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Autore: JulyAneko    15/12/2010    1 recensioni
"Era una cosa talmente assurda quella successa nel tardo pomeriggio di un giorno assolato che tutti quanti, nessuno escluso, avevano un’espressione stralunata stampata in faccia."
Una piccola gita, due cuori aperti.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: JulyAneko
Titolo: I'd Lie
Rating: PG
Categoria: One-shot
Personaggi/coppia: Eli Loker/Jayme Anderson
Spoilers: Nessuno
Disclaimer: I Personaggi non mi appartengono ma sono di Samuel Baum. Lie To Me appartiene alla Imagine Television/20th Century Fox Television. Questa storia non è a scopo di lucro. Le righe in corsivo sono tratte dalla canzone di Taylor Swift “I’d Lie”, a lei tutti i diritti.
Note: Nella storia compare il personaggio di Jayme Anderson, da me ideato e che compare per la prima volta nella storia "Wandering Through Life" ma non importa averla letta dato che questa one-shot è a sé.

 

I’D LIE

Era una cosa talmente assurda quella successa nel tardo pomeriggio di un giorno assolato che tutti quanti, nessuno escluso, avevano un’espressione stralunata stampata in faccia. E nessuno faceva nulla per fingere che non fosse così. Alla fine, una gita del Lightman Group era una cosa alquanto inaspettata. Eppure quel giorno, finito di lavorare al caso, arrivata Emily in ufficio, tutti avevano deciso di riposarsi e rilassarsi, Lightman compreso. E proprio lui sembrava il fautore di quella sprizzante idea: una gita in campagna. Sembravano usciti dal proprio mondo ed entrati in un’atmosfera tutta surreale dove dominava solo la tranquillità e, ovviamente, l’ironia acida di Cal che però era retta a meraviglia da Emily, decisamente la sua degna figlia.
Gillian si avvicinò lentamente a Cal, disteso all’ombra di un albero, ombra che ormai non c’era più vista l’ora tarda che si era fatta.
-Dovremmo andare.- mormorò chinandosi e poggiandosi sull’erba con le mani, vicino al volto dell’uomo.
-Guastafeste!- esclamò soltanto, arricciando le labbra e sistemandosi meglio sull’erba, al che Gillian non provò nemmeno a nascondere un sorriso, scosse la testa facendo dondolare i capelli attorno al volto e si chinò ancora un poco, arrivando con la bocca all’orecchio dell’uomo.
-Emily deve andare a scuola domani.-
-No. Sciopero.-
Inclinò la testa da una parte, tirando un leggero sorriso ironico, in realtà anche a lei piaceva stare lì: il verde, il silenzio, le risa dei colleghi… beh, degli amici. Sì, in qualche modo si sentiva più legata a loro del semplice rapporto datore di lavoro, dipendente. Sì, era una cosa che si era costruita piano piano, col tempo… gradino dopo gradino, anche col caratteraccio di Lightman. Erano ormai uniti.
Cal tirò su col naso, aprendo gli occhi e ritrovandosi il volto di Gillian poco sopra il suo. Quella donna era stata la sua rovina e la sua fortuna e probabilmente, dopo Emily, ovviamente, era la donna più importante della sua vita. E, semplicemente, le voleva bene. Un gran bene. O come diceva sua figlia… quando era con lei, sorrideva.
E sorrise, alzando una mano e tirando un buffetto sulla guancia di Foster, -Che ore sono?-
-Tardi… ed io ho fame!- sorrise di rimando lei, tirandosi su.
-Ma se prima di partire ti sei comparata quel… quel…- scosse la mano davanti a sé, come a dare enfasi alle parole che non riusciva a trovare.
-Frappè!- raggiò Gillian.
Lightman scosse la testa per poi tirarsi a sedere sull’erba, accostandosi alla collega, e lanciando uno sguardo al gruppetto che si era formato poco più là rispetto a loro. Stavano giocando a carte e la partita sembrava essere animata. Incrociò lo sguardo della bella donna al suo fianco ed insieme, senza bisogno di parole, si alzarono e si diressero da quel quadretto che, in mezzo al campo nel quale si erano sistemati, faceva tanto ritiro estivo per bambini.
-Lo vedi che non sai proprio giocare?!- esclamò Ria contrariata, lanciando uno sguardo ad Eli che le stava seduto davanti e che faceva coppia con lei in quel gioco di carte.
-Non dire sciocchezze! Piuttosto, sono io che devo rimediare ai tuoi errori!-
-Ragazzi, ragazzi, calma…- incominciò Emily incrociando lo sguardo di Jayme, davanti a lei, che concluse la frase, -Non c’è bisogno di scannarsi, lo sappiamo che siamo troppo forti!-
-Incredibilmente brave!- esclamò Cal portando le mani nelle tasche e dando man forte a quella squadra.
-Se giocavo da solo vi avrei già battuto.- serrò la mascella Loker, osservando le due carte che gli erano rimaste in mano.
-E quella cos’era? Ironia?- ironizzò Ria.
-Scemenza probabilmente.- sorrise Jayme lanciando uno sguardo al ragazzo che aveva appena mostrato una delle sue carte, facendo continuare il giro ad Emily, passandolo a Ria, poi a Jayme ed infine concludendo con lo stesso Eli. E partita vinta… ovviamente dalle due donne!
-Basta!- esclamò Loker portando le mani ai fianchi, -Voi due barate, non c’è verso…- fece diventare gli occhi delle fessure, spostando lo sguardo da Emily a Jayme che se la stavano ridendo mentre raccoglievano le carte sparse sull’erba nello spazio fra le loro gambe incrociate.
-Su, non prendertela!- esclamò fra le risa Emily, -In fondo ti hanno battuto solamente due giovani e promettenti belle ragazze!-
-Con questo concordo!- si unì anche Ria, sorridendo alla ragazzina mentre anche Gillian e Cal avevano steso le labbra in due sorrisi sinceri.

I don't think that passenger seat,
Has ever looked this good to me.

Si passò una mano sulla fronte prima di prendere dall’erba anche l’ultima carta che non aveva ancora rimesso a posto. Non capiva perché avevano perso in due e toccava a lui da solo rimettere tutto. Ma Ria se la erano portate via le altre per solidarietà femminile e nemmeno Cal aveva detto una parola. Ovviamente, non che se lo aspettasse. Si erano scostati per un’ultima passeggiatina, sgranchirsi le gambe prima di ripartire.
Osservò la carta che aveva in mano, un due di picche, per poi sospirare e piegare il braccio così da guardare l’orologio… e storse le labbra, sarebbero tornati tardissimo a casa: la strada era lunga, brutta e trafficata.
Sentì qualcosa solleticargli le dita e d’istinto lasciò andare la presa sulla carta da gioco così che Jayme, arrivatagli davanti senza far rumore, poté sfilargliela dalla mano, sventolandogliela poi davanti al volto.
-Lo so… la sconfitta fa male.- annuì con la testa, in un’espressione solenne ma con un sorrisetto che si celava sotto le sue labbra.
Eli alzò lo sguardo e rimase qualche secondo a guardarla, come imbambolato, prima di far schioccare le labbra e poggiarle l’indice sulla fronte della ragazza, facendo pressione… così che lei, accucciatasi in maniera precaria sulle caviglia, perse l’equilibrio e finì col sedere a terra. Scoppiò in una fragorosa risata mentre lei, corrucciata la fronte, si era subito portata una mano alle natiche, -Ahy!-
-Sei… sei… fantastica!- borbottò fra le risa per poi sporgersi un poco in avanti fino ad afferrare la carta che lei ancora teneva fra le mani.
-Ah, grazie… invece di preoccuparti per me!-
-Il tuo sedere regge benissimo a qualsiasi urto.-
-Ohh…- aprì la bocca finta scandalizzata, -…ma sentitelo, ha parlato Mister Universo!-
-In persona!- ammiccò Eli picchiettandole la carta sul naso.
Jayme scosse la testa facendo roteare gli occhi al cielo, -A volte non so se sei più irritante tu o Lightman!-
-Dai, mi farò perdonare!- esclamò senza pensarci troppo, mettendo finalmente a posto la carta ed alzandosi in piedi col pacchettino in una mano e tendendo l’altra verso la ragazza.
Lo guardò qualche istante prima di afferrare quella mano e incrociare le dita fra le sue, così da potersi reggere nel mentre che si tirava su.
-E come?- alzò la testa verso di lui, una volta sistematasi in piedi.
Arricciò le labbra come a pensare, -Qualcosa mi verrà in mente…- mormorò mentre slacciava la sua mano da quella della ragazza, portandola poi dietro la sua schiena così per spingerla verso gli altri che erano già alla macchina ad aspettarli.
Jayme si fece guidare da quella mano mentre sentiva la musica della radio che gli altri avevano acceso, giungerle alle orecchie e solleticarle i pensieri.
-Brutte notizie.- disse Gillian appena i due gli arrivarono davanti.
-Belle notizie, vorrai dire!- esclamò Cal mentre giocava con le dita di Emily che, divertita, sembrava contenta e felice.
-Incidente sulla statale.- spiegò Ria incrociando le braccia al petto, -E facendo strada normale… vuol dir arrivare domani all’alba.-
-Quindi rimaniamo a dormire qui!- esclamò Emily sedendosi sul sedile del passeggero e tirando una pacca sulle braccia del padre che così si girò verso gli altri, alzando le sopracciglia, -Arrivando ho giusto notato un agriturismo.-
I quattro si scambiarono uno sguardo veloce prima che Gillian aprisse la portiera posteriore della macchina, facendo comparire un sorriso sulle labbra, -Allora andiamo!-
Ria la guardò scuotendo la testa, per poi battersi una mano sulla coscia ed esclamare, anche lei, -Andiamo!-
-Beh, se non c’è altra soluzione…- incominciò Loker, tirando poi una leggera gomitata a Jayme, -Vieni con me?- disse senza aspettarsi una risposta ma già avviandosi alla propria moto, parcheggiata poco dietro la macchina.
Jayme si voltò sorpresa verso di lui, questa proprio non se lo aspettava. Fece spallucce guardando gli altri, -Allora ci vediamo in agriturismo!-

He'll never fall in love, He swears.
And I don't think it ever crossed his mind.

Nemmeno qualche secondo e Lightman era partito a tutta velocità in quella stradina sterrata, alzando un gran polverone che investì in pieno Eli e Jayme, che tossicchiò afferrando il casco che il ragazzo le stava porgendo.
-Sai quale è l’agriturismo di cui parlava?- chiese dopo essersi ripresa, mettendosi il casco argentato.
-Sì, lo abbiamo visto mentre arrivavamo qua.- si allacciò il casco, chiudendo con l’altra mano il sottosella.
-Quindi basta tornare giù… noi grandi esperti di questi posti.-
Loker non badò a quella frase ma allungò una mano verso il collo della ragazza, sfiorandoglielo con le dita prima di sistemarle l’allacciatura del casco.
-Grazie nonno!-
-Befana, ce la fai a salire sulla moto senza prendere il colpo della strega?- ironizzò di rimando Loker mentre si sedeva sul sellino, girando la chiave e facendo accendere il motore.
Jayme scosse la testa alzando gli occhi al cielo prima di montare in sella. Era tipico suo fare una battuta e poi rifugiarsi nel silenzio, senza saper bene cosa rispondere… ed era decisamente tipico suo farlo con Eli, col quale non riusciva proprio a trattenere una strana ironia che, alla lunga, la faceva arrossire più del solito.
-Non ti reggi?- domandò Loker mentre faceva manovra per poter poi partire lungo la strada.
-Lo dici a tutte le donne a cui mostri la potenza di questa moto?- ironizzò.
-Solo a chi preferire non far morire.- si girò verso di lei guardandola negli occhi, attraverso la tesa del casco.
Jayme inghiottì a fatica, abbozzando un sorriso, -Mi sto tenendo dietro.- spiegò, senza dare troppa attenzione a quella frase, detta con la solita leggerezza che metteva Eli in ogni sua parola che corrispondeva al credo di sincerità radicale. E quella era proprio la sua verità.
-Fa come vuoi.- sentenziò girandosi verso la strada e dando gas così da partire sicuro su quella strada anche se la ghiaia sotto faceva vibrare la moto e rallegrava il rombo del motore con un tintinnio continuo.
Jayme strinse le dita all’acciaio ghiaccio mentre i suoi occhi erano fissi su quella figura davanti a lei di spalle che stava guidando tranquillamente la proprio moto, anche se la frase precedente aveva tradito una sua espressione quasi di delusione. Sentì la moto girare e immettersi nella strada asfaltata ma non si apprestò a volgere lo sguardo sul campo di fiori che stavano abbandonando, semplicemente e… inconsapevolmente, lasciò la presa da quel gelo e si sporse in avanti andando a poggiare le mani sui fianchi di Eli che quasi sussultò.
Non se lo aspettava, credeva di aver fatto uno sbaglio enorme ad averla fatta andare con lui in moto ma in quel momento gli era sembrata la cosa migliore… quei semplici minuti trascorsi solo con lei, avevano fatto invadere il suo animo di una voglia vorace di passare ancora più tempo con lei, con Jayme… con quella ragazza che era entrata nella sua vita come un razzo per poi fermarsi a passo lento fra i suoi pensieri. Ma lui non era decisamente il tipo che si innamorava facilmente, anzi. Magari credeva di esserlo e poi scopriva che era tutt’altro o solo e soltanto una morbosa curiosità e voglia di qualcuno accanto. Però… però con Jayme voleva semplicemente non pensare alla questione, risolvere il tutto in maniera veloce anche se non troppo razionalmente… ma per ora gli andava bene così. O forse no…
Appena sentì stabile la moto, lasciò il manubrio ed andò con una mano sulle dita di Jayme, scostandogliele e portandole oltre i suoi fianchi, verso il suo petto.
Jayme si fece guidare da quel movimento, avvicinandosi di più a lui e aderendo il proprio corpo alla sua schiena. Poteva sentire il calore della sua pelle sotto la mano visto che Eli aveva lasciato il giubbotto aperto e i suoi polpastrelli poggiavano, quindi, solo sul fine golf di lui.
Non riusciva bene a capire tutto quello e forse, semplicemente, non voleva farlo. Non voleva ritrovarsi a pensare a come le loro menti si fossero incrociate all’unisono… credeva solo che non sarebbe mai, mai successo. Non con lui, non con Loker.

I count the colors in his eyes.
He runs his fingers through his hair.

Si fermò accostando di lato alla strada in uno spiazzo vicino a qualche casa, le uniche che per ora avevano incontrato nel loro tragitto. Si tolse il casco mentre sentiva Jayme scendere dalla moto e fare altrettanto.
Gli puntò gli occhi addosso per poi sospirare, -Magnifico, ci siamo persi.-
Loker le lanciò uno sguardo sfuggevole mentre scendeva dalla moto e metteva il cavalletto, -E’ da queste parti.-
-La cosa dovrebbe rincuorarmi?- alzò un sopracciglio, guardandolo storto.
-No visto che se non lo troviamo possiamo accamparci qua e stringerci stretti stretti per il freddo.- ammiccò superandola ed andando verso l’agglomerato di case dove aveva notato alcuni uomini seduti ad un tavolo all’aperto.
Jayme si girò a guardarlo, incrociando le braccia al petto. Non gli piaceva che avesse così spesso l’ultima parola ma non poteva fare altrimenti… non era nel suo carattere trovare la battuta giusta al momento giusto. Sbuffò facendo svolazzare una ciocca di capelli rossi davanti al viso mentre vedeva Loker tornare verso di lei tutto baldanzoso, -Allora?-
-Dovevamo solo girare in quella stradina che abbiamo superato prima, e ci siamo.- spiegò per poi fermarsi davanti a lei ed abbassarsi un poco, scrutandola negli occhi, -Cos’è quella… delusione?-
Scosse un poco la testa alzando gli occhi al cielo, -Certo, ti piacerebbe!- sorresse il suo sguardo mentre osservava attentamente i suoi occhi, con quelle pagliuzze che tanto l’affascinavano, e ne contava tutti i colori.
Eli restò ancora qualche attimo immerso nelle sue nocciole per poi far scoccare le labbra e superarla, tornando alla moto, passandosi una mano fra i capelli prima di rimettersi il casco.
Si morse il labbro inferiore vedendo quel gesto tanto naturale ma, senza pensarci troppo, lo raggiunse. Scrollò la testa indietro per allontanare i capelli al volto e poter così indossare il casco liberamente.
Quella sarebbe stata una giornata decisamente lunga.

Innocently he overlooks the truth.
I don't let nobody see me wishing he was mine.

-Pensi che non abbiano trovato la strada?- chiese Emily puntando le mani sui fianchi e guardando la viuzza dalla quale erano arrivati, sperando di intravedere la moto con Loker ed Anderson.
-Si perderebbero  anche davanti casa.- rispose Lightman facendo scorrere la lingua sulle labbra.
-Papà!- esclamò lei tirandole una simpatica pacca sul braccio.
-Che c’è?-
-Non dovresti trattarli male.- annuì con la testa Emily, parlando con un tono di voce solenne, per poi scoppiare a ridere insieme al padre mentre il rombo di una moto giungeva alle loro orecchie.
-Che c’è di così divertente?- domandò Foster appena arrivata con Torres dall’interno dell’agriturismo, dove avevano prenotato le camere per la notte.
-Niente, niente… trovate le stanze?- chiese Cal dopo essersi ricomposto.
-Sì, due singole e due doppie… anche perché non avevano altro.- spiegò Ria.
-Quindi mandiamo la coppietta felice in una doppia?- ironizzò Cal indicando col pollice Eli e Jayme che erano appena scesi dalla moto, rimettendo i caschi, e li stavano raggiungendo.
-Coppietta felice?!- ripeté Loker alzando le sopracciglia, più sorpreso per quell’affermazione in generale che per la reale cosa sottintesa a quella semplice coppia di parole. In fin dei conti, forse, non voleva vederla quella verità, la oltrepassava senza fermasi a riflettere.
Anderson gli tirò un’occhiata veloce per poi concentrarsi su Lightman e sospirare. Non ne voleva sapere niente… tantomeno qualsiasi elucubrazione mentale che poteva aver elaborato quell’uomo. L’unica cosa che sapeva bene era che c’era qualcosa… qualcosa che l’attirava come una calamita verso Eli ma voleva semplicemente negare e cancellare tutto questo dalla sua mente e dai pensieri che potevano avere gli altri.
-Se i due uomini se ne vogliono andare da soli, Ria starà con Jayme ed Emily con me!- esclamò Gillian unendo le mani davanti al proprio volto, contenta.
-Dovrei stare da solo?- domandò subito Cal allungando un braccio verso la figlia che subito si scansò andando accanto a Foster e, sorridendo beffarda, lanciò uno sguardo al padre inclinando la testa da una parte, -Potere alle donne!-

He sees everything in black and white.

Avevano cenato tutti assieme nella veranda, in compagnia anche di altri clienti dell’agriturismo ed adesso erano rimasti in pochi a parlare del più e del meno e soprattutto attirati da un brioso Lightman che affascinava con la sua scienza di leggere i volti. Emily sembrava rapida dalle parole del padre mentre Gillian cercava di trattenere il caratteraccio del collega, in silenzio, lasciando che solo la sua parte meno istintiva parlasse. Ria si era alzata da tavola e si era avviata a fare una passeggiata insieme ad un bel ragazzo appena conosciuto mentre Jayme non aveva voluto accompagnarli insieme all’amico di lui. A quella decisione Eli l’aveva guardata stranamente mentre l’ansia che poco prima aveva sentito invadergli il corpo era svanita immediatamente.
Alzò lo sguardo verso di lei vedendola un poco assopita sul dondolo sul quale si era seduta precedentemente insieme a Ria mentre avevano iniziato a chiacchierare coi due ragazzi. Fece scorrere la mani chiuse in dei pugni sulle cosce, guardando le persone rimaste al tavolo e solo quando incontrò lo sguardo di Gillian che sorridendogli annuiva con la testa, decise di alzarsi dalla sedia per ricadere sul dondolo accanto ad una Jayme che, sentendolo, si scostò un poco, scuotendo la testa per risvegliarsi dal torpore nel quale era caduta.
-Lo sai che a una certa ora le bambine devono andare a nanna.-
-Anche i vecchietti.- borbottò Jayme passandosi una mano sugli occhi senza ricordarsi di essersi truccata quella mattina e sbaffando così il tutto.
Loker la guardò alzando le sopracciglia per poi scoppiare in un risolino e girarsi del tutto verso di lei, dopo aver afferrato un tovagliolo dal tavolo, -Vieni qua.-
-Cosa c’è?- chiese Jayme mentre piegava il ginocchio portando una gamba sul dondolo, così da girarsi verso Loker che subito le passò il fazzoletto accanto all’occhio, -Ah, il trucco, già!-
-La mamma non te l’ha detto che non va bene truccarsi da bambine?- ironizzò lui inclinando la testa ad osservarla, prima di togliere la mano dal suo volto ed accennare un sorriso.
-La dolcezza non va a braccetto con l’ironia… anche se in effetti, nulla è tutto bianco o tutto nero.- esclamò a voce un po’ più alta Cal, dall’altra parte della stanza rispetto a loro ma che non aveva smesso un attimo di osservarli.
Anderson e Loker si girano subito dalla sua parte mentre lui aveva ricominciato a parlare alla sua folla, senza più badare a loro, almeno in apparenza.
Jayme abbassò lo sguardo mentre non poteva smettere di pensare che quella visuale in bianco e nero non potesse che essere riferita a Loker. Si inumidì le labbra con un movimento lento della lingua e alzando lo sguardo si accorse di come gli occhi di lui fossero fissi sulla sua figura.
-Forse è meglio che vada a letto davvero.- mormorò cercando di non immergersi in quelle iridi.
-Ti accompagno.- disse rapidamente, senza pensarci, alzandosi dal dondolo e posando il tovagliolo sul tavolo.
Jayme lo guardò senza saper bene cosa rispondere mentre lo vedeva gonfiare un poco le guance in un’espressione buffa, anche lui doveva essersi accorto delle sue parole. Adesso.

I think he can see through everything but my heart.

Aveva notato perfettamente gli sguardi che Lightman gli aveva mandato finché non era sparito oltre la veranda, in casa, insieme a Jayme. Aveva notato ogni singola sfaccettatura del suo volto e forse gli faceva anche piacere ricevere quelle attenzioni da quell’uomo che sembrava sempre e soltanto evitarlo. Ma il motivo di tali attenzioni gli faceva dannatamente paura perché forse, forse, era guardare troppo in quella verità che non voleva altro che allontanare dai suoi occhi.
Jayme alzò lo sguardo osservando quel ragazzo che le camminava davanti e di cui non riusciva ad afferrare i pensieri… mentre le sembrava che lui vedesse attraverso tutto, tutto tranne che il suo cuore, probabilmente anche perché era lei stessa a chiudere quel cuore alle proprie emozioni e a relegarle in un angolo buio, paurosa di tirarle fuori.
-Per domani mattina?- domandò girandosi indietro ed affiancandosi alla ragazza, mettendo le mani nelle tasche a cercare la chiave della propria camera.
-Credo che Lightman ci abbia dato libertà.- sorrise Jayme inclinando la testa.
Loker la guardò scuotendo la testa e sorridendo di rimando, era proprio buffa con quel trucco nero colato ai lati degli occhi che lui non era riuscito a togliere, -Sembri proprio un pagliaccio!-
-Che colpo… tu ci somigli senza trucco!-
-Solo perché ti faccio ridere!- ribatté lui dandole una leggera gomitata sul fianco e facendole l’occhiolino.
Jayme lo guardò aggrottando le sopracciglia, -No, ho capito… perché sei un buffone!-
A quelle parole Eli tirò fuori le chiavi della camera della tasca dei pantaloni, facendole dondolare davanti ai suoi occhi, -Un bel buffone, però!-
Anderson lo guardò senza ascoltarlo ma fissando quelle chiavi per poi sospirare e portare una mano alla fronte, -Oh no… le chiavi le ha Ria!-
-Come?- raddrizzò la schiena Loker, guardandola serio stavolta.
-Quello che ho detto… sei diventato anche sordo?!-
Alzò gli occhi al cielo, facendo battere le mani sui pantaloni, -Quindi adesso dobbiamo andare a cercarla?-
-Credo che non sarebbe una cosa molto carina essendo con un ragazzo ma…- si bloccò immediatamente, pensando alle parole del ragazzo, -Perché dobbiamo?-
-Dobbiamo… tu ed io.- indicò con l’indice.
-Quindi ti stai offrendo volontario per aiutarmi!- fece un saltello, guardandolo dritto negli occhi.
Eli sembrò pensarci un attimo prima di portarsi una mano alla testa, -Suppongo di sì.-
Sorrise a quella risposta, afferrando per una manica del golfino il ragazzo e rigirandosi verso dov’erano arrivati, così da poter andare in giardino a cercare Torres… almeno per un po’. Appena Loker capì le sue intenzioni la tirò dall’altra parte con uno strattone, facendola inciampare sui suoi piedi così che dovette reggere al petto del ragazzo per non cadere.
-Se volevi provarci non importavano tante scene…- ironizzò Eli con un ghigno sulle labbra, senza allontanarsi di un centimetro da lei ma, anzi, alzando un braccio come ad evitarle la caduta.
-Spiritoso…- lo guardò Jayme picchiettando la mano sul petto di lui prima di toglierla e portarla nelle tasche dei jeans, -Hai cambiato idea e non vuoi più aiutarmi?-
-No… voglio solo evitare Lightman.- confessò Loker mentre si girava per uscire dall’entrata principale dell’agriturismo e fare così il giro della casa per andare nel campo dove si era diretta Ria. Ma, quasi subito, si rifermò, frenando i suoi passi, -…e questa potrebbe venire con noi!- esclamò afferrando una chitarra abbandonata in un angolo del corridoio. La portò al petto e col pollice provò a fare la scala di note.
-Non è accordata…- disse Jayme mentre apriva la porta accanto a dove lui aveva preso la chitarra, visto che si era accorta che si trattava di un bagno, almeno avrebbe potuto rimediare al trucco.
-Si rimette.- continuò a guardare lo strumento, aspettando che lei uscisse dal bagno per poi sorriderle, -Andiamo in giardino…- si incamminò uscendo dalla casa e rigirandosi poi verso Jayme che lo aveva seguito stropicciandosi gli occhi, -Tanto non troveremo mai Ria!-

He'd never tell you, but he can play guitar.
I'm holding every breath for you.

Avevano cercato Torres per un po’ e alla fine avevano deciso che era meglio piazzarsi vicino all’entrata della casa ed aspettarla lì… sperando che si accorgesse delle chiavi e, così, non tornasse troppo tardi. Avevano ignorato i rumori che provenivano dalla veranda dove ancora dovevano trovarsi gli altri e si erano sistemati sull’erba.
Eli aveva subito portato al petto la chitarra per accordarla mentre Jayme aveva iniziato a giocare con l’erba, passando i palmi delle mani sui ciuffi più alti, così da solleticarle la pelle.
-Allora è vero che sai suonare…- spostò lentamente lo sguardo su di lui.
-Autodidatta.- affermò, riprovando a fare una scala di note che stavolta venne perfetta… strappando un sorriso a Jayme che lui non scordò di annotare fra i propri pensieri.
-Mi piacerebbe saper suonare ma non credo di esserci portata.-
Le lanciò uno sguardo per poi spostarsi ed andarsi a sedere dietro di lei, lasciandole la chitarra sulle gambe. Jayme lo guardò senza capire bene il suo intento ma afferrò lo strumento e se lo posizionò fra le mani, facendo anche lei una semplice scala.
-Diventerai Santana così!-
-No, già lo so!- ribatté lei girandosi e fulminandolo ironicamente con lo sguardo.
Per tutta risposta il sorriso di Eli si allargò e, divaricando le gambe, le si accostò da dietro, cingendola con le braccia per afferrare anche lui la chitarra, -Guarda.- disse solo mentre carezzava le mani di lei per guidarla nei giusti movimenti.
Appena lo sentì aderire al suo corpo Jayme trattene il respiro ma fu solo quando sentì i suoi capelli solleticarle la guancia e le sue parole mormorargli all’orecchio che sentì una morsa allo stomaco, una fitta che le fece rimbalzare il cuore.
Si strinse più a lei senza trovare una spiegazione razionale per quel comportamento, solamente l’aveva fatto… ed era felice di averlo fatto. Spostò la mano sinistra da quella della ragazza per andare a scostarle una ciocca di capelli dal volto e portargliela dietro l’orecchio.
A quel gesto Jayme accennò un timido sorriso mentre sentiva che lui la stava osservando. Senza riuscire a fare altrimenti, poi, inconsapevolmente, si girò verso di lui, inclinando un poco la schiena, così da avere la piena attenzione delle sue iridi.
Eli si inumidì le labbra, restando fermo a guardarla, scostando lo sguardo dai suoi lunghi capelli rossicci, alle sue iridi nocciola, al suo nasino dritto, alla sua bocca rosea… quella bocca dalla quale era attratto come una calamita. Tirò un respiro profondo prima di portare velocemente la mano sinistra alla guancia di lei ed avvicinarla a lui, facendo unire le loro labbra in un lieve bacio,fatto di sensazioni ed emozioni che entrambi avevano allontanato dalla loro mente.
Jayme dischiuse le labbra chiudendo gli occhi mentre lasciava andare la chitarra che ricadeva sulle sue gambe, seguita dalla propria mano intrecciata a quella di lui. E si lasciò cullare da quel bacio e dai loro respiri uniti in un affanno di piacere, mentre sentiva la mano di lui farsi più insistente sulla sua guancia fino a scendere sul suo collo.
L’attirò a sé, sentendola girarsi un poco verso di lui, mentre la sua lingua danzava con quella di lei, regalandogli vampate di erotica passione e di quello strano sentimento che gli stava facendo scoppiare il cuore. L’amore.
Forse aveva sognato quel momento, non lo sapeva, come non sapeva che era sicuramente meglio di tutto quello avrebbe potuto immaginare anche se delle risa, in lontananza, li fece scostare l’uno dall’altra, allontanare di scatto quasi impauriti… per poi osservarsi e tornare a guardare a terra.
La voce di Ria si fece chiara alle loro orecchie, Eli sospirò passandosi una mano sul volto prima di portarla alla nuca di Jayme, avvicinarla a sé e scoccarle un dolce bacio sulla bocca, per poi alzarsi in piedi recuperando la chitarra da terra.
Jayme rimase imbambolata qualche attimo ancora, prima che un dolce sorriso comparisse sulle sue labbra che subito sfiorò con i polpastrelli delle dita. Chiuse gli occhi riassaporando quel momento, prima di alzarsi anche lei e raggiunge Eli che la stava guardando tendendole una mano.
Per quella sera avevano trovato Ria.

 

And if you ask me if I love him… I'd lie.

Avevano trovato Ria felice e sorridente accompagnata dal ragazzo che aveva conosciuto quella sera e tutti insieme avevano raggiunto gli altri in veranda ed Eli fu particolarmente felice di non trovarci Lightman, probabilmente non sarebbe riuscito a reggere niente di quel momento e la sua espressione doveva essere un misto fra gioia e sconsideratezza. Un mix che anche Ria e Gillian non avrebbero tardato a notare, così come l’espressione che vagava sul volto di Jayme.
Quando erano rientrati tutti a dormire e riposarsi, Eli e Jayme si erano semplicemente sorrisi prima di sparire dietro la porta delle proprie camere, ma fu quando Ria riuscì dalla stanza che Jayme sentì una presenza entrare al posto della collega. Si girò e intravide quella figura che aveva imparato a conoscere e alla quale, nel bene e nel male, si era legata. Silenziosa se ne stava immobile davanti alla porta socchiusa.
Nella penombra della stanza non riusciva bene a distinguere i suoi movimenti ma era dannatamente sicura che si fosse girato verso di lei con quella sua solita espressione impertinente in volto. Istintivamente si morse il labbro inferiore. Il loro primo incontro non era stato decisamente piacevole e nemmeno tutto il caso che l’aveva vista coinvolta… le aveva aperto gli occhi in maniera violenta e cruda, ma forse… forse, questa era stata l’unica maniera perché lei si ribellasse davvero al proprio passato e decidesse di riprendere in mano le redini della propria vita.
-E’ una cosa che non dovrebbe succedere fra colleghi ma vedi… siamo solo una fondazione.- si decise a parlare Cal, con quel suo tono pacato come se stesse dicendo una normale e semplicissima cosa, che non poteva che irritare in maniera esagerata chiunque.
-Non capisco di cosa tu stia parlando.- disse velocemente Jayme indietreggiando di un passo. Le sembrava di essere scoperta, nuda davanti ad una verità che forse faticava ancora ad accettare.
-Oh, quindi era tutto un preambolo.- agitò una mano in aria, alzando il braccio verso di lei.
-Un… un preambolo? Cosa c’entra questo adesso?-
-Allora lo sai.-
Chiuse per un attimo gli occhi, cercando di riacquistare lucidità. Respirò profondamente e solo allora parlò, -Sapere cosa, esattamente?-
Lightman continuò a guardarla, inumidendosi le labbra con un gesto veloce della lingua. Forse non era una cosa che gli piaceva quella, forse credeva che avesse scelto l’uomo sbagliato o forse sapeva esattamente che non sarebbe potuto essere altrimenti… dal primo momento che aveva mandato Eli a parlare con lei, che gli aveva impedito di essere se stesso. Il resto era venuto da sé, col tempo… era maturato ed era arrivato ad un livello nel qualche si aveva bisogno di una scelta, la scelta giusta.
-Ne sei innamorata?-
Una semplice e banale domanda e lei si sentì mancare il terreno sotto i piedi, si sentì sprofondare in un abisso interminabile. Cosa poteva rispondergli adesso? Era buio e lui non avrebbe potuto vederle esattamente il volto, ma sarebbe bastata una parola, una tonalità di voce, e l’avrebbe smascherata subito. Non poteva mentire… ma forse è quello che avrebbe fatto.
Appena vide che stava per aprire bocca, parlò al suo posto, -Grazie, so già la risposta.-
Aprì e richiuse le labbra senza che nessun suono le uscisse di bocca. Lo guardò intensamente, capendo esattamente ciò che le stava dicendo… in realtà, ciò che le stava gridando. Dal primo momento nel quale l’aveva conosciuto non aveva fatto altro che ripeterle la stessa identica cosa senza mai parlare davvero, senza mai emettere alcun suono di quelle parole.
Segui te stessa e non mentirti.
Sorrise poggiandosi i polpastrelli sulle labbra e ricordandosi il momento speciale che aveva vissuto quella sera… sarebbe stato il suo faro in quella notte… in tutte le notti, perché sarebbe stato solo l’inizio della sua vera e completa emozione.

 

  
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