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Autore: suinogiallo    13/12/2010    4 recensioni
- Ho ho ho - la voce di Tre Cani eruppe poderosa come sempre dalla radio - pulite i camini e tirate fuori il whisky! Santa Claus sta per farvi visita! Avete scritto la vostra letterina? Avete chiesto munizioni e spiedini di iguana per il Santo Natale? Se siete stati buoni il buon Babbo Natale verrà a farvi visita! Se siete dell'Enclave invece evitate di sprecare carta e inchiostro. Per voi non c'è nulla! -
Anche nel mondo post apocalittico di Fallout 3 può essere Natale...
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Fallout 3'
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White Christmas in the Wasteland
by: suinogiallo

- Ho ho ho - la voce di Tre Cani eruppe poderosa come sempre dalla radio - pulite i camini e tirate fuori il whisky! Santa Claus sta per farvi visita! Avete scritto la vostra letterina? Avete chiesto munizioni e spiedini di iguana per il Santo Natale? Se siete stati buoni il buon Babbo Natale verrà a farvi visita! Se siete dell'Enclave invece evitate di sprecare carta e inchiostro. Per voi non c'è nulla! -
Anche nella zona contaminata e nei piccoli paesini che vi sorgevano era giunto il Natale. E tutti erano più buoni e disponibili verso il prossimo.
Persino i mercenari della compagnia dell'artiglio, prima di cavare gli occhi, estirpare i denti ed infine sgozzare le loro vittime, auguravano loro Buon Natale andando in giro con un cappello bianco e rosso.
Megaton City era stata addobbata per l'occasione. Ogni baracca sfoggiava luminarie colorate ed un albero di natale vicino all'ingresso. Anche la bomba al suo centro era stata addobbata e faceva decisamente meno paura coperta di lustrini e lucette colorate.
Il ticchiettio minaccioso che faceva il Pip Boy quando ci si avvicinava, invece, continuava a fare la stessa paura di sempre.
Persino Simms, lo sceriffo tutto di un pezzo, in quel periodo dell'anno lasciava perdere il suo aspetto serio ed austero e, attaccato lo stetson al chiodo, faceva il suo giro di pattuglia indossando un cappello rosso e bianco da Babbo Natale. Con tanto di lucine colorate a fare da contorno ed un sacchetto di caramelle da regalare ai bambini.
Moira, la proprietaria del Craterside, aveva addobbato anche lei il suo negozio. Rispettando il suo stile, ovviamente.
Entrando nel suo negozio non si riusciva a capire se aveva dimenticato di togliere gli addobbi di Halloween o se invece stava facendo confusione tra le due feste tanto era strani e particolari i suoi addobbi.
Granate appese come palle ad un albero di natale di un colorito smorto e malaticcio, filo spinato avvolto sopra la porta e intorno al bancone.
Non si respirava decisamente l'atmosfera natalizia dentro al suo negozio. Però, diamine, quando entravi e ti augurava Buon Natale, con quel suo sorriso e quella sua aria fanciullesca, si sentiva un calore salire da dentro e non si riusciva a non ricambiare senza lo stesso calore ed entusiasmo.
Per Watarù quel Natale sarebbe stato il primo fuori dal Vault.
Gli altri Natali, quelli passati nel Vault, erano stati tutti uguali. Qualche giorno prima addobbava un albero di natale di meno di un metro di altezza, appendeva qualche decorazione in giro per l'alloggio che divideva con suo padre, ed infine, la mattina del venticinque dicembre si alzava per scartare il regalo che suo padre gli aveva messo sotto l'albero.
Non che avesse molti amici nel Vault con cui condividere quei giorni di festa ed anche Amata, la ragazza con la quale probabilmente avrebbe diviso la vita se le cose fossero andate diversamente, in quei giorni diventata off limitis per lui. Suo padre, di Amata intendo, reputava quel periodo troppo romantico e quindi troppo pericoloso per farli stare insieme.
Diavolo, come se dovessero a tutti i costi aspettare il Natale per nascondersi in qualche stanzino isolato del Vault per dare una ripassata al loro testo di educazione sessuale.
Quel Natale, invece, il primo fuori dal Vault sarebbe stato decisamente diverso.
Intanto perché non era nel Vault ma fuori, nella zona contaminata, e poi perché quell'anno avrebbe avuto parecchie persone con cui scambiare i regali di Natale.
Alcuni degli abitanti di Megaton, Moira e lo sceriffo Simms in testa, l'uomo che da quando era arrivato li se ne stava sempre seduto fuori da Megaton a chiedere dell'acqua purificata. Diamine, ma non si spostava mai?
A dir la verità un po' era preoccupato per il regalo che avrebbe ricevuto da Moira. Era qualche giorno che quando entrava nel suo spaccio la vedeva nascondere in fretta e furia qualcosa prima di rivolgergli un sorriso che avrebbe fatto accapponare la pelle a chiunque non la conoscesse.
Ma soprattutto quel Natale sarebbe stato diverso in quanto sarebbe stato il primo che avrebbe trascorso con Ran.

- Ti vedo pensieroso - gli domandò improvvisamente lo sceriffo Simms acconstandoglisi.
Watarù si era fermato a guardare Megaton stando appoggiato alla balaustra davanti all'ingresso del saloon di Moriarty ed aveva lo sguardo quasi perso nel vuoto.
Nonostante mancassero pochi giorni a Natale non faceva particolarmente freddo, probabilmente una modifica del clima dovuta alle esplosioni nucleari che avevano sconvolto il paese, e Watarù se ne stava tranquillamente con una maglietta a maniche corte.
- Stavo pensando, in effetti - mormorò voltandosi a guardare l'amico sceriffo - cosa credi si possa regalare ad una ragazza? -
Aveva già provveduto a rimediare i regali per tutti gi altri ma ancora non era riuscito a trovare qualcosa di adatto per Ran.
Se fosse stato nel Vault non avrebbe avuto problemi. Un libro oppure un monile, o anche del profumo sintetizzato in laboratorio. Ma quelle cose nella zona contaminata non avrebbero avuto senso o, comunque, non avrebbero avuto senso per Ran.
Per carità, a leggere sapeva leggere, ma un libro sarebbe stato decisamente troppo per lei. Un monile o un profumo, poi, sarebbero stati inutili quasi quanto regalare della cacca di Yao Guai.
Forse poteva regalarle un nuovo fucile da cecchino, magari con un centinaio di proiettili. Anche un nuovo giubbotto corazzato non sarebbe stato male.
Ma quelle cose, si disse poi, poteva regalargliele sempre. Erano così utili che aspettare un singolo giorno l'anno per regalarle sembrava quasi voler fare un dispetto.
- Potresti regarlarle qualche arma nuova - gli propose.
- Già pensato, ma non mi sembra adatto! - scosse la testa - Così come non mi sembra adatto regalarle qualche nuovo pezzo di armatura! -
- Una armatura atomica completa? - suggerì allora.
- Devi essere addestrato per indossarla e dubito che la fratellanza d'acciaio accetti di insegnarle come si usa - mormorò poi.
- Chiedere a lei cosa le farebbe piacere ricevere? - suggerì allora.
- Già fatto! - scosse di nuovo la testa - Mi ha risposto che le va bene qualsiasi cosa! -
- Non fidarti! - fu il turno di Lucas di scuotere vigorosamente la testa - Quando una donna dice una cosa del genere significa che ha già in mente cosa vuole ricevere e pensa che l'uomo lo sappia benissimo. E se non gli regali proprio quella cosa ti terrà il broncio almeno fino al suo compleanno! Broncio e niente sesso! -
- Dici? - Watarù lo guardò sorpreso ed anche un po' preoccupato.
- Fidati! - annuì - Ci sono passato -
- Devo scoprire cosa vuole! - decise infine - Avrà lasciato degli indizi! Oppure lo ha detto a Moira! O a Lucy! -
- Anche se lo ha detto a qualcuna di loro, stai pur certo che non te lo diranno mai! - mormorò poi lo sceriffo - Le donne quando si tratta di queste cose si coalizzano tra di loro e fanno fronte comune contro l'homo insensibilis! -
- Ma tu come hai fatto? - gli domandò poi - Cioè, hai un figlio, quindi avrai avuto una moglie! Come facevi a capire cosa voleva? -
- Mai riuscito! - confessò a bassa voce - Ed il suo compleanno cadeva il venti dicembre! -
Watarù lo guardò con uno sguardo carico di compassione e comprensione, poi, dopo avergli dato una pacca sulla spalla si congedò da lui.
- In bocca al lupo vagabondo! - lo salutò lo sceriffo rimanendo appoggiato alla balaustra a guardare la vita che scorreva sotto di lui.

Ran se ne stava seduta nello spaccio di Moira intenta a guardare la ragazza che stava assemblando qualcosa sul suo banco di lavoro.
Per lei quello era il primo Natale. In assoluto.
A Little Lamplight per qualche strano motivo non si festeggiava quella ricorrenza e quindi per lei era tutto nuovo.1
L'albero di Natale, le luminarie, la gente che diventava più buona.
E, soprattutto, quella impellente necessità di scambiarsi dei regali.
Quella poi era la cosa che meno capiva.
Si era fatta spiegare da Moira cosa fosse il Natale ma non era tanto sicura di aver ben capito effettivamente cosa fosse.
C'entrava la nascita di qualcuno, tanti anni prima. Questo l'aveva capito. E come ogni compleanno che si rispetti si faceva festa. Almeno questo era sempre quello che le aveva spiegato Moira.
A Little Lamplight nessuno dei bambini sapeva di preciso quando era nato. Ad un certo punto si diceva "tu adesso hai tre anni" e da allora si iniziava a contare e quando il sindaco, che teneva il conto degli anni trascorsi, ti diceva che eri un mungo te ne dovevi andare.
Ma questo non è che capitava sempre lo stesso giorno dell'anno. A volte il sindaco si dimenticava di tenere il conto e qualche volta, per cercare di riprenderlo, aggiungeva dei giorni a casaccio.
Per cui, oltre che il Natale, nella caverna dei bambini, non si festeggiava neanche il compleanno.
- Moira - chiamò la ragazza - puoi spiegarmi di nuovo perché ci dovremmo scambiare dei regali? -
- Perché è Natale - le rispose senza smettere di lavorare allo strano marchingegno che stava costruendo - e a Natale si è tutti più buoni, non lo hai sentito Tre Cani? Persino i mercenari della Compagnia dell'Artiglio sono più buoni! E quindi ci si regala qualche cosa! -
- Si, questo l'ho capito! - sbuffò - Ma perché a Natale e non in qualsiasi altro giorno? - poi si alzò e si diresse verso lo strano albero di natale malaticcio che Moira aveva sistemato al centro del suo spaccio - Se io voglio regalare qualcosa a Watarù lo faccio quando voglio e non aspetto un giorno preciso per farlo! -
- Ma perché è tradizione! - le disse di nuovo - Negli altri giorni ci si regala qualcosa di utile, come ad esempio un set completo di granate a disframmentazione neuropositronica o un Fat Boy, mentre a Natale ci si regalano cose del tutto inutili che il più delle volte finiscono in qualche angolo dimenticato della baracca! -
Non c'è che dire, Moira aveva una interpretazione tutta sua sui regali di Natale.
- Qualcosa di inutile? - iniziò a pensare continuando a guardare lo strano albero di Natale - E cosa potrei regalargli? - poi lo sguardo le cadde su di una copia della guida di sopravvivenza che faceva bella mostra di se sotto l'albero. Per l'occasione Moira ne aveva stampato alcune copie in versione limitata natalizia con sulla copertina un Babbo Natale, altra figura che per Ran era del tutto sconosciuta, che volava con la sua slitta sopra Megaton lasciando cadere granate e mine da tappo.
Sinceramente avrebbe voluto chiedere alla ragazza che cosa c'era di buono in un vecchio ciccione con la barba bianca che bombardava la città ma, temendo una nuova spiegazione del tipo "perché è natale", decise di lasciare perdere e, dopo averla salutata uscì dallo spaccio dirigendosi verso casa.

Decisamente la questione era da risolvere.
Watarù non aveva il minimo indizio su cosa Ran volesse come regalo di Natale e sia Lucy che Moira, alle quali aveva provato a chiedere, non gli erano state di qualche aiuto.
Ed ormai il Natale era alle porte.
Si sentivano persino i coretti natalizi che si diffondevano per le stradine interne di Megaton.
Anche Wadsworth si era messo a cantarli. E non era per niente un piacere starlo ad ascoltare.
Doveva scoprirlo.
E doveva anche sperare che fosse qualcosa che potesse procurarsi in quei pochi giorni che erano rimasti.
Riuscire a scoprire che voleva un ramoscello in fiore dell'Oasi a due giorni dal Natale sarebbe stato davvero pessimo. Primo perché dubitava che in quella stagione ci fossero ramoscelli in fiore anche in quel posto dove crescevano gli alberi nonostante tutt'intorno fosse una distesa di terra e polvere radioattiva e, secondo, perché anche ammesso che ci fossero stati in due giorni non avrebbe mai fatto in tempo ad andare e tornare. Anche chiedere alla Crimson Caravan, poi, non sarebbe servito a nulla. A parte la distanza che li separava, cavolo, da New Vegas a D.C. con i bramini a seguito era una bella scarpinata, c'era anche da tener conto del fatto che li a Megaton ancora non c'era nessuna sede della compagnia.1.5
Il problema era che ormai le aveva provate tutte.
Aveva chiesto a tutte le persone che conosceva e che conoscevano anche Ran, aveva provato a chiederlo di nuovo a lei, aveva pensato anche di farle scrivere una letterina a Babbo Natale ma si era arreso davanti al volto della ragazza che gli aveva detto: "non scriverò mai ad un ciccione con la barba bianca che bombarda le città".
Non doveva avere una grande considerazione di Babbo Natale evidentemente.
Ma doveva riuscire a scoprirlo, dannazione.
E non tanto per quello che gli aveva detto lo sceriffo Simms.
Cioè, vedere Ran con il broncio non è che gli avrebbe fatto piacere. Anche l'altra cosa, a dirla tutta.
Ma più che altro perché voleva vederla felice.
Gli aveva detto che non aveva mai festeggiato il Natale, anzi, che neanche sapeva cosa fosse, e voleva che quel primo Natale per lei fosse magnifico.

Mancavano ormai solo due giorni a quella data fatidica e Ran ancora non era riuscita a decidere cosa regalare a Watarù.
Moira le aveva detto che qualunque cosa gli avrebbe regalato sarebbe andata bene. In fondo, aggiunse, basta il pensiero.
Lucy, invece, era stata decisamente più prosaica e le aveva suggerito di mettersi un bel fiocco rosso in testa ed una etichetta con su scritto Buon Natale.
Economico e sicuramente ben accetto.
Ma, ci rimuginò sopra Ran tornando a casa, sarebbe stato gradito un regalo che, tutto sommato, quasi ogni sera scartava?
E se qualcun'altro avesse deciso di fargli un regalo identico? Da come Lucy glielo aveva suggerito doveva essere una cosa solita fare quel genere di regali a Natale.
Pensò a Moira e a quello che stava preparando.
Per caso sul suo banco di lavoro aveva visto dei fiocchi rossi?
Forse era meglio controllare i regali per il suo Watarù prima che arrivassero a lui.
Ma questo non risolveva il suo problema principale.
Cosa diavolo regalargli!

- Tappi! - disse all'improvviso Watarù quasi colto da una fulminazione sulla via di Damasco - Le regalo dei tappi! Duemila, tremila tappi per potersi comprare ciò che vuole! -
- No, non credo vadano bene! - si disse poi ripensando al fatto che le aveva sempre detto che poteva prendere tutti i tappi che voleva sia dalla cassaforte sia dagli altri nascondigli segreti.
Sarebbe stato come regalarle qualcosa che già possedeva.
- Un giro sulla Mothership Zeta? - si domandò poi pensando all'astronave aliena in orbita di cui era diventato comandante.2
Difficile che fosse quello il regalo che desiderava.
- Tornare a Little Lamplight per ritrovare i suoi vecchi amici? - si domandò. Chi lo sa se le avrebbe fatto piacere.
Difficilmente però li avrebbero fatti entrare e trascorrere il Natale davanti ad un cancello sbarrato non era proprio il modo migliore per festeggiare.
Si rigirò piano nel letto soffermandosi a guardare il volto di Ran che dormiva.
Cosa c'è dentro quella testolina, si domandò sorridendo, cosa c'è che desideri?
Se si aspettava una risposta a quella domanda venne deluso. Ran rimase in silenzio e alla fine anche lui si decise a risistemarsi meglio nel letto e a cercare di riprendere il sonno interrotto dalla fulminazione sulla via di Damasco.
Inultilmente però e, dopo essersi girato un altro paio di volte decise di alzarsi.
Silenziosamente sgattaiolò fuori dal letto e, in punta di piedi, scese al piano di sotto facendo cenno a Wadsworth di stare in silenzio. Quel dannato mucchio di ferraglia lo salutava ogni volta che lo vedeva e, nonostante lo avesse chiesto a Moira decine di volte, non aveva nessun sistema per regolare il volume della sua voce.
Uscito fuori dalla casa si fermò a guardare il cielo stellato.
Le luminarie natalizie diffondevano una luce allegra per tutta Megaton. Era raro vedere la città così.
In quel mondo erano davvero poche le occasioni per essere allegri. Si era sempre sul filo del rasoio.
Le alte mura di cinta, la sorveglianza, lo sceriffo Simms facevano si che si fosse relativamente al sicuro li dentro, ma c'erano altri pericoli, altre situazioni che potevano far cambiare la situazione in peggio nel giro di pochi minuti.
Un guasto all'impianto di purificazione dell'acqua, una epidemia. Queste erano cose che potevano distruggere un posto nel giro di poco tempo.
Da lontano, da qualche casa, sentì la voce di Tre Cani che blaterava qualcosa sull'oasi e su quando c'era stato. Sicuramente strafatto di qualche cosa molto pesante.
Ripeteva quasi sempre le stesse cose e metteva quasi sempre gli stessi dischi, ma almeno era qualcosa che univa un po' tutti nella zona contaminata. In quasi tutti i posti in cui era stato aveva trovato una radio e, la maggior parte delle volte, era sempre sintonizzata su GNR.
E parte del merito di questo era anche sua. Diavolo, per sistemare quella dannata parabola per poco non ci aveva lasciato le penne.
Ma, nonostante ciò che pensava di Tre Cani, non si era pentito di quello.
In fondo anche il sentire una radio dava una parvenza di normalità. E cavolo gente, se serviva!
- Si, tutto bello questo! - se ne uscì all'improvviso - Ma cosa diavolo regalo a Ran per Natale? -

- Watarù? - Ran si svegliò all'improvviso e voltandosi vide che il lato del letto dove dormiva il ragazzo era vuoto.
Sulle prime credette che ormai fosse giorno ma poi si voltò a guardare la finestra e vide che, invece, era ancora notte fonda.
- Forse è in bagno - si disse mettendosi a sedere sul letto.
Rimase così ad aspettarlo per alcuni minuti poi, quando vide che non tornava decise di alzarsi e andare e cercarlo.
- Nel bagno non c'è! - mormorò vedendo la porta aperta. Scese al piano terra facendo anche lei cenno a Wadworth di stare zitto e vide subito la porta d'ingresso aperta.
- Sei qui fuori? - domandò mettendo la testa fuori.3
- Ran! - la guardò - Come mai sei sveglia? -
- Così! - sorrise uscendo anche lei raggiungendo poi Watarù - E tu? -
- Non riuscivo a prendere sonno e quindi sono sceso qui! - mormorò passandole un braccio intorno alle spalle e stringendola a se.
- Stavi pensando a tuo padre? - gli domandò.
- No - le rispose. Stava quasi per dirle che ciò che non lo faceva dormire era il pensiero del regalo di Natale per lei ma poi la voce di Lucas che gli diceva che lei si aspettava che lui sapesse cosa lei voleva gli eruppe nella mente. Insieme alla previsione di cosa sarebbe accaduto se lui non avesse indovinato cosa voleva.
- Stavo pensando che potremmo organizzare una cena per Natale, a casa nostra! - le disse poi la prima cosa che gli venne in mente - Potremmo invitare Lucas e suo figlio, Moira e magari anche qualcun'altro -
Ran lo guardò perplessa.
Non era la prima volta che organizzavano una cena ed invitavano lo sceriffo e gli altri. In genere ne facevano una ogni volta che rientravano da qualche giro.
E non riusciva a capire cosa ci potesse essere di diverso in una cena fatta nella sera di Natale e una cena fatta, invece, tutte le altre sere.
- Dici di no? - le chiese vedendola perplessa.
- No, non è questo! - lo guardò - E' solo che non capisco! -
- Ho cercato di farmi spiegare da Moira cos'è il Natale - continuò - perché ci sono tutte queste luci colorate e quei cosi strani che dovrebbero essere alberi con quelle palle attaccate, perché i bambini se ne vanno in giro a cantare canzoncine senza senso, perché tutti devono essere più buoni e, soprattutto, perché ci si devono scambiare regali inutili! -
- Non capisco poi perché si deve scrivere una letterina ad un ciccione che vola sopra le città bombardandole - terminò - forse per chiedergli di non farlo? O per far bombardare qualche altra città? -
- Babbo Natale non bombarda le città! - la guardò, adesso lui, perplesso - Ma vola con la sua slitta trainata da delle renne per portare regali a tutte le persone buone! -
- Ma sulla copertina dell'edizione natalizia della Guida di Sopravvivenza - cercò di spiegargli - c'è questo ciccione con la barba bianca che getta granate e mine su di una città! -
- Moira! - sorrise Watarù, poi gentilmente invitò Ran a sedersi - Credo che sia meglio spiegarti dall'inizio cos'è il Natale - e, sedendosi anche lui iniziò a raccontare alla ragazza la storia di un bambino nato in una grotta, di un santo e di perché tutti festeggiavano quel giorno in quella maniera.
- Quindi il ciccione, cioè, Babbo Natale non va in giro a bombardare le città? - lo guardo - Ma porta dei regali! -
- Già - sorrise. Era indeciso se dirle che Babbo Natale non esisteva e che in realtà i regali li mettevano sotto l'albero altre persone come i genitori o le persone care, ma poi si disse che, in fondo, farle credere un po' alle favole non era una cosa tanto sbagliata.
- E dici che sono ancora in tempo per scrivergli una letterina? - gli domandò poi.
Certo che sei ancora in tempo, quasi esultò.
- Si - sorrise - basta usare un terminale e gli arriverà in tempo reale! -
- E tu l'hai scritta? - gli chiese poi.
E adesso che cavolo le dico? Quasi si pentì di non averle detto la verità sul conto del ciccione, cioè, di Babbo Natale.
- Ancora no! - le confessò.
- Scriviamola insieme allora! - sorrise con gli occhi che quasi brillavano per la gioia - Anzi, la scrivi tu anche per me! - poi si alzò e prendendo Watarù per mano quasi lo tirò fino al terminale.

Caro Babbo Natale, iniziò a digitare sulla tastiera del terminale Watarù mentre Ran, in piedi accanto a lui lo guardava.
Come prassi voleva, la prima parte della letterina fu dedicata alle attestazioni di bontà. Erano stati buoni ed avevano aiutato gli altri e per questo erano meritevoli di ricevere dei regali.
Watarù si sentiva leggermente in imbarazzo a dover scrivere quella cosa. Cioè, a dirla tutta, si sentiva decisamente stupido. Lui aveva scoperto a tre anni che Babbo Natale non esisteva e non aveva, quindi, mai scritto nulla del genere.
Sapeva come si faceva, per primi i saluti, si diceva che si era stati buoni e poi si iniziava con la lista dei regali che si desiderava ricevere. Amata aveva continuato a credere a Babbo Natale fino a quindici anni e lui non se l'era mai sentita di svelarle l'amara verità, e quindi aveva letto ogni volta le letterine che gli scriveva.
- Dici che sa che ho dato un morso a mia sorella? - lo interruppe improvvisamente Ran.
- Penso di si! - mormorò - Ma saprà anche che la situazione era una di quelle in cui c'era poca scelta! -4
Ran fece un grosso sospiro quasi a voler dire, speriamo bene e poi incitò Watarù a continuare a scrivere.
Subito dopo le attestazioni di bontà aggiunse che sperava che il mondo tornasse in pace e che la gente potesse vivere in tranquillità. Tecnicamente, spiegò a Ran, serve per dimostrare ancor di più quanto si è buoni. Si antepone la pace nel mondo e per tutti gli uomini alle richieste per se stessi.
Questo fa sempre colpo!
Si sentiva ancora più stupido ma ormai non poteva più tirarsi indietro. E poi se quella cosa gli sarebbe stata utile per scoprire cosa voleva Ran, beh, allora andava bene.
- E adesso passiamo alla wish list! - disse infine voltandosi verso la ragazza - La lista dei regali! -

E finalmente giunse la sera del 24 dicembre.
Watarù e Ran avevano dato fondo a tutte le riserve di cibo dei commercianti di Megaton e di un paio di mercanti ambulanti che erano passati da quelle parti ed avevano imbandito una tavola davvero degna di un cenone natalizio.
I primi ad arrivare, anche per dare una mano, furono Lucas e suo figlio insieme a Moira, poi giunse anche Lucy. Ognuno con in mano qualche pacco e pacchetto che, rapidamente, si iniziarono ad accumulare sotto l'albero di Natale. Anche Wadsworth per l'occasione era stato addobbato e faceva decisamente la sua figura con le palle appese ed un berretto rosso e bianco mentre accoglieva gli ospiti augurando loro buon Natale e dando una mano a sistemare i regali.
Ran, discretamente, controllo se non ci fossero fiocchi rossi tra i regali che arrivavano per Watarù.
A sorpresa giunse, poi, anche Tre Cani che si presentò ululando come al suo solito. Si era portato dietro un piccolo registratore digitale e diede subito il via alla musica con una compilation di canzoncine natalizie.
Rin e Crio giunsero poco dopo. Il gigante si portava dietro un voluminoso zaino e a fatica Wadsworth riuscì a sistemare i regali che avevano portato sotto l'albero. A nessuno sfuggì lo sguardo che il robot riservò al gigante. Probabilmente dalla sua memoria non si era ancora cancellato il primo incontro che avevano avuto.
Ran, invece, dopo aver abbracciato Rin le chiese sommessamente cosa aveva regalato a Watarù se c'entrasse qualcosa un fiocco rosso.
Diamine, se c'era qualcuna, oltre a Moira, che era a rischio di regali molto personali con un fiocco rosso in testa era proprio Rin. Non aveva mai fatto mistero della sua infatuazione per il vagabondo e quella poteva essere una buona occasione per cercare di avvicinarsi ulteriormente a lui.
A sorpresa giunse, poi, anche Nadia, la ragazza che avevano conosciuto in occasione della loro missione a Point Lookout.
Era vestita con un completino rosso e bianco, che a Ran ricordò molto il vestito del ciccione, cioè di Babbo Natale, decisamente corto ed un cappellino natalizio in testa. Ran si disse mentalmente di tenerla d'occhio.
Non era gelosa. Watarù non le aveva mai dato ragione di esserlo ma, cavolo gente, possibile che c'erano così tante ragazze carine che gli giravano intorno?
L'arrivo di Nadia diede il via alla cena e tutti si sedettero intorno al grande tavolo che Watarù aveva piazzato davanti casa e che, insieme a Ran, aveva riempito di cibo e bevande. Spiedini di iguana, mele dandy boy, bombe di zucchero, bistecche di bramino, e poi, decine di bottiglie di Nuka Cola gelate comprese alcune bottiglie quasi introvabili di Nuka Cola Quantum, acqua purificata, birra e whisky. Un vero festino.
Ad un certo punto, poi, Watarù tirò fuori una bottiglia di cognac decisamente invecchiato e, passandola a Tre Cani fece iniziare il giro. Di solito lui non beveva alcolici ma quella sera decise di fare uno strappo a quella sua regola e, quando la bottiglia tornò da lui, svuotata per ben di più della metà, se ne versò una dose abbondante mandandola, poi, giù tutta di un colpo, quasi fosse una medicina amara di quelle che devi prendere per forza.
Le risate che si sollevarono quando iniziò a tossire e a sputacchiare furono così contagiose che anche lui, appena si fu ripreso, iniziò a ridere.
Ran, giudiziosamente, decise invece di evitare. Il ricordo di quando aveva bevuto quei due bicchieri di whisky nella casa del vecchio pazzo nella discarica radioattiva era ancora abbastanza vivido e preferì evitare.5
Terminata la cena si passò ai regali.

Mezzanotte era ormai trascorsa da un bel po’ quando tutti gli invitati si accomiatarono.
Moira, lo sceriffo Simms e suo figlio e gli altri che abitavano a Megaton si diressero verso le loro case, Rin, Crio e Nadia, invece, stesero i loro sacchi a pelo nel soggiorno della casa di Watarù e si prepararono per dormire li.
- E’ stata davvero una bella cena - mormorò Watarù uscendo insieme a Ran dalla casa.
- Si - sorrise la ragazza appoggiandosi alla balaustra e sollevando lo sguardo a guardare il cielo stellato- cosa pensi di fare del regalo di Moira? -
- Il disgregatore atomo-molecolare a induzione indiretta? - sorrise appoggiandosi anche lui alla balaustra - Suppongo lo chiuderò da qualche parte - poi passò la mano sul piccolo fermaglio per capelli che, invece, era stato il regalo di Moira per lei - c’è da dire, però, che se vuole ha gusto! -
- Già - sorrise lei.
- Il regalo di Nadia, invece, quando lo indosserai? - le domandò poi.
- Che ne dici di questa sera stessa? - arrossì leggermente - Se tu indosserai il tuo! -
- Mi sforzerò - trattenne una risata pensando al tanga leopardato che Nadia gli aveva regalato poi mise un braccio intorno alle spalle di Ran stringendola leggermente a se - sei il regalo di Natale più bello che mi sia mai stato fatto, lo sai? -
- Tu sei il primo, quindi non lo so - sorrise poi Ran ricambiando l’abbraccio - ma mi vai bene lo stesso! - poi avvicinò il suo volto a quello del ragazzo e, chiudendo gli occhi, accettò il leggero bacio da parte di Watarù ricambiandolo subito dopo.
- Oh Oh Oh! - una voce risuonò improvvisamente nella notte insieme ad un rumore di campanellini - Buon Natale a tutti! -
- Ma cosa? - si domandarono insieme Ran e Watarù alzando gli occhi al cielo e vedendo la sagoma di una slitta trainata da delle renne che passava davanti alla Luna - L’hai visto anche tu? -
- Che cos’è? - domandò poi Ran vedendo dei piccoli fiocchi bianchi scendere dal cielo.
- E’ neve! - mormorò incredulo Watarù. Non l’aveva mai vista prima, almeno dal vivo. Sapeva cos’era perché l’aveva vista nei vecchi olonastri dentro al Vault ma non l’aveva mai vista - Acqua cristallizzata! -
Quasi istintivamente fecero ambedue qualche passo indietro per mettersi al riparo. Acqua allo stato naturale voleva dire radiazioni.
- Nessun ticchettio! - notò invece Watarù guardando il quadrante del contatore geiger del suo PIP Boy - Non è radioattiva! - e, dicendo questo, sporse la mano per lasciarvi cadere sopra qualche piccolo fiocco di neve - E’ fredda! Proprio come dicevano nei vecchi olonastri! -
- Si - sorrise Ran sentendo alcuni fiocchi sulla pelle del volto - ma non da fastidio! - poi si voltò verso il ragazzo - E’, non so come dirlo, è bello! -
- Già! - sorrise a sua volta - E’ quello che dicono, un bianco Natale! - poi si voltò verso la Luna - E forse è il primo segno che questo mondo sta per rinascere! - poi abbracciò di nuovo Ran e, mentre silenziosamente le neve continuava a cadere imbiancando i tetti e le viuzze dentro Megaton, i due ragazzi rientrarono in casa tenendosi per mano.

- Oh Oh Oh! - disse di nuovo il ciccione vestito di rosso continuando a volare sopra la zona contaminata - Buon Natale a tutti voi e non perdete mai la speranza! -


Per l'ambientazione e alcuni personaggi © Bethesda Softworks
Per la storia e i personaggi originali © 2009 - 2010 suinogiallo






Note:
1 - a dir la verità non so se a Little Lamplight si festeggi il Natale o meno
1.5 - il riferimento è a Fallout New Vegas
2 - il riferimento è al DLC Mothership Zeta in cui il vagabondo viene "rapito" dagli alieni
3 - tecnicamente nel gioco è impossibile dato che le porte di accesso agli ambienti interni, come le case, non si aprono
4 - vedi "avete mai visto un albero?"
5 - vedi "avete mai visto un albero - cap. 3"




Quattro Chiacchiere con l'Autore

 

Ed eccoci qua, con una storia natalizia ambientata nel mondo post olocausto nucleare di Fallout 3. Uno dei posti in cui proprio non ti aspetti una storia natalizia.
Le prime righe di questa storia, fino alla frase "Intanto perché non era nel Vault" hanno visto la luce 10 mesi or sono e sono rimaste nel limbo delle storie iniziate e mai portate a termine fino a quando non ho ricevuto la notizia che ero stato scelto per scrivere una storia per l'Avvento su Fanworld. A quel punto l'ho riesumata (l'incipit mi piaceva, cosi come mi piaceva provare ad ambientare una storia natalizia in quel di Fallout 3) ed ho ripreso a lavorarci. Diavolo gente se è difficile lavorare ad una storia natalizia in piena estate, con 35 gradi all'ombra e sotto un ombrellone.
E come ti guarda strano la gente sentendoti canticchiare Jingle Bells mentre diguazzi in sette centimetri d'acqua. D'altronde mi serviva per creare l'atmosfera e quindi, auricolari ben saldi nelle orecchie, vai con una compilation di canzoni natalizie.
Come sempre le citazioni, questa volta autoreferenziarie, sono esplicate nelle note mentre per il finale, devo ammettere, ho pescato a piene mani dalle decine di episodi speciali natalizi di vari media (l'immagine di Babbo Natale che vola nel cielo e la neve che poi cade all'improvviso è talmente abusata da essere diventata ormai quasi obbligatoria).
La nota 1.5, invece, fa riferimento ad una citazione relativa al nuovo gioco ambientato nel mondo di Fallout, Fallout New Vegas.
E mi sembra tutto.
Come al solito ringrazio tutti quelli che mi hanno letto e mi auguro che si siano divertiti almeno quanto io mi sono divertito a scrivere questa storia e, approfitto di queste ultime righe per augurare a tutti un Buon Natale (un po' in anticipo).
Suinogiallo

Hasta Luego

   
 
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