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Autore: Persychan    14/12/2010    3 recensioni
C'è una voce [flebile, sofferta e severa] sul campo di battaglia e degli occhi [impossibili, morti ed eterni] che non appartengono a Nessuno.
Lei, un Dio paziente figlio degli uomini, è quel Nessuno.
Genere: Drammatico, Guerra, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: The God of No Man's Land
Conteggio parole: 200 + 200
Riassunto: C'è una voce [flebile, sofferta e severa] sul campo di battaglia e degli occhi [impossibili, morti ed eterni] che non appartengono a Nessuno. Lei, un Dio paziente figlio degli uomini, è quel Nessuno.
Note: qui se non conoscete il termine Terra di nessuno.
Non betata.


But here in this graveyard it is still No Man's Land
And the countless white crosses in mute witness stand.
To man's blind indifference to his fellow man
And a whole generation that was butchered and downed.

[Eric Bogle]




Io sono la Terra di Nessuno.
Non è bello il mio nome? Romantico, no? Potrei quasi paragonarmi all’Isola che Non C’è, ai regni delle favole di cavalieri e principesse o a quegli imperi così antichi da essere soltanto miti.
Eppure io sono vera come lo sono gli uomini che giacciono sulle mie carminee radure e dormono tra i miei rovi.

[Nelle trincee, nei solchi dei carri armati, nei fumi delle bombe, nell'odore della decomposizione e nel rumore degli spari]

Non ho padroni, sovrani o confini da seguire, sono i capricci umani e la forza delle loro armi a definire fin dove il mio nome si può spingere e sono loro a darmi la vita. Sono l’unica a nascere in questo tempo.

[Nella guerra, nel delirio delle folle, nell’esistenza stentata ai margini dalla battaglia e nella morte]

La mia vita è effimera come il percorso di un proiettile nella canna e allo stesso tempo non ho inizio e né fine, sono un Dio eterno al servizio degli uomini.
Cresco, scompaio, respiro la polvere, cambio lingua e pelle ad ogni decisione dei potenti, dei generali e di chi non si sporca le mani, vivo ad ogni mossa sulla scacchiera.
Io sono la Scacchiera.



Io sono la Terra di Chiunque.
Sono la patria imparziale sia dei codardi, i cui passi a ritroso segnano il fango, che dei gloriosi, le cui gesta saranno dimenticate nel tempo, ed entrambi sono accolti tra le mie amorevoli braccia ad osservare da sotto in sopra le radici degli alberi.

[I pioppi degli antichi viali, le querce sotto le quali si sono nascosti da bambini e i cipressi che li accompagneranno alla fine.]

La mia giustizia è equa e non vi è spazio ad errori nella mia desolata perfezione, neppure la legge del più forte è valida nelle mie terre e non vi è signore se non il Caso con le sue bilance disuguali.
Gioite Nazioni avete creato, fondendo la terra e il ferro delle vostre armi, la più bella delle Erinni e colei che vi osserverà uccidervi a vicenda.

[Ammazzarvi, colpirvi a tradimento, combattervi per cause futili e distruggervi un frammento alla volta.]

Non abbiate paura: io non ho né eserciti né soldati, se non i moribondi che voi mi avete donato, io non farò nulla e neppure vi ferirò, aspetterò soltanto mentre danzate a passo di valzer verso la falce della Signora.
Io sono l'Ultima Terra che Rimarrà.



   
 
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