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Autore: ChelseaH    17/12/2010    7 recensioni
Da contadino senza né arte né parte a Cavaliere di Camelot, il tutto in una manciata di secondi. [Sir. Percival]
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Terza stagione
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DISCLAIMER: Merlin e i suoi personaggi non mi appartengono, sono proprietà della BBC e degli aventi diritto.


SPOILER FINO ALLA FINE DELLA TERZA STAGIONE.


NOTE.

Buongiorno, buongiorno!

Anche se sarebbe più appropriato un sonoro buonanotte.

Quella che vi apprestate a leggere è una flashfic da non prendere assolutamente sul serio su Sir. Percival, il mio nuovo gioppino personale e l'amore della vita di GiulyB.

E' una rivisitazione in chiave comica del personaggio e dei suoi eventuali pensieri nel momento in cui si ritrova catapultato al cospetto di Mr. Pendragon Junior, e vuole essere una sorte di B-Side alla fic regalo vera e propria che le ho scritto, su tutt'altro fandom (qui. <---- giusto per farmi un po' di autopubblicità xD).


Manco a dirlo anche questa è dedicata a lei e al suo compleanno.

AUGURISSIMI

Potrei scriverti un altro papiro di roba, ma come ho detto nell'intro dell'altra storia, le parole davvero non servono a niente quando vuoi così tanto bene a una persona. Solo GRAZIE



Cavaliere per caso.

To Giuly


Sir. Percival non poteva sapere che quel momento sarebbe stato documentato e narrato di padre in figlio per i secoli a venire, che una storia leggendaria si stava scrivendo proprio sotto al suo naso e in parte per mano sua. Quello che però sapeva per certo era che quando l’amico Lancelot gli aveva chiesto aiuto per andare a tirare fuori dai guai questo tanto osannato Arthur Pendragon, erede al trono di Camelot, mai e poi mai si sarebbe immaginato di ritrovarsi nominato Sir e Cavaliere in una botta sola, il tutto a poche ore di distanza dal suo primo e unico incontro con il Principe in questione.

Il che gli faceva dubitare della sanità mentale di suddetto, soprattutto visto che viaggiava con un servo mingherlino, una specie di ubriacone, un cerusico troppo vecchio per stare al passo e una dama che era più una serva e che a quanto pareva era anche l’amante segreta – ma non troppo – del Principino, ma in fondo che gli importava?

Da contadino senza né arte né parte a Cavaliere di Camelot, il tutto in una manciata di secondi. E dire che Lancelot aveva inseguito quel sogno per anni prima di vederlo avverato, investendo nella causa ogni briciolo di forza che aveva in corpo e ogni moneta che gli capitava in tasca, ma chi era lui per mettere i bastoni fra le ruote a un fato che si stava rivelando incredibilmente magnanimo nei suoi confronti? Nessuno, e quindi perché lamentarsi? Era molto meglio prendere e portare a casa.

Ecco a cosa pensava mentre viaggiava alla volta di Camelot coi suoi nuovi compagni d’arme, ecco a cosa pensava perfino mentre giurava fedeltà ad Arthur seduto alla tavola rotonda degli antichi re di non ricordava bene cosa. Era stato un momento molto solenne, talmente solenne da fargli quasi affiorare una risatina isterica alle labbra, fortunatamente era riuscito a trattenersi e a darsi un contegno.

Chissà cosa gli avrebbe riservato il futuro, chissà se finita quell’emergenza il suo titolo di Cavaliere sarebbe rimasto, ma per il momento non gli importava. Era comunque un’esperienza di cui far tesoro e, pur nella tragicità delle circostanze, stava trovando più di un motivo di ilarità osservando i suoi compagni d’avventura.

Chissà se Arthur si rendeva conto di avere già la minaccia di due belle cornine pronte a sbucargli in testa alla prima occasione che Lancelot e la damina avrebbero avuto di restare da soli in intimità. E chissà se era cosciente del fatto che fra lui e il suo servo dalle orecchie giganti c’era del potenziale per una storia d’amore epica. Posto che l’ubriacone gli cedesse la totalità dei diritti che credeva di accampare a sua volta sul mingherlino. Insomma, fra quelle file c’era materiale per una telenovela infinita, ma Sir. Percival non poteva conoscere nemmeno il significato di questa parola.

   
 
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