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Autore: AvevoSolo14Anni    13/12/2010    2 recensioni
[SOSPESA PER MANCANZA DI ISPIRAZIONE!]
Nicholas è un adolescente con una vita invidiabile: fama, ricchezza, un sacco di ragazze pronte a fare follie per lui. Nonostante questo, da mesi ormai è caduto in una brutta depressione. Perchè, ha realizzato lui stesso, non sono quelle le cose importanti nella vita: cosa se ne fa di una macchina fantastica, se ha il cuore a pezzi? Cosa se ne fa di ville lussuose, se si sente incompreso da tutti? Cosa se ne fa della richezza in generale, se si sente così povero dentro?
Ma la domanda fondamentale di Nick è un'altra: esiste qualcuno al modo capace di apprezzarlo, di amarlo, per chi è realmente, andando oltre ai suoi beni e alla sua esteriorità, considerando solo i suoi pregi e difetti interiori?
Lo volete scoprire? E allora che aspettate? Leggete! ;)
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~ For Who I Am ~
{ Capitolo 1 - Nick
 

 

 
  Nick stava girando senza meta per la spiaggia,  forse cercando qualcosa che non sapeva neppure lui cosa fosse. La sabbia morbida sotto i piedi era calda anche se il sole non batteva. Quel giorno c’erano parecchie nuvole in cielo.
  Ad un tratto gli venne sete e si guardò intorno in cerca di un chiosco o anche solo di una fontanella. Vide un bar affacciato sulla strada che passava accanto alla spiaggia, si rimise le ciabatte che teneva in mano e andò verso la strada.
  Entrato nel bar, si tolse gli occhiali da sole e lo perlustrò con lo sguardo. Era completamente vuoto, fatta accezione per una ragazza che se ne stava seduta su una sedia vicino al balcone, mentre sorseggiava un succo. La ragazza probabilmente aveva all’incirca la sua età,  quindi sicuramente sapeva chi era lui, pensò. Aveva i capelli che le arrivavano alle spalle, castani e mossi. Non la vedeva benissimo in faccia perché era di profilo, ma gli sembrava avesse gli occhi scuri e dei lineamenti molto femminili e delicati. Ormai era entrato, non aveva voglia di scappare. Gli avrebbe fatto un autografo o quello che voleva. Si avvicinò anche lui al balcone e si sedette vicino alla ragazza. Il barista gli chiese cosa desiderasse e lui ordinò una Diet-Coca.
  << C’è un sacco di gente, eh? >> commentò ironica la ragazza, continuando a bere il suo succo. Lui la guardò, sorpreso che gli rivolgesse la parola con tranquillità. Probabilmente ancora non lo aveva visto in faccia.
  << Sì, un locale molto affollato. Una vera meta turistica >> disse stando al gioco. Era certo che la ragazza, una volta lo avesse visto in faccia, avrebbe iniziato a urlare o chissà cosa.
  Lei si voltò a guardarlo. Lui tratteneva il respiro.
  La ragazza accennò un sorriso, porgendogli la mano. << Io sono Julia. >>
  Lui restò un attimo interdetto. Non lo aveva riconosciuto? Eppure lo aveva guardato in faccia. Stava per dirglielo ad alta voce, quando poi si rese conto che aveva trovato proprio quello che voleva: qualcuno che potesse conoscerlo veramente, come un ragazzo normale.
  Le strinse la mano. << Nicholas, Nick per gli amici. >>
  Lei lo guardò pensosa. << E se qualcuno ti vede per la prima volta, come ti deve chiamare? >>
  Lui accennò un sorriso. << Come vuole. Infondo, questo è un paese libero. >>
  << Giusto. Allora Nick, così risparmio ossigeno >> concluse lei.
  << Mi sembra sensato >> concordò.
  << Sei qui in vacanza? Non ti ho mai visto prima >> gli domandò.
  Sembra una ragazza socievole, pensò Nick. Valeva la pena avere un’amica con cui passare l’estate, anziché chiudersi in se stesso come era solito fare.
  << Esatto. Vivo a New York, ma passo l’estate qui. Deduco che tu sia del posto, invece. >>
  << Sei sveglio >> disse lei sorridendo.
  << Me lo dicono in tanti >> disse sorridendo a sua volta.
  Lei ridacchiò, poi sorseggiò il suo succo, fino a finirlo. << Ti piace qui? >>
  << Mi ci devo ancora abituare, non so dirti se mi piace. >>
  << Cos’hai già visto? >> domandò curiosa.
  << Ecco, in realtà sono arrivato solo ieri. Non ho ancora visto nulla >> confessò.
  << Allora devi assolutamente vedere un sacco di cose! >> gli disse.
  << Già, il problema è che non conosco il luogo e non saprei dove andare >>, disse. Fu sorpreso da se stesso per quello che stava facendo, ma gli sembrò una buona cosa, perciò continuò. << Mi servirebbe una guida, qualcuno che conosca bene il posto e che mi faccia vedere cose interessanti >> concluse lanciandole un’occhiata, con una finta faccia disinteressata.
  << Mi stai chiedendo di farti da guida? >> domandò guardandolo con attenzione e trattenendo un sorriso.
  << Non saprei. Tu diresti di sì? >> chiese a sua volta con un sorrisetto.
  Lei ci rifletté qualche istante. << Fare da guida ad uno sconosciuto… Mmm… È probabile. >>
  << Okay, allora sì. >>
  << Va bene. Quando vuoi iniziare la gita? >> disse, e si vedeva che stava già riflettendo su dove portarlo.
  << Quando vuoi, non ho impegni. >>
  << Bene. Allora andiamo >> disse, scendendo dalla sedia e iniziando a frugare nella sua tracolla, in cerca del portafoglio.
  Lui si alzò e tirò fuori i soldi d’in tasca, pagando per tutti e due.
  Appena se ne rese conto, Julia protestò. << Hey! Non dovevi farlo. >>
  << Tu mi farai da guida gratuitamente, mi sembra il minimo offrirti da bere >> disse andando verso la porta, seguito dalla ragazza.
  Appena usciti lei lo guardò con un sorriso beffardo. << Non mi pare ti averti detto che era gratuito. >>
  Lui si finse scioccato. << Questa è la tua ospitalità verso un forestiero? Farlo pagare per fare un giretto? Così metti in disonore tutta la città; spargerò la voce che questo è il luogo meno ospitale del mondo. >>
  Lei rise. << Okay, okay. Ho capito. >>
  La sua faccia sembrava voler far intendere che avesse capito qualcos’altro, perciò le chiese: << Cosa? >>
  << Sei bravo a rigirarti le cose a tuo favore. Molto scaltro. >>
  << Non scaltro, sono semplicemente geniale. >>
  Rise ancora. << E modesto! >>
  Rise anche lui. << La modestia è per chi non ha niente di cui vantarsi. >>
  Julia ci pensò su. << In effetti, non fa una piega. >>
  << Come volevasi dimostrare, sono geniale. >>
  Lei alzò gli occhi al cielo. << Ora non esagerare, però. >>
  << Okay >> rispose continuando a sorridere.
 
  Lo portò ovunque. Fecero prima una passeggiata sulla spiaggia, semplicemente per ammirare la costa. Poi andarono a visitare una chiesa vecchissima e in fine si trovarono a fare un giro in centro. Nick le offrì anche un gelato, mentre lui si prese solo una bottiglia d’acqua.
  Verso le sette, si incamminarono verso casa di lei. Per fortuna, da lì sapeva come tornare a casa.
  Erano arrivati. La sua casa era piuttosto grande, su due piani. I muri erano azzurro chiaro e c’era un ampio giardino. Lei andò verso un cancelletto e lo aprì, poi si voltò verso di lui.
  Forse non sapeva bene cosa dire, perché rimase un po’ lì, impacciata.
  Lui cercò di fare il disinibito.
  << Forse domani casualmente ci incontreremo di nuovo nel bar di stamattina... >>
  Lei sorrise. << Potrebbe succedere. Casualmente verso le undici? >>
  << Direi che per le undici potrei casualmente essere lì. Se ci vedremo, sarà stato un incontro voluto dal destino >> concluse.
  << Okay, vedremo cosa ci riserverà il futuro. In caso ci incontrassimo, vedi di avere un costume >> disse lei, cercando di non ridere.
  << Bene, allora, forse a domani. Oppure chissà >> disse, indietreggiando e salutandola con la mano.
  << A domani, forse >> disse a sua volta Julia, salutandolo. Entrò nel giardino e si richiuse il cancelletto alle spalle. Mentre entrava in casa, lanciò un’ultima occhiata a Nick, che stava ancora camminando all’indietro. Sorrisero entrambi, poi lei entrò in casa e lui si diresse normalmente verso la sua.
  Nick rifletté sulla giornata trascorsa. Si era divertito molto. Per la prima volta in vita sua, parlare con qualcuno che non fosse un suo fratello o un suo genitore era stato facile, piacevole e spontaneo. Ora era certo che una nuova amicizia fosse quello di cui aveva bisogno, per staccare un po’ la spina. E aveva bisogno di un’amicizia come quella, con qualcuno che non sapesse chi era, così lui avrebbe avuto la certezza che lei non lo frequentava solo per pubblicità o chissà cosa. Certo, avrebbe dovuto mentire, e questa era la parte che meno gli piaceva. Ma, in fondo, sarebbe stata solo un’amicizia estiva.
  Infine, Julia era caratterialmente la persona di cui aveva bisogno. Simpatica, con senso dell’umorismo, gentile e vivace. Era anche curiosa, e lui sapeva bene che lei, quando nel corso della giornata era rimasta per qualche istante a fissare il paesaggio con aria assorta, in realtà stava riflettendo su di lui. Probabilmente le piaceva capire come erano le persone.
  Ma lui non era il tipico semplice ragazzo. Nessuno l’aveva mai capito veramente, nemmeno i suoi fratelli. Questo era uno dei motivi per cui si era rifugiato in quella cittadina minuscola e poco popolata.
  Scivolò di nuovo nei suoi soliti pensieri tristi, inevitabilmente.
  Quando arrivò a casa dei suoi nonni materni, ogni traccia di buonumore portata da quella giornata era sparita, ritrasformandolo nel Nick cupo che era da mesi ormai. E pensare che era riuscito a stare allegro per un’intera giornata.
  Sperò con tutto se stesso che il giorno dopo sarebbe trascorso altrettanto divertente, e che Julia riuscisse di nuovo a tenerlo lontano dal mondo reale.
  Nel corso della serata vide sua nonna che ogni tanto gli lanciava occhiate che sembravano un po’ preoccupate, ma lui per quanto si sforzasse non riusciva a fingere di stare bene. Ci aveva già provato a casa per mamma e papà, con l’unico risultato di deprimersi ancora di più.
  Andò a letto presto, ma restò per tre ore a rigirarsi tra le lenzuola, con troppi pensieri per la testa.
 
  La mattina dopo se ne stava seduto in veranda, fissando la spiaggia che era a pochi passi dalla casa. Era sveglio già da ore. Aveva fatto un po’ di colazione e anche un po’ di flessioni, giusto per fare qualcosa.
  Alle dieci e mezza annunciò ai suoi nonni che usciva e iniziò a dirigersi verso il bar. Sulla spiaggia c’era un po’ di gente, ma nessuno fece caso a lui. Per prudenza, andava in giro con gli occhiali da sole. Anche il giorno prima, sebbene fosse nuvolo. Quel giorno il sole batteva forte, perciò si era messo pure il cappellino con la visiera.
  Arrivò al bar dieci minuti prima del loro “appuntamento”. Appena entrato notò che, diversamente dal giorno precedente, c’era gente nel locale. Cioè, c’erano solo un uomo e una donna sulla sessantina seduti ad un tavolo, ma sempre più gente di quanta si aspettasse. Si mise accanto alla porta, dove non batteva il sole, mezzo nascosto, sperando che quando lei sarebbe entrata non lo avrebbe visto.
  Julia arrivò puntuale. Appena entrata si guardò intorno, poi fissò l’orologio con aria un po’ preoccupata. Il piano era riuscito, non l’aveva visto. Il primo istinto di Nick fu quello di spaventarla dicendo “buh” alle sue spalle, poi la giudicò una cosa troppo infantile.
  << Sembri un po’ troppo preoccupata di non vedermi, considerando che questo è un incontro del tutto casuale >> disse restando appoggiato al muro con un sorrisetto.
  Lei si voltò di scatto e lo guardò male. << Scemo. >>
  << Quel che è vero, è vero. Sei una pessima attrice. >>
  Lei alzò gli occhi al cielo, si girò e si sedette sulla stessa sedia del giorno prima, ordinando un succo all’ananas. Lui si sedette accanto a lei, ordinando di nuovo una Diet-Coca.
  << Che sorpresa vederti qui >> disse lui con nonchalance.
  Lei scosse la testa. << Ammettiamolo, sei contento di rivedermi perché sono troppo simpatica. >>
  << Modesta. >>
  Lei ridacchiò. << Mi pare che qualcuno avesse detto che la modestia era per chi non aveva nulla di cui vantarsi. >>
  << Okay, hai ragione.>>
  << Quindi ammetti che sono simpaticissima? >> disse con un gran sorriso.
  << Non saprei. Forse non ho molta scelta, tu sei l’unica persona che conosco qui, esclusi i miei nonni. >>
  Lei distolse lo sguardo e divenne impassibile. Nick si rese conto che quello che aveva detto era un po’ troppo cattivo per la situazione, e anche se era vero lui scherzava.
  << Dai, sto scherzando. Se non mi stessi simpatica, non ti avrei mai chiesto di farmi da guida >> si affrettò a dire.
  Lei cercò di trattenere un sorriso, poi scoppiò a ridere.
  << Questo è per dimostrarti che potrei essere una buona attrice. >>
  Lui la guardò perplesso per un attimo, poi capì che aveva finto per farlo confessare.
  Fu il turno di Nick di sbuffare e alzare gli occhi al cielo.
  Finirono di bere le loro bibite, poi si alzarono a lui pagò di nuovo per entrambi. Lei lo guardò male.
  << Non bisognerebbe fare una volta per uno? >>
  << Non penso sia scritto da nessuna parte >> le rispose tranquillo.
  << Ma così non è giusto! >>
  << Te l’ho detto, tu mi fai da guida. >>
  Lei sorrise. << No, oggi niente giro turistico. Per questo ti ho detto di mettere il costume. >>
  Lui la guardò perplesso, perché non sembrava voler semplicemente andare in spiaggia. Lei gli sorrise e lo prese per il braccio trascinandolo fuori.
  Poco dopo erano seduti su un pedalò che avevano preso da dei bagni lì vicino, di cui era direttore il padre della ragazza. Ne avevano due e c’era poca gente, perciò lui le disse che potevano tenerlo quanto volevano.
  Il padre aveva scrutato Nick con attenzione, anche se non aveva detto niente. Lui sperava non si fosse fatto strane idee.
  Stavano pedalando verso il largo, Julia teneva il timone.
  << Sai, mi sono reso conto che non so nemmeno quanti anni hai >> disse lui ad un certo punto.
  << Vero. Ne ho fatti diciassette a inizio anno. E tu? >>
  << Ne compio diciotto tra un paio di mesi. >>
  Lei lo scrutò e lui se ne accorse. << Che c’è? >>
  Scrollò le spalle. << Non sembri più vecchio di me. >>
  << Non lo sono di tanto… >>
  << Già >> disse. Poi si guardò intorno. << Ecco ci siamo! >> disse con entusiasmo.
  Nick si guardò intorno. << Ha qualcosa di speciale questo posto? >>
  << Sì, molto. Ma te ne accorgerai quando saremo sott’acqua. >>
  Julia si alzò dal sedile e andò sul retro del pedalò, dove aveva messo la borsa. Ne tirò fuori due maschere e una la lanciò a Nick, che la prese prontamente. Tirò fuori anche un asciugamano. Lui non si era portato niente dietro, e pensò che avrebbe potuto avvertirlo. Restò fermo a fissarla.
  Finito di sistemare le sue cose, lei lo guardò. << Forza, andiamo! >>
  Iniziò a slacciarsi i pantaloni e poi li tolse, idem con la maglietta. Ovviamente sotto aveva il costume. Nick rimase un attimo fermo a guardarla in costume. Era molto bella, perché ci faceva caso solo ora? Era alta e snella, forse avrebbe addirittura potuto fare la modella, pensò.
  Si rese conto che la stava fissando, probabilmente con una faccia da ebete, così prima che lei se ne accorgesse si sbottonò la camicia e la tolse. Aveva messo direttamente il costume anziché i pantaloni.
  Anche lei lo fissò per un attimo, molto meno che lui. Poi gli sorrise, prese la maschera e si butto di testa con molta eleganza. Riemerse subito.
  << Buttati! >> gli urlò mentre nuotava.
  Nick si buttò, cercando di non essere da meno in quanto grazia. Vide che Julia si infilava la maschera e fece altrettanto.
  << Prendi un bel respiro e seguimi. Guarda dove ti indicherò >> gli ordinò.
  Presero entrambi un bel po’ d’aria e s’immersero. Julia andò dritta fino al fondale, un po’ più verso nord della barca. Poi indicò un punto.
  Nick rimase sorpreso. Si aspettava un bel corallo o una grotta. Invece, sulla sabbia bianca del fondale, in un punto, c’erano ammassati centinaia e centinaia di sassi, tutti con delle scritte sopra, che però non riusciva a leggere.
  Dovettero tornare a galla per respirare.
  << Cos’erano? >> domandò Nick incuriosito.
  << Sassi normalissimi. C’è una specie di leggenda, che dice che qui un tempo c’era un tesoro. Prima ancora che nascesse la città. Un uomo lo trovò, e con quei soldi iniziò a costruire qui. Dicono che se prendi un sasso normalissimo, ci scrivi sopra un desiderio, le tue iniziali e lo butti in questo punto, il desiderio si avvera >> spiegò.
  << Bello. Lo hai mai fatto? >>
  Sorrise quasi imbarazzata. << Una decina di volte. >>
  << E ha funzionato? >> chiese curioso e anche un po’ speranzoso. Non era mai stato superstizioso, ma sembrava una cosa carina.
  << Alcune volte sì. >>
  Nick rimase a pensare per qualche istante. << Voglio provare. Hai un pennarello? >>
  Julia sorrise. << Non vengo mai qui senza un pennarello. >>
  Salì sul pedalò e frugò nella borsa. Lui non poté fare a meno di guardarla. Come poteva non essersi accorto prima di quanto fosse carina?
  << Eccolo. Prendi due sassi? Non quelli già scritti ovviamente. >>
  Nick si immerse e tornò su con due sassi, che posò sul bordo della barca. Poi ci salì anche lui sopra, vicino a Julia.
  << Prego >> disse lei, dandogli il pennarello. << Ti consiglio di non chiedere cose enormi. Sai, il mare non può darti la luna. >>
  Lui annuì, aprì il pennarello e rimase a pensare qualche minuto.
  Che cosa voleva? Era una domanda difficile.
  Voleva dimenticare. Voleva ricominciare, anche. Voleva trovare qualcuno in grado di capirlo. Ma tutto insieme non era possibile.
  Un po’ si sentiva egoista. Aveva una vita invidiabile, viveva il sogno, era giusto chiedere altro? Ma bisognava ammettere che era passato tanto tempo dall’ultima bella cosa che gli era successa.
  Trovò la risposta alla sua domanda.
  Scrisse il più leggibile possibile sul sasso bagnato: “Una cosa bella. N.J.J.”
  Stette attento che Julia non leggesse e buttò il sasso in acqua. Sorridendo le ridiede il pennarello.
  Anche lei scrisse qualcosa, senza fargli leggere. L’unica cosa che riuscì a leggere erano le iniziali: J.E.N.
  Lanciò il sasso. Poi sorrise a Nick e si rituffò.
  Passarono tutto il pomeriggio a schizzarsi in acqua e a prendere il sole sul pedalò.
  Molte ore dopo erano di nuovo davanti a casa di Julia.
  Era riuscito a leggere il suo cognome sulla cassetta delle lettere: Nicholson. Gli mancava solo il suo secondo nome.
  << Domani sei impegnata? >> chiese Nick con disinvoltura.
  << No >>, rispose lei sorridendo. << Stesso posto, stessa ora? >>
  << Ci sto >> disse Nick, e si ritrovò anch’egli a sorridere.
 
 
 



Spazio dell'autrice:
Buongiorno a tutti! Ebbene sì: avevo voglia di aggiungere un'altra storia tra quelle che sto scrivendo, come se due in corso non fossero già abbastanza xD
Spero avrete pietà di me se non posterò spesso come facevo quando avevo una storia sola, mi impegnerò ad aggiornare ogni 4-5 giorni :)
Ma ora, torniamo alla storia: che ne dite? Vi è piaciuta? E' interessante almeno un minimo? Spero bene xD
Questa storia è tratta da un mio sogno... Infatti ho usato la "traduzione" del mio nome e del mio cognome per la protagonista, eheh xD Anche se poi siamo abbastanza diverse... xD
Come sempre gradirei un commentino, anche due parole :)
Baci e a presto, Juls.
P.S. A chi interessa, il capitolo due lo posterò domani, perchè l'ho già scritto :)


  
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