quel giorno.

Si avvicinò alla ragazza, arrivando a pochi centimetri da lei, ancora senza capire bene se i suoi occhi lo stavano tradendo. Sicuro che fosse il tizio di prima? La stava fissando, indossava un reggiseno. Però poteva benissimo avere seni finti! Forse lo aveva fatto per ingannare Akane, o la scuola, o…

- Ranko, che stai facendo? – le chiese la voce di Akane, probabilmente riferendosi al fatto che stava impalato con gli occhi sgranati a fissare il seno della nuova arrivata.

- Nulla – rispose, girandosi da un’altra parte e recuperando un po’ di contegno. Come aveva detto Aiko? Una delle persone più importanti. Per ora, non poteva fare passi falsi. Anche se credeva di aver appena fatto una figuraccia da primati.

- Credeva che fosse un ragazzo! - urlò Aiko, ridacchiando all'espressione della rossa.

- Errore che fanno in molti... - sospirò Akane, però poi la guardò male.

- Fa nulla... Lei non mi conosceva – disse la ragazza con la spatola. Eh sì, perché ormai doveva pensare che era una ragazza, accidenti… Che poteva comportare questo? Ah, ci avrebbe pensato dopo!

- Sentimi bene! La scuola le ha dato il permesso di andare in giro con l'uniforme maschile, perché Ukyo si trova meglio così - le spiegò Aiko, ancora col sorrisetto divertito sul volto.

- Dirmelo prima no, eh?

- Nessuno ci aveva pensa… - cominciò Akane, ma non finì mai, perché la mano di Ranko le coprì la bocca con la mano. Vedeva la sua espressione furiosa, ma prima che potesse dire le sue parole, sicuramente arrabbiate, fece la sua domanda.

- Aspetta! Questa scuola accetta davvero uniformi maschili?

- Sì... questa è l'uniforme del liceo maschile qui accanto, che è affiliato alla nostra scuola – le rispose la nuova arrivata, sorridendo. Ranko lasciò andare Akane, che le urlò contro qualche insulto, ma la rossa non le prestava molta attenzione, stava guardando con gli occhi sognanti la divisa dietro Ukyo; anche se forse sembrava che guardasse proprio lei. Non le importò molto: aveva visto giusto, poteva...

STOOOOOP!

Un liceo maschile affiliato? Maschile, vero? Con uniformi maschili, cibo maschile, puzza maschile... Anche se dell'ultima poteva fare a meno, il resto era il paradiso! Come poteva Happosai non avergli detto cose così importanti? Ah, ma l'avrebbe sentito!

- Voglio un'uniforme maschile anch'io! – disse, con entusiasmo. Aveva lasciato andare Akane appena aveva sentito le parole di Ukyo.

- Ma sarebbe un peccato, stai così bene così... vero, ragazze? Akane? 

- Sì, sta bene - disse Akane, seppur sembrasse non aver ascoltato con molta attenzione Aiko.

Ranko non la stette a sentire, non gli interessava. Solo dopo avrebbe capito che, con la venuta di Ukyo, le cose si sarebbero complicate, e tanto.  Ma, in quel momento, aveva in mente soltanto due cose essenziali: riuscire ad ottenere un uniforme maschile e strozzare Happosai.

 

   
 
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