Il
Signore Della Umbrella – La Compagnia Dell’Anello
- Capitolo 3: La verità -
Harry si controllò e ricontrollò più volte le tasche
in maniera furiosa, ma alla fine dovette capitolare: l’anello era sparito. Si
sforzò di non sembrare preoccupato: in fondo valeva quanto una patacca, e non
sapeva nemmeno se si trattasse dell’anello di Wesker.
Eppure, non riusciva a calmarsi. Aveva come una sensazione di disperazione nell’animo,
che non riusciva a spiegare. Si mise quindi a cercare l’anello rifacendo il
percorso all’indietro. Fu talmente bramoso di ritrovarlo che fu quasi per
essere ripreso dalle telecamere di sorveglianza. Se ne accorse fortunatamente
mentre il Mantello dell’Invisibilità gli stava scoprendo la testa. Ma per
quanto lo cercò, non riuscì a trovarlo da nessuna parte. Alla fine dovette
rassegnarsi. Si recò col broncio verso l’uscita, dimenticandosi persino che poteva
Smaterializzarsi, continuando a rimuginare su dove accidenti fosse finito l’Anello.
***
La macchina imboccò il vialetto e si fermò dopo aver
parcheggiato. L’autista spense la macchina, dopodiché discese. Era una donna
con un bel vestito dorato elegante, con delle scarpe con i tacchi dello stesso
colore, un velo di trucco e una folgorante chioma di capelli rossi. Ginny Weasley cominciò a frugare
dentro la borsa in cerca della bacchetta, mentre i figli James e Albus spostavano di peso la sorella Lily, che era ancora
addormentata.
«Uff, ma perché l’Incantesimo di Librazione non
funziona sugli esseri viventi?» sbuffò James. Albus
sorrise.
Ginny trovò finalmente la bacchetta, si diresse verso
la porta di casa e sciolse l’incantesimo con la quale l’aveva chiusa a chiave. Ginny precedette i figli nell’ingresso, dopodiché si
diresse in camera sua. James e Albus trascinarono
Lily fino alla sua vecchia camera, poi la scaricarono sul letto senza tanti
complimenti. James guardò Albus
«Vai te?» gli chiese.
«Sì» rispose lui. James annuì, e si recò nella sua vecchia stanza, mentre Albus andava in quella della madre.
«Ma’» chiamò
«Che c’è?» domandò Ginny, da dentro.
«Abbiamo messo Lily in camera» rispose Albus
«Ok. Buonanotte» disse Ginny
«’Notte»
Albus fece per scendere le scale, quando notò su un
gradino qualcosa che prima non aveva visto: un anello d’oro, senza alcun tipo
di decorazione, che a occhio e croce doveva valere appena qualche spicciolo. Si
chinò a raccoglierlo per esaminarlo da vicino. Era freddo al tatto, e
monotonamente uniforme. Lo intascò senza quasi pensarci, poi si diresse nella
sua vecchia stanza. Tolse l’anello dalla tasca, lo mise nel suo comodino, poi si
mise il pigiama e si coricò.
La mattina dopo si svegliò verso le undici, dato che
era domenica. Rimase per un po’ steso a letto, poi la porta si aprì e si
affacciò una Lily con una faccia sconvolta, che gli chiese bruscamente: «Vuoi
fare colazione?»
Albus si stropicciò gli occhi, poi annuì. Lily uscì
sbattendo la porta. Albus ridacchiò: i postumi di
sbronza non erano mai piacevoli. Si alzò dal letto, si diede una rapida
sistemata allo specchio e scese. Trovò James e Lily seduti, lui con espressione
serena, lei con espressione truce, e Ginny che
preparava la colazione. Si sedette affianco a James e si guardò intorno alla
ricerca del padre. Quando non lo vide, chiese dove fosse.
«E’ uscito presto per lavoro, stamattina» rispose Ginny,
vagamente stizzita.
«Come mai?» domandò Albus.
«Hermione» fece Ginny. «Ha
chiamato Harry e gli ha detto che poco prima dei tipi loschi con un mantello
nero che li copriva del tutto sono andati a casa di Neville»
«E che volevano?»
«Cercavano Luna. Ad ogni modo, Neville deve aver pensato che avessero qualcosa
che non andava, e ha avvisato la polizia. Ma siccome Hermione
lavora lì come Infiltrata dell’Ufficio Auror, non ha
esitato ad avvisare Harry».
Il resto della giornata passò tranquilla e piuttosto monotona, funestata solo
dai continui conati di Lily. Harry si fece vivo solo a pranzo.
«Allora?» chiese Ginny al marito.
«Non sono neanche tornato e già mi chiedi com’è andata?» sorrise Harry.
«Comunque direi bene. Neville aveva visto giusto: quei tipi non erano comuni Babbani»
«Chi erano?» domandò James.
«Non lo sappiamo» rispose Harry. «Ma Hermione mi ha
detto che numerose persone stamattina hanno esposto denuncia perché vedevano
aggirarsi dei tipi loschi ricoperti da capo a piedi da un mantello nero. La
polizia è intervenuta, ma non sono riusciti a beccarli»
«Che volevano da Luna?» disse Albus
«Non ho idea» ammise Harry. «Ma pare che abbiano chiesto anche ai vicini, e
sembravano determinati a trovare informazioni su di lei. Ma nessuno ha saputo
dargliele»
La casa scese di nuovo nel silenzio. Lily tornò dal bagno, in cui era andata
poco prima che tornasse il padre.
«Oh ciao» la salutò Harry. «Come va?»
«Una merda» rispose Lily, schietta. Tutti risero, e anche lei si aprì in un abbozzo
di sorriso. Poi si sedette in attesa del pranzo. Ma, all’improvviso, il
cellulare di Harry squillò. Questi lo prese, rimase perplesso a fissare per un
po’ il testo che digitava ‘Neville’, poi rispose
«Pronto?»
«Se vuoi rivedere il tuo amico sano e
salvo, consegnaci l’Anello»
Era una voce fredda e spettrale, da far ghiacciare le vene. Con un sussulto
Harry si ricordò di Voldemort.
«Chi sei?»
«Fatti i cazzi tuoi» rispose la voce
dall’altro capo del telefono. «Portaci l’Anello
e il tuo amichetto Neville sarà salvo. Non portare nessuno con te. Ti
aspettiamo qui a mezzanotte, e porta l’Anello»
«Che cosa intendi?»
«Lo sai benissimo. L’Anello del mio
Padrone. Hai presente?»
Harry spalancò gli occhi. Credeva di sapere a cosa si riferiva. «Sì» rispose,
cercando di rimanere calmo.
«Allora ecco cosa farai. Accertati che
sia veramente quello. Gettalo nel fuoco, e se non ne verrà intaccato e
compariranno delle scritte rosse vuol dire che è giusto. In tal caso, ti
aspettiamo a mezzanotte a casa del tuo caro amichetto Neville» e detto
questo riattaccò.
«Che è successo?» domandò Lily. Harry non rispose. «Papà?»
Harry si riscosse. «Niente, un deficiente che m’ha fatto uno scherzo
telefonico. Tutto qui»
Il pranzo fu servito poco dopo. Harry era pensieroso, tanto che non partecipò
alla conversazione di famiglia. Chi era quella persona? Che aveva fatto a
Neville? Come ci era riuscita? E come sapeva dell’Anello di Luna? Aveva detto
che quell’anello era l’Anello del suo Padrone. Quale Padrone? E comparivano
veramente delle scritte rosse se lo si gettava nel fuoco? Harry continuava a
rimuginare sopra, quando si accorse di un problema insormontabile: l’Anello era
sparito. Era dal giorno prima che non lo trovava. Eppure non poteva essere
lontano. Senza pensarci, tirò fuori la bacchetta e disse, sotto gli occhi
sbalorditi della famiglia: «Accio Anello»
Si sentì una serie di tonfi dal piano di sopra. Harry si alzò, e seguì la fonte
del rumore.
«Amore, dove vai?» domandò Ginny. Harry la ignorò. I
tonfi sembravano provenire dalla camera di Albus.
Harry si avvicinò. Sì, provenivano proprio da lì. Aprì la porta ed entrò, e
sentì i tonfi più netti, come se qualcosa di pesante sbattesse contro una
superficie di legno. Analizzò la stanza, poi si diresse senza indugio sul
comodino vicino il letto. Lo aprì quel poco che bastava e l’Anello schizzò
fuori. Harry lo prese, poi scese di corsa al piano di sotto e lo gettò nel
fuoco. I familiari lo guardavano increduli
«Ehi!» esclamò Albus all’improvviso. Si alzò di
scatto e si avventò sul padre, che fu preso alla sprovvista. «Quello è il mio
anello, pezzo di merda!»
James e Lily erano esterrefatti, Ginny fu rapida ad
alzarsi, a puntare la bacchetta e urlare: «Impedimenta!»
Albus fu bloccato sul posto dall’Incantesimo di
Ostacolo, ma continuava a dimenarsi, dando segno di voler mettere nuovamente le
mani addosso a Harry, il quale lo fissava senza crederci. Improvvisamente, si
ricordò della reazione di Luna quando aveva provato a sottrargli con le buone
maniere lo stesso anello che ora giaceva nel fuoco. Evidentemente Albus doveva averlo considerato un furto, ma non si
spiegava perché avesse reagito così.
Deve essere opera dell’Anello, capì
Harry. Poi si rivolse a Albus: «Ok, Albus, adesso calmati…»
«Calmati un cazzo!» sbottò lui.
«Ascoltami!» alzò la voce Harry. «Non ho alcuna intenzione di rubarti l’anello.
Voglio solo controllare una cosa, ma non rubartelo»
Parve funzionare, perché Albus smise di muoversi,
anche se continuava a fissarlo truce. «Non mi fido»
Ginny trattenne il fiato. «Non ti fidi di tuo padre?»
domandò Harry. Sostenne lo sguardo del figlio per un po’, il quale alla fine
parve perdere tutta la sua rabbia e afflosciarsi. Abbassò la testa in segno di
contrizione.
«Accio bacchetta di Albus»
ordinò Harry accigliato. La bacchetta volò dalla stanza del figlio. Harry
gliela porse: «Ecco, tieni. Io mi fido di te, perciò voglio che sia tu a
tirarlo fuori dal fuoco».
Sciolse l’Incantesimo di Ostacolo e gli consegnò la bacchetta. Albus la prese, fissò per un po’ il padre, poi si girò
verso il camino e richiamò l’Anello. Quello volò fuori dal fuoco e Albus lo prese al volo, ma con suo sommo stupore era
freddo.
«E’ freddo?» chiese Harry. Albus annuì, e a Harry si
formò un groppo in gola. «Che altro vedi? Vedi niente?»
«Niente» rispose Albus, sincero. Harry fu lì lì per tirare un sospiro di sollievo, quando Albus aggiunse: «Aspetta. C’è una scritta»
«Rossa?»
«Sì»
Harry sospirò e chiuse gli occhi. «Leggila»
«‘Un Anello per domarli, un Anello per
domarli, un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli’»
Harry riaprì gli occhi. Lo sapevo,
pensò.
Per qualche strano scherzo del destino, ora suo figlio Albus,
il suo secondogenito, possedeva l’Anello del Potere di Albert Wesker.
Bene
gente, qui finisce il terzo capitolo. Mi scuso per il ritardo, solo che ieri ho
perso tutto il giorno per studiare Storia dell’Arte e non ho proprio avuto
tempo. Ma eccovi comunque serviti con un nuovo capitolo, che spero vi sia
piaciuto, e ora passiamo alle recensioni del capitolo precedente:
SofiDmfgCullen:
Be’, che dire, sono contento che la fiction ti piaccia. Ti ringrazio per il
fatto che pensi che scriva molto bene, mi sento, come dire, quasi onorato xD. Quanto all’idea, mi è venuta in mente mentre guardavo
Il Signore Degli Anelli, dopo aver concluso una partitella a Resident Evil e pensando ad HP7
che avevo recentemente visto al cinema. Sì, lo so, non ho un cervello molto
normale xD
Black
Hayate: Non c’è cosa migliore
che vedere che un fan di una fic recensisce sia
quella di cui è fan sia un’altra che sto scrivendo. Quindi ricorda che se
volessi recensire le altre mie storie mi farebbe solo piacere :D. Quanto alla
genialità ti sbagli, io non sono un genio, sono pazzo…xD.
Tra l’altro, come mi pare di aver già scritto nel Mai Nato, mi fa piacere
sapere che se voglio riesco a far ridere anche senza volerlo. Be’, non ho altro
da aggiungere se non un banalissimo “continua a seguirmi” :D
Ok, qui finisce il terzo capitolo. Cosa
accadrà al povero Neville? Harry riuscirà, come al solito, a salvarlo? O questo
sarà il suo primo fallimento? E soprattutto, chi vi ha detto che la fic riprende solo i mondi del Signore Degli Anelli, di
Harry Potter, e di Resident Evil?
Non vi svelo il nome del quarto capitolo, perché altrimenti vi rovinerei solo
la sorpresa. Curiosi? E allora l’appuntamento è per martedì prossimo. E
ricordatevi di dare un’occhiatina anche al Mai Nato!