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Autore: kantoku    17/12/2010    3 recensioni
-tutto andava storto, poi è arrivato lui-
Più che una storia è un esperimento; immaginatevi nella testa di Naruto mentre leggete, non cercate di capire, fatevi travolgere dalle parole. l'idea sarebbe quella di eliminare ogni muro tra voi ed il personaggio. non mi piace com'è venuta, ma volevo un feedback :) forse sono, come mio solito, un pochino OOC
in ogni caso, buona lettura :*
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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“Basta! Se ne vada! Lei è licenziato!”
Fantastico, il terzo lavoro che perdo in una settimana. Maledizione.
E adesso come lo spiego a mia madre… Non ne posso più; questa vita mi sta stretta… voglio qualcosa di diverso, qualcosa di nuovo. Voglio vivere davvero.
Un altra giornata passata così, senza nemmeno che io me ne accorgessi… anche oggi la metropolitana è piena, ed io faccio fatica a respirare. Chissà, forse la mia fobia per gli spazi pieni di persone a qualcosa a che fare con la mia incapacità di stare da solo con qualcuno.
“Ultima fermata”
mi domando perché la voce di questi annunci sia sempre così sgradevole. Metto un passo davanti all’altro, così senza farci troppa attenzione; in questa ressa di persone che corrono e sgomitano per prendere l’ultimo treno, io sono come un piccolo pesce nell’oceano, in balia delle onde. Anche oggi la strada per casa è buia e desolata.
Uhm? Hanno aggiustato il lampione dell’incrocio; forte…
Eccoci qua, casa… non credo di sentirmi al riparo nemmeno qui; sempre in balia del presente, preda del futuro.
Odio la mia vita.
“Bentornato Naruto” sono sei anni che mia madre continua a salutarmi in questo modo anche se le ho espressamente chiesto di non farlo; ho ventiquattro anni e vivo ancora con mia madre, in sostanza, sono un fallito.
“Cosa?! Ti hanno licenziato?!! Ancora?!!”
ecco che ricomincia a sbraitare, ecco che ricomincia a dirmi cosa devo fare e cosa non avrei dovuto. Non dovevi lasciare gli studi, Naruto, diceva sempre così, dovevi continuare l’università e diventare qualcuno perché tu puoi essere importante; ma chi ha mai detto che io voglio esserlo?
“Naruto, cosa dovrei fare io con te? Dimmelo per favore, cosa vuoi essere tu nella vita? Un semplice cassiere? Un semplice parrucchiere? Un semplice panettiere? Io sognavo così tanto per te…”
si mamma, perché io invece non ho mai pensato al mio futuro, non ho mai sognato qualcosa di diverso.
Basta… Voglio solo andare a dormire.
“non ti sveglio domani mattina, tanto non devi andare a lavorare…” ecco, quello che mi mancava era proprio un po’ di ironia pungente prima di crollare tra le braccia del mio cuscino… ma vaffanculo.

“sono tre euro e settantadue centesimi”
mi sono sempre chiesto perché mai esistano i centesimi; cosa ti cambia tra settanta e settantadue? L’unica loro utilità sembra quella di riempire le tasche delle persone, far perso insomma.
Detesto fare la spesa, e detesto ancora di più il bancone del macellaio. Tre euro e rotti per tre bistecche, sarà pazzo io, ma a me sembra una follia.
“il prossimo”
Quanti cazzo di numeri mancano al mio turno? Mi sono rotto di aspettare..
“ok, ora il diciassette”
ecco finalmente tocca a me
// “vorrei qualcosa da fare alla brace per favore” //
Ma cosa? Chi è lo stronzo che mi è passato davanti? Chi cazzo ti credi di essere?
“no scusami biondino, ma il diciassette sono io; guarda!”
Biondino? Ma che cazzo vuole questo qui?? Il diciassette sono io, come può esserlo anche lui?!!
Oh… è vero, ha il diciassette, strano, anche io, vedi…?
“uhm, buffo… com’è possibile? Va be’, comunque dovevi svegliarti prima, adesso faccio io, poi se mai toccherà a te”
No no no, frena un secondo, ma questo qui è proprio matto, ma chi si crede di essere, non hai capito niente!! Qui se c’è uno che aspetterà, quello sei tu, non sarò di certo io. Adesso ascoltami, è stata una giornata del cazzo, quindi ti pregherei di non rendermi le cose ulteriormente difficili, ok?
...Cos’è quell’aria stupita?
“uhm?, ma taci idiota! Comunque sia…”
// “ok, non c’è il diciassette, il diciotto? Oh lei signora, prego mi dica” //
“guarda cosa hai fatto!! Adesso dovremo aspettare entrambi! Tutto perché tu hai dovuto fare il noioso”
Non credo di averci pensato molto, gli ho semplicemente tirato un cazzotto sul naso; so solo che dopo eravamo entrambi fuori al freddo davanti alle porte scorrevoli del supermercato. Inutile dire che quel ragazzo non ha solo subito; mi ricordo ancora come mi faceva male la mascella.
“sei un vero idiota! Non credo ci faranno mai più entrare! Dio mio, ti ammazzerei” per un attimo ricordo di aver pensato che l’avrebbe d’avvero fatto.
Non l’avevo mai visto da quelle parti, gli dissi semplicemente questo; la sua risposta fu una muta espressione di sorpresa e confusione; era come se non capisse più nemmeno lui cosa stesse succedendo.

“scusa, prima mi colpisci in piena faccia senza chiedere né domandare e poi ti lanci in convenevoli e presentazioni?”
Risposi semplicemente, si.
Calò il silenzio; due interminabili minuti di silenzio, e poi, una risata
“sei proprio un biondino strano tu!” disse continuando a ridere.
ti ho già detto di non chiamarmi così! Mi da sui nervi! Mi chiamo Naruto, NARUTO! Penso di essermi soffermato almeno per un secondo su ogni lettera del mio nome per essere sicuro che avesse capito.
“be’, Naruto” detesto la sua aria da superbo coglione “io sono Sasuke, e non è stato affatto un piacere conoscerti. Fai sempre così la prima volta che vedi qualcuno?”
Non so dire se mi desse più fastidio il vederlo ridere o il realizzare che la sua spavalderia andava ben oltre la mia immaginazione.
Ho cominciato a farfugliare come un idiota, ma per fortuna mi interruppe prima che potessi concludere la mia lunga serie di scuse balbettate, non che dovessi effettivamente scusarmi, ma quegli occhi, quelle sfere nere brillavano di una luce in grado di catturare qualsiasi cosa, perfino la ragione.
“ehi, non ti ho chiesto la storia della tua vita! Stavo solo scherzando! Comunque sei in debito nei miei confronti di qualche braciola da fare alla griglia, lo sai questo?”
Non stavo davvero più capendo nulla. Chiunque avrebbe colto la mia espressione che vagava alla ricerca del filo logico del discorso.
“perciò, sappi che domani sera devi presentarti per le otto a casa mia con della carne da fare alla griglia; fai conto che siamo in quattro, con te fanno cinque”
Stavamo flirtando ed io non me ne accorgevo nemmeno. “allora ti aspetto, mi raccomando non fare tardi”
Riuscì solo a dire tra lo stupore e la confusione poche parole; qualcosa tipo: scusa per il pugno.
“uh? Quello era un pugno?? Hai un destro che fa veramente pena” disse e scoppiò a ridere “casa mia è l’ultima in via dei Ciliegi, quella tutta bianca”
Mentre si allontanava correndo riuscivo solo a pensare a quanto fossero meravigliosi i suoi capelli neri mossi dal vento.
Che ragazzo bizzarro.
   
 
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