Bene, dopo lo sfogo un piccolo annuncio: la mia beta mi lascia! Ha deciso di dedicarsi ad altro, non ce la fa più a sopportarmi! XD Scherzi a parte, la ringrazio tantissimo per quel che ha fatto finora e di aver sopportato i miei mille dubbi su questa fanfic. Non ho ancora trovato una nuova beta (non l'ho nemmeno cercata, in realtà...) quindi vi dovrete sorbire i miei orrori di distrazione e altro in questo capitolo, spiacenti. ^^'''' Ho cercato di toglierli il più possibile, ma purtroppo scappano sempre...
Visto che ormai si può rispondere alle recensioni nell'altro modo, non metterò più mie risposte qui. Ho già risposto ai commenti dell'ottavo capitolo, però volevo comunque ringraziare tutti quelli che hanno commentato e che mi sostengono: GRAZIE! Ovviamente, un grazie anche a chi solo legge! ^^
Ricordo, a chi non lo avesse ancora letto, che ho modificato il settimo capitolo. Sì, adesso è meno romantico, però è più divertente! ^.^
Felice Natale e felice anno nuovo!
Bien, non mi resta che augurarvi buona lettura!
Segreti complicati
9° capitolo: Chi è quello?
Il
letto perfettamente fatto era indice che il
proprietario, o la proprietaria, non aveva dormito lì. La
cucina era
perfettamente in ordine, così il bagno, ma nel piccolissimo
salotto, sul
divano, c'era qualcuno che dormiva. Con le gambe alzate e il suo
russare
sonoramente, che si estendeva in tutta la piccola dimora, una ragazza
dai
capelli rossi stava sognando di recuperare il suo possente e
diciannovenne
corpo maschile.
Falco
Rosso riusciva a stare sveglio a lungo, dormire
in posti rumorosi e anche sentire quando qualcuno, sia da sveglio che
nel sonno,
lo voleva colpire. Ma la pochissime volte che poteva, riusciva anche a
dormire
beato. Ed era proprio ciò che stava facendo.
All'improvviso
il suo sonno fu disturbato dal trillare
fastidioso della sveglia. Ranko sobbalzò e si
ritrovò con i piedi in faccia,
non sapendo bene com’era accaduto. Fece una leggera torsione
del bacino e si
alzò in piedi, completamente spettinata e con le occhiaie.
Il giorno prima,
dopo l'assurdo pedinamento di quelle due, nel quale Akane stava per
scoprire
che era saltata sul tetto per sfuggirle, era rimasta a guardare la
televisione
nelle sue spoglie femminili per aspettare la padrona di casa che le
doveva
chiedere l'affitto - Happosai aveva detto che viveva una ragazza,
lì.
Nonostante avesse aspettato a lungo, non era arrivato nessuno
– a quanto pare se
ne era dimenticata. Dopo aver spento la tv e essersi
messo a guardare il soffitto,
probabilmente aveva chiuso gli occhi.
Si
stiracchiò, prese gli avanzi della sera prima e
fece colazione meglio che poté. Una volta finito,
indossò velocemente la
divisa, anche se avrebbe pagato oro, sudore e quant'altro per poterne
indossare
una maschile anche nella sua... posizione.
Prima di uscire di casa,
gli venne un impulso primitivo e normalissimo dopo aver bevuto: doveva
andare
in bagno. Guardò il suo corpo femminile e sbuffò.
Benché ormai si fosse
abituato al tondeggiante, ancora
non
aveva voglia di fare questo grande passo... Ma, se non lo avesse fatto,
sarebbe
arrivato in ritardo. Osservò le sue scarpe per qualche
secondo, con uno sguardo
fra lo scioccato e il frustato. Mise a bollire l'acqua. Avrebbe dovuto
correre,
poi.
Ecco,
stava per suonare... No, non suonare,
campanella! Mancavano solo pochissimi metri...
Con
un balzo degno di una tigre, Ranko riuscì ad
entrare prima che la campanella cominciasse a suonare.
Sospirò di sollievo. A
quanto pare si era messa la maglietta al contrario – se
n’era accorta solo in
quel momento – ma tanto alla prima ora c'era educazione
fisica, quindi non se
ne preoccupava troppo. Mentre correva per arrivare in classe,
guardò il
cancello dietro di sé. Di solito non arrivava tardi, ma
quella mattina non gli
andava di provare molte novità, preferiva arrivare in
ritardo che... be', che
andare in bagno così.
Non ci si
ritrovava proprio.
Si
ritrovò davanti un gruppo di ragazze, ma non gli
diede molto peso; le sorpassò e, per divertirsi un
po’, spiccò un salto verso l’entrata
dell’edificio. Mentre era a mezz'aria, due persone finirono
sulla sua
traiettoria e vedendo che, guarda caso, si trattava di Akane e Aiko, se
ne
infischiò e decise di fare la parte dell'innocente; aveva
dato fin troppa prova
della sua prestanza fisica nettamente superiore alla mora, non voleva
essere
costretta a combattere con altre pazze - come La Rosa Nera -
benché sapesse
sconfiggerle. Così finì addosso alle due,
ridacchiando dentro di sé per la
faccia scocciata di una e irritata dell'altra. Qualche
piccola vendetta
per il giorno prima se la poteva anche prendere. Le avevano
fatto perdere
tempo, però aveva mangiato un buon gelato…
-
Ranko sei più pesante di quel che credessi! – si
lagnò Aiko, cercando di levarsela di dosso.
-
Scusate, non vi avevo viste...
La
rossa si alzò, stupita che Akane non avesse
proferito parola, nonostante il viso palesemente arrabbiato. Quando la
mora fu
libera, ricominciò a correre e entrò
nell’edificio. Le altre due la seguirono e
Ranko, finalmente, capì il perché di tutta quella
fretta. Stava andando da
qualcuno, e non era uno qualsiasi, era un ragazzo –
lo si
capiva dall'uniforme maschile – che non aveva mai visto
prima.
Che
cos…? Happosay non gli aveva detto niente del
ragazzo di Akane! Ma… forse perché non era molto
inerente alla missione. Anche
se ormai aveva perso ogni speranza di aiuto da parte di quel vecchietto
maniaco, secondo lui si era rimbambito a livelli cosmici.
Perso
nelle sue riflessioni, quasi non si accorse
dell'abbraccio fra la mora e lo sconosciuto, anche se molti suoi
pensieri erano
fissi su di loro, ma si riprese quando vide lo sguardo poco promettente
che gli
stava rifilando Aiko. Cosa aveva da guardarla così? Sembrava
un cacciatore che
stava studiando la sua preda, prima di decidere se risparmiarla o se
farla diventare
il suo pranzo. Assurdo! In quanto a forza Aiko era nettamente
svantaggiata.
-
Vorresti sapere chi è, vero?
Sì,
nella forza fisica era svantaggiata, ma nel capire
ciò che pensano le persone era più brava, molto
più brava. E Ranko sospettava
che volesse anche vendicarsi per prima…
-
Chiunque vorrebbe, non credi? - le chiese di
rimando.
-
Sì... Hai mai sentito parlare della persona per
Akane più importante dopo la sorella maggiore? Be',
è quella che sta
abbracciando adesso.
Ranko
la scrutò per un attimo. Sapeva che se ne
sarebbe pentito, ma un’amica avrebbe chiesto qualcosa, no?
-
Come mai è così importante? E che mi dici della
sorella maggiore?
-
Si è risvegliata la curiosità di Ranko! Che
bello...
-
Rispondi, invece di gongolarti con inutili fantasie
- disse con durezza. Aiko non era Akane, non doveva maltrattarla, ma
qualche
rispostaccia in più non poteva certo far male.
-
Perché non lo chiedi direttamente a lei?
Il
sorrisetto da diavoletto stampato su quel volto che
sembrava angelico lo faceva sembrare una maschera raccapricciante, ma
pregiata,
come la sua voglia di fare dispetti e di violare la privacy delle
persone.
-
Non è che me ne importi così tanto... –
disse e
sbadigliò. Aiko si imbronciò, forse si era
aspettata un'altra reazione, ma cosa
voleva? Lei era una ragazza in
quel momento, che reazione
poteva avere?
-
Ho sempre pensato che saresti stata gelosa, ti
comporti bene solo con Akane...
-
Perché dovrei essere gelosa di quel maschiaccio?
Sono una ragazza!
-
Proprio per questo! Portano via la tua amica, che farai?
In
quel momento Ranko realizzò che, se veniva un
assurdo ragazzo o, peggio, fidanzato d'Akane, avrebbe passato meno
tempo con
lei e di conseguenza non sarebbe mai diventata sua amica e non sarebbe
mai
entrata in casa, così il suo obiettivo sarebbe diventato
sempre più distante...
-
Io... Ci penserò - sussurrò, mentre nella sua
testa
vedeva sempre di più l'immagine del padre di Akane
allontanarsi... Ehi, ma che
ci faceva l’immagine chiara e nitida di Akane abbracciata a
quel tizio? Via!
Via! Aveva bisogno di un piano, non di pensare a fesserie!
-
Ragazze cattive, la campanella è già suonata,
andate
a lezione! - strillò la professoressa bambina, con la sua
moneta da 10 yen
pronta all'attacco.
Per
evitare altri guai con quella psicopatica della
mini-prof, Ranko si affrettò ad andare in palestra.
Sgranò gli occhi fino
all'inverosimile quando vide lo sconosciuto seguire Akane nello
spogliatoio femminile. Che il
mondo fosse impazzito? Akane, quella
Akane, che faceva entrare un
ragazzo nello spogliatoio?
Aspettò
qualche secondo, senza sapere bene che fare.
Non c’era stata nessuna protesta… Nulla! Eppure
era un ragazzo! Avrebbe dovuto
picchiarlo? Entrare per preservare le ragazze? Ma la sua coscienza
sporca lo
fermava. In fondo, anche lui era un ragazzo, seppur con un altro corpo
per
colpa di una maledizione. Le stava ingannando tutte, senza rimorsi,
certo, ma
non poteva fare la ramanzina a un tizio qualunque se nessuna urlava o
chiedeva
aiuto – cosa che si aspettava succedesse da un momento
all’altro.
Si
scrollò di dosso quei pensieri quasi subito. Per un
attimo aveva visto la sua coscienza: sbagliato! Non era la coscienza,
erano
inutili parole che ormai ti inculcavano fin da piccolo: non uccidere,
non
rubare, non desiderare le cose degli altri, ecc... Come una tiritera.
Ma
non erano mai state affar suo.
Lui
uccideva.
Per soldi. Il che mandava all’aria tutte le sue
possibilità di andare in un
luogo felice dopo la morte, se ci avesse creduto, ovviamente. La
società rosea,
superficiale, quella di lei, ancora
credeva a queste cose insulse! Be’, a Falco Rosso erano state
imposte regole
diverse. Prima fra tutte: niente legami.
Se
le avessero chiesto aiuto, per preservare la sua
copertura, le avrebbe aiutate, sennò, per quanto gli
importava, il ragazzo di
Akane poteva pure guardare.
Con
questi pensieri aprì la porta, stupito, però, di
non vedere nessun ragazzo. Non era molto alto, ricordava, moro dai
capelli
lunghi, legati in una coda. Portava una di quelle spatole da cucina
sulla
schiena, solo molto, molto più grande. Ecco, aveva visto la
spatola, ma accanto
c'era una ragazza...
Sgranò
gli occhi fino all'inverosimile. Era la terza
volta che rimaneva scioccato, quel giorno.
Si
avvicinò alla ragazza, arrivando a pochi centimetri
da lei, ancora senza capire bene se i suoi occhi lo stavano tradendo.
Sicuro
che fosse il tizio di prima? La
stava
fissando, indossava un reggiseno. Però poteva benissimo
avere seni finti! Forse
lo aveva fatto per ingannare Akane, o la scuola, o…
-
Ranko, che stai facendo? – le chiese la voce di
Akane, probabilmente riferendosi al fatto che stava impalato con gli
occhi
sgranati a fissare il seno della nuova arrivata.
-
Nulla – rispose, girandosi da un’altra parte e
recuperando un po’ di contegno. Come aveva detto Aiko? Una
delle persone più
importanti. Per ora, non poteva fare passi falsi. Anche se credeva di
aver
appena fatto una figuraccia da primati.
-
Credeva che fosse un ragazzo! - urlò Aiko,
ridacchiando all'espressione della rossa.
-
Errore che fanno in molti... - sospirò Akane,
però
poi la guardò male.
-
Fa nulla... Lei non mi conosceva – disse la ragazza
con la spatola. Eh sì, perché
ormai doveva pensare che era una ragazza, accidenti… Che
poteva comportare
questo? Ah, ci avrebbe pensato dopo!
-
Sentimi bene! La scuola le ha dato il permesso di
andare in giro con l'uniforme maschile, perché Ukyo si trova
meglio così - le
spiegò Aiko, ancora col sorrisetto divertito sul volto.
-
Dirmelo prima no, eh?
-
Nessuno ci aveva pensa… - cominciò Akane, ma non
finì mai, perché la mano di Ranko le
coprì la bocca con la mano. Vedeva la sua
espressione furiosa, ma prima che potesse dire le sue parole,
sicuramente
arrabbiate, fece la sua domanda.
-
Aspetta! Questa scuola accetta davvero uniformi
maschili?
-
Sì... questa è l'uniforme del liceo maschile qui
accanto, che è affiliato alla nostra scuola – le
rispose la nuova arrivata,
sorridendo. Ranko lasciò andare Akane, che le
urlò contro qualche insulto, ma
la rossa non le prestava molta attenzione, stava guardando con gli
occhi
sognanti la divisa dietro Ukyo; anche se forse sembrava che guardasse
proprio
lei. Non le importò molto: aveva visto giusto, poteva...
STOOOOOP!
Un
liceo maschile affiliato?
Maschile, vero? Con uniformi maschili, cibo maschile, puzza maschile...
Anche
se dell'ultima poteva fare a meno, il resto era il paradiso! Come
poteva
Happosai non avergli detto cose così importanti? Ah, ma
l'avrebbe sentito!
-
Voglio un'uniforme maschile anch'io! – disse, con
entusiasmo. Aveva lasciato andare Akane appena aveva sentito le parole
di Ukyo.
-
Ma sarebbe un peccato, stai così bene così...
vero,
ragazze? Akane?
-
Sì, sta bene - disse Akane, seppur sembrasse non
aver ascoltato con molta attenzione Aiko.
Ranko
non la stette a sentire, non gli interessava.
Solo dopo avrebbe capito che, con la venuta di Ukyo, le cose si
sarebbero
complicate, e tanto. Ma,
in quel
momento, aveva in mente soltanto due cose essenziali: riuscire ad
ottenere un uniforme
maschile e strozzare Happosai.