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Autore: Silviettinax91    15/12/2010    3 recensioni
"Il mondo magico festeggiava,fuori da quella casa, ma per lei non c’era nulla da festeggiare. Avrebbe preferito che nessuno festeggiasse nulla, che Voldemort fosse ancora vivo, se solo quello avesse potuto riportare il suo bambino da lei." Molly, alla Tana, vuota e silenziosa, giorni dopo la battaglia di Hogwarts.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Weasley, Molly Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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-Nella cara vecchia Tana vuota-

 

Poteva sentire solo il rumore dei suoi passi tastare il pavimento, il cigolio del legno, il rumore stesso del suo respiro affannato. Il mondo magico festeggiava,fuori da quella casa, ma per lei non c’era nulla da festeggiare. Avrebbe preferito che nessuno festeggiasse nulla, che Voldemort fosse ancora vivo, se solo questo avesse potuto riportare il suo bambino da lei.  Tante volte era rimasta ad osservare il volto inespressivo di Harry dopo la morte di Sirius, dopo quella di Silente; aveva visto quell’espressione vuota dei suoi occhi verdi, l’aveva osservato guardare il cielo interrogandosi su di esso, senza mai capirlo, cercando solo di pensare a come avrebbe potuto farlo stare meglio, farlo sorridere ancora. I suoi sorrisi non sarebbero mai stati più gli stessi, ora si rendeva conto, ora che la rabbia era scemata e dentro di lei non aleggiava che il vuoto di quella voce che non avrebbe mai più sentito, di quegli scherzi che non l’avrebbero più tormentata, di quelle risate che non le avrebbero più scaldato il cuore. Aveva partorito sette figli, li aveva amati dal primo momento, anche se sapeva, sempre meglio, bambino dopo bambino, che forse avrebbero dovuto portare abiti smessi e usare bacchette riciclate. I gemelli erano nati di notte, lo ricordava bene, tempo prima del dovuto, avevano iniziato a prenderla in giro sin da subito, aveva pensato allora, e la loro infanzia, la loro adolescenza avevano confermato la sua ipotesi.

“Quei due!”

I ragazzi che riuscivano a prendersi in giro anche quando uno dei due se ne stava tremante e sanguinante sul loro divano smesso, con un enorme foro maledetto al posto di un orecchio. Quella risata, quella risata che le era rimbombata nelle orecchie in ogni occasione, quel rumore stridulo che l’aveva fatta esplodere di rabbia, che l’aveva fatta urlare fino a diventare paonazza e agitare, e spaventare…quella risata ora era solo un ricordo,un’evanescente melodia confinata nell’area dolorosa della memoria, in quelle immagini di vita passata che non sarebbero mai state raccontate ai nipotini davanti al fuoco.

Il buio dominava ancora il cielo, era passato almeno tre giorni da quella serata maledetta in cui il male prima di cedere al bene si era inghiottito suo figlio, o almeno così doveva essere, Molly se ne stava fuori tutto il giorno, camminando senza meta, senza guardare davvero attorno a sé e tornava a casa quando le gambe stanche e pesanti non le reggevano più. La Tana era buia e vuota, il dolore aveva lacerato quella famiglia prima tanto unita, senza smembrarla però, come un'AVADA KEDAVRA mal riuscita. George e Ron erano spariti da quella notte chissà dove, Ginny, Arthur, Percy, Bill e Fleur erano a Villa Conchiglia, nessuno riusciva a respirare la Tana senza respirare la mancanza di Fred.   

Molly no, Molly non poteva lasciare anche lei quella casa,la sua casa, non poteva lasciare quel luogo dove il suo Fred aveva strillato il  primo pianto, dove aveva giocato, sempre, in tutta quella sua breve vita. Se la prese per un attimo con Dio, i maghi non sono granchè religiosi, ma a Molly il pensiero cadde su di Lui. Che senso aveva avuto far nascere un figlio che non avrebbe mai raggiunto i trenta anni? Che senso aveva avuto darle la possibilità di amare un figlio che non sarebbe stato più, lasciandole davanti, incolpevole del dolore che portava sul volto, la sua copia?

Pensò che non voleva più vedere George, che non poteva più guardarlo negli occhi,e per un secondo credette addirittura di disprezzarlo, cominciò a gridare, estrasse la sua bacchetta ruvida e cominciò a colpire ogni cosa intorno a sè, le foto con i ragazzi sorridenti che salutavano e saltavano qua e là, i mobili ammuffiti, il divano, gli oggetti sulle mensole, i libri, la sedia a dondolo, tutto esplodeva e si sbriciolava sotto lampi accecanti di colore scarlatto. Le lacrime tagliavano il volto di Molly invecchiato di tanti anni, tutt’un tratto, in quelle ultime ventiquattro ore.

<< MAMMA!>>

Una voce familiare alle sue spalle, un sussurro e lei sorrise, sperò con tutta l’anima che quella voce fosse SUA, del suo Fred, ma girandosi trovò solo il suo volto, “prestato”a quella parte di lui sopravvissuta,George; fino a un secondo prima pensava che non avrebbe voluto vederlo mai più, e sentì un dolore irrazionale salirle dalla punta dei piedi in un brivido gelato che le attraversò il corpo  in un secondo. Gettò da un lato la bacchetta, tremante, e si gettò alle braccia del figlio, piangendo ancora tanto forte. Le mani grandi strette intorno a lei sciolsero il ghiaccio che le cingeva il cuore, i due rimasero lì, piangendo abbracciati per molti minuti, prima di sedersi sul loro caro vecchio divano smesso e logorato dagli incantesimi rabbiosi di poco prima e aver parlato, parlato di Fred, parlato del dolore.

Una One-Shot che mi è uscita in un momento di pura malinconia, un po' troppo triste e? 

Era tanto che non scrivevo Fanfiction perchè con la maturità in ballo sono stata davvero presissima durante quest'anno, però la mia passione è rispuntata tutt'un tratto! Sto lavorando ad una Long Fic, ma nell'elaborazione mi è spuntata l'idea per questa One-Shot ( che tra l'altro non c'entra affatto con la storia più lunga)

Beh, è la prima volta che pubblico con questo account, dopo tanto tempo dalle mie altre FF, spero che, nonostante la serietà, vi sia piaciuta, accetto critiche e consigli ! Grazie a tutti per averla letta! Silvia

   
 
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