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Autore: Jo_March_95    17/12/2010    6 recensioni
Bè che dire questa FrUk è stata più impegativa di un parto. Tutto è iniziato quando il MIO amato Arthur ha iniziato a tradirmi con un Alfred cicciobeso. Per vendicarmi ho scritto questo. Caro Arthur te lo dedico con tout mon coeur. (Immagina la mia voce con intonazione ironica e soffri, bastardo traditore >D) Bè lasciate una recensione per un Francis momentaneamente emo n_____n
Il titolo della canzone è: Et moi dans mon coin (che fantasia che ho avuto, eh? xD) cantata da Charles Aznavour. Per la traduzione approssimativa potete ringraziare moi, così anche per gli eventuali errori .___.
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Et moi dans mon coin
 

Com’ era iniziato? Non lo ricordava. Lo amava da sempre, difficile stabilire la data esatta.
Com’era finito? Si, lo ricordava.
L’unica cosa che voleva dimenticare era quella che gli ritornava in mente.
L’unico ricordo dal quale avrebbe voluto liberarsi si beffava del suo dolore e gli faceva visita tutte le notti, lasciandolo sfinito, esausto, stremato.
Quelle immagini.. le rivedeva sullo sfondo dei suoi pensieri. Avrebbe preferito mille volte cavarsi gli occhi che assistere a quella scena.
Eppure, nonostante rivederlo gli mozzasse il respiro, nonostante ogni volta il suo cuore si frantumasse in piccoli pezzi e tornasse a posto solo per subire un nuovo, doloroso colpo era sempre lì che arrivava la sua mente.
A quel giorno.
Forse per capire dove aveva sbagliato, forse per arrendersi all’idea che non avrebbe potuto fare niente per cambiare le cose.
Forse entrambe le ipotesi, forse nessuna delle due.
Ed eccolo di nuovo, quel tormento che l’avvolge, che non gli lascia scampo, che non gli concede tregua.
Che senso ha opporsi ormai?
Che senso ha rinnegare il male? Non allevia il dolore, non diminuisce la pena.

 

[Lui ti osserva ] Lui il t'observe
[Con la coda dell’occhio]Du coin de l'œil
[Tu ti innervosisci]Toi tu t'énerves
[Nella tua sedia]Dans ton fauteuil
[Lui ti accarezza]Lui te caresse
[Con lo sguardo]Du fond des yeux
[Tu ti lasci] Toi tu te laisses
[Prendere dal suo gioco]Prendre à son jeu


Si conoscevano da sempre Alfred e Arthur. 
Erano stati come padre e figlio per molto tempo. Prima che l’americano gli voltasse le spalle, prima che lo rinnegasse. 
Prima che l’orgoglio avesse la meglio. Francis aveva sofferto insieme al suo amato. Gli era stato accanto, l’aveva rincuorato. 
Dov’era stato il suo compenso in tutto questo? Dov’era stato il premio per il suo amore? 
L’amore non si premia, chi ama non chiede nulla in cambio. Non chiede gioia. Ma non chiede neanche dolore. 
Eppure Francis, mentre della prima ne aveva avuta ben poca, della seconda ne aveva ricevuta a valanghe. 
Ed eccolo ritornare il traditore. Farsi strada tra gli altri, sicuro di sé, della propria autonomia. 
Con la conquistata libertà. Talmente tranquillo da permettersi il lusso di un gioco. 
Un gioco chiamato amore. E dolore. Un gioco che aveva due facce, quella della passione e quella della disperazione. 
Al francese era toccata quest’ultima.
All’inizio era solo dispiacere, un velo di amarezza in fondo al cuore mentre vedeva la parte più importante della sua vita che decideva di parteciparvi , che incuriosito si metteva in gioco.
Un fastidio in fondo allo stomaco, che lo appesantiva. 
Lo rendeva  inquieto, gli faceva desiderare la fuga. 
Eppure era rimasto lì a guardare, forse per avere la certezza di aver sbagliato a giudicar male, forse per puro masochismo perché già immaginava la fine. 
Ma nonostante il tormento interiore non poteva  far altro che osservare. 


[E io da un angolo]Et moi dans mon coin
[Se non dico niente]Si je ne dis rien
[Vedrò tutto]Je remarque toutes choses 
[E io da un angolo]  Et moi dans mon coin
[Cerco di frenarmi]Je ronge mon frein
[Vedendo la fine prossima]  En voyant venir la fin
Un party rumoroso. Gli Alleati erano contenti. L’Europa era libera. 
8 Maggio, una data che anche Francis avrebbe ricordato, ma per altri motivi. 
Avrebbe preferito gioire con gli altri, bere vino a volontà, passare una serata spensierata a fare il cretino con tutti, ma ad amare solo uno. 
Ma la vita non ti chiede quello che vuoi. Non ti chiede cosa sei disposto a cederle.
Se lo prende e basta. Francis non era disposto a perdere il suo amore, eppure è accaduto.
C’era tanta gente, ma lui non aveva occhi che per una persona. Anzi per due. Una per amore, l’altra per necessità. 
Erano alla luce del sole, in mezzo alla sala, per dimostrare che non stavano facendo niente di male. 
Mentre lui era rimasto solo. In un angolo al buio. 
Il posto che occupava per ironia della sorte anche nel cuore di Arthur. 
E se non era così, bè l’inglese glielo stava dimostrando male. 
La voglia di agire era troppa, la paura di sbagliare la equivaleva. 
Rimanere e attendere l’epilogo, non sembrava difficile. Eppure faceva male. 

Quando si era accorto di amarlo? Da sempre.
Quando si era accorto di averlo perso? 
[Lui ti cova]Lui il te couve 
[Febbrilmente]Fiévreusement
 [Tu l’approvi]Toi tu l'approuves
[Sorridente]En souriant
[Lui ti guarda]Lui il te guette
[Lo vedo]Et je le vois
[Tu ti penti]Toi tu regrettes
[Che io sia qui]Que je sois là 

 L’aveva sempre amato, ecco la verità. Non aveva mai messo quel sentimento da parte.
Francis era stato solo una scappatoia, una via di fuga dal dolore.
Un passatempo, un rimpiazzo.
L’aveva sempre sospettato, aveva sempre creduto che i sentimenti di Arthur per lui non fossero che la debole eco di
quello che una volta aveva provato per Alfred,ma non vi aveva mai dato peso.
Non era amore puro forse, ma poterlo accarezzare, poterlo toccare, essere riscaldato dal suo corpo gli bastava.
Illudersi di essere ricambiato non era difficile, credere di essere amato era una cosa che gli riusciva facilmente.
Ma era bastato un giorno per rovinare tutto.
La loro favola non avrebbe avuto un lieto fine.
Lo capiva dal sorriso dell’americano, dal modo di ricambiare dell’inglese, dall’intesa che avevano, da quella smania che silenziosa li corrodeva.
Vedeva i loro occhi incontrarsi, i loro corpi cercarsi e avvicinarsi senza toccarsi, senza spostarsi di un millimetro.
Un sentimento più potente delle leggi della fisica, un sentimento che non aveva mai provato per Francis.
E poi era accaduto.
Arthur si era girato nella direzione del francese.
Quest’ultimo sperava di scorgere un po’ di amore in quegli occhi verdi.
Voleva che ci fosse amore. Invece quello che gli trasmisero fu irritazione.
Arthur era infastidito. Non voleva essere osservato, non voleva sentirsi in colpa.
Non voleva che il francese lo guardasse con quegli occhi addolorati, con lo sguardo disperato.
Di un uomo che ha perso tutto.
Davvero Arthur non sapeva di contare così tanto per lui?
Davvero non aveva mai capito l’intensità dell’amore che provava?
I suoi sentimenti erano veri, lo erano sempre stati.
La sua storia era diversa da quella dell’inglese.
Non era stato lo sconforto a spingerlo tra le sue braccia, o meglio a fargli desiderare di stringerlo,
non era stato il bisogno di dimenticare a fargli desiderare i suoi baci, il suo amore non era una ripicca.
Il suo amore era vero. Arthur non l’aveva mai capito, e Francis sapeva che le cose non sarebbero cambiate.
Ora che c’era Alfred tutto poteva ritornare come prima, come se tutto il dolore dell’inglese e l’amore del francese non fossero esistiti.
Come se non fossero stati importati.
E se per Arthur era facile cancellare tutto, ricominciare daccapo, per Francis non era lo stesso.
Perché l’amore vero non si dimentica.
Arthur non aveva dimenticato Alfred.
Alfred non aveva obliato Arthur.
Si erano ritrovati a distanza di anni a provare gli stessi sentimenti, se possibile anche ampliati.
Mentre Francis era rimasto lì. C’era prima, c’era durante e ci sarebbe stato dopo.
Ma quanto era importante la sua presenza a questo punto? 

Arthur si era girato nella direzione del francese. Quest’ultimo sperava di scorgere un po’ di amore in quegli occhi verdi. Voleva che ci fosse amore. Invece quello che gli trasmisero fu irritazione. Arthur era infastidito. Non voleva essere osservato, non voleva sentirsi in colpa. Non voleva che il francese lo guardasse con quegli occhi addolorati, con lo sguardo disperato. Di un uomo che ha perso tutto. Davvero Arthur non sapeva di contare così tanto per lui? Davvero non aveva mai capito l’intensità dell’amore che provava? I suoi sentimenti erano veri, lo erano sempre stati. La sua storia era diversa da quella dell’inglese. Non era stato lo sconforto a spingerlo tra le sue braccia, o meglio a fargli desiderare di stringerlo, non era stato il bisogno di dimenticare a fargli desiderare i suoi baci, il suo amore non era una ripicca. Il suo amore era vero. Arthur non l’aveva mai capito, e Francis sapeva che le cose non sarebbero cambiate. Ora che c’era Alfred tutto poteva ritornare come prima, come se tutto il dolore dell’inglese e l’amore del francese non fossero esistiti. Come se non fossero stati importati. E se per Arthur era facile cancellare tutto, ricominciare daccapo, per Francis non era lo stesso. Perché l’amore vero non si dimentica. Arthur non aveva dimenticato Alfred. Alfred non aveva obliato Arthur. Si erano ritrovati a distanza di anni a provare gli stessi sentimenti, se possibile anche ampliati. Mentre Francis era rimasto lì. C’era prima, c’era durante e ci sarebbe stato dopo. Ma quanto era importante la sua presenza a questo punto?
Arthur si era girato nella direzione del francese. Quest’ultimo sperava di scorgere un po’ di amore in quegli occhi verdi. Voleva che ci fosse amore. Invece quello che gli trasmisero fu irritazione. Arthur era infastidito. Non voleva essere osservato, non voleva sentirsi in colpa. Non voleva che il francese lo guardasse con quegli occhi addolorati, con lo sguardo disperato. Di un uomo che ha perso tutto. Davvero Arthur non sapeva di contare così tanto per lui? Davvero non aveva mai capito l’intensità dell’amore che provava? I suoi sentimenti erano veri, lo erano sempre stati. La sua storia era diversa da quella dell’inglese. Non era stato lo sconforto a spingerlo tra le sue braccia, o meglio a fargli desiderare di stringerlo, non era stato il bisogno di dimenticare a fargli desiderare i suoi baci, il suo amore non era una ripicca. Il suo amore era vero. Arthur non l’aveva mai capito, e Francis sapeva che le cose non sarebbero cambiate. Ora che c’era Alfred tutto poteva ritornare come prima, come se tutto il dolore dell’inglese e l’amore del francese non fossero esistiti. Come se non fossero stati importati. E se per Arthur era facile cancellare tutto, ricominciare daccapo, per Francis non era lo stesso. Perché l’amore vero non si dimentica. Arthur non aveva dimenticato Alfred. Alfred non aveva obliato Arthur. Si erano ritrovati a distanza di anni a provare gli stessi sentimenti, se possibile anche ampliati. Mentre Francis era rimasto lì. C’era prima, c’era durante e ci sarebbe stato dopo. Ma quanto era importante la sua presenza a questo punto?
Arthur si era girato nella direzione del francese. Quest’ultimo sperava di scorgere un po’ di amore in quegli occhi verdi. Voleva che ci fosse amore. Invece quello che gli trasmisero fu irritazione. Arthur era infastidito. Non voleva essere osservato, non voleva sentirsi in colpa. Non voleva che il francese lo guardasse con quegli occhi addolorati, con lo sguardo disperato. Di un uomo che ha perso tutto. Davvero Arthur non sapeva di contare così tanto per lui? Davvero non aveva mai capito l’intensità dell’amore che provava? I suoi sentimenti erano veri, lo erano sempre stati. La sua storia era diversa da quella dell’inglese. Non era stato lo sconforto a spingerlo tra le sue braccia, o meglio a fargli desiderare di stringerlo, non era stato il bisogno di dimenticare a fargli desiderare i suoi baci, il suo amore non era una ripicca. Il suo amore era vero. Arthur non l’aveva mai capito, e Francis sapeva che le cose non sarebbero cambiate. Ora che c’era Alfred tutto poteva ritornare come prima, come se tutto il dolore dell’inglese e l’amore del francese non fossero esistiti. Come se non fossero stati importati. E se per Arthur era facile cancellare tutto, ricominciare daccapo, per Francis non era lo stesso. Perché l’amore vero non si dimentica. Arthur non aveva dimenticato Alfred. Alfred non aveva obliato Arthur. Si erano ritrovati a distanza di anni a provare gli stessi sentimenti, se possibile anche ampliati. Mentre Francis era rimasto lì. C’era prima, c’era durante e ci sarebbe stato dopo. Ma quanto era importante la sua presenza a questo punto?

[E io da un angolo] Et moi dans mon coin
[Se non dico niente]Si je ne dis rien
[Vedo la vostra corsa]Je vois bien votre manège
[E io da un angolo]Et moi dans mon coin
[Nascondo con cura]Je cache avec soin
[L’angoscia che mi attanaglia]Cette angoisse qui m'étreint
Cambiare, trasformarsi. Ecco cosa doveva fare. 
Se l’amava ancora non doveva farglielo pesare. 
Doveva ritornare il solito Francis. 
Doveva farsi vedere allegro, fargli capire che approvava. 
Mentirgli.. Eppure l’argomento era già stato affrontato, diverso tempo prima. 
Troppo tempo prima perché Arthur potesse ricordarsene.  


‹‹ Se ricomparisse tu cosa faresti? >>
Erano nel letto abbracciati. Francis aveva fatto quella domanda senza pensarci, senza soppesare le parole, credendo di poter affrontare l’argomento con leggerezza. Forse era colpa del vino che gli scorreva nel sangue, forse della stanchezza dovuta allo sforzo che la loro unione richiedeva, forse era solo curiosità genuina troppo tempo nascosta. Non aspettava neanche una risposta. Aveva già chiuso gli occhi quando l’inglese aveva aperto la bocca.
<< Tornerei da lui. >>
Una risposta schietta, veloce. Una risposta sincera.
Il francese aveva impiegato un po’ di tempo a capire. Il sangue aveva smesso di scorrere, il cuore si rifiutava di pomparlo. Le mani si erano ghiacciate di colpo e nessun calore sarebbe stato capace di riscaldarle. Le parole gli erano fuggite di bocca, la voce si rifiutava di uscire, anche a costo di emettere solo suoni gutturali. Si era sentito morire. Era  morto. Per una frazione di secondo era diventato cadavere. Finché..
<< Ma lui non verrà. >> riprese l’inglese. 
Quella frase non era dettata dall’amore. Non era uscita dalle sue labbra per portare consolazione. Non era una dichiarazione. Eppure il francese si sentì scioccamente esultate. Sapeva che il loro legame era fragile, come gli atomi che nella molecola dell’acqua si scindono. Ma poi tornano insieme. 
<< E io non ti permetterei di andare via >> Quelle parole lo fecero sentire più sicuro. Voleva che Arthur sapesse che se mai avesse deciso di lasciarlo lui non glielo avrebbe permesso. 
 

‹‹ Se ricomparisse tu cosa faresti? >>
Erano nel letto abbracciati. Francis aveva fatto quella domanda senza pensarci, senza soppesare le parole, credendo di poter affrontare l’argomento con leggerezza. Forse era colpa del vino che gli scorreva nel sangue, forse della stanchezza dovuta allo sforzo che la loro unione richiedeva, forse era solo curiosità genuina troppo tempo nascosta. Non aspettava neanche una risposta. Aveva già chiuso gli occhi quando l’inglese aveva aperto la bocca.
<< Tornerei da lui. >>
Una risposta schietta, veloce. Una risposta sincera.
Il francese aveva impiegato un po’ di tempo a capire. Il sangue aveva smesso di scorrere, il cuore si rifiutava di pomparlo. Le mani si erano ghiacciate di colpo e nessun calore sarebbe stato capace di riscaldarle. Le parole gli erano fuggite di bocca, la voce si rifiutava di uscire, anche a costo di emettere solo suoni gutturali. Si era sentito morire. Era morto. Per una frazione di secondo era diventato cadavere. Finché..
<< Ma lui non verrà. >> riprese l’inglese.
Quella frase non era dettata dall’amore. Non era uscita dalle sue labbra per portare consolazione. Non era una dichiarazione. Eppure il francese si sentì scioccamente esultate. Sapeva che il loro legame era fragile, come gli atomi che nella molecola dell’acqua si scindono. Ma poi tornano insieme.
<< E io non ti permetterei di andare via >> Quelle parole lo fecero sentire più sicuro. Voleva che Arthur sapesse che se mai avesse deciso di lasciarlo lui non glielo avrebbe permesso.
 

 L’inglese continuava a guardarlo, il francese si perdeva nella magnificenza di quegli occhi. 
Farlo vivere con il rimorso per qualcosa che non aveva mai apprezzato o concedergli l’espiazione per le colpe che stava per commettere? 
La vita di Arthur, il suo futuro stavano nelle mani di Francis. 
Se gli avesse fatto un applauso li avrebbe frantumati. 
Se li avesse lasciati cadere il risultato sarebbe stato il medesimo. 
Avere questa responsabilità lo straziava, sapeva che ormai il loro futuro non andava nella stessa direzione, non portava alla stessa meta. 
Per questo aveva deciso di fare la scelta più opportuna. 
Avrebbe affidato il futuro di Arthur ad Alfred. 
Li avrebbe visti da fuori, escluso dalla vita che avrebbe voluto per sé. 
Solo per amore. Solo per lui.
Erano stati i bambini a dirgli che un sorriso non faceva male. 
Mai fidarsi di quello che dicono loro, perché non sanno cos’è la sofferenza. 
Il sorriso che fece, il coraggio che gli servì furono più brutali di mille pugnalate e benché non fosse ferito si sentì dissanguare. 
Perché Arthur, la sua linfa, il suo sangue, aveva appena scelto un’altra strada. Con il suo consenso. 
 
 

[Lui ti guarda]Lui te regarde
[Furtivamente]Furtivement
[Tu sei loquace]Toi tu bavardes
[Troppo liberamente]Trop librement
[Lui ti corteggia]Lui te courtise
[Attraverso me]À travers moi
[Tu ti inebri]Toi tu te grises
[Ridi a frammenti]Ris aux éclats
 
Ancora  sguardi. Altro dolore. Il tempo era scandito dallo sbattere delle ciglia, non dai secondi. 
Sguardi che facevano arrossire sia Arthur che Francis. Uno per amore, l’altro per la rabbia. 
La cosa era diventata evidente, tutti  si erano girati a guardarli.
 I primi commenti sui ‘’fidanzatini’’ lo avevano colpito come un pugno nello stomaco. 
Difficile ignorarli, ancor più difficile credere che fossero veri.
 Era diventato invisibile? Perché nessuno lo notava, nessuno si interessava a lui? 
Tutti presi nei propri ruoli non potevano far caso a chi tentava di escludersi. 
Forse è così che si sente Matthew ogni giorno. Forse è così che merita di sentirsi anche lui.
Quanto era durato il corteggiamento prima che Arthur  l’accettasse nella propria vita?
Troppo. Ma Francis non si era abbattuto.  Non si era mai tirato indietro. Non aveva mai contemplato l’idea di poter lasciare perdere.
 Perché sapeva che una volta che l’avesse ottenuto non l’avrebbe lasciato mai più.
Quanto sono menzogneri i sentimenti, il futuro cambia e noi non lo possiamo prevedere, quello che un giorno ci sembra eterno l’indomani lo scopriamo finito.
Per lui era stato difficile conquistarlo, per Alfred era bastata una frase divertente.
Francis aveva dovuto sopportare l’umiliazione del rifiuto, per Alfred non era contemplata.
Francis aveva dovuto  tollerare le porte in faccia, le sfuriate, le urla a mezzanotte. 
L’americano avrebbe ricevuto solo affetto. 
Quanto era stata giusta la vita con lui? 


[E io da un angolo]Et moi dans mon coin
[Se non dico niente]Si je ne dis rien
[Il mio cuore sta per piangere]J'ai le cœur au bord des larmes
[E io da una angolo]  Et moi dans mon coin
[Bevo il mio dolore]Je bois mon chagrin   
[ Perché l’amore ti cambia] Car l'amour change de main


Impossibile trattenere le lacrime. Impossibile lasciarle libere. 
Stavano lì, ai bordi degli occhi, spinte troppo oltre per tornare indietro, ma non abbastanza avanti da decidersi e uscire. 
Rimanevano lì, indecise. 
Aspettavano un cambiamento, un fattore esterno che le aiutasse. 
Ma nelle scelte difficili si è soli, nelle cose importanti nessuno ti può aiutare. 
Francis, non aveva mai conosciuto quel tipo di dolore, non avrebbe mai voluto conoscerlo. 
Vivere nella semplicità pura quella relazione finta gli bastava. 
Vivere in un’ampolla di vetro, cosciente di quello che c’è fuori ma decidere di non uscire gli faceva comodo. 
Era stato un inglese a introdurlo in quel mondo. 
Ma era stato un americano a scaraventarlo fuori.
 Ringraziarlo per gli attimi passati insieme sarebbe risultato falso o estremamente patetico? 
Amare l’aveva reso migliore, non poteva negarlo. 
Ma ora quel miglioramento stava per essere vano. 
Voleva essere cattivo, eppure aveva perso  la sua occasione.
 Non è peggiore chi finge bontà e pensa malignamente? 
Ormai non c’era niente che potesse fare, loro erano lì, davanti ai suoi occhi. 
Arthur era sereno. 
Alfred lo era sempre stato. 
Non si era mai interessato granché allo stato d’animo degli altri, nei suoi pensieri c’era posto solo per i suoi scopi. 
E il suo obiettivo era l’inglese. 
L’aveva ottenuto. 
Non gli interessavano Francis e il suo tormento. 
Non gli interessavano le lacrime che avrebbe versato – o che sarebbero rimaste lì a otturargli le ghiandole lacrimali, 
impedendogli di dare sfogo al suo dolore – no, quello non gli interessava. 
L’importante per l’americano era l’aver ottenuto il perdono di Arthur. 
L’importante per Arthur era aver ritrovato Alfred. 
Dov’era il ruolo di Francis in tutto questo? Ah, ecco lo sapeva. 
Se le cose fossero andate male lui sarebbe stato la valvola si sfogo per il dolore dell’inglese. 
Si, l’amore l’aveva cambiato. 
Sembrava strano, dopo tante parole, dopo tanto disprezzo e troppo amore, nonostante i discorsi con sé stesso e 
i ragionamenti che aveva fatto la conclusione cui era arrivato era che se Arthur avesse avuto bisogno di lui sarebbe stato pronto ad aiutarlo. 
Decisione da babbeo? 
Ci aveva riflettuto a lungo, ogni volta che il pensiero tornava, come il sottofondo di una canzone che non riesci a toglierti dalla testa, 
e non era mai giunto ad una fine diversa. 
L’inglese l’aveva lasciato senza scrupoli, ma lui sarebbe stato sempre in attesa del suo ritorno. 
Chi ama è reso sciocco da questo sentimento, che ti governa e non ti permette di essere te stesso. 
Si, l’amore l’aveva cambiato. 
E ora li guardava essere felici, ridere e parlare insieme come vecchi amici, ma toccarsi e guardarsi come due innamorati. 
Rimanere a guardare era stata la scelta peggiore e migliore della sua vita. 
Peggiore perché gli aveva sbattuto in faccia la realtà, l’aveva strappato al fragile equilibrio che permetteva alla loro relazione di stare in piedi,
e l’aveva gettato in un oceano di solitudine e amarezza. 
Migliore perché ora sapeva. 
Si era alzato dalla sedia lentamente, cercando di non fare rumore. 
Ma probabilmente anche se avesse spostato una montagna nessuno l’avrebbe notato.
 Ciò che doveva conoscere l’aveva visto, ciò che attendeva i due lo poteva benissimo immaginare. 

 

AA terra, esausto, ansimante.
Molte volte era stato piacevole ritrovarsi in quella situazione, ma da un mese a questa parte era diventato solo patetico e infinitamente triste.
Quello che rappresentava l’apice della felicità si era trasformato in un abisso di non ritorno.
La causa era sempre la stessa, le conseguenze erano diverse.
Era Arthur a ‘’costringerlo’’ in quello stato dopo ogni rapporto, lo stesso Arthur che l’aveva tradito e ridotto all’ombra di sé stesso.
Non si riconosceva più, perché l’inglese era parte integrante del suo essere e andandosene l’aveva lasciato a metà.
Non era più Francis.
Era Francis quando stava con Arthur, ora non lo era più.
Non sapeva neanche lui cos’era diventato.
Arthur … Arthur … lo invocava in silenzio mentre le lacrime gli rigavano gli occhi.
Era abituato a sentirsi così perché nella sua vita ormai non c’era spazio per che per i rimpianti.
Sapeva già che dopo il ricordo sopraggiungeva il tormento.
Ma aveva imparato anche che non sarebbe arrivato il suo principe azzurro a salvarlo, a strapparlo dal dolore e a riportarlo alla felicità.
Perché nella loro fiaba il cattivo e il principe si amavano, e nessuno si sarebbe interessato alla principessa.
Sarebbe rimasta sola a terra, in agonia.
Nel cuore la speranza, in mente la cruda realtà.

 

 

                                                                                       [Lui ti guarda]Lui te regarde
                                                                                        [Furtivamente]Furtivement
                                                                                    [Tu sei loquace]Toi tu bavardes
                                                                                  [Troppo liberamente]Trop librement
                                                                                    [Lui ti corteggia]Lui te courtise
                                                                                     [Attraverso me]À travers moi
                                                                                     [Tu ti inebri]Toi tu te grises
                                                                                    [Ridi a frammenti]Ris aux éclats
  
  
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