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Autore: bauble    14/12/2010    16 recensioni
Ti accorgi quant'è importante una persona solamente quando la perdi.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
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Salve! Sono S., la traduttrice di "E all'improvviso apparve quest'angelo...". Vi propongo questa bellissima one-shot di bauble (potete trovare l'originale qui). Ringrazio Irene e Marica che vengono sottoposte alla maledizione Imperio ogni volta che ho bisogno d'aiuto, poverine. Bando alle ciance: leggete, piangete e, se ce la fate, recensite!

 

UN BUCO NEL MONDO
 

“Non devi farlo,” dice Castiel. La brezza gli smuove l'impermeabile e gli solletica la guancia, ma l'angelo presta attenzione solamente ed unicamente a Dean.

“Credo proprio di sì, invece.” Dean accenna un sorriso storto, ma Castiel può vedere che è solo un altro strato falso, un altro sorriso forzato che non arriva ai suoi occhi. “Non posso lasciare che il mondo bruci perché mi piace troppo essere me stesso.”

“Ci potrebbe essere un altro modo. Ci potrebbe essere...” Castiel non sa perché sta ancora protestando. Sa che non dovrebbe, che questo è ciò che la profezia ha predetto, tuttavia tuttavia non vuole che accada.

Forse c'è,” dice Dean, ed affonda la punta del piede nell'erba e nel terreno, che sono già ammorbiditi dalla pioggia. “Ma Sam è—non abbiamo più tempo per trovarlo.”

Dean,” dice Castiel, impotente. Non sa perché gli fa male il petto, o perché gli si offusca la vista. Per quanto ne sa, il suo tramite è illeso – ma c'è un'agonia nei suoi polmoni che non riesce a giustificare, che non può spiegare.

Cas, io,” Dean si ferma, e poi comincia di nuovo. “Ah, al diavolo tutto.” Dean lo afferra per le spalle, stringendo le dita così forte che potrebbe fargli male se Castiel sentisse il dolore nella stessa maniera degli esseri umani. Prima di poter reagire o dire qualcosa, Dean preme le sue labbra su quelle di Castiel, in modo energico e violento, con un impeto di sensazioni che coglie Castiel completamente alla sprovvista. Si sente in preda alle vertigini – sente un'incredibile ed insopportabile leggerezza quando le labbra di Dean si separano contro le proprie e le loro lingue si incontrano, ed è come se il suo senso d'equilibrio e di stabilità sia svanito—intorno a lui, il mondo si inclina e si riallinea in nuovi modi, le braccia di Dean sono l'unica cosa che gli impediscono di cadere mentre Castiel sente che le sue ginocchia stanno quasi per cedere.

E poi è tutto finito.

Quando Dean lo libera, Castiel incespica all'indietro, riuscendo a mala pena a restare in piedi. Ma il ricordo del calore di Dean, la forza delle sue braccia e mani, il tocco delle sue labbra—tutto ciò permane sul corpo di Castiel come un marchio indelebile. Non sa cosa significhi.

Mi sono sempre chiesto come sarebbe stato.” Dean si tocca le labbra gonfie e, con quello che quasi sembra rimpianto, fa un passo indietro. “Immagino che adesso lo sappiamo entrambi.” I suoi occhi scintillano per un istante prima di distogliere lo sguardo.

Dean, io—” La frustrazione travolge Castiel mentre le imprecise parole degli umani lo tradiscono. All'improvviso Castiel agogna di parlare a Dean con la sua vera voce—un desiderio che non ha provato così intensamente da quando ha salvato Dean dalla presa dilaniante dell'inferno. Ma forse non farebbe differenza se potesse; Castiel non sa nemmeno quali parole sta cercando, nella sua lingua o in qualunque altra.

Cas,” è tutto quello che Dean sussurra prima di rivolgere il viso al cielo e urlare, “sono qui, bastardo alato! Ti do il mio consenso – ora vieni qua a prendermi prima che cambi idea, stronzo!”

Passa un momento, e poi una brillante luce dorata scende su Dean dal cielo come un riflettore. Per un secondo, i capelli e il viso di Dean sono illuminati dallo splendore celeste, una meraviglia trascendentale che ferma il battito del cuore di Castiel. “Grazie,” dice Dean, guardando di nuovo l'angelo. “Per, sai. Tutto.”

Prima che Castiel possa rispondere, la luce dorata avvolge Dean e Castiel inciampa in avanti, allungando una mano. Ma è troppo tardi, e le sue mani rimbalzano sulla luce come se fosse vetro trasparente; Dean è intrappolato dietro di esso e Castiel non può raggiungerlo in alcun modo. Il vento turbina intorno al bagliore, agitando furiosamente i rami degli alberi e strappando l'erba e tutti i fiori nei paraggi.

La tempesta di vento cessa così come è cominciata, all'improvviso, e Castiel sbatte le palpebre mentre la luce si dissolve, lasciando dietro di sé nient'altro se non la figura di Dean, inginocchiata a terra.

Dean...” ansima Castiel, mettendo una mano sulla spalla di Dean ed aspettandosi che bruci. Ma è la stessa calda pelle sotto le sue dita, e Castiel riesce a sentire il cuore battere con la speranza dello sciocco, una speranza che non ha potuto articolare prima d'ora: Dean non è andato via, non è il vero tramite di Michele...

Castiel.” È la voce di Dean, ma non è lui. Castiel rabbrividisce ed indietreggia quando Dean si alza con grazia preternaturale. In un istante la mano di Dean afferra la gola di Castiel. “Dimmi perché adesso non dovrei annientarti.”

Castiel inghiottisce contro la pressione del pollice e dell'indice di Dean sulla sua trachea. Potrebbe lasciare che Michele lo distrugga ora, completamente, e forse stavolta Dio non lo salverà. Forse ha compiuto il suo ruolo fatale nel portare Dean a Michele, ma una parte di Castiel resiste ancora alla morte.

Non è perché Castiel ha paura di morire—in effetti, una parte di lui darebbe il benvenuto alla possibilità di deporre i suoi fardelli e riposare tra le braccia del Signore. Piuttosto, è qualcos'altro—una brama a cui Castiel non ha potuto dare un nome fino a quando Dean non l'ha preso nel suo abbraccio finale, una brama che ora Castiel ammette sia sempre stata lì, ad aspettare con pazienza la scintilla che accende la fiamma che nel suo cammino tutto consuma.

Ora il fuoco ruggisce, e Castiel sa cosa sia quella brama, e sa che lo incatenerà a questa esistenza finché il corpo di Dean vive—e forse, anche oltre. “Perché posso aiutarti.”

La bocca di Dean si storce. “Osi suggerire che io avrei bisogno dell'assistenza di un essere come te? Un rinnegato, un traditore... una disgrazia?”

Castiel cade in ginocchio quando la forza del braccio di Dean lo schiaccia a terra. È da stupidi sperare quando sa, in un modo vago ed astratto, quanto potente sia Michele. La sua furia sacra va oltre la comprensione, oltre ogni limite, e non può fare a meno di distruggere tutto ciò tocca. È da stupidi sperare, tuttavia Castiel non riesce a fermarsi dal credere che forse, se solo riesce a sopravvivere, potrà un giorno rivedere Dean.

No,” sussurra Castiel. “Non sono nulla, e non hai bisogno di me, ma non—non desidero morire così.”

E cosa ti fa pensare che ciò che vuoi mi dovrebbe interessare?” Il viso di Dean è spaventosamente distante, freddo.

Niente,” dice Castiel. “Ma desidero morire al servizio di Dio, ed aiutarti prima della mia morte.”

Dean – no, Michele – lo fissa e un leggero ronzio di potere scandaglia le profondità della mente di Castiel, invadente e quasi molto doloroso. “Potresti rivelarti utile, creatura insolente.” Michele rilascia la gola di Castiel dalla sua presa, e quest'ultimo cade a terra. “Continuerò a sopportare la tua esistenza, per ora.”

Castiel si tocca la base della gola e si stupisce di quanto sia diversa la sensazione rispetto a quando Dean l'ha baciato, anche se si tratta ancora della pelle di Dean. “Vivo per servire.”

Michele annuisce seccamente. “Sappi che non esiterò a distruggerti secondo i miei capricci. Finché sarai utile ed obbediente, avrai un posto e nessun angelo oserà annientarti finché io mi asterrò dal farlo. Quando cesserai di esserlo, sappi anche che non farò gli stessi errori di Raffaele.”

Castiel annuisce, e non si muove per alzarsi in piedi. “Aspetterò i tuoi ordini.”

Bene,” dice Michele e sparisce.

~~~

Quando Castiel sente la richiesta d'aiuto, si reca immediatamente alla fogna infestata dai demoni.

Il luogo è disseminato da cadaveri—angeli, demoni, alla fine la morte è uguale per tutti. Bloccato al muro da due demoni, con un terzo che gli serve una raffica di pugni massacranti all'addome, c'è Dean.

Castiel si libera dei due demoni ancor prima che si accorgano del suo arrivo, e il terzo fa cadere Dean a terra per combattere contro l'angelo. Dopo una breve lotta, Castiel taglia la gola del demone con il suo coltello e si inginocchia accanto a Dean.

Dean,” dice Castiel con urgenza, allarmato dalla quantità copiosa di sangue che gli macchia il viso e la maglietta. “Quanto grave--”

Castiel,” risponde Michele, e Castiel cade all'indietro, sbigottito. Non avrebbe dovuto, avrebbe dovuto saperlo—ma il modo in cui il corpo insanguinato di Dean era intrappolato sul muro aveva cacciato via tutti i pensieri su Michele dalla mente di Castiel. Adesso, però, Michele è impossibile da ignorare; è la voce di Dean ma non il suo tono, o la sua espressione, o il modo in cui si rivolge a Castiel. “Hai fatto ricorso alle armi. Un comportamento molto umano.”

Castiel si mette a sedere sui talloni e chiude gli occhi. “Sì. Le armi possono essere le più efficaci per eliminare i demoni che si impossessano degli esseri umani.”

Usi le risorse demoniache invece del tuo potere sacro? La loro contaminazione è su di te, ed è peggiore del modo in cui l'umanità ha lordato la tua Grazia.” Michele fa alzare in piedi il corpo di Dean in maniera goffa, come un burattinaio che non ha ancora imparato del tutto come i fili collegano le dita agli arti della marionetta. Mentre parlano, il corpo di Dean sta iniziando a guarire: il sangue si coagula rapidamente e le ferite si sigillano.

Allora avresti preferito che ti avessi lasciato alla loro mercé?” Anche Castiel si alza in piedi, ed incrocia gli occhi di Michele senza sussultare. Il suo sguardo è distante ed altezzoso in un modo di cui Dean non era nemmeno capace.

Non ero alla loro mercé,” replica Michele, pulendosi una traccia di sangue dalla bocca di Dean con disgusto. “Stavo semplicemente aspettando il momento ideale per colpire.”

Combattere dentro un tramite umano è... difficile,” dice Castiel, perché capisce questa cosa. “Richiede tempo ed allenamento per integrarsi totalmente con...”

Fai perdere tempo ad entrambi con queste assurdità,” interrompe Michele. “La mia potenza non può essere contenuta propriamente da questo tramite, ecco cosa mi ostacola.”

Castiel apre la bocca per protestare, ma poi si ferma; un'idea prende piede nella sua mente. “Dovresti permettere che Dean riemerga per assisterti negli affari di questo mondo.” Il desiderio di essere di nuovo con Dean si infrange dentro Castiel come una forza fisica. “Lui può--”

Non ho bisogno di assistenza,” replica Michele bruscamente. Un momento più tardi, se n'è andato.

~~~

Mentre i giorni scorrono, sempre più velocemente, e Michele continua a fortificarsi dentro il corpo di Dean, Castiel sente quel barlume di speranza, a cui si era aggrappato così disperatamente, iniziare ad affievolirsi. Ogni giorno si obbliga a non pensare al calore negli occhi di Dean, o a non ricordare il tocco delle labbra di Dean sulle proprie, ma non ha via di scampo.

Non ha via di scampo perché la maggior parte dei giorni non ci riesce.

~~~

Castiel.” È di nuovo la voce di Dean, ma non sembra affatto la sua. È tutto sbagliato.

Castiel si volta verso Michele e ha lo stesso aspetto di Dean di sempre, ma si muove diversamente, con fatica. Anche i vestiti che ha addosso il suo corpo sembrano non calzargli. “Mi hai convocato?”

Questi corpi, questi tramiti.” Michele gira e rigira le mani di Dean davanti a sé, esaminandole con curiosità. “Sono cose talmente strane e fragili.”

Castiel annuisce. Non sa dove questa conversazione è diretta—forse risulterà nel suo decesso imminente per mano di un arcangelo capriccioso, impaziente di sfogare la sua frustrazione su un obiettivo che nessuno è interessato a proteggere. O forse Michele ha altri piani per lui—comunque sia, Castiel scopre che sta iniziando a non curarsene.

Questo tramite non risponde ai miei comandi nel modo in cui desidero,” dice Michele, e c'è un tremito di speranza che si rivela in Castiel, la speranza che Dean sia ancora vivo e che si opponga, sepolto dentro l'arcangelo che controlla il suo corpo. Castiel la sopprime il più in fretta possibile, ma si rifiuta di dissolversi completamente. “È molto frustrante.”

Quando per la prima volta ho preso il mio tramite, ho affrontato alcune difficoltà per quanto riguarda l'efficacia di combattimento su questo piano fisico,” dice Castiel, in modo impassibile e meccanico. “Col tempo e con sforzi elevati, ho imparato come funzionano questi corpi umani, e come meglio massimizzare le forze del mio tramite e minimizzare le sue debolezze.”

Sì.” Michele guarda Castiel con un accenno di disprezzo. “Noto che hai imparato molto.”

Castiel si irrigidisce alla beffa di Michele e continua. “Ho dovuto desistere dal combattere gli istinti del mio tramite, ed arrivare a comprendere le emozioni, le reazioni umane.”

Ti sei abbandonato alle emozioni, Castiel?” chiede Michele, la voce che si abbassa con condiscendenza. “Cose simili sono inferiori a noi.”

Forse,” dice Castiel. “Ma devono essere comprese, a prescindere, allo scopo di ottimizzare le capacità umane. Questa comprensione è, credo, il più grande vantaggio di Lucifero.”

L'espressione di Michele si oscura di fronte alla sfida sottintesa in quelle parole. “Allora dimmi: cosa devo sapere su questi umani?”

~~~

Lo farò,” aveva detto Dean, dando un morso al suo cheeseburger assurdamente grande. “Dirò di sì.”

Castiel lo aveva fissato con uno sguardo perplesso per molto tempo, ma la sconfitta negli occhi di Dean era stata inequivocabile. “Allora hai cambiato idea.”

Sammy manca da” Dean aveva tremato palesemente, con voce spezzata. “E non abbiamo visto Lucifero da altrettanto tempo. Non posso...”

Dean,” aveva detto Castiel, impotente, non sapendo cos'altro dire.

Dean aveva posato con attenzione il cibo ed aveva preso un respiro profondo. “L'abbiamo sempre saputo che sarebbe finita così.”

~~~

Cos'è questo posto?” chiede Michele, seduto di fronte a Castiel ad un tavolo. Osserva la tavola calda con sospetto. “Perché mi hai portato in questo... stabilimento?”

Dean e Castiel si sono seduti in questa precisa tavola calda meno di due settimane fa, allo stesso tavolo, e il ricordo di Dean collima e si frantuma con la realtà fisica del suo corpo davanti a Castiel, occupato da qualcun altro.

Castiel viene risparmiato dal dover rispondere a Michele grazie alla cameriera di mezz'età che si dirige tranquillamente verso il loro tavolo. Sorride a Michele – il quale la fissa con arroganza, come se sia un oltraggio che lei abbia osato guardarlo – e poi si rivolge a Castiel. “Cosa posso portarti, tesoro?”

Acqua e cheeseburger per tutti e due, per favore,” dice Castiel, e Michele solleva un sopracciglio quando la cameriera se ne va; è un'espressione che Dean spesso aveva, e tuttavia non sembra affatto la sua. “Non ho bisogno di sostentamento, Castiel.”

È solo un modo per farti capire meglio gli umani,” spiega Castiel con pazienza. “Il cibo è un importante traino del loro comportamento, ed un mezzo attraverso il quale acquisiscono i nutrienti necessari per riparare il loro corpo fisico.”

Non mi sorprende che siano così dipendenti da simili cose.” Michele porta il corpo di Dean in modo rigido, con la schiena dritta come un fuso e il mento proteso in alto. Dean non si sarebbe seduto così; Dean si sarebbe stravaccato comodamente sulla sedia, nella maniera più rilassata possibile in questo ambiente familiare.

Alcuni esseri umani trovano l'atto del mangiare piacevole.” Castiel si ricorda il viso di Dean quando aveva dato il primo morso al cheeseburger, e come aveva detto, ‘perché pensi ti abbia portato fin qua? Fanno i migliori hamburger del paese!’

Traggono piacere nell'atto grottesco di masticare animali morti e vegetazione?” Michele fissa con aperto disgusto una coppia di umani alcuni tavoli più in là.

Gli esseri umani trovano gioia in molti aspetti della vita.” Castiel pensa al sorriso di Dean quando ha appena finito di mangiare, al suo sospiro soddisfatto e agli occhi socchiusi. “È qualcosa di così terribile?”

Michele rivolge la sua attenzione a Castiel; la sua fredda concentrazione scombussola gli occhi di Dean, una volta vivaci ed affettuosi. “Sono come Dio li ha creati e perciò sono degni di protezione, a prescindere dai loro attributi. E quindi li salvaguarderò finché non ritornerà e ci dirà di fare altrimenti.”

Castiel inclina la testa di lato. “Non la pensi come gli altri? Non credi che sia morto, o che ci abbia abbandonato per sempre?”

Nostro Padre è la ragione per cui combatto, Castiel,” dice Michele con ferocia, gli occhi che improvvisamente ardono di vita. “È vero che Lucifero ha disobbedito, ma non è stato quello il motivo per cui l'ho sconfitto. L'ho fatto perché ha cercato di ribellarsi agli ordini di Dio, conducendo una crociata per distruggere le Sue creazioni—gli esseri umani. E adesso,” scuote la testa, “adesso è vicino alla vittoria.”

La cameriera ritorna con i loro cheeseburger, e Castiel gli dà un morso, osservando Michele che prende il suo con aria scettica. “Il tuo tramite favoriva questo particolare cibo,” dice Castiel, ma non appena le parole gli lasciano la bocca, sa di aver commesso uno sbaglio.

Il mio tramite?” Michele guarda Castiel con gli occhi socchiusi. “E cos'era per te il mio tramite?”

L'uomo giusto che ho salvato dalla perdizione per fermare l'apocalisse,” dice Castiel velocemente. “Il mio incarico.”

Michele socchiude gli occhi ancora di più, ma sembra accettare la risposta, portando l'hamburger alle labbra e dandogli un morso. Castiel aspetta, spera in un qualche sprazzo di familiarità nei suoi occhi, un qualche debole riconoscimento—

--una speranza che svanisce immediatamente quando Michele sputa fuori il cibo, disgustato.

~~~

Non so nemmeno perché ho preso questa stanza,” aveva detto Dean, posando lo zaino sul tavolo. “Non è che mi servirà più un posto per dormire.”

Castiel era rimasto in piedi in silenzio mentre Dean si sedeva e rimbalzava sul bordo del letto a due piazze che dominava il centro della stanza. “Ma immagino che non avrò neanche bisogno di soldi dove andrò.”

Probabilmente non andrai da nessuna parte,” aveva detto Castiel. “Michele verrà per te, dovunque tu sia.”

Dean si era fermato di colpo sul letto. “Già, lo sospettavo.”

C'era stata una lunga pausa prima che alzasse lo sguardo con un'espressione che Castiel non era riuscito a decifrare. “Sai, se tu fossi uno qualsiasi, ti farei il mio discorso da ultimo giorno sulla terra.” Dean aveva abbassato lo sguardo sul copriletto verde. “Ma non lo sei. Quindi non lo farò.”

~~~

Ancora, Castiel?” chiede Michele quando appare accanto a Castiel nella stanza del motel. “Non abbiamo fatto abbastanza? Oramai capisco gli umani per quanto mi sia necessario.”

Castiel osserva la stanza cercando le tracce di Dean rimaste, ma non c'è nulla—neanche una grinza sul copriletto che segnali la presenza di Dean in questo posto.

Se ti senti già preparato a confrontare Lucifero e il suo esercito, allora forse dovremmo cessare questo piccolo esercizio,” suggerisce Castiel con leggerezza. Quando Michele non risponde, Castiel continua, “gli esseri umani hanno bisogno di dormire per recuperare energia ed operare a pieno regime. Credo che anche quando occupato da uno di noi, il corpo abbia ancora bisogno di una qualche forma di riposo, sebbene non nella misura richiesta dagli umani.”

Passano quasi un terzo della loro vita inconsci,” dice Michele, attraversando a grandi passi la stanza con irrequietezza. “Piuttosto inefficiente, no?”

Castiel fa scorrere la punta delle dita sul posto dove Dean si era una volta seduto. “Forse. Ma gli permette di sognare—uno stato che può essere molto rivelatore.”

Hai avuto tempo per sognare ad occhi aperti, Castiel?”

Castiel solleva lo sguardo in tempo per sorprendere il profilo di Michele contro la finestra, e per un secondo, l'arcangelo sembra ritirarsi nei bellissimi lineamenti umani di Dean. “Avrei dovuto trovare più tempo.”

~~~

Ti prenderai cura di lei, vero?” aveva chiesto Dean, accarezzando il volante dell'Impala con amore. “Assicurati che non le succeda niente dopo che io—lo sai.”

La proteggerò da ogni male,” aveva giurato Castiel solennemente.

Bene,” aveva risposto Dean. “Perché adesso sei—sei tutto quello che le è rimasto.”

~~~

Questo spazio è molto piccolo,” dice Michele mentre si sposta con disagio sul sedile de guidatore, cercando di manovrare le braccia e le mani intorno al volante senza toccarlo direttamente. “Perché mi hai portato qui?”

Castiel lo osserva dimenarsi e poi distoglie lo sguardo. “Non lo so.”

~~~

Quando Michele e Castiel appaiono davanti all'entrata del Campo Chitaqua, Chuck e Bobby li stanno aspettando.

Ehi ragazzi,” dice Chuck, e deglutisce nervosamente quando incrocia lo sguardo di Michele. “Tu devi essere l'arcangelo. Michele.”

E tu sei il Profeta,” replica Michele, il tono basso e riverente. “Parli e scrivi il Verbo Sacro.”

Uh, già, sono io.” Chuck si gratta la nuca. “Ma forse dovremmo nascondere questa roba su profeti ed angeli del Signore per ora. Voglio dire, ai cacciatori.” Lo sguardo di Chuck schizza da Castiel a Michele. “Non sanno che non sei più Dean.”

Dean non gliel'ha detto?” chiede Castiel.

Conosci Dean,” dice Bobby in modo burbero. “L'idiota se n'è andato un giorno lasciando nient'altro che uno stupido biglietto. Diceva che sarebbe tornato presto, ma non ha accennato nulla riguardo—” Bobby smette di parlare, e fissa Michele con freddezza.

“Volete che celi la mia identità e la mia gloria?” chiede Michele, e Castiel riesce a sentire l'irritazione che aumenta nella sua voce. “Che faccia finta di--”

“È come l'ho visto accadere,” interrompe Chuck in fredda. “Gli altri—i cacciatori—non seguiranno nessun altro che Dean. Non si fidano di nessuno, soprattutto degli angeli. Vi danno la colpa per aver iniziato tutta questa... apocalisse.”

Castiel si aspetta ulteriore costernazione e protesta, ma Michele lo sciocca semplicemente annuendo. “Se è ciò che è stato predetto, allora così sia.”

Bobby sbatte le palpebre di fronte alla sottomissione di Michele, e Chuck sembra sbalordito. “Non dovrebbe essere troppo difficile,” dice Chuck con cautela. “Puoi attingere ai ricordi di Dean, giusto?”

“Sì,” dice Michele, e poi la sua voce assume un tono più roco, più consumato. “E Cas mi ha già detto l'essenziale su come essere umano, al resto posso arrivarci da solo.”

Bobby e Chuck allargano gli occhi, e Castiel fa un passo indietro. Per un istante, sembra quasi che Dean sia ritornato, mani in tasca e postura rilassata e disinvolta. Ma poi Michele si raddrizza e ridispone i lineamenti di Dean in una mappa di calma indifferenza. “Era adeguato?”

Castiel non aspetta le loro risposte.

~~~

Le preparazioni per la battaglia finale sono in moto e stanno procedendo a passo svelto ora che Michele ha convocato gli altri angeli sulla Terra, forgiando un'alleanza inquieta con le forze umane. Gli esseri umani guardano tutti i tramiti occupati dagli angeli—incluso Castiel—con diffidenza, con sospetto, avvalorando la teoria di Chuck: non seguirebbero Michele se sapessero la verità.

Per quanto riguarda gli angeli, stanno lontani dai cacciatori e lavorano sui loro rituali arcani. Hanno fatto capire chiaramente a Castiel che non è il benvenuto tra di loro, lasciandolo in uno strano limbo tra i due campi che accettano con riluttanza il suo aiuto ma che non vogliono avere nient'altro a che fare con lui. Chuck è troppo occupato a scrivere tomi di Sacre Scritture per fare altro, mentre Bobby guarda Castiel in modo accusatorio, come se avesse dovuto essere lui a fermare Dean dal procedere con il suo piano. Una parte di Castiel non è in disaccordo.

Da quello che Castiel ha origliato dai frammenti di conversazione tra gli angeli, le abilità combattive di Michele stanno rapidamente migliorando,e presto sarà l'incarnazione della sua piena potenza e maestosità sulla Terra. È un pensiero che fa venire i brividi a Castiel, perché più Michele guadagna forza, più Dean svanisce.

Castiel trascorre i suoi giorni evitando simili pensieri, e si preoccupa soprattutto del recupero di tutti gli oscuri ingredienti necessari per i rituali angelici. Il lavoro è tedioso, porta via molto tempo, e richiede una concentrazione che toglie a Castiel la linfa vitale. È un sollievo.

Un giorno, quando Castiel va a mettere qualche erba essiccata nel magazzino improvvisato al Campo Chitaqua, Michele appare dietro di lui. “Mi stai evitando,” dice Michele, e non è una domanda.

“Sono stato occupato,” dice Castiel. “Non pensavo che la mia assenza sarebbe stata degna di nota.”

Per un momento, l'espressione di Michele oscilla, trasformandosi in qualcosa che quasi assomiglia ad un'emozione. “Non è degna di nota.” Michele distende di nuovo i lineamenti di Dean. “Sono semplicemente preoccupato che tu possa rendere la mia misericordia nei tuoi confronti sciocca e mal riposta.”

“Desidero la fine dell'apocalisse tanto quanto te,” risponde Castiel con un tono stanco. “E non hai bisogno di sprecare energia per scoprire dove mi trovo—Zaccaria mi tiene già sott'occhio.”

Quando Castiel si volta per andarsene, Michele chiede, “perché non mi guardi quando ti parlo?” Castiel si ferma. “È questo tramite che ti disturba?”

“No,” risponde Castiel troppo velocemente. “Non c'è alcuna ragione. Mi prostro alla tua presenza, niente di più.”

“Menti. Non percepisco paura in te—a differenza degli altri.” Castiel rimane immobile mentre Michele lo scruta da vicino. Le sue seguenti parole sono intrise di stupore, “a te... importa di questo tramite. Di questo corpo umano.”

“No,” sussurra Castiel, ma è troppo tardi.

Michele ride, un suono lieve e sbigottito. “È per questa cosa vile che ti sei rivoltato contro la tua stessa famiglia? Contro la tua casa?”

“Ho fatto quello che ritenevo giusto,” dice Castiel, ma lui—ed ora anche Michele—sa la verità.

Castiel lascia il magazzino con la risata derisoria di Michele che gli risuona nelle orecchie.

~~~

“Stai ignorando le mie convocazioni,” dice Michele, apparendo accanto a Castiel nella cattedrale vuota. Afferra il gomito di Castiel per tenerlo al suo posto, impedendogli trasportarsi da qualche altra parte.

“C'è così tanto lavoro da fare,” replica Castiel. È una bugia; le preparazioni per i rituali sono quasi completate e Castiel avrebbe avuto tempo in abbondanza per rispondere alle chiamate di Michele—se avesse voluto farlo.

Ma Castiel non l'ha voluto fare, e ha scelto di trovare altri metodi per ammazzare il tempo: andare alla ricerca di Sam senza entusiasmo, fare delle ricognizioni sull'esercito di Lucifero, persino pregare. Purtroppo, le preghiere offrono poco conforto, dato che i pensieri e le suppliche di Castiel si rivolgono inevitabilmente verso un soggetto che aveva sperato di aver seppellito oramai; ma ancora resiste, immutabile e sempre presente.

“Troppo occupato per rispondere ai miei ordini?” La presa di Michele si stringe sul braccio di Castiel. “Ti ricordi chi è stato a risparmiarti la vita? Ti ricordi il perché?”

Castiel strattona via il braccio. “Ho dato per scontato che qualunque cosa fosse necessario fare, sarebbe stata fatta da qualcun altro. Zaccaria, forse. Lui—insieme agli altri—è di gran lunga molto più potente e capace di me.” Almeno questo è la verità. Castiel riesce a sentire le sue abilità che si affievoliscono ogni giorno che passa, e presto verrà il giorno in cui non rimarrà nient'altro se non la limitata capacità fisica del suo tramite.

Gli altri.” Michele si sofferma. “Hanno paura di me. Paura di parlarmi e di guardarmi. Per quanto riguarda Zaccaria—lo sai già che è insopportabile.”

Cosa c'è allora? Desideri parlare con me?” C'è un tono beffardo che Castiel non riesce proprio a sopprimere, ma non gli interessa se offende Michele e il suo ridicolo ego. Non gli interessa più nulla.

È così,” dice Michele, e Castiel si volta per di lui, stupefatto. “Ho... dei dubbi riguardo l'imminente battaglia, riguardo il suo esito. Quando l'ultima volta ho lottato contro Lucifero, ho usato l'elemento di sorpresa e l'ho abbattuto prima che potesse fare completamente appello alla sua forza ed iniziare la rivolta.”

Ma le circostanze sono cambiate,” dice Castiel lentamente. “Adesso è pronto per noi.”

Dire pronto può essere un eufemismo. Ha gettato le fondamenta per la sua apocalisse da millenni—equipaggiando il suo esercito e preparandosi da quando l'ho scagliato all'inferno.” Michele scuote la testa. “La causa è giusta, e questo dovrebbe bastare per sostenere la mia fede—ma ogni tanto mi domando, in verità, se stavolta prevarrò. Se la mia gloria e la mia virtù saranno sufficienti.”

L'espressione di Michele è cupa, sobria, e Castiel non sa cosa dire. “La profezia parla della tua vittoria.”

Una profezia che ha dimenticato di menzionare la tua insurrezione? Una profezia che insiste che io continui a fingermi Dean Winchester?” Michele coglie il sussulto di Castiel, ed attenua la voce. “Non posso essere assicurato della vittoria, nemmeno dalle Sacre Scritture. Ed ecco perché sono venuto a chiederti, creatura insolente: com'è morire?”

Castiel fissa il soffitto, le volte a vela intersecate che sembrano raggiungere il paradiso. “Non lo so. Tutto quello che ricordo è la furia di Raffaele che scendeva su di me e poi—poi ero di nuovo sveglio, vivo, da qualche altra parte.”

Non hai visto nostro Padre in quell'istante?” chiede Michele, e c'è un'implorazione nei suoi occhi che Castiel non ha mai visto prima d'ora. “Non hai sentito la sua presenza circondarti e risanarti?”

La radiosa luce del sole affluisce attraverso il rosone, ma non riscalda Castiel. “No.”

Castiel non ha bisogno di dare un'occhiata dietro di sé per sapere che Michele se n'è andato.

~~~

Ho parlato con il Profeta,” dice Michele, materializzandosi sulla panchina accanto a Castiel. Sorprende Castiel, più di quanto dovrebbe, ed ora capisce per la prima volta perché Dean disapprovava sempre la brusca intrusione.

Capisco.” Castiel contempla di andarsene, ma sospetta che Michele lo seguirebbe.

Mi ha detto che ti manca Dean. E che ogni volta che parliamo, ti causa dolore.” Michele recita l'informazione nello stesso modo in cui recita i resoconti quotidiani: con obiettività e severità.

Castiel osserva una famiglia—una madre, un padre ed una ragazzina—posare dei fiori ad una lapide ad una trentina di metri di distanza. La bambina scoppia in lacrime, spingendo il padre a prenderla in braccio con fare rassicurante. “Sì,” dice, perché sembra stupido negare quello che entrambi già sanno essere la verità.

Castiel aspetta un rimprovero, o forse più scherno, ma invece Michele lo guarda con un'espressione pensierosa. “Cas.” La voce di Michele cambia, i lineamenti si addolciscono, ed è di nuovo Dean che sta fissando Castiel. “Mi stavi cercando?”

Castiel si alza di scatto dalla panchina del cimitero ed indietreggia. “Cosa—” Castiel riesce a sentire il cuore che rimbomba nel petto, paura e speranza che guerreggiano dentro di sé. “Sei...”

Sono io,” dice Dean, e il suo sorriso fa soffrire il cuore di Castiel. “Questo è quello che vuoi, vero?”

Castiel sbatte le palpebre, e l'illusione si frantuma—all'improvviso è solo Michele, che finge di essere Dean. “Questo è quello che usi per parlare con i cacciatori,” dice Castiel, inorridito di aver creduto alla bugia, anche se solo per un istante. “Per placarli.”

Michele lascia cadere la maschera, ed inclina la testa di lato. “Lo ammetto, non è ancora perfetto. Dean aveva... un vocabolario piuttosto complesso.” Michele scrolla le spalle. “Ma se ti fa piacere, potrei parlarti come lui. Ormai non è più un problema.”

No,” dice Castiel, e poi lo ripete in modo più enfatico. “No. Non è quello che voglio, e non farlo mai più.”

Perché?” Michele corruga la fronte con confusione mentre si alza in piedi. “Non è questo ciò che brami? Sentire il modo di parlare e vedere l'atteggiamento di questo tramite? Già sono in possesso del suo corpo e dei suoi ricordi, e per me è un'inezia fare—”

No.” Castiel rabbrividisce ed abbassa lo sguardo verso la parte pressata di terreno di una tomba sotto ai suoi piedi. “Risparmia i tuoi trucchetti da oratore per i cacciatori. Io non—non voglio mai più vederti comportare come lui.” Con ciò, Castiel si teletrasporta continuamente, finché non è certo che Michele non lo stia seguendo.

Alla fine, Castiel si ferma in un parcheggio abbandonato di una città abbandonata. Cammina verso l'unico veicolo parcheggiato nel fondo, che luccica nella calda luce del sole, ed apre la porta del passeggero. È solo quando dà un'occhiata al sedile vuoto del guidatore che Castiel chiude gli occhi e si mette la testa tra le mani.

~~~

Sei qui da molto tempo.” Michele appare sul sedile del guidatore dell'Impala con le mani congiunte in modo compito sul grembo.

Castiel solleva brevemente lo sguardo prima di ritornare a fissare con risolutezza il cruscotto. “Immagino di sì.”

Che spazio ristretto,” commenta Michele. “Davvero gli umani lo usano come mezzo di trasporto?”

C'è qualcosa in cui posso esserti utile?” chiede Castiel, perché non ha più l'energia di assecondare i capricci o le richieste di Michele. Castiel dovrebbe essere ben riposato; è rimasto in questo posto per giorni e tuttavia ha una spossatezza che non riesce a scacciare via.

Sono venuto ad informarti che il rituale verrà completato tra tre ore,” dice Michele. Il sedile di pelle scricchiola quando si appoggia sullo schienale. “Sei consapevole del tuo ruolo in questo piano?”

Sì.” Castiel non dice più nulla, anche se Michele sembra che si aspetti che lui continui a parlare.

Bene.” Cala il silenzio prima che Michele lo spezzi. “Cosa farai una volta che avrò sconfitto Lucifero ed avrò portato il paradiso sulla Terra?”

Mi aspetto di perire molto prima di quello, quindi non ho dato peso alla questione,” replica Castiel con voce piatta.

Sicuramente hai...”

No,” interrompe Castiel. “Ti servo per qualcos'altro?”

Michele si zittisce. Quando parla di nuovo, la sua voce è sommessa. “Cosa pensi diventeremo una volta morti?”

Non lo so.” Castiel espira profondamente. “Ma tu sei un arcangelo riverito. Il tuo destino sarà probabilmente diverso dal mio.”

Forse. Ma forse no.” Castiel dà un'occhiata a Michele, che ha la testa chinata. “Pensi che rivedremo nostro Padre?”

Non lo so,” dice Castiel di nuovo, e posa la mano sulla collana di Dean che ha intorno al collo; è fredda al tatto. “Forse no.”

Allora questa esistenza è—è tutto qua?”

Castiel appoggia la testa sul finestrino ed osserva il respiro che appanna il vetro. “Per quanto ne so.”

E non hai paura?” Michele fissa fuori il parabrezza, il viso perlopiù nascosto dalle ombre. “Non ti domandi cosa c'è oltre il velo?”

Ho fiducia che Dio mi condurrà alla pace,” dice Castiel, anche se non è più sicuro di averla.

Quanta fede,” mormora Michele, quasi a se stesso. “È la tua fede che ti ha condotto su questo sentiero? Che ti ha indotto a disobbedire?”

Castiel vuole dire di sì. Sarebbe nobile, e facile, e forse ispirerebbe Michele a guardarlo con un pizzico di rispetto nei suoi occhi. “Non è così semplice.”

Michele si volta per guardare Castiel, e per una volta, non c'è giudizio nella sua espressione. “Dean Winchester.”

Castiel abbassa lo sguardo per fissare il tessuto dell'impermeabile che gli copre il ginocchio—il ginocchio del suo tramite. Per lui è strano come la delineazione sia diventata sempre più indistinta negli ultimi mesi. “Pensavo di poterlo proteggere.”

Non riesco a riportarlo indietro,” dice Michele, e quando Castiel trascina lo sguardo per incrociare quello di Michele, non c'è scherno o crudeltà. “Ci ho provato.”

Castiel chiude gli occhi e posa di nuovo la testa sul vetro. Aspetta che Michele sparisca, che lasci Castiel da solo con i suoi pensieri e le sue emozioni contro cui ha lottato senza successo da quando Dean è sparito, ma Michele rimane semplicemente seduto in silenzio.

Così, invece, Castiel aspetta che le sue tre ore restanti trascorrano.

~~~

Quando arriva il colpo finale, la cosa non sorprende Castiel. Il suo tramite è già ferito, rallentato dai vari attacchi che non ha potuto evitare, dal sangue che gli gocciola negli occhi, e dallo scricchiolio nauseante della sua gamba sinistra che va in pezzi. È quasi un sollievo, in effetti, quando il coltello dentellato perfora il polmone di Castiel.

Castiel,” dice una voce familiare, quando delle braccia troppo forti e rigide per essere umane afferrano Castiel che cade. C'è un impeto vertiginoso di spaesamento prima che Castiel si trovi con la schiena sull'erba imperlata di rugiada, a fissare la luna piena che risplende in modo benevolo sulla terra.

Michele,” dice Castiel, e riesce ad assaporare il ferro in bocca. Le ferite su tutto il petto e sulle gambe si sforzano di chiudersi, ma sa che è troppo tardi; guarire questo corpo va oltre il suo potere.

Non mi permettono di aiutarti.” Michele si inginocchia accanto a lui, la voce confusa ed afflitta. È bizzarro sentirlo parlare così, come se gli importi del destino di Castiel. “Mi hanno proibito di—di salvare un traditore.”

Castiel annuisce; non si aspettava niente di più. Anche se lo sorprende vedere di nuovo Michele, e glielo dice.

L'ho sconfitto,” dice Michele, ma la sua espressione non è né trionfante né gioiosa. “Ma dov'è il paradiso? E perché sei ancora—”

Castiel tossisce violentemente, il sangue che gli tormenta la gola macchia i suoi vestiti. Non fa male, ma fa sì che Michele si chini sopra Castiel con qualcosa che potrebbe essere fraintesa come preoccupazione.

Castiel sbatte rapidamente le palpebre, quando i suoi occhi non riescono a mettere a fuoco. Si sente la testa leggera. “Dovresti ritornare in paradiso. Gli altri vorranno sicuramente... gioire.”

Non con me,” replica Michele sommessamente. “Ho distrutto la Stella del Mattino.”

Dovresti andare,” ripete Castiel mentre guarda il viso e il corpo di Dean, ma non vede Dean. “Non c'è niente qui per te.”

Michele pulisce il sangue sul viso di Castiel. “Non c'è rimasto niente per nessuno di noi due, vero?”

Il campo visivo di Castiel si offusca di nuovo, e pensa che probabilmente questa sarà l'ultima volta che vedrà Dean—anche se è solo l'involucro di Dean. Il pensiero gli provoca una fitta intensa di dolore che non ha nulla a che fare con le ferite sparpagliate sul corpo di Castiel. “Dean.”

L'espressione di Michele attraversa rapidamente una gamma di emozioni prima di stabilizzarsi, alla fine, su qualcosa che assomiglia a Dean. “Sì, Cas, sono io.”

Castiel scuote la testa quando il viso di Dean ritorna ad essere più distinto, i suoi occhi tristi e gentili. La sera che prima era illuminata dal chiaro di luna si sta oscurando, e le ombre sui lineamenti di Dean sono più lunghe che mai. “No, non è vero.”

“Sì invece,” dice Dean, e riesce a fare un piccolo sorriso storto. “Abbiamo vinto, Cas. Abbiamo vinto ed io ho riavuto il mio corpo—è la mia ricompensa.”

Castiel sente il flusso del sangue nel suo corpo che rallenta, fuoriuscendo pigramente dalle sue ferite aperte. Si sforza di mantenere la sensibilità nei suoi arti. “Non ti credo,” bisbiglia Castiel, ma tenta comunque di sollevare una mano per toccare la guancia di Dean, per vedere se quel sorriso è reale o solamente la sua immaginazione. “Non ti credo, ma lo vorrei. Lo vorrei così tanto.”

“Sono al sicuro, Cas, te lo giuro.” Dean prende la mano di Castiel nella sua, e se la preme sulla guancia. “Ho trovato Sammy e stiamo tutti bene, siamo tutti noi stessi adesso. Non ti devi più preoccupare.”

“L'ho sempre saputo che ce l'avresti fatta.” Sta diventando sempre più difficile pensare con lucidità, e le parole di Castiel rallentano e si mescolano in bocca. “Ho sempre creduto in te.”

“Non so perché l'hai fatto, ma sono contento,” replica Dean con voce sommessa. “E adesso abbiamo tutto il tempo del mondo per capire questa cosa tra di noi.”

“Rimarrò sulla terra,” mormora Castiel, il respiro sempre più corto ed affannoso. “Rimarrò per sempre. Sono quasi caduto del tutto ed io—io vivrò e morirò con te.”

“Sarà proprio come prima.” Le dita di Dean accarezzano i capelli di Castiel così teneramente che l'angelo a mala pena riesce a percepirlo. “Viaggeremo nell'Impala, mangeremo torte, e staremo in stanze di motel merdose.”

“Sì,” esala Castiel, e riesce a sentire la propria voce che si affievolisce. “E possiamo—possiamo fare tutte le cose che prima non abbiamo mai potuto fare. Tutte le cose che prima non ho mai compreso.”

“Tutto.” Ci sono delle lacrime che scorrono sulle guance di Dean, e bagnano il palmo di Castiel. “Possiamo fare tutto.”

“Dean.” Le palpebre di Castiel sono così pesanti, e ci vuole tutta la sua energia per mantenere lo sguardo concentrato su Dean. “Non te ne andare.”

“Non me ne vado, Castiel,” sussurra Dean. Quant'è strano sentire il suo nome completo cadere dalle labbra di Dean, pensa Castiel, ma è bellissimo. “Rimarrò con te. Te lo prometto.”

Castiel è stanco—una fatica profonda che non ha mai provato prima d'ora, e forse è questo che significa aver bisogno di dormire. Non ha mai dormito prima, non ha mai fatto sogni o incubi prima, ma adesso pensa, guardando Dean che gli culla il viso—Castiel pensa che adesso vorrebbe andare a dormire.

Spera che Dean sarà lì quando si sveglierà.

   
 
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