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Autore: Whenulookmeintheeyes    17/12/2010    7 recensioni
L'amore è dire: "Voglio morire".
E sentirsi rispondere: "Vengo con te".
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD HTML 4.01//EN" "http://www.w3.org/TR/html4/strict.dtd"> Ricorda e non morirai mai 13 luglio 2018



Il sole battente  di metà luglio rende il paesaggio Californiano arido, il vento lieve porta sollievo dall'afa soffocante e trascina via con se dolori e passioni. Il cielo è limpido proprio come quel giorno, solo che adesso è pomeriggio mentre allora brillavano le stelle. Otto anni fa intorno a questo posto c'era solo la natura, alberi, fiori e uccelli. Ecco perchè hai scelto proprio questo luogo. Se vedessi adesso cosa è diventato! Strade ovunque, nuovi muri che isolano dal rumore cittadino e addirittura un ristorante non molto distante da qui, davvero macabro.
Come ogni anno sono qui a portarti una rosa bianca e una rossa, come desideravi.

Perchè sei andato via?

Perchè mi hai lasciata sola in mezzo al mondo?

Mi avevi promesso che saremmo stati insieme per sempre, inveci eri solo un bugiardo.

Perchè non hai mantenuto fede alla parola data?

Nicholas non immagini nemmeno cosa siano otto anni senza di te, otto lunghi anni senza poter vedere i tuoi occhi, senza poter ascoltare la tua voce o il suono della tua risata, senza poter toccare i tuoi capelli o essere stretta dalle tue forti braccia.

Ma sono solo una sciocca, do a te la colpa di tutto quando tu non centri nulla.

Non sei andato via di tua volontà.

Tu volevi mantenere la promessa con tutto te stesso.

Ma dopotutto Dio i suoi angeli migliori prima o poi li richiama a se.

Mi piego per posare quegli unici due fiori su quel marmo troppo bianco e troppo nuovo rispetto a tutte le altre lapidi intorno.

Accarezzo la tua foto, l'angolo della bocca mi si piega in un mezzo sorriso quando vedo il tuo su quel pezzo di carta incorniciato da un vetro. Quella foto te l'avevo scattata io solo due settimane prima, tu non te ne eri accorto, ma non potevo far a meno di immortalare quel momento così magico: era raro che tu sorridessi eppure eri così bello quando lo facevi.

Ho scelto proprio questa foto perchè è una delle più vere, volevo che la gente passando di qui vedesse solo un vero sorriso e no uno di quelli fatti alla stampa solo per farla contenta.

Mi piego in ginocchio e inizio a piangere, non ce la faccio senza di te mi manchi troppo.

Sono stufa di vivere svegliandomi la mattina e illudermi che tu entrerai dalla porta della mia stanza con tutta la tua allegria; di passare vicino alle persone e credere di vedere te in loro; mi sento terribilmente sola anche al centro di Los Angeles; senza di te ormai nulla ha un senso.

Sai cosa si sono inventati i miei genitori? Vogliono che io sposi un ricco erediterio Californiano perchè così posso crearmi una vita e smettere di pensare a te.

Ma loro non mi capiscono, non l'hanno mai fatto. Hanno sempre pensato che la nostra fosse solo una storia passeggera, una cotta che si prende da adolescenti. Ma si sbagliavano.

Mi giro verso la lapide e leggo ciò che è inciso sopra, anche se lo conosco a memoria: 16/09/1992 - 13/07/2010 "Un angelo volato via troppo presto".

Si può morire a soli diciotto anni? Si può?

No.

No sei ancora tutta la vita davanti e un milione di sogni ancora da realizzare.

No se sei sempre stato un ragazzo serio e con la testa sulle spalle.

No se l'unica colpa che hai è quella di aver preso la stessa strada di un ubriaco.

No se ci sono troppe persone che piangono per te.

Quando ripenso a quella notte mi vengono i brividi, sento ancora il suono del clacson di quell'auto che sfrecciava a mille, i fari che pian piano si avvicinavano e il rumore violento di uno scontro.

Sai dicono che ricordare serve ad autodistruggerci, ma io penso che serva a non dimenticare, altrimenti io non sarei qui dopo tutto questo tempo.

Adesso per la prima e ultima volta ricorderò i momenti devastanti di quella notte e poi scriverò la parola fine.



"Nick io comincio ad avere sonno, che potresti riportarmi a casa? Sai domani ho un test importante a scuola" ero a casa dei tuoi, tua madre aveva preparato una delle sue famose cene. Erano le undici di sera e io non avevo la macchina e visto che abitavo a chilometri di distanza da casa tua l'unico modo per tornare da me era farmi accompagnare. Se solo te lo avessi chiesto una mezz'ora più tardi tu adesso saresti qui con me.

"Ok amore, prendo le chiavi" mi dissi dandomi un leggero bacio sulle labbra per poi alzarti dal divano alla ricerca delle chiavi che perdevi sempre.

"Io intanto saluto tutti" mi alzai a mia volta e salutai tutta la tua famiglia. Sai ancora oggi io e tuoi siamo rimasti in ottimi rapporti. Tu ci tenevi e così è stato. Sono loro che mi aiutano ad andare avanti anche se nemmeno loro riescono più a farcela. Lo sai che Frankie ogni anno il giorno del tuo compleanno ti fa un disegno e lo appende alla bacheca dove tiene tutti quelli che ti ha fatto da quando è nato fino ad adesso? E che tua madre cucina la tua torta preferita ogni sedici settembre? Immagino che tu lo sappia perchè da la sù ci vedi, ne sono convinta.

Tornando a quel giorno. Dopo aver salutato tutta la famiglia Jonas siamo usciti e lì mi hai baciato come si deve. Sapevi che non volevo che tu mi baciassi davanti hai tuoi genitori, così aspettavi il momento di riaccompagnarmi con ansia. Se avessi saputo che quello sarebbe stato il nostro ultimo bacio non lo avrei concluso così facilmente.

Siamo saliti in macchina  e siamo partiti alla volta di casa mia.

"Hai il test di matematica domani, vero?"

"Si,che noia! Odio quella materia" ricordo ogni minima parola di quella sera, tutte impresse a fuoco nella mia mente.

"Ma andrai benissimo, tu sei Helena e puoi tutto".

"Certo, anche avere un fidanzato più obbiettivo? Sono uno schifo in matematica".

"Vorresti cambiare fidanzato? Non ti vado più bene?" adoravo la tua faccia da finto offeso.

"Beh magari uno che assomigli a Brad Pitt o meglio ancora a Orlando Bloom, perchè no" mi piaceva farti ingelosire.

"Che cosa? Dici veramente?"

"Scemo no, come potrei cambiarti? Ti amo e per me esisti solo tu".

"Me lo ripeti che mi ami?!"

Mi avvicinai al tuo orecchio e ti sussurrai "Ti amo".

"Ti amo anche io, tanto" ti stampai un bacio veloce sulla guancia. Tu tenevi sempre gli occhi fissi sulla strada.

Non ti andava bene che per un tuo errore alla guida io potessi farmi del male o anche mettere in gioco la vita. Invece a causa mia tu hai perso la vita.

Dopo qualche minuto che eravamo in macchina hai imboccato l'autostrada perchè abitavo lì vicino.

La serata sembrava tranquilla, le stelle brillavano serene e il cielo limpido lasciava lo spettecolo di una Luna piena. Di lì a poco sarebbe stato il nostro secondo anniversario.La magia di quella estate che si prospettava perfetta però è stata rotta poco dopo.

Due fari abbaglianti che puntavano proprio sulla nostra corsia. La fine dei sogni.

"Ma che cosa succede?" eri strano, potevo vederlo dai tuoi occhi. Eri preoccupato e agitato.

Un suono improvviso di clacson che mi gelò il sangue. L'ultima cosa che ricordo è tu che ti sei slacciato la cintura, io che ti urlavo di non farlo. Ti sei messo davanti a me per proteggermi, poi buoio assoluto.

I miei ricordi riprendono da quando ho aperto gli occhi all'ospedale. Intorno a me c'erano i miei genitori più preoccupati di quanto io ricordi di averli mai visti. La prima cosa che ho chiesto è stata in quale stanza ti trovassi e come stavi.

I miei genitori mi fissavano in silenzio e ogni tanto si lanciavano qualche occhiatina, così esasperata da quelle non risposte mi alzai e uscita dalla stanza con la testa che mi girava vidi tua madre e tuo padre che piangevano seduti su una sedia. Frankie ai loro piedi che piangeva anche lui abbracciato al suo orsacchiotto. Kevin con gli occhi rossi che teneva Joe per un braccio, anche lui con gli occhi rossi e gonfi che tirava pugni ad un muro. Tua madre alzò gli occhi e dall'espressione che fece capii immediatamente. Tu non c'eri più.

Non ce l'avevi fatta.

Per proteggere me avevi rischiato la tua vita e sapevi benissimo che chi rischia ha solo il 50% delle probabilità di riuscita.

Lanciai un urlo e poi svenni.



Già come due esistenze possono spezzarsi in un solo minuto o anche meno. Solo che tu non hai più l'opportunità di ricostruirti una vita, io si invece.

Ma non ci riesco, non posso, non voglio.

Ho perso la persona intorno a cui girava la mia vita, come un satellite: se il pianeta intorno a cui gira gli viene distrutto, smette di girargli intorno e cade.

E così anche io, tu eri la Terra e io la Luna. Niente terra, niente Luna.

Ho deciso di mettere la parola fine alle mie sofferenze, proprio oggi e in questo luogo.

Tiro fuori una lametta e la fisso. I medici mi hanno detto che se continuo a tagliarmi le vene rischierò di morire. E oggi prendo la palla al balzo.

Tolgo i bracciali che indosso per nascondere le cicatrici e ci passo la lametta.Prima leggermente e le cicatrici si aprono lasciando scorrere piccole strisce si sangue. Poi affondo sempre più, fino a che il sangue aumenta e inizio a perdere i sensi. Ormai il cimitero sta per chiudere e se mai mi troveranno sarà troppo tardi.

Ti avrò già raggiunto.

Solo io e te per sempre. Era una promessa e le promesse vanno mantenute.







So che è deprimente e se siete arrivati alla fine vi prego di non suicidarvi come Helena. Ma se vi è piaciuta un commento è il modo migliore per farmelo sapere. Un bacio,Aly.
  
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