Crossover
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Autore: S05lj    13/12/2010    4 recensioni
Come nasce un supercriminale? Secondo molti nella maniera tradizionale. Io sono per la cicogna o Babbo Natale. Comunque c'è una scuola che insegna ai giovani criminali in erba a diventare dei veri villains, ed è la scuola per Supercriminali. Questa è la storia di quei giovani, dei loro insegnanti, dei compiti in classe, delle lezioni, le gite e tutte quelle cose che si fanno a scuola. O quasi.
Genere: Commedia, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Film, Fumetti, Telefilm
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Scuola di Supercriminali'
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Due paroline prima di cominciare a leggere.

Lo so, appena vedrete la scritta qui sopra penserete “no, l’introduzione per pararsi il di dietro no!” Si, lo so, lo penso sempre anch’io quando guardando gli incontri di Wrestling e mi devo sorbire lo spot di tutti quei poveracci che si infortunano e la scritta “Non fatelo a casa”. Francamente lo trovo un insulto all’intelligenza. Insomma a chiunque è passato per la mente almeno una volta di lanciarsi a volo d’angelo dalla tromba delle scale su tua madre appena rientrata da fare la spesa. Ma tra il dire e il fra c’è di mezzo il mare. Va bene smetto di divagare e, vengo subito al sodo (come disse l’uovo). Con questa storia faccio solo ed esclusivamente dell’ironia, lungi da me l’idea di offendere qualcuno. Questa è una storia nata per scherzo e con spirito allegro e scherzoso deve essere letta.

Detto questo sappiate che i vari personaggi tratti da film, telefilm, fumetti etc… che uso per questa storia, sono personaggi che adoro, li maltratto certo, ma li adoro.

Ok, adesso potete leggere in pace, e io posso andarmi a lavare i denti. Ho la lingua tutta marrone. Chissà perché mi domando.

 

Il 1° giorno di scuola.

Laria sana di smog di prima mattina pervase i polmoni della moltitudine di ragazzi e ragazze che si erano ammassati nel cortile.
Il primo giorno di scuola, me lo ricordo come se fosse ieri. La nostra scuola si trovava in un posto agevolissimo, tra la casetta di marzapane della strega di Hansel e Gretel e il passo di caccia del lupo di Cappuccetto Rosso. La nostra scuola era caratterizzata dal classico profumo di ospedale e i perenni nastri gialli con su scritto CRIME SCENE INVESTIGATION, o CSI, come riportato sulle giacche di quei 5 idioti che stavano sempre intorno ai cadaveri.
-Questo ragazzo a questora doveva essere a scuola maledizione! - Gridò un uomo giovane dai capelli castani corti, verso un corpo scheletrico carbonizzato.
-Nik, quello è lo scavo archeologico, lascia stare la mummia di Tutankhamon e vieni qui. - Lo richiamò il più anziano che portava sempre gli occhiali da sole, nonostante il cielo fosse grigio e promettesse pioggia. Era cieco, direte voi. No, in realtà era sordo.
-Grissom questo ragazzo ha qualcosa di strano. - Una giovane donna dai lunghi capelli corvini stava punzecchiando il corpo con un ramoscello secco. -Quando lo punzecchio si lamenta. -
-Guarda Sara, qui cè una gomma da masticare spiaccicata sotto il banco. E una prova. - Luomo di colore si chinò sul residuo organico.
-Grissom, sarà unintuizione, ma per me, questo ragazzo non è morto. -
Luomo si voltò verso la collega poco più giovane con i capelli rosso-biondo. -Da cosa lo deduci Cathrine? -
-Ma sai dal fatto che si muove, respira, si lamenta se lo pestiamo e roba così -
Luomo annuì pensieroso, poi afferrò velocemente una zanzara che gli ronzava intorno, la guardò attentamente, la leccò e poi decretò: -Zanzare in settembre, questo vuol dire che ti sbagli Cathrine. Questo povero ragazzo è morto. Questa è una prova. - Alzò il braccio indicando un punto imprecisato.
-Portiamolo a fare lautopsia! - Gridò provocando le urla di acclamazione dagli altri 3 compagni, mentre la rossa scuoteva il capo e lo volgeva verso di noi tristemente. -E‘ sempre questa storia quando qualcuno si addormenta in classe. -
Una scena come quella ci si presentava spesso nell‘arco dell‘anno.
Prima di entrare nel cortile una scritta sopra il cancello ci ricordava lagevole vita scolastica. LASCIATE OGNI SPERANZA O VOI CHE ENTRATE.
Il bidello sorridendo aprì il portone della scuola, il portone cedette e aprì il bidello sotto unanta.
E ancora lì, nonostante la dipartita continua a lavorare come zerbino.
La campanella aveva lo stesso suono che fanno le navi quando annunciano il loro ingresso in porto. Al suono ormai adorato della campanella tutti entrarono urlando. Le bambine scappavano dai maniaci sessuali assidui dei boschetti con addosso solo un impermeabile, i bambini fuggivano dagli spacciatori.
Era il secondo anno, per me e i miei compagni di classe.
Tra loro mi ricordo cera Johnny che continuava ad aprire e chiudere il suo accendino in un tic nervoso che aveva da quando aveva scoperto di essere un mutante. Povero Johnny, aveva il brutto vizio di non lavarsi mai le orecchie la mattina, aveva uno strato di cerume che avrebbe fatto invidia a Shrek.
Il giorno della sua manifestazione dei poteri Johnny era andato al circo, aveva sudato 7 camice per poter avere i biglietti dei posti in prima fila. Fatto sta che nel momento in cui le tigri e i leoni dovevano saltare nel cerchio di fuoco, lui cominciò ad applaudire divertito, il fuoco del cerchio aumentò a dismisura, i leoni e le tigri sincazzarono come caimani, e fecero un barbecue con lammaestratore e tutti gli inservienti che accorsero in seguito.
Johnny non si riprese mai. Sua madre, lo portò dal dottore per questi disturbi, il suo bambino era solito dare fuoco alle cose che già erano incendiate. Aveva provato a farlo arrestare come piromane, ma i carabinieri avevano detto che se le cose già stavano bruciando non ci potevano fare niente. Così lo aveva portato dal dottore sperando in una lobotomia o giù di lì. Il dottore tuttavia dette la nefasta notizia.
-Signora, suo figlio è un mutante. -
La madre di Johnny scoppiò in un pianto isterico. -Cosa devo fare dottore. Mi dica cosa posso fare? -
Il medico tuttavia guardò il piccolo seduto sul lettino che si guardava sconcertato il corpo.
-Sei preoccupato Johnny? -
-Bé sa, adesso capisco tante cose, come il perché mia madre abbia tentato più di una volta di mettermi prima in lavatrice e poi nellasciugatrice, o del perché una volta mi avesse appeso per il collo ad una corda. Immagino che non sono preoccupato di essere una mutanda, piuttosto credo di essere agitato. Chissà chi mi indosserà? -
Il dottore non ebbe dubbi su cosa fare di lui. O al manicomio criminale, o alla scuola per giovani dotati di Destino. Anche la madre non ebbe dubbi, la scuola per giovani dotati era sicuramente il metodo più veloce e meno costoso per sbarazzarsi del figlio mancato piromane.
Cera Pietro, il figlio del professore di etica. Due cose caratterizzavano Pietro, il fatto che a soli 12 anni fosse uguale identico a suo padre, compresi capelli bianchi, dentiera, cataratta, catetere, operazione alla prostata, sciatica e versamento al ginocchio, e il fatto che fosse una gran testa di cazzo. Proprio come suo padre, tra laltro.
Pietro era il mutante più veloce del mondo. Nacque 5 secondi dopo essere stato concepito. Per questo è privo di qualche organo di poca importanza, come il cervello.
Pietro era talmente veloce che rispondeva ancora prima che i professori facessero le domande. Questo tra laltro spiegava tutti quegli 1 e 2 in pagella. Una volta suo padre giocò i suoi voti alla schedina e fece 13.
Appena sentiva un campanello, un gong o uno sparo lui cominciava a correre, non importava dove si trovasse.
Sua sorella Amanda era invece molto diversa, prima di tutto era una gran bella gnocca, non assomigliava per niente al padre, e poco perfino alla madre, tuttavia somigliava incredibilmente al postino, stessi capelli rossi, stesso viso, stessa statura, stessa 4° di reggiseno.
Amanda era la secchiona della classe, sapeva sempre tutto, e quando sbagliava una risposta cambiava la realtà in modo da avere sempre ragione lei. Per questo i professori lassecondavano sempre anche se diceva che le mucche volano. Una volta disse che il preside della scuola rivale, Giovani dotati Xavier, era un vecchio calvo paralitico. A quel tempo il giovane Charles Xavier era un aitante biondone con una chioma che avrebbe fatto invidia a Lucius Malfoy. Il professor Sinistro la corresse mostrandole una foto del rivale e penso sappiate tutti in che condizioni si trovi ora il povero Xavier. Da allora per paura di perdere la propria chioma e la propria virilità nessuno ha mai contraddetto Amanda.
Cletus Cassidy soprannominato bonariamente Carnage, lo psicolabile, alla sola tenera età di 5 anni aveva già buttato la nonna dalle scale, dato fuoco ad una scuola, tosato il gatto, mangiato un calzino intero, rifatto il calzino intero, bucato le ruote a tutto il vicinato, mangiato le merende al Pacciani e Vanni, ed esibitosi nudo davanti alla fermata dellautobus. Era stato anche in prigione. Unesperienza che gli aveva cambiato la vita, infatti, aveva incontrato il suo stilista, un certo Eddy Brock, che gli regalò una strano vestito alieno che creava armi contundenti, inutile dire che Cletus da allora indossava solo quello. Una volta durante una lezione crocifisse la professoressa pensando che lo volesse interrogare, quando invece gli aveva solamente chiesto se poteva non appiccicare la gomma sotto il banco.
Kevin Levin il ragazzo amabile. Era stato abbandonato appena nato, i suoi tutori lo avevano venduto per una scatoletta di tic tac, e i cani randagi preferivano i gatti alla sua compagnia. Volevamo tutti molto bene a Kevin, il quale era simpatico come una medusa nelle mutande, infatti per dimostrargli il nostro affetto spesso lo massacravamo di botte.
Se Kevin si trovava nel raggio di 11 metri ti faceva girare le palle. Per questo lo avevamo soprannominato Kevin 11.

Quel giorno, come tutti gli anni, il preside, il dottor Destino si affacciò dalla finestra del Vaticano, pronto a fare il suo solito discorso di inaugurazione del nuovo anno scolastico. Destino era sempre vestito con un armatura che lo copriva interamente, e indossava sempre un mantello con cappuccio verde, Voldemort il suo primo giorno come insegnante lo scambiò per uno dei suoi seguaci e si azzardò a chiamarlo Mangiamorte. Per fortuna Destino capì che aveva frainteso e non lo licenziò, tuttavia permise a tutti gli insegnanti di torturarlo per almeno unora.
Il dr Destino era proprio una brava persona, di mestiere in realtà faceva il dittatore, era talmente buono che i suoi sudditi preferivano chiudersi i coglioni in un cassetto piuttosto che incrociarlo per strada. Questo forse spiega la carenza di nascite in Latveria, il paese comandato dal nostro amabile preside.
-Molto bene. Allora bambini, questanno pretendo da voi impegno e disciplina, e io vi prometto che quando uscirete di qui, se, uscirete di qui vivi e con tutti gli arti, diverrete dei perfetti supercriminali, proprio come i vostri professori. Come me no, perché sono troppo per chiunque. -
Era anche modesto il nostro preside.
Ci riversammo nei corridoi della scuola che per garantire migliore viabilità erano stati tirati a lucido con la cera, i primi cento che entrarono, compreso ovviamente Pietro, si sfracellarono al suolo scivolando verso le proprie classi con i professori che facevano strada con lo spazzolone stile curling. Sfruttando i denti sparsi sul pavimento gli usammo come chiodi sotto le scarpe per dirigerci alle nostre aule.
I professori amavano giocare con noi il primo giorno di scuola, e il dottore Bestia Nera amava riaggiustarci a modo suo dopo ogni giorno. Per rendervi lidea di quanto era bravo il nostro dottore a guarire le persone basti pensare che prima, il nostro professore di religione Voldemort veniva chiamato Pinocchio, per via del nasone che teneva. Adesso, dopo che Bestia Nera, gli aveva messo le mani addosso dopo un incontro di boxe contro il cuoco Blob, è senza naso e senza capelli, dettagli trascurabili direte voi, la cosa importante è che nessuno lo prende più in giro con quel soprannome assurdo.
Ognuno si sedette al proprio banco, mi ricordo precisamente quel primo giorno di scuola del secondo anno, anche perché avevamo un nuovo compagno di classe, si chiamava Draco Malfoy. Era simpatico come una spinta per le scale, e molto carino, infatti faceva strage di ragazze. Nel vero senso della parola, aveva il fiato di un caimano.
Comunque Draco con il suo solito fare simpatico tentò di mettersi a sedere nel posto di Cletus.
Unaltra caratteristica di Draco era la fortuna. Infatti se attraversava la strada ad un gatto nero quello si toccava.
-Scusa questo è il mio banco. - Fece notare Cletus, indicando le teste intorno al banco degli alunni passati che avevano tentato di rubargli il posto.
-Ah si? Bé adesso è mio lurido mezzosangue. -
Si, era proprio un simpaticone.
Cletus capì che stava scherzando e infatti cominciò a flagellarlo.
Dopo tutta questa confusione in classe entrarono subito il professor Lensher, e il padre di Draco. Lucius Malfoy che non appena vide quello che stava succedendo al figlio decise di intervenire.
-Cosa stai facendo? - Bloccò la mano di Cletus ancora alzata sopra la spalla. -Ma chi ti ha insegnato a flagellare le persone? - Al che si tolse la cintura e la porse al giovane Cletus. -Mi raccomando dalla parte della fibbia. - Si raccomandò prima di tornare dal professore.
-Aveva ragione, mio figlio si ambienterà benissimo qui. -
Il professor Lensher si rivolse ai due intenti ancora a giocare. -Cletus, Draco, ora basta, siamo a scuola non al parco giochi. - Cletus prese posto nel suo banco storico e Draco si dovette accontentare del banco nellangolino vicino alla bellissima Sarah dei Morlock, bella come un porro sulla punta del naso, anche lei era una mutante, ma al contrario di tutte le altre che erano affascinanti come Penelope Cruz, lei era affascinante come Galeazzi in tanga.
Aveva le ossa che sporgevano da tutte le parti. Siccome non sopportava fare a botte, se qualcuno la provocava lei le ossa se le spezzava da sola.

Cominciano le lezioni.
-Molto bene, molto bene. - Disse alla fine il professor Lensher, padre di Pietro e Amanda e di unaltra ragazza, la pecora nera della famiglia, una certa Lorna che aveva deciso di andare alla scuola rivale di Xavier. Eric Lensher era il nostro professore di etica, stava a lui insegnarci, cioè, cosa un criminale doveva o non doveva fare. Ci doveva aiutare a scegliere in cosa ci saremmo specializzati in futuro.
Anche lui era un mutante, tutti lo chiamavano Magneto, ci siamo chiesti spesso il perché di questo soprannome, alcuni sostenevano perché fosse in grado di controllare i metalli, ma il vicepreside Sinistro ci aveva raccontato la sua vita, una volta, e il motivo del suo soprannome.
-Dovete sapere bambini che lo chiamiamo Magneto perché attira le catastrofi come una calamita. E nato ebreo durante la seconda guerra mondiale, lunico amico che ha trovato tenta continuamente di ammazzarlo, e talvolta ci è riuscito, ha avuto solo due donne in tutti i suoi 90 anni e le ha ingravidate entrambe. E lunico terrorista che non recluterebbe neppure Al-Qa’ida. Peggio di così cosa gli doveva accadere? -
Si denota da questo racconto anche lammirazione che il vicepreside aveva nei suoi confronti.
Due cose caratterizzavano le lezioni del professor Lensher, la prima era leffetto lassativo che provocava, incline tra laltro alla prima mezzora di lezione dove ci spiegava cosa era o non era etico per un criminale e i vari tipi di criminali. La seconda mezzora invece diventava una specie di delirio, il professor Lensher cominciava a muoversi avanti e in dietro per la stanza, urlava, ringhiava, piangeva, rideva, sbavava, roteava la testa stile esorcista e raccontava a tutti la sua triste infanzia.
-Volete sapere che cosa mi hanno fatto? Perché sono così? Ebbene era una notte buia e tempestosa -
Per fortuna appena cominciava entrava nella stanza il nostro dottore addetto alle vaccinazioni, il dottor House.
Il dottor House era un genio. Qualsiasi sintomo tu presentassi, a partire dalle convulsioni, ad un unghia incarnita, per lui era Lupus.
Il dottor House aprì la porta e osservò nuovamente il delirio del nostro professore, alzò un dito indicandolo. -Quello è sensaltro Lupus! - Gridò come di consuetudine.
Entrarono nella stanza un nero, un biondino e una ragazza che saltarono addosso a Magneto.
Il professore tentò di scappare gettandosi dalla finestra ridendo a crepapelle. -Buwahahaha io posso volare stupidi inetti homo sapiens. - Così dicendo si stampò contro il vetro appena lavato della finestra. Cè ancora la sua dentiera incastonata. E cadde a terra inebetito dalla testata.
I 3 aiutanti del dottore gli furono addosso e gli misero una camicia di forza.
-House, cosa facciamo? - Chiesero i tre.
-Ovvio, cè un solo modo per guarire il Lupus. Fategli un clistere. -
Tutti rimanemmo ammutoliti da tanta genialità. -Si padrone. - Rispose subito il nero Foreman.
-Perché un clistere? - Chiese invece il biondino.
-Gli darà un senso di appagamento. - Sentenziò House. -Andiamo su. Prima ci muoviamo e prima potrò tornare a fantasticare sul sedere della Cuddy. -
Mentre i dottori si allontanavano trascinando Magneto con loro che si attaccava ad ogni stipite e anfratto gridando aiuto, noi ci rimettemmo seduti ognuno al proprio posto.
Spesso dopo la rimozione forzata del professor Lensher cera lora di scienze.
Il professor Otto Octavius era uno scienziato molto affermato, lunica cosa che aveva inventato erano delle braccia metalliche, e lunico esperimento che fece fallì, le braccia gli si attaccarono alla spina dorsale e controllano addirittura la sua mente. E stato soprannominato Octopus, non per le 8 braccia (incluse quelle di metallo), ma bensì perché per staccarselo di dosso le ragazze dovevano sconquassarlo di palate in testa, a volte gli hanno tirato perfino con un arpione.
La caratteristica delle sue lezioni era che esplodeva sempre il laboratorio, qualsiasi cosa si dovesse fare. Una volta riuscì a far esplodere laula di scienze durante il sezionamento di una rana.
Noi comunque adoravamo lora di scienze, anche perché dopo che laula era esplosa spesso assistevamo a Destino, (che come esplodeva qualcosa diventava immediatamente una bestia assetata di sangue) che sconquassava di mazzate Octopus.

 
  
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