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Autore: beesp    17/12/2010    2 recensioni
Spoiler!SAGA. PG: Lily Luna Potter, Hugo Weasley. Partecipante al "Xmas Tree Party" del fanworld.it.
La canicola è finita.
Succede sempre così, nel corso delle stagioni del mondo. Le nuove generazioni dimenticano il dolore delle precedenti, vivono una vita desolata, pezzi che mancano, parenti scomparsi di cui conoscono a malapena il nome.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hugo Weasley, Lily Luna Potter
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Note: Questa storia mi ha permesso di raggiungere le tanto agognate centomila parole di questo anno! (Per la precisione, centomilaquattrocentotrentatré!).
Quindi è una super!fic che dedico a chiunque sceglierà di leggerla & simili.
Partecipa al “Xmas tree party” del fanworld.it. Potete trovarla qua, parte della mia raccolta “Di stagioni della vita e della morte”.
Si consiglia, per la lettura, “The Dog Days Are Over” coverizzata dal Glee Club.
Buona lettura.
[I personaggi non mi appartengono & bla. Parte degli avvenimenti è inventata, altra parte, invece, è tratta dalle opere di J. Row che ha anche creato questi meravigliosi omini e donnine per rendere il mondo migliore. Non scrivo a scopo di lucro, quindi non ho infranto nessun copyright, elementare, Watson : D].
Numero di parole: 3008!!!!!11111!! FUCK YEAH!








Il pensatoio



The dog days are over
The dog days are done
Can you hear the horses?


Succede sempre così, nel corso delle stagioni del mondo. Le nuove generazioni dimenticano il dolore delle precedenti, vivono una vita desolata, pezzi che mancano, parenti scomparsi di cui conoscono a malapena il nome.
I coniugi Potter e Weasley avevano raccontato pochissimi dettagli ai loro figli sulle due Guerre Magiche a cui avevano assistito e partecipato. Harry Potter era stato colui che aveva fermato la prima e sconfitto il nemico nella Seconda.
I più curiosi erano stati, senz’ombra di dubbio, Hugo e Lily. La famiglia si riuniva durante le festività e loro, notando l’assenza scottante dei genitori di Teddy, di quelli di Harry, il marito di Andromeda, nomi che venivano pronunciati a mezza voce a cui non sapevano associare volti … ne approfittavano e domandavano; crescendo avevano imparato a porre i loro quesiti quando gli adulti avevano cominciato a bere alcolici, così da coglierli in fallo.
Avevano scoperto, in quel modo, chi fossero Malocchio Moody e Albus Dumbledore e in linee piuttosto confuse cosa fosse accaduto a papà-zio Harry.
Lily e Hugo crescevano, furono assegnati entrambi a Grifondoro, come ci si aspettava, studiavano abbastanza da raggiungere dei buoni risultati, non eccellenti come quelli di Rose e Albus. La maggior parte del loro tempo l’avevano trascorsa, sin dal primo anno, a sfogliare i volumi della Biblioteca di Hogwarts, dove cercavano informazioni precise sul loro passato, ormai certi che non avrebbero ottenuto risultati dalla loro enorme famiglia.
Lily e Hugo erano gli esclusi; essendo i più giovani venivano messi da parte da Roxanne, James, Rose, Louis, Teddy, Victoria. Quando, al secondo anno, Albus e Rose avevano stretto amicizia con Scorpius perfino lui aveva preso a scuotere loro i capelli e passare oltre, semplicemente, ché c’erano argomenti nei quali non si poteva integrare i due.

« Un giorno riusciremo a convincere tuo padre a raccontarci tutto ».
Le promise Hugo un mattino, mentre i cugini e i fratelli ridacchiavano al capo opposto della tavola in Sala Grande.
Lily avrebbe desiderato raccontare al suo migliore amico nonché cugino di quegli incantesimi in grado di tirar fuori dalla testa delle persone i loro ricordi. Per scoprire il contenuto, poi, sarebbe bastato infilarli in una bacinella con una pozione …

« Scorpius, ho bisogno di te per questo ».
Sin da quando era diventato “un tipo a posto”, a Lily era
piaciuto Scorpius. Senza bisogno di rivolgergli la parola troppo, dopotutto si fidava della sua famiglia, se lo consideravano OK, doveva esserlo. Lo aveva afferrato mentre tornava in Sala Comune, trascinandolo dietro di lei fino a un angolo buio del castello, dove potergli spiegare come aiutarla.
« Tu puoi procurarti quello che ti pare e nessuno ti farà troppe domande. Hai visto com’è la mia famiglia ».
« Ma perché da Magie Sinister? Non l’avevano chiuso? ».
« Certi articoli pericolosi non li vende più, certo, ma c’è bisogno di un certo commercio- facile, ecco. Da Magie Sinister sarò sicura di non essere scoperta. E nemmeno tu ».
« … cosa ti serve, Lily? ».
« Un pensatoio, due boccette di Veritaserum e una pozione per far perdere conoscenza- ».
« Per quella funzione ti basta un normale sonnifero babbano ».
« La tua famiglia non era purosangue, non odiava i babbani e i mezzosangue? ».
« Un tempo, sì. Mia madre e mio padre hanno riconsiderato i loro punti di vista ».
« Capisco ».
« Posso prestarti un pensatoio e darti un po’ di veritaserum dalla scorta di mio padre ».
Lily lo ringraziò e uscì dal nascondiglio nella strega orba.
James credeva di essere l’unico a usufruire del mantello e della Mappa del Malandrino.

« Hugo, ce l’abbiamo fatta! ». Sorrise felice, ancora dispiaciuta per come aveva imbrogliato suo padre.
Dopotutto, Hugo non l’aveva aiutata. Ma era stata per sua volontà. Voleva che fosse un regalo di Natale, se pure in ritardo: le vacanze erano appena finite. Lily aveva costretto suo cugino a seguirla nella Foresta Proibita lo stesso giorno in cui erano rientrati nel castello.
« Ti ricordi cosa mi promettesti due anni fa, quando avevamo tredici anni? ».
« … no? ».
« Avremmo saputo del passato della nostra famiglia con precisione …
« Ecco, in questi anni ho fatto delle ricerche, mi sono informata, ho trovato la soluzione e l’ho messa in pratica. Ho somministrato un paio di giorni fa un sonnifero babbano a mio padre – un medicinale che serve ad addormentare – mamma non era in caso, mentre lui riposava ho formulato un Incantesimo che avevo imparato appositamente, mi ha permesso di estrarre tutte le memorie sulla guerra, sul suo passato. Anche quelli che non ricorda di possedere ».
« Lily, cosa stai dicendo? ».
« … sono in queste fialette, Hugo! Sono tutti qui ».
Lily aprì lo zaino sistemato delicatamente ai piedi dell’albero sotto il quale si erano fermati, non troppo lontani dal parco di Hogwarts, nei primi cinquanta metri di Foresta, così che avrebbero trovato facilmente la strada per tornare.
« E come faremo a- ».
« Pensatoio! ».
Hugo lo sapeva cos’era un Pensatoio. Quella storia non gli piaceva molto, lo infastidiva che Lily lo avesse tradito, avesse ordito un piano di gigantesche dimensioni senza di lui, avrebbero dovuto lavorare insieme.
« Io me ne vado, ho da studiare, tra pochi mesi ci saranno i G.U.F.O. ».
« Ma io ho lavorato! ».
«
Tu, non io ».

Lily osservò, pallida, come Hugo si allontanava verso l’entrata della scuola. Si lasciò andare, seduta, stanca. Non aveva neanche più voglia di sapere cosa le avessero nascosto per tutti quegli anni.
Non aveva voglia di ringraziare Scorpius e di svelargli quella parte del loro passato che riguardava anche lui.

« Cosa ti succede, Lily? ».
« Ho litigato con Hugo ».
« Per via dei ricordi che hai rubato a tuo padre nascondendo a quello che si supponeva fosse il tuo migliore amico il tuo enorme piano? ».
« E tu come fai a saperlo? Hugo l’ha raccontato a tutti? ».
« No, mi sembrava l’unica spiegazione. Con il veritaserum, quando tornerai a casa quest’estate, ti assicurerai d’aver capito i segreti di tuo padre, non è così? ».

Studiare per i G.U.F.O. per gli studenti quel quinto anno era la priorità. Erano secoli che nelle mura del castello i fantasmi e i vari insegnanti che si erano susseguiti alle cattedre vedevano lo stesso comportamento e la solita agitazione prendere forma nelle vite dei ragazzi. Inquieti, scomposti, nervosi e irritabili. Si cominciava ad Aprile o a metà del mese, qualche ragazza poteva iniziare a non mangiare, i maschi si esibivano in varie perdite di sangue dal naso, i più piccoli erano costretti a subire i richiami ingiustificati dei Prefetti e dei Capiscuola, le coppie prendevano le distanze, c’erano piccole risse o litigi ovunque nel castello, in qualsiasi momento. Sembrava che tutto lo studio di cinque anni fosse scomparso e durante le lezioni non era raro che qualche studente s’addormentasse.
Lily e Hugo non erano immuni a tale fonte di stress. Avevano ipotizzato sin dal loro primo anno che avrebbero affrontato insieme i G.U.F.O. ma erano ai lati opposti della sala comune, a guardarsi in cagnesco e studiare sui propri libri.

Quando Hugo le rivolse la parola, al termine dei G.U.F.O. mancavano soltanto poche ore. Lily stava ripetendo per la prova di Aritmanzia a cui, al terzo anno, Hugo aveva preferito Rune Antiche. Era incredibilmente palpabile la sua ansia.
« Penso che potremmo cercare di riappacificarci ».
Lily non ebbe la forza di rispondere, le scivolò sulle pagine del libro un biglietto con un orario e un luogo: Hugo le chiedeva di portare con sé pensatoio e fialette di ricordi.
Era incredibile come fosse disposta ad aggrapparsi a Hugo per scoprire e smettere di perdersi tra tutta la voglia di sapere – e non sentirsi sola.

Forse stavano davvero sbagliando.
Ma avevano bisogno di far parte di
qualcosa. Vicino al Lago Nero, su cui splendeva una luna piena argentata e crudele, il rumore della risacca rendeva la notte e la Foresta Proibita meno terrificante di quanto fossero realmente. E molto meno di quanto erano state in passato, quando un uomo sulla quale testa pesavano un numero terrificante di morti e dolori camminava a piede libero per l’Inghilterra.
« Sei pronto? ». Domandò a suo cugino Hugo Lily, apprensiva.
« Sì, ci vediamo tra un po’ ».

Si trovava nella casa di Lily, James e Albus. Le luci erano accese, un camino bruciava dei ceppi di legno, su un tavolinetto c’era una ciotola ripiena di caramelle. Un uomo identico allo zio Harry stringeva tra le braccia un bambino, dalla cucina spuntò una chioma mogano, una donna a dir poco identica a Lily si avvicinò ai due.
« Questo piccolino è pronto a far la nanna? ».
Il bambino gorgogliò felice al solletico sulla pancia della madre, che nel frattempo ne aveva approfittato per scoccare un bacio sulle labbra del marito.
L’uomo spalancò gli occhi: li spostò sul volto della moglie, le tese il figlio, e si appostò di fronte la porta, una bacchetta sguainata.
Hugo fu costretto a muoversi assieme alla donna e il bambino: salirono in una stanzetta, una culla e un carillon sistemato al di sopra.
La donna intonò dolcemente la melodia che sua zia una volta gli aveva canticchiato. Era una ninnananna su bacchette di sambuco, mantelli dell’invisibilità e l’importanza di non credere che la morte sia il male maggiore.
La porta chiusa fu spalancata da un uomo di cui Hugo riusciva a scorgere soltanto il mantello.
Le fu ordinato di sportarsi.
« Prendi me al suo posto! ».
« Avada Kedavra! ». La donna si accasciò sul pavimento, colpita da una luce verde. Hugo avrebbe voluto urlare, l’uomo si avvicinava al bambino.
Non riuscì a ucciderlo.

Una porta malandata e riempita di tarli cadde sul suolo della piccola stanza. Sull’uscio copriva la visuale un uomo gigantesco, una folta barba nera che nascondeva il volto, un paio d’occhi lucenti. Stringeva tra le mani una scatola rosa.
« Buon compleanno, Harry! ». Si rivolse a un bambino smilzo, una chioma disastrosamente scompigliata, occhiali da vista tondi, una cicatrice sulla fronte.
A Harry quella notte spiegarono che era un mago, doveva essere felicissimo. Scintillava tutto.

Diagon Alley. Gente, profumi, tanfi; stridii di volatili, risa di bambini, una scopa da corsa, calderoni agitati dal vento, fiori colorati, cappelli a punta, lunghe vesti scure. Passi sulle pietre della strada. Hagrid fendeva la folla con la sua mole.
Harry si guardava intorno spaesato, cercando di seppellire se stesso tra le sue spalle: per quanto si sentisse a disagio, però, trovava quel luogo affascinante come nessun altro.

si accomodò su uno sgabello consumato, sistemandosi il cappello parlante sul capo.
Non Serpeverde, non Serpeverde”.
Non Serpeverde, eh? Potresti diventare un grande mago”.
Ma lui lo sapeva, dentro se stesso, quasi quanto aveva sperato di avere qualcosa che lo portasse via dai Dursley. Non Serpeverde. Non era Harry Potter un Serpeverde.

E allora sia … Grifondoro!”.
Sorridendo, si avviò alla panca festante, si avviò verso casa.

Il sapore amaro in bocca: i suoi genitori lo guardavano dallo specchio, nella tasca la pietra.
Cosera meglio?

Serpeverde. Unidea lo folgorò: cercare di riprendere i suoi genitori era Serpeverde.
E sbagliato.

mani sul volto, si sgretola, luomo cade a pezzi mentre tenta di avvicinarglisi. Luomo muore. Voldemort è sconfitto.

Pelle sotto la sua, vestiti logori, risata sconfitta, risata-latrato-uggiolio.
Ha ucciso i suoi genitori. Ha ucciso Peter Pettigrew.
È soltanto ucciderlo, ucciderlo, ucciderlo.
Il professor Lupin entra tra le mura traballanti della Stamberga Strillante, impugnando bacchetta magica.
Li sta tradendo!

lamicizia esiste davvero, pensa Harry Potter.
Percorrono a ritroso il tunnel del Platano Picchiatore verso Hogwarts, Sirius Black tornerà a essere un uomo libero, Severus Snape si sveglierà, Peter Pettigrew verrà imprigionato. Ad Azkaban. Il suo posto.
Quella notte, quella notte di dodici anni prima Sirius Black ha assistito alla crudeltà dell’uomo a cui i Potter si erano affidati per proteggersi – e proteggere Harry – da Voldemort. Ha fatto esplodere qualcosa con la bacchetta, tredici babbani sono morti. Di lui solo un pollice. E Sirius rideva, allora, rideva.
Poi, d’un tratto, Sirius Black gli propone un’alternativa. Scappare, via. Via dai Dursley e vivere con lui – con il suo padrino.
È un soffio, un soffio che cambia la vita di Harry Potter per sempre, anche se quel desiderio non si avvera.

Basilisco. Striscia, sibilando, verso di lui.
Ginny. Ginny. Ginny. È quello che la testa gli dice. Ginny.
Ginny distesa accanto alla statua, morente. Uccidere il Basilisco.
La zanna gli si conficca nel braccio mentre il basilisco muore.
Zanna di basilisco. Diario di Tom Riddle. Veleno.
Tom Riddle muore. Tom Riddle scompare, Ginny vive di nuovo. Ginny. Non più distesa sul pavimento.
Non importa che stia per andare-
Ginny.

Zia gigantesca, zia enorme, zia che si solleva nell’aria gonfiata di tutto il dolore provocato nel cuore di Harry. Zia d’aria putrida e sporca, zia dagli occhi spaventati. Vola via. Per sempre!

Cedric. Giace vicino alla tomba. Cedric è morto. Lampo di luce verde.
Ancora e ancora.
Gli rubano del sangue, una pozione. Il Signore Oscuro risorge. Il Signore Oscuro sta per ucciderlo. Viene salvato, ancora, dai genitori.
Il-Ragazzo-Sopravvissuto.
Harry Potter afferra il corpo di Cedric Diggory e torna a scuola con lui. Immobile.
Harry Potter è un altro ragazzo, non è più chi è arrivato con Trofeo del Torneo Tremaghi nel cimitero della cittadina sperduta.

Nessuno gli crede, è pazzo! pazzo! soltanto un qualcuno di folle di cui Dumbledore e nessun altro potrebbe fidarsi.
Sogni umidi, sogni di sudore. Sogni reali.
Uomini traditori, porte di legno, pomelli.
Ministero della magia. Ministero della magica. Cosa c’è dietro quella porta?
Il signor Weasley morso da un serpente al Ministero.
Sirius Black, a Natale, canta le carriole. « Tu scendi dalle stelle, o Fierobe-e-ecco! ».
Salvati per un pelo, il terzo anno, pensa Harry. Salvati ché Hermione al collo aveva una Giratempo.
C’erano anche le Giratempo al Ministero nell’ufficio Misteri. All’ufficio Misteri Harry smise di mentire, gli credevano al Ministero mentre Voldemort spariva. Voldemort. Al Ministero.

Sirius Black. Cade dietro un velo di voci.
Remus lo trattiene, Remus cerca di non urlare mentre Harry è appiattito contro di lui dalla stretta attorno al corpo. Harry urla.

No”.
Invece Sirius Black è morto.

James Potter ha umiliato Severus Snape.
E Harry non se lo perdonerà mai.

Harry, sotto il Mantello dell’Invisibilità. Harry, sangue dal naso.
Harry. Nymphadora capelli spenti, Nymphadora, patronus dalla forma familiare.
Harry, le persone hanno smesso di ridere al suo passaggio. Il cappello spiega il dolore.
Le persone cominciano a sparire, e per quanto sia doloroso – sensazione di smarrimento, di incapacità di risolvere la situazione – è diverso da quindici anni prima.
Harry vorrebbe, anche soltanto per un istante, che Peter Pettigrew non avesse mai detto a Voldemort di Godric’s Hollow.

Mare scuro, capelli al vento. Sangue di Dumbledore sul muro.
Lago oscuro, lago senza fondo. Barca. Lago pericoloso.
Memorie. Memorie che affiorano nella mente di Dumbledore mentre beve la pozione. Dumbledore si lamenta, Dumbledore distrutto dal dolore del passato.
Medaglione. Medaglione stretto nel palmo della mano di Harry e poi in quello di Dumbledore.
Acqua del lago.
Inferi. Inferi che risalgono dall’acqua e Harry è grato che non vi siano i suoi genitori.
Inferi.
Fuoco dalla bacchetta di Dumbledore, fuoco.
Hogwarts.

Draco Malfoy stringe la bacchetta tremante. Draco Malfoy non ucciderà Dumbledore – l’ha disarmato, l’ha disarmato e questo Voldemort non lo sa –, sarà Severus Snape a togliergli la vita.
Impugna la bacchetta. Impugna la bacchetta e “Avada Kedavra”.
Dumbledore cade, cade attraverso l’aria. I mangiamorte scappano.
E, di nuovo, Harry impotente insegue chi ha ucciso il suo futuro.

Severus Snape è il principe mezzosangue.

Horcrux. Horcrux. Nient’altro che Horxcrux. La radio di Ronald: nessuno è morto.
Tenda, foresta, foglie, tenda, foresta, foglie, incantesimi di protezione.
Godric’s Hollow. Non potrà mai più negare che i suoi genitori siano morti.
Il gesto con il quale ha detto loro addio per sempre è stato rinunciare a farli tornare, con Voldemort, gesto che lo ha posto come nemico dell’Oscuro Signore. Senza scampo.
Ma alla tomba … alla tomba è dire addio all’abbandono scottante – e capire di non poter trattenere tutti a sé, ché sono mortali e destinati a scomparire prima o poi – e augurare un benvenuto alla capacità di annullare la morte con la vita.

Bambino. Bambino. Pelle lisca, capelli turchesi.
Harry Potter è un uomo.

Severus Snape è ucciso da Voldemort. Anche lui.
Gli porge fialette di ricordi blu, gli porge la verità e i motivi.
Ricordo del ricordo per Hugo.
Severus Snape amava la madre di Harry Potter e l’ha amata sino al suo ultimo respiro e anche dopo, se esiste un dopo. Severus Snape le regalò un giglio, una volta, le prometteva una nuova vita tra i banchi di scuola. Severus Snape chiede perdono. Severus Snape chiede perdono a Dumbledore, poi, e gli chiede di salvarla, di salvare Lily Evans.
Dumbledore non sa salvarla, allora, ma Severus Snape non fallisce: salva – sempre – Harry Potter, Harry Potter in cui si è salvata una parte di Lily Evans.
Severus Snape evoca una cerva d’argento in una radura sperduta – Harry conosce quella radura, è dove ha trovato il medaglione. Severus Snape uccide Albus Dumbledore, ma non lo disarma, non è sua la bacchetta di sambuco!
Severus Snape deve uccidere Albus Dumbledore e confessare a Harry d’essere un Horcrux e di dover morire per sconfiggere Voldemort.

Harry Potter viene chiamato indietro dal castello, ma questa volta non può tornare. Cammina attraverso la Foresta Proibita, cammina e Remus è morto assieme a sua moglie: c’è un nuovo orfano. Fred è morto. Colin è morto.
Harry Potter morirà, non ha scampo. Hagrid gli urla qualcosa.

Avada Kedavra”. Ancora e per l’ultima volta, vicino sua madre, suo padre, Sirius e Remus.

Bianco. Accecante. Bianco. Finalmente.
Albus Dumbledore. La bacchetta di sambuco è sua, ha disarmato Draco che ha disarmato Dumbledore.
Può decidere di tornare e uccidere la morte, e uccidere Voldemort.
Può smettere di combattere e di vivere.

Ginny. Ginny Weasley. Hermione Granger e Ronald Weasley che hanno appena iniziato.
Molly Weasley deve convivere con la morte di suo figlio, Teddy Junior imparerà a camminare senza i suoi genitori.
Per quanto doloroso, sa che non vuole perdersi nulla, neanche la più misera lacrima.

« Hai perso ».
Ma nel gesto di Molly c
’è tutto l’amore del mondo ferito. In Neville Longbottom il coraggio Grifondoro, la rabbia: i suoi genitori non ha potuto conoscerli, e tutto perché qualcuno doveva combattere la sua battaglia sbagliata.
Neville Longbottom diventa quello che sarebbe stato se Voldemort avesse deciso di renderlo il suo avversario alla pari.
Ma Voldemort ha perso.
Non c’è gioia, no, ma c’è di nuovo fedeltà e libertà.
Adesso rimane da vivere. E vivere per chi non vivrà.

« Com’è stato? ».
E Hugo Weasley non sa cosa risponderle. Il rumore della risacca è pace.
Pace conquistata col sangue e il male al cuore. Sua madre piena di dolore.
Sa
cos’è vivere, ora.

   
 
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