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Autore: nausicaaa    18/12/2010    5 recensioni
Allora avevo deciso di provare a scrivere una Chisbon... ma il risultato non è dei migliori... prometto che ritenterò magari con un po' più di successo!!Diciamo che tutto comincia con un invito a pranzo e poi... il degenero!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kimball Cho, Patrick Jane, Teresa Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi ci vuole una pausa. Sono sei ore di fila che interroghiamo un sospettato ma non cede di un passo. Tutto questo perché il caro Jane ha pensato bene di farsi sospendere dalla partecipazione agli interrogatori a causa dei suoi comportamenti poco “ortodossi”. E grazie a lui la strada che mi separa dal licenziamento è sempre più breve. Dico a Risgby di continuare senza di me per qualche minuto e mi dirigo nel cucinino. Ad attendermi c’è Cho di ritorno da una perquisizione nella casa del sospettato.

“Ehi Cho trovato niente che possa incastrare il nostro uomo?”

“No Teresa niente purtroppo”.

Teresa? Kimball Cho che mi chiama per nome?

“Oddio scusa, scusa Lisbon. Cioè volevo dire capo.”

Non riesco a trattenere un sorriso.

“Tranquillo non c’è problema Kimball. Puoi anche chiamarmi per nome, ormai siamo amici no?”

Non so perché ma sentirmi chiamare per nome da Cho mi ha provocato un piccolo brivido lungo la schiena. Strano, di solito è Jane a farmi questo effetto, anzi diciamo che ho definitivamente un debole per il mio consulente, ma lui è sempre così distante ultimamente, il progresso nelle indagini su Red John lo ha reso più ossessivo di prima, ora sembra che abbia  in mente solo la sua sete di vendetta.

“Allora Teresa se siamo amici, credo di poterti dare un consiglio: stacca un po’ da quell’interrogatorio,che ne dici di andare a pranzo insieme?”

“Cosa? Bè si certo solo non vorrei lasciare Risgby in difficoltà”. Cho mi invita a pranzo? Ma cosa gli sta succedendo?

“Risgby se la caverà da solo per un’ora non credi?” Mi sorride. Sorride?!?!

“Sì credo di sì. Va bene andiamo.” Nell’uscire vedo con la coda dell’occhio Jane che mi osserva dal suo divano.

Mi sono molto divertita a pranzo con Kimball. Non pensavo fosse una persona così solare, sembra sempre così serio, quando è fuori dall’orario di lavoro è completamente diverso. E è anche un vero galantuomo. Non c’è stato alcun imbarazzo tra noi abbiamo parlato tranquillamente, abbiamo riso e abbiamo scherzato. Inizio a guardarlo da un altro punto di vista. È un uomo affascinante  me ne rendo conto solo ora. Rientriamo in ufficio ridendo e continuando a parlare, poi ci congediamo, io torno all’interrogatorio, Cho alle sue scartoffie. Avviandomi verso la sala interrogatori incontro Jane che mi lancia quella che si potrebbe definire un’occhiataccia. Non mi aveva mai guardato così. Ma è talmente strano ultimamente che decido di ignorarlo e proseguo per la mia strada.

A fine giornata sono sfinita. Il sospettato ha confessato e per fortuna, il caso è chiuso. Sto per andarmene dal mio ufficio quando vedo il mio consulente fare capolino.

“Ehi Jane, dimmi.”

“Ciao Teresa. Vedo che avete chiuso il caso.”

“Sì.”

“Senza il mio aiuto.”

“Sembra di sì.”

“hai avuto anche tempo di spassartela, non doveva essere un caso difficile.”

“Cosa? Il tempo di spassarmela?”

“Ti ho vista con Cho. Anzi scusa, con il tuo caro Kimball.”

“Jane sei impazzito tutto di un colpo? Siamo andati a pranzo durante la pausa. Ma di cosa stai parlando?”

“Bè i vostri sguardi sembravano piuttosto eloquenti. Un po’ ti piace non è vero?”

“Jane smettila. È un collega e un amico, ed è una persona molto carina a differenza tua che ti stai comportando da maleducato e cafone in questo momento.”

“Una persona “carina. Aggettivo interessante.” Lo vedo avvicinarsi a me. Sempre di più.

“Cosa stai facendo Jane?” Non mi risponde, ora si trova a due centimetri dalla mia faccia. Non riesco a muovere un muscolo. Riprende la parola.

“Hai detto carina, non interessante, affascinante, divertente, hai scelto carina. Lo si potrebbe dire anche di un cane non credi?”.

Nel frattempo mi ritrovo contro al vetro che fa da divisorio con il resto dell’ufficio, Jane che mi fissa con le braccia appoggiate contro il vetro all’altezza della mia faccia, che mi fanno da gabbia.

Cerco di rimanere lucida. “bè è una parola che può riassumere tutti gli aggettivi che hai detto tu!” Dico con un filo di voce.

Le sua mani si staccano dal vetro per afferrare i miei polsi, in un attimo mi ritrovo immobilizzata contro la parete. Con le labbra mi sfiora prima il collo, poi la guancia poi l’orecchio sinistro. Improvvisamente lascia la presa e mi sussurra “ora se vuoi puoi fermarmi.”

Sento una scarica di adrenalina farsi strada nel mio corpo e quasi automaticamente rispondo

“no, non fermarti”.

Mi stupisco delle mie parole ma non faccio in tempo a fare alcuna mossa perché il mio consulente ha catturato le mie labbra in un lungo, intenso e profondo bacio. Le sue mani passano tra i miei capelli per poi scorrere lungo il corpo. Mi rendo conto che sto tremando. Ci stacchiamo da quel bacio infinito e Jane mi sussurra con voce roca:

“trovi che anche io sia una persona carina?”

“Che stronzo sai essere Patrick Jane.” Sto perdendo il controllo della mia mente.

“Già, ma sai se vedo qualcuno che tenta di avvicinarsi troppo a ciò che desidero ardentemente ormai da mesi perdo il mio autocontrollo.”

Mentre parla continua sfiorarmi dolcemente l’orecchio con le  labbra cosa che mi sta facendo letteralmente impazzire, ma il mio consulente sembra non aver la minima intenzione di interrompere questa dolce tortura.

“Patrick aspetta ti prego, smettila, qualcuno potrebbe vederci.”

Le sue mani si sono insinuate sotto la mia camicia accarezzandomi dolcemente la schiena.

“Hai ragione. Andiamo a casa. Staremo più comodi lì non credi? È tutto più piacevole e comodo in un letto caldo.”

Sorrido e lo bacio ardentemente assaporando il momento. Annuisco lievemente con la testa e insieme ci avviamo verso l’ascensore. Non so se riuscirò a resistere fino a casa. Cho sei veramente un amico. Senza il tuo invito a pranzo tutto questo chissà quando sarebbe successo.


 
Anglo autrice: ehm… che dire… SOAREZ PERDONOOOOOOOOOOOO!!!!! Io volevo provare a fare una Chisbon ma mi sa che Jane mi ha ipnotizzato quell’egocentrico vuole sempre la scena tutta per sé! -.- non sono credibile vero? E’ che è troppo difficile, è anche colpa di Cho ecco che è sempre lì imbalsamato! Non riesco a vedermelo tutto romanticone e sensuale! Prometto che ci riprovo!!!!!!!!!!!!!Baci a tutte!!
 
 
  
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